Kyrgios l'ultimo dei maleducati. Ma sono poi così necessari? (Valesio). Kyrgios e il tennis dei gran cafoni (La Repubblica). Sharapova, che bella macchina da soldi (Zanni).

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Kyrgios l’ultimo dei maleducati. Ma sono poi così necessari? (Valesio). Kyrgios e il tennis dei gran cafoni (La Repubblica). Sharapova, che bella macchina da soldi (Zanni).

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Kyrgios l’ultimo dei maleducati. Ma sono poi così necessari? (Piero Valesio, Tuttosport).
Premesso che, per completezza di informazione, sarebbe interessante capire se Thanasi Kokkinakis si è unito carnalmente a Donna Vekic prima che la medesima decidesse di accompagnarsi con Stan Wawrinka oppure dopo (la differenza c’è ed è sostanziale), c’è una domanda che dobbiamo urgentemente porci e non è un gioco di parole. Ma i bad boys nel tennis li vogliamo proprio? Esplodiamo dal desiderio di commentare le imprese di questi cloni di Balotelli e di molti altri protagonisti di quello sport che si gioca con i piedi? I fatti che danno origine a tale riflessione sono ormai arcinoti: a Montreal durante il match contro Wawrinka (che poi si è ritirato per infortunio), incurante del fatto che le telecamere lo stessero riprendendo e inviperito per fatti suoi, ha spalancato la bocca e ha detto: «Kokkinakis è stato con la tua ragazza. Mi spiace dirtelo, amico». Va da se che Kyrgios e Kokkinakis (entrambi australiani) sono sodali: anche se sarebbe interessante scoprire come Kokkinakis ha preso il fatto che un suo sodale abbia spiattellato un di lui fatto privato. Lì per lì, Wawrinka (che per la Vekic ha lasciato la moglie) non ha sentito nulla. Ma quando gli hanno riferito la frase si è invipertito e ha chiesto l’intervento dell’organo disciplina dell’Atp. Detto anche che, evidentemente, sparare contro Wawrinka (non un bonaccione in assoluto) è diventato uno sport planetario (ricordate la signora Federer che al Masters gli diede del piagnone dalla tribuna?) torniamo al quesito di cui sopra. E’ diffusissimo in rete un certo compiacimento: viva Kyrgios, viva il Fognini che dice “non rompere le palle” a Nadal o a suo zio, viva i nuovi Connors e McEnroe (sì, magari). Siamo tutti d’accordo? Io no, tanto per chiarire. Resto affezionato all’idea che un campo da tennis non sia una caserma. E che di comportamenti del genere si possa fare a meno. Intanto l’Atp ha multato l’australiano: il dibattito è aperto. Intanto, un certo numero di ore dopo, lo staff di Kyrgios ha convinto Nick, probabilmente con una certa determinazione, a esibirsi in una precipitosa marcia indietro su tutti i social network: «Colgo l’occasione per scusarmi per le frasi che ho detto durante la sfida con Stan. Le mie frasi sono state dette nella foga del momento e sono inaccettabili a qualsiasi livello. In aggiunta alle scuse private ho voluto anche parlare a livello pubblico. Mi prendo tutte le responsabilità perle mie azioni e sono addolorato per ciò che è successo». Un po’ difficile credergli, comunque.

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Kyrgios e il tennis dei gran cafoni (La Repubblica).
Il tennis ha il suo nuovo supercafone in Nick Kyrgios, la cui fama di potenziale vincitore di Slam è stata preceduta da quella di ragazzino vile e sboccato. Per fortuna, dopo ore, sono arrivate le scuse, ma la sensazione che nel tennis ci sia un deterioramento dei comportamenti è evidente. Venti anni, promettente, dotatissimo fisicamente, australiano, ma niente a che vedere con Laver e Rosewall, Kyrgios trova al secondo turno della Rogers Cup di Montreal un malconcio Wawrinka, che infatti dovrà ritirarsi. Ma tra uno scambio e l’altro i microfoni a bordo campo intercettano nitidamente una frase rivolta allo svizzero: «Kokkinakis è stato con la tua ragazza…Mi dispiace dirtelo, amico». Wawrinka non sente, viene informato più tardi, e si indigna: «E’ davvero deludente vedere un collega comportarsi in maniera cosi irrispettosa. Certe cose non le avrei dette neanche al mio peggiore nemico, cadere così in basso è inaccettabile. Mi auguro che il governo del tennis intervenga per salvaguardare l’integrità di questo sport». L’Atp multerà l’australiano, che scusandosi parlerà di foga del momento. Ma il danno resta. Dopo la separazione dalla moglie, Wawrinka è legato a Donna Vekic, tennista croata che gioca il doppio misto proprio con Thanasi Kokkinakis, altra promessa australiana nella stessa fascia d’età (19 anni) di Kyrgios e della Vekic. Insomma uno schiaffo ad un veterano come Wawrinka, un colpo alla sfera privata che fa sembrare le urla di McEnroe una lezione a Cambridge. Non che siano mancate intemperanze nella storia recente del tennis: gli insulti di Serena Williams ad un giudice che aveva chiamato un fallo di piede, le quattro racchette rotte da Baghdatis, la scenata di Tarango contro un giudice di sedia che fu preso a schiaffi dalla moglie, la pallata di Agassi in direzione di un arbitro, lo sputo di Hanescu verso il pubblico di Wimbledon. Ma le frasi di Kyrgios mancavano, e si spera non siano l’alba di una nuova generazione di campioni-cafoni.

