Rassegna a cura di Daniele Flavi
Piccola Errani, grande cuore
Vincenzo Martucci, la Gazzetta dello sport del 2.06.2015
Cosi piccola, e fragile, Sara Errani ha l’oggi più incerto rispetto alle virago del tennis. Contro la seconda walkiria di fila del Roland Garros, la deliziosa Julia Goerges, gioca quasi la partita perfetta: «Sono fra le prime otto per il quarto anno di fila, sono molto contenta, è un grande traguardo e ho sempre più fiducia». La guerriera di Romagna commette appena tre errori gratuiti: «Sono stata brava a spingere sempre col dritto, e anche al servizio, che rimane il mio punto debole». E costringe la picchiatrice tedesca a 45 errori: «Lei ha iniziato benissimo, poi un po’ alla volta sono riuscita a farla rallentare, a stancarla, tanto che i suoi colpi pesanti mi facevano sempre meno male.ULTIMA CENA L’oggi, rispetto a quello di dodici mesi fa, ha qualcosa in più: «Mi sento più fresca. E’ stata molto importante la scelta di non giocare il doppio, sto molto meglio, un giorno in più di riposo fra un match e l’altro aiuta e si fa sentire». Oggi il sorriso è più disteso di altri oggi: «Per 4-5 anni Robi ed io siamo state un team, sempre assieme, tutte le settimane e i tornei, è stato dispendioso, e io ho sentito la necessità di sentirmi più fresca. Ho preso io la decisione di non giocare più il doppio, è stata una scelta tennistica: volevo pensare in modo diverso la mia carriera in singolare. Per ora va bene così, più avanti vedremo». L’amicizia con la Vinci, quindi, è salva: «La sento, ci vediamo, l’ultima cena insieme? L’altro ieri». RISPOSTA Chissà come sarà l’oggi di domani, contro Serena Williams: «Per avere il lusso di lottare con lei bisogna che non sia al 100% e che io giochi una grandissima partita. Ci proverb, anche se Serena va un no’ a Qior *** nate e magari stenta, ma alla fine vince, e magari mi dà un altro 6-0 6-1 come due anni fa qua a Parigi». La numero 1 del mondo ricorda benissimo il 4-6 7-6 6-3 dell’ultima Fed Cup sulla terra di Brindisi, con la Errani che è arrivata a due punti dal match, sul 5-4 e servizio. Non può permetterselo con le temperature in crescita, sull’ostica terra rossa, con lei costipata che rimonta per la terza partita di fila. «Ancora un incredibile sforzo, sono impressionato», applaude coach Patri-ck Mouratoglou. All’erede, Sloane Stephens non basta volare il primo set per 6-1 in 23 minuti, non basta il successivo 4-3 e neppure il 5-4, quando arriva a due punti dal match. Sudando in modo impressionante nella tenuta rosa a maniche lunghe, la Tyson del tennis, sempre a mezzo servizio per la bua al gomito, gioca il tutto per tutto su due-tre colpi, piazza il 7-5 seminando 33 errori gratuiti, e poi scappa via imparabile fino al 6-3 finale, con una risposta di rovescio, assolutamente feroce….
