Sventaglio di dritto: ieri mezzo tecnico per proteggere i rovesci, oggi il colpo più utilizzato per aggredire

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Sventaglio di dritto: ieri mezzo tecnico per proteggere i rovesci, oggi il colpo più utilizzato per aggredire

Bello scambio di opinioni tra addetti ai lavori, durante lo US Open 2015, sull’evoluzione tecnica e tattica del dritto moderno

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C’è un interessante dibattito tecnico-tattico in corso qui allo US Open 2015, ripreso anche sul New York Times dal columnist Stuart Miller, in cui hanno detto la loro moltissimi tra i coach e i giocatori più importanti: l’utilizzo del cosiddetto “inside-out forehand”, da noi chiamato lo “sventaglio di dritto”, cioè il colpo giocato in fuori con il “drive” dall’angolo sinistro del campo (per i destri), aggirando la palla in arrivo.

Brad Gilbert ricorda come negli anni ’70 andare ad aggirare il colpo da quel lato era considerato un’ammissione di debolezza, come dichiarare all’avversario “sono scarso di rovescio“. Alcuni “terraioli” sudamericani e spagnoli avevano cominciato, all’alba degli anni ’80, a spostarsi in quel modo, ma il vero e proprio pioniere di tale scelta di colpo e traiettoria è stato senz’altro Ivan Lendl. Come riferisce Steve Flink, veterano opinionista di Tennis Channel, “Connors, McEnroe e Borg non facevano nulla di simile, semplicemente giocavano il rovescio quando la palla arrivava da quella parte. Ivan è stato veramente il primo, quel colpo era la sua firma“.

La definitiva codificazione e modellizzazione dello sventaglio, successivamente, si deve ascrivere a Nick Bollettieri, che ci arrivò per una banale questione di pragmatismo. Della sua scuderia di giocatori dell’epoca, gente come Jimmy Arias, Aaron Krickstein e soprattutto Jim Courier, per dirla con le parole dello stesso Nick, “di rovescio facevano letteralmente schifo. E allora mi sono detto: fan**lo il rovescio, giochiamo solo di dritto!

Justin Gimelstob, attuale coach di John Isner, racconta come tutto ad un tratto “Jim Courier ha cominciato a prendere gente a pallate con lo sventaglio in un modo mai visto prima“, e Jimmy Arias, quasi stupito di se stesso, ricorda che “non sapevo nemmeno io come, ma ho cominciato a far punto con tutti in quel modo“. Così, Nick ha iniziato a insegnare tale esecuzione a tutti, indifferente a quanto buono o meno buono avessero il rovescio.

Ma non è certo tutto così semplice. Bollettieri dovette cambiare e migliorare in modo specifico l’allenamento e la preparazione atletica per consentire ai suoi allievi di sostenere l’utilizzo continuativo dello sventaglio, perchè non è una faccenda semplice trovare lo spazio corretto tra sè e la palla, senza perdere il ritmo nello scambio. “Devi muoverti con grandissimo anticipo, ultrarapido con le gambe, contemporaneamente alla prepararazione del backswing della racchetta: e devi farlo con enorme attenzione e tempismo perfetto, perchè lasci metri di campo liberi alla tua destra, e se la tua azione non è efficace, sei fritto“, ammonisce Nick.

Un altro fattore che ha contribuito molto alla diffusione dell’inside-out e stato il rallentamento delle superfici, che ovviamente ha cominciato a lasciare sempre maggior tempo e spazio ai tennisti per manovrare intorno alla palla. Ma proprio uno dei grandi interpreti dello sventaglio, Jimmy Arias, riguardo agli schemi di gioco del tennis di adesso, ha dei dubbi: “a volte non capisco perchè corrano così tanto, avessi avuto io dei rovesci fantastici e solidi come quelli dei top player attuali, non mi sarei mai sognati di mettermi apposta fuori posizione in questo modo“.

Gimelstob, al contrario, rimane convinto dell’efficacia di questo approccio alla geometria del palleggio: “per quano ottimo, nessun rovescio potrà mai competere in termini di potenza, angoli e rotazione con un dritto ben colpito“. Andy Murray, Roger Federer e Novak Djokovic concordano, aggiungendo che “oltre allo sventaglio in fuori, senza variare postura e appoggi hai l’opzione di tirare il lungolinea anomalo, o inside-in, e difendersi in questa situazione è complicatissimo“.

Tracy Austin fa notare come a causa di questo tipo di approccio tattico al dritto, la zona centrale del campo è diventata pericolosissima da cercare con i colpi, perchè si rischia di innescare la sequenza di dritti verso l’esterno degli avversari. Murray sottolinea anche che l’unico modo efficace di difendersi dallo sventaglio esterno è il rovescio lungolinea, Djokovic, Nishikori e Wawrinka sono i migliori in questo, a suo avviso.

Nel tennis femminile, a causa della velocità di palla inferiore che le ragazze riescono ad esprimere, lo sventaglio è usato un po’ meno, secondo Tracy perchè “se non tiri abbastanza forte da fare vincente diretto, con tutto il campo vuoto che lasci rischi come minimo di perdere l’iniziativa dello scambio, se non addirittura di subìre un contrattacco letale“. Anche Eugenie Bouchard la pensa così: “io preferisco cercare l’anticipo con il rovescio, invece che girare intorno alla palla, e così la faccio ritornare di là più in fretta, togliendo il tempo alle avversarie

Simona Halep, però, spiega anche che lo sventaglio, aprendo gli angoli e mandando fuori dal campo lateralmetne l’avversaria, contro per esempio una come Serena Williams se ben fatto funzioni meglio degli anticipi: “se non la fai correre lateralmente, non c’è nulla da fare contro di lei. A Cincinnati non ho affondato con l’inside-out in modo abbastanza convinto, ma la prossima volta ci proverò con ancor maggiora aggressività“.

Davvero un bello scambio di opinioni, tra grandissimi personaggi del nostro sport: una notevole evoluzione rispetto ai tempi in cui il piano tattico, per chiunque e a qualunque livello, era “tiragli sul rovescio“, ed era finita lì.

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