Rassegna a cura di Daniele Flavi
Scommesse anomale. II tennis resta il più a rischio
Riccardo Crivelli, la gazzetta dello sport del 15.10.2015
Nel trimestre su 73 segnalazioni ben 48 hanno riguardato le racchette Riccardo Crivelli Un primato di cui non menare vanto, anche se conferma purtroppo una tendenza consolidata: è il tennis lo sport più coinvolto nei flussi di scommesse anomale monitorati ogni trimestre dall’Essa (European Sport Security Association), associazione di cui fanno parte i principali bookmaker europei e il Jockey Club di Hong Kong e che lavora accanto al gruppo di esperti della Ue contro il match fixing. COOPERAZIONE Il report presentato ieri al Parlamento Europeo sul terzo trimestre dell’anno conferma come il tennis sia la disciplina a maggior rischio: su 73 segnalazioni di giri anomali di scommesse nel mondo, 48 lo hanno riguardato, con il calcio a 16 e il biliardo a 3. Sono stati poi segnalati 18 casi particolarmente gravi alle autorità sportive nazionali per ulteriori indagini: 13 riguardano il tennis, 4 il calcio e uno le corse dei levrieri. I «suspicious alerts», dunque le segnalazioni più a rischio che meritano ulteriori indagini sono leggermente diminuite rispetto al trimestre precedente (aprile-giugno 2015) quando erano state 23, segno che la cooperazione tra istituzioni e attori privati comincia a funzionare. Tra i 73 casi sospetti, scommesse anomale sono state registrate perfino su tennis tavolo, bocce, badminton e beach volley SQUALIFICATI Da sei anni, peraltro, l’Atp, la Wta e l’Itf hanno costituito la Tennis Integrity Unit, organismo che deve appunto monitorare le eventuali partite da truccare, ma fin qui solo quattro giocatori sono stati radiati: l’austriaco Koellerer nel 2011, il serbo Savic nel 2011, il russo Krotiouk nel 2013 e il doppista francese Morgan Lamri. La strada è ancora lunga. L’austriaco David Koellerer, classe 1983, già 55 del mondo, squalificato nel 2011
Nuovi Internazionali arrivederci Roma?
Francesca Paoletti, la gazzetta dello sport del 15.10.2015
Roma deve capire che il baricentro del nostro tennis è molto spostato verso nord». A Milano per esser precisi… la possibile prossima sede degli Internazionali d’Italia. La provocazione del presidente della Federazione Italiana Tennis, Angelo Binaghi ha scosso, e non poco, la conferenza stampa che ieri mattina si è tenuta al Foro Italico in occasione della presentazione del Bilancio Sociale della Fit 2014. ECCOLO «Gli Internazionali d’Italia non appartengono alla città di Roma – ha dichiarato il numero 1 della Federtennis – , bensì alla Fit con il valido appoggio della Coni Servizi. Ovviamente Roma resta la priorità, non siamo pazzi. Detto che dobbiamo aspettare cosa succederà per l’assegnazione del mini slam e delle Olimpiadi del 2024, posso assicurare che la pazzia di fare una tv del tennis è ben superiore rispetto a quella che sarebbe un eventuale spostamento a Milano». Arrivederci Roma? «Speriamo che Roma si accorga di noi, altrimenti arrivederci e grazie». Angelo Binaghi era stato chiarissimo già lo scorso maggio, al termine dell’ultima fortunata edizione del torneo: «Spero che gli amministratori non pensino che il torneo deve essere giocato per forza a Roma. Dentro gli spazi del Foro Italico il nostro popolo non ci sta più, il Centrale è un impianto nato piccolo e non c’è un pullman che colleghi l’impianto alla metropolitana. E ora di finirla». In 15 anni, ha spiegato ieri mattina, l’unico interlocutore è stato l’ex assessore allo sport Masini: «Il disinteresse si è visto dalle piccole cose, come l’assenza di una linea di autobus che arrivi direttamente al Foro Italico». CAPITALE Proprio nella «capitale del nord», sui campi del Tennis Club Milano, nel 1930 si è tenuta la prima edizione degli Internazionali d’Italia (con vittoria dello statunitense Bill Tilden); lì sono rimasti per 5 edizioni prima del trasloco nell’attuale sede del Foro Italico. «Saranno importanti il rapporto e collaborazione con la nuova amministrazione comunale – ha aggiunto Binaghi -; qualora non dovessero esserci, il Consiglio Federale prenderà in considerazione l’ipotesi di trasferimento del torneo, magari in una città di grande tradizione come Milano»…..
