Nel terzo set ha fatto la differenza la tua condizione fisica?

È stata dura anche per me. In realtà ero molto stanco anch’io. Faceva davvero molto caldo.

Eri stanco, ma hai giocato sempre meglio e nel terzo set sei comunque cresciuto?

Sì, è vero. È stato importante fare subito il break nel terzo set. Questo mi ha dato fiducia.

Sei il primo austriaco in finale a Umago dopo Thomas Muser che ha vinto qui tre volte. Non ti chiedo di ricordarti le partite di Muster perché credo avessi due anni quando lui ha vinto qui ma è comunque speciale per te arrivare in finale ad Umago?

Sì perché qui ho disputato tanti tornei junior e fantasticavo e sognavo di giocare anch’io un giorno qui sul Centrale il torneo Atp. È per me una soddisfazione particolare essere arrivato in finale.

Comunque avevi giocato nel Centrale…

Sì, ma alle 8 del amttino con soltanto due spettatori sugli spalti (ride).

Cos’è cambiato dopo il primo set?

Monfils ha giocato in maniera incredibile nel primo set e quando gioca così, c’è poco da fare per chiunque. Ho sperato che non continuasse cosi…

Nel terzo set hai giocato anche molto bene a rete….

Con giocatori come Monfils che recuperano quasi tutto è importante, in certi casi, venirsi a prendere il punto a rete. Io cerco, nel mio gioco, di venire a rete anche per questo. Poi se, come nel primo set, Monfils fa passanti incredibili, pazienza. Però, è vero, sono molto soddisfatto del mio gioco di volo nel terzo set.

Due parole sul tuo prossimo avversario, Joao Sousa…

Ci siamo già incontrati due volte ma in condizioni completamente diverse, indoor e outdoor sul duro. Certo, è molto in forma perché ha battuto Seppi, Fognini e oggi Bautista Agut.

Vieni spesso paragonato a Stan Wawrinka. Cosa ne pensi?

È un onore per me. Wawrinka quando è in forma è il migliore per quanto riguarda la pressione che mette agli avversari. Però devo fare ancora molta strada, il cammino è lungo.