Nadal in giubba rossa, ma a Parigi è senza i Mille

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Nadal in giubba rossa, ma a Parigi è senza i Mille

Per la prima volta in carriera il maiorchino inizierà il Roland Garros a secco di Master 1000 su terra rossa in stagione. Forse è il simbolo della fine di un’era. Ma siamo sicuri che a Parigi il favorito non sia più lui?

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Se Rafael Nadal perderà per la seconda volta il trono di Parigi, come tanti addetti ai lavori e non profetizzano da qualche mese, lo scopriremo tra poche settimane. Di certo c’è, dopo la sconfitta a Roma per mano di Wawrinka, che approderà al secondo slam stagionale in una situazione inedita per lui: quella di iniziare il Roland Garros senza aver vinto nessun Master 1000 su terra.

Dal 2005 compreso, infatti, anno della sua prima apparizione in terra francese dopo due edizioni saltate per infortunio, il “toro di Manacor” ha sempre portato a casa almeno un Master 1000 su terra prima di dominare anche lo slam sul mattone tritato (2009 escluso, s’intende).
Nel 2005, all’alba del suo esordio vincente sullo “Chatrier”, Rafa vinse a Montecarlo il suo primo 1000, bissandolo qualche settimana più tardi col titolo a Roma e poi, appunto, col trionfo a Parigi. Nel 2006 e nel 2007 ancora doppietta Montecarlo-Roma, prima del successo al Roland Garros, mentre nel 2008 Rafa vinse di nuovo a Montecarlo, ma sostituì Roma con Amburgo. Nel 2009 le vittorie di Montecarlo (quinta consecutiva) e ancora di Roma in finale su Djokovic facevano presagire un altro trionfo a Parigi, ma la sua striscia vincente fu interrotta dall’ormai celebre sconfitta contro Robin Soderling, l’unico in grado di batterlo in terra di Francia, fino a oggi. Nel 2010, l’anno d’oro di Nadal, un “triplete” su terra (coi successi a Montecarlo, Roma e Madrid) che diventa “poker” col quinto Roland Garros. Nel 2011, per la prima volta dal 2005, lo spagnolo vince un solo Master 1000 su terra, ancora a Montecarlo, suo porto prediletto, ma le finali perse con Djokovic non gli precludono il sesto slam parigino, grazie anche allo storico match di Federer che interrompe la striscia del serbo proprio nella semifinale al Roland Garros. Nel 2012 di nuovo doppietta Montecarlo-Roma, che nel 2013 diventa Madrid-Roma, con la prima sconfitta nel Principato a opera di Djokovic. Le prime vere avvisaglie di un calo arrivano nel 2014, quando Nadal perde a Montecarlo da Ferrer e a Roma da Djokovic, e vince a Madrid grazie soprattutto all’infortunio di Nishikori. Il nono Roland Garros, però, arriva comunque.

E oggi? Nel 2015 Rafa ha vinto un solo torneo, a Buenos Aires, e ha raggiunto la finale in una sola altra occasione, a Madrid, perdendo sonoramente da Murray, campione certamente non celebre per la sua attitudine alla terra. Per il primo anno, quindi, si presenterà alle porte del Bois de Boulogne senza nessun alloro nei tornei più prestigiosi del circuito dopo i quattro slam.
Segno del declino di Nadal? Probabilmente sì, o comunque segno della fine del suo dominio sulla terra rossa, ora aperta ad altri protagonisti (Djokovic su tutti, ma anche Murray, come abbiamo visto a Madrid, o Nishikori e Wawrinka). Simbolo soprattutto del tramonto di quell’aura di invincibilità che da un decennio avvolge lo spagnolo quando calpesta il rosso: quell’aura che ha permesso a lui, anni fa a Federer, ora a Djokovic, di vincere tante partite prima di scendere in campo, contro avversari consapevoli di trovarsi di fronte mostri di continuità, concentrazione, gioco. Solo per prendere l’ultimo esempio (tralasciando le sconfitte con Fognini), contro Wawrinka a Roma Nadal ha sprecato quattro set point dopo un primo set di ottima fattura (che però non ha spaventato il rivale) ed è poi crollato nel secondo parziale: un andamento del match che spesso vedeva protagonisti i suoi avversari, non certo lui.
Segno che Nadal non vincerà il Roland Garros? Qui la risposta deve essere molto più cauta, per vari motivi: intanto nel torneo parigino il campionissimo spagnolo avrà parecchie partite per rodarsi e trovare ritmo e fiducia, prima degli scontri della seconda settimana; il Nadal di Madrid e del primo set con Wawrinka venerdì, poi, è un Nadal che sta bene fisicamente e che sta ritrovando profondità nei colpi; la distanza tre set su cinque “aiuta” un condottiero di resistenza come lui; non è da sottovalutare, infine, l’enorme pressione che Novak Djokovic sarà chiamato a sostenere, in una stagione che mai come ora sembra propizia non solo per il suo primo Roland Garros, ma anche, e addirittura, per il Grande Slam.
Insomma, il regno di Nadal sulla terra sembra ormai al tramonto. Ma il suo feudo parigino potrebbe resistere ancora, fregandosene del tempo e dei nemici.

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