US Open interviste, Wawrinka: “Anche Roger è nervoso nell'affrontarmi”

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US Open interviste, Wawrinka: “Anche Roger è nervoso nell’affrontarmi”

US Open, quarti di finale: S. Wawrinka b. K. Anderson 6-4, 6-4, 6-0. L’intervista del dopo partita a Stan Wawrinka

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Ottima performance. Sei riuscito ad alzare il livello al momento giusto.
Sì, per me è stato sicuramente il miglior match del torneo. In campo ero concentrato su ciò che volevo fare: attaccare in risposta e giocare un mix di slice e colpi aggressivi.

Il pubblico ti ha adorato. È stato una buona scelta spostarsi sull’Armstrong?
Volevamo giocare sull’Ashe, ma è stata la decisione migliore per chiudere i match in giornata. Alla fine il campo non importa poi molto, ero pronto a giocare su entrambi.

Quanto è importante per te vincere gli US Open?
Ancora non penso al trofeo, è troppo lontano. Cerco di concentrarmi solo sul match che ho davanti: so che è noioso, ma è l’unica cosa che si può fare. A inizio torneo non giocavo bene, ma mi sono concentrato su come superare la prima settimana. E adesso invece gioco il mio miglior tennis. Davanti a me ci sono solo due match, ma sono grandi sfide. Al trofeo ci si può pensare solo quando si arriva in finale, non prima.

Come è cambiata la tua prospettiva dopo aver vinto due Slam?
Sono convinto di potercela fare, questo è sicuro. So di poter vincere, ma è ancora un traguardo lontano. Voglio prima godermi questa serata, perché per me è stata una grande performance. Sono molto contento di come ho giocato.

Prima del torneo dicevi che solo Roger può giocare la sua risposta SABR, ma oggi l’hai fatto anche tu.
Non so quanto ero vicino alla linea del servizio, ma di sicuro non quanto lui. Non sto cercando di imitarlo, ma per migliorare negli ultimi anni ho osservato attentamente cosa facevano i top player. Quello che sta facendo Roger in risposta è impressionante: l’ho visto giocare contro Anderson a Cincinnati ed era incredibile la sua posizione in risposta. Contro Anderson è un’arma molto efficace, perché gli toglie completamente il tempo. Ho cercato anche io di non dargliene molto.

Che differenza c’è, mentalmente, nell’affrontare Roger oggi rispetto a qualche anno fa?
Prima ero l’unico ad essere nervoso, adesso lo siamo entrambi. Questo la dice lunga su come si è alzato il mio livello, e su come lui ne sia consapevole.

Prima del Roland Garros ci sono state delle polemiche riguardo la tua vita personale, ed è stato così anche prima di questo torneo. Come gestisci queste distrazioni?
Quando sono in campo, penso solo al tennis.

E come ci riesci?
È il mio lavoro.

Roger è il preferito dai fan e sicuramente saranno in molti a sperare che arrivi in finale. Parigi era una grande occasione per Novak. Come reagisci in queste situazioni? Ti piace che non ci siano aspettative su di te?
Mi piace giocare di fronte a molte persone, che siano dalla mia parte o no. Che Roger sia il preferito di tutti è normale, è il miglior giocatore di tutti i tempi. A me interessa che ci siano molte persone a vederci e che ci sia una bella atmosfera.

Roger dice che quando lo hai battuto al Roland Garros è stato felice per te. Per te vale lo stesso?
Spero che non mi batta, ma sono sempre felice per lui. Sono stato il suo primo fan, ho sempre guardato le sue partite più importanti. Siamo molto amici: dopo il match, chiunque vinca, tornerà tutto alla normalità.

 

Traduzione di Gaia Dedola

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