«Gli Internazionali non sono di Roma»
Mario Viggiani, il corriere dello sport del 15.10.2015
Angelo Binaghi teneva molto alla presentazione del bilancio sociale 2014 della Federtennis, che presiede ormai dal 2001. Numeri tutti a freccia in su, sotto la spinta pazzesca degli Internazionali BNL d’Italia, in crescita esponenziale da un decennio abbondante (22 milioni di euro fatturati nel 2014, 7 dei quali di attivo), e di SuperTennis, dal 2008 l’unica Tv federale dello sport italiano (con trasmissioni h24 in chiaro). Una crescita che riguarda i contributi al settore, i tesserati e le loro partecipazioni agonistiche, l’organizzazione dei tornei e più o meno tutto il resto. Informazioni racchiuse in versione deluxe, in un libro non solo di aride cifre ma anche ben illustrato e ricco di note teoriche su ogni argomento, pronto già alla metà di settembre per la sua diffusione prevista per il 12 settembre a Genova. Poi c’è stato il contrattempo più gradito del monda il trionfo di Flavia Pennetta all’US Open, e così il libro delle meraviglie è circolato solo ieri mattina a Roma, nel nuovo appuntamento fissato al Circolo del Tennis del Foro Italico. Solo che l’occasione era troppo ghiotta e l’argomento più chiacchierato ancora una volta è stato il futuro degli Internazionali. Binaghi ha ripreso il discorso dove l’aveva lasciato, cioé alla fine dell’edizione 2015. Ribadendo i concetti e anzi sviluppandoli, con riferimenti anche ad alcuni dei dati appena illustrati. «Gli Internazionali sono d’Italia, non di Roma. Noi e Coni Servizi per restare qui al Foro abbiamo bisogno di certezze e supporto, sotto forma di servizi e disponibilità da parte degli amministratori della Capitale. A fronte di spazi ben diversi dei quali potremmo disporre, come già detto lo scorso maggio, a ridosso di Fiumicino (verso la Fiera di Roma – ndr) o in una città di grande tradizione tennistica come Milano, anche perché il Nord è il baricentro del nostro sport (con il 49,8%dei circoli italiani – ndr). Noi siamo qui a Roma per ragioni storiche e adesso al Fono possiamo vantarci di una situazione logistica che ci invidia il mondo intero, però abbiamo necessità sempre crescenti che non possono non essere assecondate, come la copertura del Centrale, trasporti degni di un tale evento, e altre ancora, specie alla luce dell’ulteriore salto in alto come mini Slam, per il quale siamo in corsa con Madrid. Certo, non siamo pazzi e quindi ogni eventuale spostamento, con tempi e modi tutti da definire, avverrebbe solo in caso di incapacità conclamata di farli crescere da parte della città. Con sette di anticipo, per il 2016 abbiamo già chiesto di disporre di Piazza del Popolo per l’intera durata del torneo per far giocare i bambini e seguire le partite su maxischermo, oltre che del Colosseo per il sorteggio con Federer, Sharapova e magari anche la Pennetta: vedremo se anche stavolta ci risponderanno che l’abbiamo fatto troppo tardi». Vedremo…
Senza aiuti via da Roma
Daniele Palizzotto, il tempo del 15.10.2015
Angelo Binaghi torna all’attacco. Senza mezzi termini, il presidente della Federazione italiana tennis (Fit) chiede nuovamente il sostegno dell’amministrazione comunale, come già fatto la scorsa primavera quando aveva lamentato lo scarso appoggio ricevuto dall’ormai ex sindaco Ignazio Marino. Stavolta Binaghi si muove con largo anticipo, senza sapere ancora chi traghetterà la capitale verso le elezioni del prossimo anno dopo le dimissioni del primo cittadino. «Vogliamo essere ascoltati – ha spiegato il presidente a margine della presentazione del Bilancio Sociale 2014 della Fit – perché il nostro torneo cresce di anno in anno e abbiamo bisogno anche del sostegno del comune». I numeri degli Internazionali Bnl parlano a favore della Fit: oltre nove milioni e 600mila euro incassati quest’anno dalla vendita dei biglietti, quasi 200mila