Quel pasticciaccio brutto della Race to Singapore

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Quel pasticciaccio brutto della Race to Singapore

ASCOLTA IL PODCAST DI UBALDO SCANAGATTA SUGLI ERRORI DELLA WTA. L’incredibile mese da dimenticare della WTA, che è riuscita a non farsi comprendere da nessuno, comprese le proprie associate. Tanto rumore per nulla ma sconcertante il susseguirsi di notizie e smentite da parte del massimo organo di governo del tennis femminile

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La corsa per le qualificazioni alle WTA Finals di Singapore si è trasformata in una sorta di intrigo internazionale. Tornei che prima assegnavano punti e poi no, wild card assegnate e ritirate, giocatrici solennemente proclamate finaliste e poi retrocesse al ruolo di “probabili”, regolamenti interpretati fantasiosamente. Forse Serena Williams ha avuto la vista lunga decidendo di non coprire con la propria notorietà il più grande papocchio della storia recente del tennis. Ma, almeno noi, andiamo con ordine.

A sole 120 ore dal primo servizio che verrà tirato al Singapore Indoo Stadium sono ufficialmente solo 5 (su 8) le giocatrici sicure di prendere parte alla kermesse: Halep, Muguruza, Sharapova, Kvitova e Radwanska. Per le altre tre si è aperto un contenzioso quanto mai kafkiano, con giocatrici date per qualificate e poi no e altre rientrate in corsa.  In lizza sono rimaste Kerber, Safarova, Pennetta, Suàrez Navarro e Pliskova, ma la loro situazione di classifica è stata ulteriormente complicata dalla WTA per alcune distrazioni, per alcune errate comunicazioni poi smentite e negate e per un regolamento di 496 pagine che, è più fonte di confusione che di chiarezza.

 

Cominciamo dalla prima sorpresa: non è vero che alle Finals si classificano le prime 8 della Race. Sorpresi? Fate male perché è uno dei punti in cui il regolamento parla chiaro (pag. 165) : “The top seven (7) players using their 16 best Tour Year singles results, counting for the WTA rankings, shall qualify for the Tournament”. Per non confondersi quel “7” lo hanno scritto anche a chiare lettere: seven.
E l’ottava? Chiarissimo anche qui:  “At its sole discretion and taking into account extraordinary circumstances, the WTA may select the 8th player for participation in the singles draw“. Lasciamo da parte le “extraordinary circumstances“, sappiate che se finora hanno partecipato le prime 8 della race è solo perché “if the WTA does not exercise its option to select the 8th player, the 8th spot in the draw will be awarded to the player who is in the 8th position”. 

Quindi, qualificate matematicamente ci sono soltanto le prime 7.

Chi ha avuto la cortesia e pazienza di leggerci sa che la via crucis della Race to Singapore l’abbiamo seguita con molto interesse. Non soltanto per il gusto enigmistico di “unire i puntini” ma soprattutto perché fino ad un paio di settimane fa avevamo in lizza tre giocatrici: Pennetta, Vinci ed Errani. Come è ormai noto è rimasta in corsa soltanto la vincitrice dello US Open, impegnata questa settimana a Mosca, insieme a Safarova, Suarez Navarro e Pliskova. Senza la Kerber, che si è ritirata per un infortunio alla spalla.

Come si contano i punti della Race? Le giocatrici possono utilizzare le loro migliori 16 prestazioni (“using their 16 best Tour Year singles results”)  nei tornei che danno punti (“counting for the WTA rankings”).

Quali sono i tornei che danno punti? Tutti quelli previsti dal calendario della WTA. Almeno fino alla fine di settembre. Perché qui arriva il primo colpo di scena. Ad inizio ottobre la WTA comunica che i punti conquistati nel torneo del Granducato del Lussemburgo non saranno conteggiati nella corsa per le Finali di Singapore.  La WTA si è accorta di una strana coincidenza: la finale a Lussemburgo è in programma domenica 25 ottobre, stesso giorno – forse stessa ora – dell’inizio del torneo di Singapore. Il torneo di Lussemburgo ovviamente fa parte del calendario della WTA sin dal dicembre del 2014. La stessa sorte non tocca ai punti conquistati a Mosca perché la finale è in programma sabato 24 (non tragga in inganno il sito della KremlinCup che indica la fine del torneo per il giorno 25: trattandosi di un evento combined, il 25 è in programma la finale del torneo maschile). Che problema c’è? Le giocatrici possono iscriversi al torneo di Mosca se vogliono. Invece no, perché le entry list dei tornei vengono stilate sei settimane prima ed il regolamento è chiaro: le giocatrici iscritte in un torneo non possono ritirarsi ed iscriversi ad un altro torneo in programma la stessa settimana a meno di cataclismi. Né è ipotizzabile la modifica della data  della finale per svariati motivi: sponsor, biglietti venduti per citarne qualcuno. Ti sei iscritta al torneo del Lussemburgo? Peggio per te.

