ATP Amburgo: Nadal promosso con debiti, è derby Seppi-Bolelli

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ATP Amburgo: Nadal promosso con debiti, è derby Seppi-Bolelli

Il maiorchino vince in due set contro Vesely, senza però esprimere un livello troppo soddisfacente. Bene Seppi, che recupera da un set sotto per avere la meglio del padrone di casa: troverà Bolelli, anche lui vittorioso al terzo contro Munar. Ai quarti anche Cuevas, uscito vincitore al terzo su Janowicz

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Le foto più belle dei protagonisti dell’ATP 500 di Amburgo

Quarta giornata di gioco ad Amburgo, in cui il tabellone si allinea ai quarti di finale. Temperature frizzanti a dir poco, le sporadiche apparizioni del sole tedesco non bastano a evitare di doversi rifugiare in qualche posto al caldo: una buona occasione quindi per visitare il Gewurzmuseum, il museo delle spezie, che si trova nel quartiere di Hafen City. La zona è una Mecca per chiunque abbia una macchina fotografica, le costruzioni più all’avanguardia contrastano con i canali che bagnano la Speicherstadt (letteralmente “la città magazzino”); in passato questi immensi caseggiati erano adibiti per l’appunto a luoghi di stoccaggio per prodotti stranieri. Attualmente, sono riservati alla merce più preziosa (soprattutto tappeti e stoffe asiatiche), mentre il resto della merce viene conservato nella zona moderna del porto. Il museo delle spezie è una vera chicca, un solo piano ricco degli oltre 900 pezzi di esposizione che permettono un’esperienza sensoriale rara, per sentirsi in un colpo solo in Sud America, Madagascar e Oriente. Tra l’altro, la ricevuta di pagamento è un sacchetto di pepe nero.

Andreas Seppi continua la propria cavalcata, ed elimina l’unico tedesco rimasto in gara (dopo le defezioni di Kohlschreiber e Zverev); Florian Mayer cede dopo un’ora e quaranta minuti, in tre set di livello godibile, viziati dall’evidente calo del padrone di casa nel finale. Seppi non si scompone dopo un primo set giocato sulla riga della sufficienza, con Mayer a regalare i punti più spettacolari soprattutto con il dritto incrociato (splendido quello con cui guadagna la parità nell’ottavo gioco, prima di salvare una palla break e allungare sul 5-3). Sugli spalti si intravedono plaid di vario genere, e anche Mayer sembra raffreddarsi con il passare del tempo; quattro palle break salvate (nastro assassino sulla terza, che corregge un dritto che sarebbe stato facile preda di Seppi) non bastano ad evitare il rientro del bolzanino, sostenuto dai frequenti “Bravo!” di coach Sartori, che siede accanto a Barazzutti negli eleganti box di legno bianco riservati ai giocatori. La controsmorzata di dritto con cui Seppi strappa il servizio nel secondo set è la prima spia di riserva per Mayer, che cederà di schianto di lì a poco; evidente il blackout specialmente al servizio con soli tre ace negli ultimi due parziali a fronte dei sette (tre in fila nel game conclusivo) del solo primo set. Dal 2-2 nel secondo Seppi inanella infatti otto giochi, che con agio amministra fino al successo che lo porta ai quarti contro Simone Bolelli. Solidissima la prestazione al servizio dell’altoatesino, con il quale si è aperto il campo in continuazione (“Ma non era uno schema predefinito, ho solo approfittato della mia buona condizione in battuta”, mi chiarisce nell’intervista che potete trovare qui, concessa in esclusiva per Ubitennis).

