Testa, gambe, braccia. E un ottimo tennis. Gli Stati Uniti possono stare tranquilli: una delle loro frecce nell’arco del futuro centra già i primi obiettivi. E che obiettivi.

Tommy Paul, 18 anni compiuti lo scorso 17 maggio, va veloce: il ragazzo del North Carolina, ora di stanza in Florida allenato da Diego Moyano (che ha lavorato fra gli altri con Coria, Fernando Gonzalez e Ginepri), sabato 30 maggio ha alzato al cielo il trofeo del Futures Italy 11 a Lecco, collezionando il secondo titolo Itf a distanza di due settimane. Oggi, sabato 6 giugno, ha calato un asso ancora più pesante, battendo il connazionale e amico Fritz (!) 7-6 2-6 6-2 nella finale del Roland Garros Juniores (o Under 18 che dir si voglia).

Un’impresa notevole che conferma quanto Paul stia crescendo, sotto l’occhio attento della Usta che lo marca da vicino. Tommy, infatti, fa parte di un gruppo ristretto di talenti su cui la federazione statunitense sta puntando, di cui fanno parte anche i vari Tiafoe, Donaldson, Rybakov e lo stesso Fritz. Non è un caso che Moyano, incaricato di occuparsi della stagione su terra battuta, lo abbia seguito anche a Lecco consigliandolo passo dopo passo, match dopo match, sempre con apprezzabile discrezione.

A Parigi, dove si presentava da testa di serie numero 13, ha messo in fila Yamasaki, Cunha-Silva, Karimov, Pena Lopez, Mmoh (ts 6), Fritz (2). In riva al Lario, una settimana fa, Paul aveva sconfitto tre teste di serie (Balleret, Giacalone, Molteni), tutti giocatori molto più esperti. In finale era riuscito a stroncare le velleità del ventenne torinese Lorenzo Sonego, giovane in costante crescita.

L’americano ha concluso il 2014 al numero 946 del ranking mondiale, ma già lunedì dovrebbe salire intorno alla posizione 460. Numeri che è destinato ad abbattere con il passare dei mesi. Dopo due anni di rodaggio nei Futures americani, quest’anno è arrivato il cambio di marcia: semifinale a Palm Coast, quindi un paio di partite vinte a livello Challenger. Sulla terra europea la consacrazione: vittoria a Valldoreix e semifinale a Vic in Spagna, settimana scorsa il successo sui campi del Tennis Club Lecco; infine il Roland Garros dei “piccoli”.

Già a una prima occhiata, Paul fa un certo effetto: è presente a livello fisico e si muove bene, ma soprattutto vanta già un repertorio tecnico completo. All’ottimo servizio unisce due fondamentali di pari livello, dritto e rovescio, mostrando una buona manualità quando costretto a lasciare la presa bimane per giocare il back o la volèe. I colpi sono puliti e penetranti, con uno spin non esagerato, molto adatti alle superfici veloci. La ricerca del vincente è però continua anche sulla terra battuta. Nella finale contro Sonego a Lecco, Paul ha messo in pratica un piano tattico preciso, cercando con insistenza e attenzione la diagonale di rovescio. Ciò che stupisce di più, se paragonato ai pari età, è però la forza mentale: mai una lamentela, mai un atteggiamento negativo, esultanze contenute. L’allievo di Moyano sembra conscio delle proprie potenzialità, ma in tutto questo non c’è spocchia, bensì un sorriso contagioso che racconta la sua semplicità. Lo abbiamo incontrato a margine della finale a Lecco, rimanendo molto colpiti da questo diciottenne.

«Sto giocando bene, riesco a gestirmi e a non sentire la pressione, è questa la chiave – ha dichiarato Tommy – Spero di raccogliere altrettanto da qui a fine stagione». Parole di elogio su Paul sono giunte da molti addetti ai lavori, in primis il direttore del torneo lecchese, l’ex pro Marco Crugnola che su di lui aveva puntato già prima dei quarti di finale: «Credo che lo vedremo davvero poco a questi livelli, lo aspettano traguardi più alti ed è stato un piacere averlo in tabellone». Il futuro è dalla sua parte e la Usta punta decisa anche su Tommy Paul per tornare ai fasti di un tempo.