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Sharapova, che bella macchina da soldi (Roberto Zanni, Corriere dello Sport).
La parità tra i sessi? Non c’è proprio nello sport. Ci vogliono dieci Sharapova per fare un Mayweather: 29,7 milioni di dollari ha guadagnato la tennista russa in un anno contro i 300 del pugile statunitense, il numero 1 assoluto. Maria però un primato ce l’ha: per l’undicesimo anno consecutivo è l’atleta donna che nell’arco di 12 mesi ha guadagnato di più. È in testa alla classifica di Forbes dal 2005, appena quattro anni dopo il suo esordio da professionista, avvenuto da bambina, 14 anni. Da quel giorno Maria, tra alti e bassi in campo dovuti anche agli infortuni, è stata numero 1 nel 2005, ma anche n. 18 alla fine del 2010 (oggi è 2). Eppure, tra fidanzati che arrivano e spariscono, l’ultimo dei quali il collega Grigor Dimitrov, relazione appena finita, una costante l’ha sempre avuta: i dollari. E’ una macchina da soldi Maria, e non tanto per quello che ha guadagnato in campo (più di 36 milioni di dollari), ma per la sua azione instancabile e molto redditizia non appena si allontana dalla rete. Per questo è la numero 1 del conto in banca. E non importa se nel ranking della WTA deve inchinarsi a Serena Williams. Se si guarda ai dollari, non c’è partita: la Sharapova ha incassato 29,7 milioni contro i 24,6 dell’americana, che in questa classifica si deve accontentare di essere solo la numero 2. Se come montepremi ha guadagnato quasi 5 milioni di dollari in meno di Serena, Maria si rifa alla grande quando si passa alla voce dei contratti pubblicitari: 23 milioni contro i 13 della collega. Sponsor, testimonial, caramelle: la Sharapova non si ferma un istante. Il successo dello scorso anno al Roland Garros le ha garantito sostanziosi bonus dalla Nike e dalla Head; a far lievitare ulteriormente le quotazioni bancarie della russa ci sono poi le macchine della Porsche, l’acqua Evian, gli orologi Tag Heuer ai quali si sono aggiunte le creme della Avon. Così, tra un gemito e l’altro, è sempre più ricca, con una ciliegina sulla torta, che in questo caso diventa una caramella. Sono ormai tre anni che ha lanciato le Sugarpova e non c’è dubbio che si sia trattato di un “ace”: nell’ultimo anno la linea di caramelle “made in Sharapova” ha infatti duplicato gli introiti, arrivando a oltre tre milioni di confezioni vendute. Oggi si possono acquistare in 30 Paesi in tutto il mondo. Un altro successo che presto trasformerà Sugarpova in uno stile di vita: almeno queste sono le intenzioni di Maria, che sotto lo stesso brand vuole lanciare anche una linea di abbigliamento e accessori. Nel frattempo, a conferma della sua popolarità, è la regina di Facebook con un seguito di 15 milioni di fan. Per chi è un fan sfegatato c’è anche la Official Maria Sharapova App, per seguirla quasi ogni istante, dentro e fuori dal campo. Dopo Maria e Serena c’è il vuoto. Infatti nella graduatoria di Forbes, se Sharapova e Williams sono divise da cinque milioni, la terza in classifica, Caroline Wozniacki, nell’ultimo anno ha guadagnato meno della metà della russa: 14,6 milioni di dollari. Comunque il tennis si conferma lo sport più redditizio al femminile, presente con sette rappresentanti nella Top 10, sei delle quali nelle prime sette posizioni. A interromperne il dominio è Danica Patrick (quarta con 13,9 milioni di dollari) pilota d’auto, una popolarità non certo dovuta ai successi: finora, nella NASCAR, la serie più seguita negli States, in oltre tre anni di gare non ha mai vinto. Chi invece rappresenta una new entry è Ronda Rousey, la Mayweather delle arti marziali miste con una futura carriera cinematografica: 6,5 milioni di dollari in dodici mesi.

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