Spalti gremiti poi per Rafael Nadal, che in due set di non particolare qualità supera il ceco Jiri Vesely. Litri di cappuccino circolano tra i sediolini del Centrale, per cercare di fronteggiare la pungente aria amburghese: la tribuna stampa si trova in piccionaia, nelle ultime file in alto alle spalle del giudice di sedia. Su entrambi i lati della tribuna, scuri teloni coprono delle sezioni con lavori in corso, e il vento gelido li muove con forza per tutto il pomeriggio, creando una corrente quasi artica. Primo set non consigliato ai puritani, la gara è tra Vesely che cerca di prendere coraggio e Nadal che tenta di non perderlo; il dritto dello spagnolo a volta atterra nel quadrato del servizio avversario, altre vola di metri oltre la riga di fondo. I primi tre giochi si compongono di trentacinque punti, Rafa allunga 3-1 e da lì i sussulti si interrompono fino al game finale del parziale: il maiorchino annulla una palla break con una splendida demi-volèe di dritto a cui segue la celebre ma quasi desueta ginocchiata di esultanza, prima di chiudere due dritti dopo. Vesely serve bene e in qualche occasione riesce ad anticipare con il rovescio, ma poco di più. All’esterno del Centrale sono appesi teleschermi che mostrano punteggio e highlights dell’incontro, e si formano fitti gruppi di tifosi odorosi di prosecco che celebrano ogni azione. Nel secondo set il dritto di Nadal corre a sprazzi, ma lo spettacolo continua a latitare, eccezion fatta per la pregevole selezione musicale del DJ locale: sei i break totali, con Nadal che sul 5-4 con il servizio a disposizione trova un passante lungolinea di rovescio che trasforma la Rothenbaum Arena in una Santa Barbara. Sul matchpoint lo spagnolo si annebbia, due doppi falli e un bel rovescio di Vesely permettono al ceco di sperare fino al tiebreak, che però si rivela una formalità: Nadal non sbaglia più nulla, e il dritto in rete del ragazzone di Pribram è il primo di cinque punti consecutivi con cui Rafa conquista il pass per i quarti contro Pablo Cuevas. Qui la conferenza postpartita di Nadal.

Tornando agli italiani, l’ultimo a scendere in campo, e vincere, è Simone Bolelli, che seppur costretto al terzo ha la meglio su un ispirato Jaume Munar. La wildcard spagnola, fortemente sponsorizzato da Nadal con cui ha giocato e perso il doppio contro Bolelli e Fognini, dimostra considerevole garra e un buon livello da fondo; perso il primo evidentemente vittima della tensione, Munar si scioglie nel secondo e lascia andare i colpi con maggiore fluidità, alternando soluzioni offensive con manovre di mero palleggio: si arriva al tiebreak per la gioia dei pochissimi rimasti a sfidare i quindici gradi amburghesi, e Bolelli incappa in cinque minuti orrendi con il dritto, che per due volte finisce tra le maglie del net. L’ultima palla corta dell’emiliano non fa danni, e Munar ruggisce per portare avanti la battaglia, che però si chiude sul più bello: rientrato con un controbreak dal 4-1 al 4-4, il diciottenne iberico si irrigidisce al momento di servire per restare nel match, e viene travolto dalla poderosa carica dei colpi da fondo di Bolelli, che strappa a zero e chiude la contesa. I precedenti con Seppi dicono 1-1, l’unico successo di Simone venne nella magica settimana di Monaco 2008, in cui colse quella che finora è la sua sola finale ATP (perse con Gonzalez in tre set).

[5] P. Cuevas b. J. Janowicz 6-3 4-6 6-2 (Michele Gasperini)

Nel primo match in programma quest’oggi sul Centrale l’uruguayano Pablo Cuevas, No.5 del seeding, ha avuto la meglio nel set decisivo, dopo una partita relativamente breve, durata poco più di un’ora e mezzo, su Jerzy Janowicz. Il polacco, partito servendo male e piuttosto discontinuo, si riprende nel secondo parziale, trovando solidità con i colpi di inizio gioco e da fondo, strappando la battuta nel decimo gioco ad un insolitamente falloso Cuevas, il quale però, grazie alla consueta forza mentale e fisica che lo contraddistinguono come uno dei migliori terraioli del circuito, si impone alla distanza. Per il sudamericano è il sesto quarto di finale stagionale (tutti sul clay) e attende ora Rafa Nadal.

Risultati:

[1/WC] R. Nadal b. J. Vesely 6-4 7-6(2)
[4] A. Seppi b. [WC] F. Mayer 4-6 6-2 6-3
[5] P. Cuevas b. J. Janowicz 6-3 4-6 6-2
S. Bolelli b. [WC] J. Munar 6-1 6-7(5) 6-4

 

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