Sara incanta Parigi ora la sfida a Serena
Valentina Clemente, il corriere dello sport del 2.06.2015
La seconda settimana delle azzurre sulla terra del Roland Garros è iniziata con un sapore dolce-amaro perché alla gioia di Sara Errani, vittoriosa contro la tedesca Julia Goerges per 6-2 6-2, si è contrapposta la delusione di Flavia Pennetta, uscita di scena per mano di Garbine Muguruza con il punteggio di 6-3 6-4. IN CRESCITA. La romagnola probabilmente non si aspettava di tagliare il traguardo dei quarti di finale perché, per sua stessa ammissione, la percezione all’inizio del torneo non era la migliore. Sara era alla ricerca di quelle sensazioni che aveva già avvertito a Stoccarda, ma che le erano venute meno a Roma e che stentavano ad affacciar- Domani sfide Serena Williams Intanto nel giorni scorsi è andata a cena con la Vinci si sulla terra di Parigi. La pazienza e la tenacia sono state però le migliori consigliere nel triangolo tedesco (prima della Goerges aveva battuto Andrea Petkovic) che l’ha portata a conquistare ancora una volta i quarti, regalandole anche una gradita sorpresa. «All’inizio non è stato un fallissimo, perché lei ha giocato bene, poi un po’ alla volta le ho fatto rallentare i colpi e con le palle che diventavano sempre più pesanti è stato più facile allungare gli scambi e ritornare a controllare la partita. II servizio è sempre stato un po’ il mio punto debole, invece in questa partita mi ha dato maggiori soddisfazioni, anche se per il mio stile di gioco la cosa più importante resta quella di essere solida e aggressiva da fondo campo». Durante la sua conferenza stampa post match l’americana non ha mancato di elogiare la bolognese per la sua tenda In campo, affermando che moite giocatrici del circuito dovrebbero prendere esempio dalla caparbietà che dimostra durante gli incontri. «Tutti conosciamo le qualità di Serena – ha affermato Sara – e penso che il match di Brindisi sia stata un’eccezione nella sua dinamica. Per batteria devi sperare in un suo calo e tentare di fare un gran match: so che è difficile, ma sono qui per provarli Anche lei può avere giornate meno positive, penò magari anche stavolta mi mette spalle al Muro come ha fatto due anni fa. Io da parte mia spero di poterle dare fastidio». II sorriso di Sara non è stato turbato neanche quando, parlando del doppio e delle prospettive future, è stata evocata Roberta Vinci, con la quale (confida) continua ad avere un ottimo rapporta «Anche se non giochiamo più insieme, questo non vuol dire che sia finita la nostra amicizia. Non abbiamo litigato, ma per me in questo momento è importante concentrarmi sul singolare, anzi se proprio lo volete sapere (ride – ndr) siamo andate a cena insieme due sere fa». Un dritto lungolinea a cui diventa difficile rispondere. Se il quarto della Errani presenta ora un ostacolo non da poco, quello della Permetta avrebbe potuto regalane qualche soddisfazione in più vista che, mentre lei era in campo con la Muguruza, Maria Sharapova abdicava sullo Chalier di fronte a una solida prestazione di Lude Safarova. L’uscita di scena della russa darà infatti nuova linfa al quadro femminile die si ritroverà una tra Muguniza, Safarova, Ivanovic e Svitolina nella finale di sabato. «Penso di aver fatto tutto sommato un buon torneo – ha analizzato la Permetta – È chiaro che quest’ultima partita è stata molto intensa e a un certo punto mi sono mancante le energie. Avevo una velocità di crociera buona, ma non sono riuscita a far quegli scatti necessari per metterla fuori gioca Lei è una tennista in piena maturità e questa sconfitta per me ci può stare»….
