Ho Chi Minh City: nessun italiano raggiunge la finale

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Ho Chi Minh City: nessun italiano raggiunge la finale

Finisce in semifinale la corsa dei nostri rappresentanti impegnati nel Challenger vietnamita. Nulla da fare infatti per Thomas Fabbiano e Flavio Cipolla sconfitti rispettivamente da Myneni e Thompson. Per entrambi gli azzurri si chiude comunque una settimana positiva che fa ben sperare per gli ultimi appuntamenti della stagione

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L’ipotesi di poter assistere domenica ad una finale tutta italiana non era così campata per aria considerata l’autorità con la quale gli azzurri avevano saputo raggiungere queste semifinali e la classifica non eccelsa degli avversari di giornata. Così purtroppo non è stato ed a contendersi il titolo, gli 80 punti ed i 7.200 dollari che spettano al vincitore del Challenger di Ho Chi Minh City saranno dunque l’indiano Saketh Myneni e l’australiano Jordan Thompson.

Il primo a scendere in campo per giocarsi un posto nella finale di domani è stato il tarantino Thomas Fabbiano opposto alla testa di serie n.4 Saketh Myneni, n.168 ATP. Due soli i precedenti, risalenti entrambi al 2014, con una vittoria per parte. In questa occasione a spuntarla è il tennista di origine indiana con il punteggio di 5-7 6-4 6-2 dopo quasi due ore di gioco. Nel set di apertura vige la legge dei servizi fino all’undicesimo gioco quando l’italiano – che già sul tre pari si era procurato una palla break – riesce a strappare la battuta all’avversario. Si cambia campo e Fabbiano senza indugi fissa il punteggio sul 7-5 assicurandosi la possibilità di fare match di testa. Il secondo parziale comincia con Myneni bravo a salvarsi da 0-40 prima che la situazione torni a stabilizzarsi, con entrambi i giocatori abili nel tenere con sufficiente facilità i rispettivi turni di battuta. Così fino al decimo gioco quando, per la verità piuttosto inaspettatamente, Fabbiano concede la prima palla break dell’incontro che nello specifico è anche un set point. L’indiano non si lascia pregare ed alla prima occasione riporta l’incontro in parità. Il terzo set è quello meno combattuto. Anche in questo parziale la prima occasione per allungare nel punteggio se la procura l’azzurro ma Myneni si salva ancora. Gol sbagliato, gol subito si direbbe nel calcio e, da un possibile break a favore, Fabbiano si ritrova invece un break sotto e tre giochi da recuperare. L’incontro di fatto finisce qui perché poco dopo, chiamato a servire per rimanere nel match sul 2-5, il tarantino cede la battuta per la seconda volta nel set sancendo un 2-6 finale che lascia qualche rammarico.

A seguire è stata la volta di Flavio Cipolla contro il ventunenne Jordan Thompson, n. 189 ATP. Una partita purtroppo senza storia che solo grazie ad un sussulto d’orgoglio finale da parte dell’azzurro non ha assunto le proporzioni di una disfatta. Si comincia con Cipolla al servizio. Dall’1-0 sotto, l’australiano piazza un filotto devastante di nove giochi consecutivi che gli valgono il 6-1 3-0 ed un’ipoteca sulla semifinale. A questo punto quattro turni di battuta senza break (e senza pathos) portano Thompson a servire per il match sul 5-2. Qui il tennista romano, complice forse un po’ di inesperienza da parte del giovane avversario, sembra riuscire nell’intento di raddrizzare le sorti del set e con un mini-parziale di tre giochi in fila impatta insperatamente sul 5 pari. Partita riaperta? Macché. Thompson dimostrando carattere non trema oltremisura e, dopo aver mantenuto un delicato turno di battuta, nel dodicesimo gioco si procura velocemente due match point. Il secondo è quello buono che gli vale il 6-1 7-5 finale in poco più di un’ora e mezza. Complimenti all’australiano ma è francamente inspiegabile l’avvio shock del più esperto atleta italiano.

Matteo Parini

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