Per molti addetti ai lavori, in particolare in Croazia, era solo questione di tempo. Ed avevano ragione: Ana Konjuh ha vinto il primo torneo WTA della sua carriera, battendo nella finale dell’Aegon Trophy di Nottingham la rumena Monica Niculescu .
Una vittoria, quella della giovane tennista croata, arrivata in condizioni particolari, dato che a causa della pioggia ha dovuto giocato 3 match in due giorni. Ma alla fine è stata lei ad alzare al cielo il trofeo dedicato alla tennista inglese Elena Baltacha.
Ed è particolare come il trofeo che porta il nome della sfortunata tennista di origine ucraina, scomparsa lo scorso anno a causa di una malattia incurabile a soli trent’anni, sia andata ad una tennista che ha vissuto momenti drammatici in famiglia a causa della malattia che aveva colpito la sorella maggiore Antonia.
La Konjuh diventa così la sesta giocatrice croata a vincere un torneo del circuito professionistico femminile, dopo Sabrina Goles (che l’ha vinto nel 1987 e difendeva i colori jugoslavi), Iva Majoli, Mirjana Lucic-Baroni, Silvia Talaja e Donna Vekic.
Con la vittoria di Nottingham la tennista di Dubrovnik affianca nella classifica mondiale proprio Mirjana Lucic-Baroni, diventando la n. 1 croata, seppur in coabitazione.
“Miglior tennista croata assieme a Mirjana. Suona bene. Sono felicissima di quanto ho fatto a Nottingham. E forse non ho neanche ancora capito veramente quello che ho fatto. Forse me renderò conto solo quando mi sveglierò domani” ha detto una sorridente Ana Konjuh, intervistata al rientro in patria, che curiosamente si trova a condividere la 54esima posizione WTA con la connazionale che vinceva il primo dei tre tornei WTA quando lei non era ancora nata. Una quindicenne Mirjana Lucic vinceva infatti a Bol per la prima volta nel maggio 1997 (bisserà il successo l’anno dopo, mentre il terzo sigillo è arrivato lo scorso anno, nella sua “seconda vita tennistica”), mentre Ana era ancora nel grembo materno, dato che sarebbe nata qualche mese dopo, il 27 dicembre dello stesso anno.
Sinora il migliore risultato nel circuito della Konjuh – che nel 2013, a soli quindici anni, aveva conquistato gli Australian Open e gli Us Open juniores – era la semifinale raggiunta a Istanbul lo scorso anno, partendo dalle qualificazioni. Ed ora, dopo un periodo di risultati non eccezionali, è arrivato l’exploit sull’erba inglese.
Un exploit che le permette di affrontare con molta più tranquillità i prossimi appuntamenti, dato che nel mese di luglio la tennista di Dubrovnik ha cambiali pesanti in scadenza, a livello di punti WTA: il terzo turno di Wimbledon e la citata semifinale conquistata in Turchia. Senza il “tesoretto” dei punti conquistati a Nottingham, la Konjuh avrebbe seriamente rischiato di uscire dalle Top 100 se all’All England Club e poi sul Bosforo le cose non sarebbero andate bene.
Invece ora il giovane talento croato si presenta a Wimbledon alla soglie della Top 50 e in piena fiducia, con tutte le carte in regola per essere una possibile sorpresa della prossima edizione femminile dei Championship.