Decadenza Serena ma la Stephens la grazia a Parigi
Gianni Clerici, la repubblica del 2.06.2015
Pronto il coccodrillo di Serena, come si definisce nel crudo linguaggio ornalistico il necrologio, quelli che ogni quotidiano di livello custodisce nei suoi archivi. Nata a Saginaw da Richard e Oracene Williams, il 26 settembre 1981. Deceduta sportivamente a Parigi, stadio Roland Garros, a causa delle fatiche di un match contro la connazionale Sloane Stephens. Sul Centrale dello Stadio, intitolato al mio povero partner Chatrier, anche lui morto di Alzheimer, Serena si trascinava infatti come una povera ex, una di quelle passate tenniste che non provano vergogna nel partecipare ai tornei delle presunte Leggende, che si svolgono sui campi secondari. Aveva contro, guarda caso, una bambina americana, per di più, come lei di pelle nera. Più che muoversi, non si dice correre, Serena si trascinava quasi quei suoi stivaletti rosa, inventati da uno stilista mediocre, si fossero d’un tratto trasformati in scarponi da sci. L’istinto, più che i muscoli, spingevano i suoi ottanta chili verso la palla e, quando ci arrivava, i riflessi, pur rallentati, le consentivano di rimandarla, mentre dalla gola le uscivano gemiti da far pena. A volte, quando la palla tagliente della Stephens sibilava lontana, il gemito si trasformava in un urlo di dolore, quasi la poveraccia avesse subito una contusione, una ferita. E il pubblico, un pubblico che io ricordavo per il suo razzismo, in un dimenticato match del 2003, contro la bianca Henin, sembrava capire la sua impotenza, la sua struggente vicenda, di chi avverte di essere invecchiata, ma alla vecchiaia si rifiuta, segretamente consapevole di un possibile dramma, di non essere più se stessa, Serena Williams, la campionessa. Ci sarebbe voluta la partecipazione inconsciamente filiale della Stephens perché Serena riuscisse miracolosamente a salvarsi, per così dire a vincere, a battere una cosiddetta avversaria. Un’avversaria che, semmai avesse un coach, dovrebbe licenziarlo, per non averle suggerito semplicemente di tenere la palla in campo, e di alternare la lunghezza dei tiri. Serena è dunque ancora in lizza, insieme alla Errani, una volta di più mirabilmente accompagnata da un cervello tennistico, e, purtroppo per noi, privi della Permetta, che ha trovata una tipa che giocava come lei, ma era di 11 anni più giovane, Garbine Muguruza, di famiglia basca emigrata in Venezuela, ritornata presso gli avi e felicemente dotata di passaporto spagnolo. Oltre alla fallita sepoltura di Serena mi ha oggi colpito l’inattesa violenza di una giovane boema, etnia di grandi campioni, a partire dal Re Rodolfo II
Errani, ode alla Vinci «Roby, ti voglio bene ma ora ballo da sola»
Daniele Azzolini, tuttosport 2.06.2015
La partita perfetta di Sara Errani offre al pubblico di Parigi la compostezza di un tennis che sembra venire da un altro mondo. Al confronto con la baraonda di altri scontri fra le urla delle mugolanti, il gioco di Sara molto somiglia a un tennis da camera. È tennis ridotto alla sua stessa essenza, quasi privo di errori, ma anche di forzature, che non corrisponderebbero al suo animo. Nei due set che la consegnano ai quarti di finale, risultano appena tre le sviste segnalate dagli statistici, e su almeno due di esse si potrebbe persino eccepire. sei-due sei-due prende forma quasi senza animosità, geometrico come una ragnatela nella quale la molto alta Goerges si avvolge senza nemmeno provare ad aprirsi un varco, forse convinta essa stessa dell’enormità di mettere a soqquadro un’architettura tosi elegante. Lì si deposita, la tedesca, già dopo i primi due game. E fi giace immobile, per non disturbare. Finanche nel servizio, Sara appare implacabile. Lo sono i numeri. Su quelle rimesse in gioco un po’ frivole e quasi troppo tenere per essere vere, la tedesca finisce fuori giri, non sapendo come colpirle. Le altre le tirano forte… Sara fa l’esatto contrario. Come si fa a rispondere con violenza, a una che tira delle carezze?…. Con la Riske, in primo turno, non mi ero piaciuta neanche un po’ Poi il mio tennis ha trovato i giusti ritmi. Contro Petkovic e Goerges ho giocato come piace a me». hanno scorso, Sara, si sdoppiava E in doppio arrivava in finale. Quest’anno ne fa a meno. In mezzo c’è stata una rinuncia che a molti è sembrata una frattura. «Non è così Ho solo deciso di concentrarmi su un solo torneo, perché due insieme li sentivo ormai come un peso. Non ce stato alcun litigio con Roberta, ma è vero, la decisione è stata mia, perché non ce la facevo più. Ho giocato singolo e doppio da quando sono nel circuita Ora preferisco così». Dice, giura, che l’amicizia è rimasta. «i sempre Roby la persona con cui mi confido, ci vediamo parliamo, ceniamo insieme». Ma il doppio team era diventato ingombrante, questo non lo nega. Una famiglia “troppo” allargata: «Avevo bisogno di tornare a concentrarmi su me stessa. Ho 28 anni, non credo sia strano fare certe valutazioni».
