Furlan: “Ho fiducia nei giovani italiani. Donati il più talentuoso”

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Furlan: “Ho fiducia nei giovani italiani. Donati il più talentuoso”

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Renzo Furlan alla ASD “Da Campioni”. L’ex direttore del centro tecnico di Tirrenia, best ranking 19 ATP: “I ragazzi hanno enormi potenzialità, Donati è un futuro top50. Ma non ripetiamo l’errore Paire”

In occasione del primo stage torinese di tennis organizzato dalla ASD “Da Campioni” alla Sisport Fiat (importante novità per la struttura satellite della casa automobilistica, storicamente concentrata su attività di atletica e nuoto), Renzo Furlan si è pronunciato sulla situazione delle nuove leve italiane, esprimendo pareri entusiastici su Matteo Donati: “Credo sia il più dotato dal punto di vista del talento. Anche Quinzi e Napolitano hanno ottime potenzialità, seppur con caratteristiche diverse, e aggiungerei anche Baldi. Donati sta lavorando benissimo con Max Puci e il suo staff, lo vedo tranquillamente nei primi 50 del mondo in un futuro prossimo; fare di meglio dipenderà da troppe circostanze, è impossibile pronosticare già da adesso”. Donati ha recentemente disputato la sua prima finale Challenger, perdendo da Munoz de la Nava a Napoli, dopo aver superato la prima testa di serie ed ex top40 Andrey Golubev in tre set, ripetendosi il giorno dopo contro Arnaboldi al tiebreak decisivo. A Napoli ha fatto molto bene anche Quinzi, che ha battuto Rola e Cipolla prima di arrendersi in tre combattuti set a Cecchinato. Furlan invita gli addetti ai lavori ad aprire bene gli occhi per non tralasciare nessuno dei nuovi emergenti. Ricorda l’esempio francese, di una federazione che abbagliata dai risultati precoci di qualche meteora, si è accorta molto tardi di quello che era il talento più cristallino: “Benoit Paire è stato considerato pochissimo dai suoi connazionali; ha lavorato moltissimo per conto suo, e solo i suoi successi nel circuito maggiore gli hanno portato le attenzioni che forse avrebbe meritato già da giovane”. E’ ottimista Furlan, vincitore di due titoli a livello ATP in carriera (San Josè battendo Michael Chang, e Casablanca, entrambi nel ’94), ed è ben conscio della agguerrita concorrenza che i ragazzi italiani dovranno affrontare: “I soliti noti continuano a dominare perché il vero ricambio non è ancora arrivato. Dovremo aspettare la generazione ‘96-’98, con la quale Stati Uniti e Corea stanno lavorando benissimo: Duck-Hee Lee, sedicenne sordomuto, è già attorno alla 400esima posizione. I nostri giovani li metto alla pari con lui, come potenziale”.

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