spettatori transitati al Foro Italico nei nove giorni del torneo e un fatturato vicino ai 26 milioni di euro (più 58 per cento in cinque anni). E anche i numeri contenuti nel Bilancio Sociale 2014, con tesserati e tornei in crescita, raccontano una federazione in buona salute, pronta a sfondare il muro dei 50 milioni di fatturato nel 2015. «Ma qui al Foro Italico non ci stiamo più», aveva gridato Binaghi lo scorso 17 maggio al termine del torneo. E ieri è tornato alla carica: «Noi vogliamo crescere ancora – ha spiegato il presidente della Fit – Ho già scritto al comune per chiedere due cose: alcuni campi da tennis per far giocare i bambini a Piazza del Popolo durante il torneo e la possibilità di ospitare il sorteggio dei tabelloni al Colosseo. Lo scorso anno hanno rifiutato le proposte perché arrivate tardi, stavolta ho inviato la richiesta con sette mesi di anticipo: non possono dire no». Dal comune, per la verità, Binaghi attende anche un aiuto sui trasporti, con una linea bus dedicata per favorire l’afflusso e il deflusso delle migliaia di spettatori presenti ogni giorno al Foro Italico. E poi la Fit sta lavorando insieme alla Coni Servizi per pianificare l’auspicabile copertura del campo centrale, con conseguente aumento dei posti a disposizione. Misure necessarie ma forse non sufficienti, perché gli Internazionali Bnl crescono in fretta e già lo scorso maggio Binaghi aveva ipotizzato una nuova, capiente struttura a Fiumicino. «A Roma non ci sono abbastanza campi per soddisfare la richiesta di tennis – ha ribadito ieri il presidente della Fit – noi abbiamo la possibilità di investire e vogliamo farlo. Intanto, però, vorremmo un aiuto del comune per far crescere ancora il torneo. Perché Roma resta la priorità, anche nell’ottica dell’assegnazione del mini-Slam da parte della federazione internazionale e della candidatura per i Giochi Olimpici estivi del 2024, ma noi abbiamo già fatto una pazzia creando una tv del tennis, scommessa vincente: spostare il torneo a Milano sarebbe meno complicato».
La Pennetta più lontana dalle Olimpiadi Binaghi e Malagò in pressing su Flavia
Tiziana Pikler, la gazzetta del mezzogiorno del 15.10.2015
«Fino all’ultimo abbiamo sperato di dover rinviare anche questa conferenza stampa per gli stessi motivi che ci hanno fatto rimandare quella prevista a Genova nel week end finale degli US Open. Eravamo pronti a volare a Pechino, ma purtroppo questa volta le nostre ragazze non hanno ripetuto l’impresa». Il presidente della Federazione Italiana Tennis Angelo Binaghi ha esordito così all’incontro con la stampa organizzato al Foro Italico per la presentazione del bilancio sociale 2014. Verità o battuta certo è che della storica finale disputata da Flavia Pennetta e Roberta Vinci a New York si parlerà ancora molto a lungo. Cosi come della coppia di doppio al femminile da schierare in occasione dei Giochi olimpici di Rio 2016. Presidente, a Pechino Flavia ha dichiarato che la percentuale di vederla in campo alle Olimpiadi è scesa, dal 2 all’1%? «Veramente? Vuol dire che dovremo lavorare ancora di più per far crescere questa percentuale e lo faremo insieme, io e il presidente del Coni Giovanni Malagò. Da ingegnere posso dire che è più facile far aumentare una percentuale da uno a cinquanta che da zero a uno. La nostra è comunque una delle poche nazionali al mondo ad avere tre doppiste di altissimo livello come Roberta Vinci, Sara Errani e Flavia Pennetta che ci consentiranno di poter scegliere la coppia giusta pure all’ultimo momento». Anche il presidente del Coni, quindi, conta molto sulle azzurre per una medaglia dal tennis? «Assolutamente si. Anzi, lui molto più di me. Se non dovesse arrivare la medaglia olimpica, io potrò pur sempre dire di aver vinto uno US Open». E per il doppio misto? Lavorerete anche per vedere insieme in campo Flavia Pennetta e Fabio Fognini?…..