Parigi non è più un lusso. Errani vola nei quarti
Stefano Semeraro, la stampa del 2.06.2015
Vivere alla grande a Parigi non è più un lusso, per Sara Errani. C’è abituata. Da quattro anni. Finale nel 2012, semifinale l’anno dopo, poi (almeno) due quarti, l’ultimo conquistato ieri in una partita quasi perfetta contro la statuaria teutonica Julia Goerges. Battere Serena Williams domani, invece, quella sì che sarebbe vita da sciuri. «Già è stato un lusso arrivarci così vicino a Brindisi, in Fed Cup», ammette Sara slargando l’iride azzurrissima e prensile. «La verità è che perché ci sia partita lei non deve rendere al massimo, e io al 100 per cento. Non è facile. Ma sono qui per provarci». La Pantera Parigi quest’anno è indecisa se coccolare i suoi artisti – vedi la sconfitta brutale della defending champion Maria Sharapova, sfigurata dalle unghiate mancine della Safarova – e Serena, che qui insegue il suo 20esimo Slam ieri contro Sloane Stephens ha rischiato la stecca. Da tre turni perde regolarmente il primo set, la Pantera, poi è costretta a sudarsi la partita ruggendo nel suo gonnellino animalier. Che sia la volta buona, Sarita? «Si fa presto a dire: è in declino. Poi vince sempre lei. Diciamo che va un po’ a giornate, ma nel tennis è così, conta come ti senti, che sensazioni hai, ogni giorno è diverso. Magari nei quarti si sveglia bene e mi dà 6-0 6-1 come due anni fa». Concentrata sul singolo Da allora nella vita della Errani qualcosa è cambiato. Niente più doppio, la premiata ditta con Roberta Vinci si è sciolta e per il momento tutte le energie sono concentrate sul singolare. «Per cinque anni io e Roberta siamo state un team, insieme tutte le settimane, tutti i tornei. Alla fine ero un po’ esaurita e ho preso questa decisione. Ma non c’è stato nessun grande litigio, siamo uscite a cena anche due sere fa». L’impegno dimezzato ha pregi e difetti. «Forse prima di arrivare qui qualche partita in più mi avrebbe fatto comodo, ma è anche vero che sono più fresca, mi godo il giorno di riposo che c’è negli Slam. Non è escluso che torni a giocare il doppio in futuro. Magari non sempre. Per ora non se ne parla». Avanzano anche i doppi Al doppio si dedicano invece con sicuro profitto Simone Bolelli e Fabio Fognini, i numero 1 della specialità, che sono in semifinale e puntano dritti al secondo Slam dopo quello conquistato in Australia. E Flavia Pennetta, che come il suo fidanzato Fabio ha già perso in singolare, frastornata ieri dagli sganassoni della Muguruza, ma è nei quarti a fianco della cinese Hsieh. Trattenersi a Parigi agli italiani conviene sempre. Quattro anni al top Sconfitta 6-3 6-2 in finale da Sharapova dopo aver battuto Ivanovic, Kuznetsova, Kerber e Stosur 2012 Dopo aver battuto l’ex n.1 Jankovic vola ai quarti dove perde da Petkovic (6-2 6-2) 2014 Ko in semifinale con Serena (6-0 6-1) dopo aver superato nei quarti la Radwanska 2013 Di nuovo un quarto di finale: domani la attende Serena, dopo la vittoria sulla Goerges 2015