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Hawk-Eye festeggia 9 anni a Wimbledon: i numeri dell’edizione 2015

La tecnologia è entrata sui campi dei Championships da quasi un decennio. Fra sostenitori e detrattori ecco tutti i numeri dei challenge di Wimbledon 2015

Ultimo aggiornamento: 08/07/2015 14:53
Di Paolo Valente Pubblicato il 08/07/2015
4 min di lettura 💬 Vai ai commenti

Sono passati otto anni dal 2007, anno in cui la tecnologia Hawk-Eye fece il suo debutto a Wimbledon, seguendo l’esempio degli US Open, che la introdussero nel 2006, e degli Australian Open.

Ad oggi a Wimbledon sono 6 i campi coperti da Hawk-Eye, con i n°12 e 18 che si sono aggiunti quest’anno al Centrale e ai campi n°1, 2 e 3

Il timore di molti all’inizio era che Hawk-Eye avrebbe lentamente reso inutili i giudici di linea (ne ha parlato in maniera molto approfondita il nostro Daniele Vallotto in questo articolo), che però, quasi un decennio dopo, continuano a fare, quasi sempre bene, il loro lavoro.

Il numero dei challenge che hanno invertito una decisione dei giudici nell’edizione 2015, aggiornato a martedì, è arrivato a 212, 131 in match maschili e 81 in match femminili. Ma il numero più importante è la percentuale di correzioni sul numero totale di chiamate, dato che si staglia al 26% per gli uomini e al 27% per le donne.

In pratica possiamo dire che i giudici di linea vengono “corretti” da Hawk-Eye una volta ogni 4 chiamate contestate.

Fra i giocatori le opinioni sono discordanti e di certo un tennista che non ha mai amato Hawk-Eye è Roger Federer, per altro protagonista del primo utilizzo di Hawk-Eye nella storia dei Championships, chiamato dal suo avversario Gabshvili nel match di primo turno del 2007: “La cosa che mi lascia pensare è che non è ancora preciso al 100%. Diciamo al 99% ma secondo me non è ancora perfetto. Ci sono ancora delle chiamate che non capisco ma in generale è meglio averlo perchè nessuno vuole perdere Wimbledon per una cattiva chiamata”.

Fra i favorevoli c’è invece Andy Murray, aiutato da Hawk-Eye nel suo match degli ottavi contro Ivo Karlovic, grazie al challenge che gli ha consentito di strappare il servizio al croato nel quarto set: “E’ stata un’opportunità fantastica per avere giustizia e mi ha fatto vincere il match” ha dichiarato lo scozzese.

Approfondendo i dati del 2015 vediamo che proprio Federer è fra i meno fortunati con Hawk-Eye, avendo avuto ragione solo in 2 casi su 9 (22%); meglio comunque di Viktor Troicki, vincente solo in 1 caso su 10, o dello stesso Karlovic (3 su 20). Per Murray la percentuale è del 25% (4 su 16).

Non deve stupire che i giocatori che utilizzano di più Hawk-Eye siano i grandi servitori, sui cui servizi l’occhio umano può essere spesso impreciso: Kevin Anderson è al top della classifica con 30 chiamate (10 corrette, 33%), seguito da Marin Cilic con 29 (7 giuste, 24%). Fra chi ha chiamato il challenge almeno 10 volte i più precisi sono Marcos Baghdatis e il nostro Luca Vanni, entrambi con una percentuale di correzioni del 50% (ed è curioso notare che Vanni l’abbia ottenuta in un solo match, giocato contro un tennista inglese…).

Fra le donne troviamo tre giocatrici a quota 13 chiamate: Jelena Jankovic, Timea Bacsinszky e Heather Watson. Serena Williams ha usato Hawk-Eye solo 4 volte (1 corretta), mentre la sorella Venus si è fermata a 3 (nessuna giusta).

Le più imprecise della classifica sono la bielorussa Azarenka e la svizzera Bencic, entrambe con 0 correzioni su rispettivamente 12 e 7 chiamate.

 


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