Come questa svista sia stata possibile con una programmazione che ha un orizzonte biennale non sappiamo. E stendiamo un velo sulla decisione di mettere in due settimane consecutive un “Premier” e un International seguiti dalle Finals. Non che l’ATP non combinasse pasticci del genere tant’è che solo dallo scorso anno ha ripristinato l’intervallo di una settimana il Master 1000 di Bercy – peraltro obbligatorio per i primi 8 – e le Finali di Londra. La WTA per il momento ha la programmazione 2016 identica a quella del 2015 (Finals nella settimana del 24 ottobre, successiva alla settimana in cui si gioca a Mosca e Lussemburgo, ma non hanno ancora indicato se le Finals inizieranno di di domenica o lunedì; magari gli organizzatori del torneo del Lussemburgo si cauteleranno).

Il pasticcio raggiunge vette grottesche nel capitolo IX.A.3 del regolamento.  Relativamente al “seeding ” Finals, si dice che il sorteggio viene effettuato in base al Ranking WTA il lunedì del torneo (Players or teams will be seeded based on the WTA Rankings current the Monday the week of the Tournament). Peccato che il torneo inizi la domenica, cioè il giorno prima. E a dirla tutta il lunedì il torneo del Granducato avrebbe già chiuso battenti ed avrebbe la sua vincitrice.

In preda a dei demoni, qualche giorno dopo l’annuncio che il torneo del Lussemburgo non era valido ai fini della Race, la WTA decide di cambiare idea. Sul suo account ufficiale twitter, dopo una precisa domanda di un follower risponde che sia Mosca che Lussemburgo contavano per la race:

ERRORE WTA LUX

Non affannatevi a cercarlo perché il tweet viene cancellato poco dopo. Qualche ora dopo Kevin Fischer il responsabile delle pubbliche relazioni della WTA pubblica un proprio tweet: contrordine compagni, Lussemburgo non conta nella Race To Singapore.

KEVIN FISCHER

Questa versione non cambierà più, con buona pace di Timea Bacsinszky, iscritta al torneo del Granducato, nona nella Race a soli 20 punti da Flavia Pennetta e del tutto impossibilitata a giocarsi le sue carte.

Nella giornata di lunedì 19 Ottobre si consuma un altro pasticcio. La WTA sul sito delle Finals si congratulvava con Angelique Kerber per aver raggiunto la qualificazione.

PP WTA KERBER

Anche noi di Ubitennis avevamo dato Kerber per qualificata. Nella peggiore ipotesi per lei, quella che vede  Carla Suàrez Navarro vincere il torneo superando semifinale Lucie Safarova ed in finale Flavia, avevamo calcolato la seguente race:

  1. Pennetta 3,457 punti
  2. Safarova 3,405 punti
  3. Kerber e Suàrez Navarro 3,400

La sezione IX.A.1.c del regolamento WTA sulla qualificazione alle Finals dice a pag 166 che se due o più giocatrici hanno lo stesso ranking, per decidere chi sia avanti si applicano le norme della sezione III.A.10. Tale sezione riguarda i criteri generali per stilare le entry list in caso di giocatrici appaiate  in classifica. Ed in particolare dice che se le giocatrici sono appaiate, cioè hanno gli stessi punti, rimane avanti chi aveva il ranking più elevato nella settimana precedente. La sezione incappa in una prima contraddizione. Sostiene infatti che in caso di ulteriore parità, si verifica chi ha giocato meno tornei nelle ultime 52 settimane. Rimane un mistero come possano essere ulteriormente in parità. Comunque, dal momento che nel ranking del 19 ottobre Kerber è numero 7 e Suàrez Navarro numero 14, per noi Kerber era davanti a Suàrez Navarro e quindi ottava.

Intanto Angelique, che già nella finale di Tianjin era sembrata in difficoltà fisiche, forse tranquillizzata dall’ufficialità della notizia, comunicava il proprio ritiro da Mosca per arrivare più fresca e riposata a Singapore. Ma a quanto pare a Singapore ci arriverà incavolata nera (diciamo ci arriverà perché a nostro avviso, e speriamo di non portarle sfortuna, è altamente improbabile, per usare un eufemismo, che non si qualifichi). La WTA ha infatti cambiato di nuovo opinione, ha cancellato la pagina di congratulazioni ad Angelique e ha riportato a cinque il numero delle atlete qualificate. Fantastico.

Ma perché aveva sbagliato ancora la WTA (e noi con loro)? L’errore deriva dal fatto che Angelique può al peggio arrivare ottava dopo Pennetta e Safarova. Ottava, non settima. E visto che si qualificano le prime sette sull’ottava grava la (remota) ipotesi della wild card. Il punto è che nessuno ha mai considerato la possibilità che la wc potesse essere assegnata a qualcuno di diverso da Flavia Pennetta e visto che Flavia non ne avrebbe bisogno ecco che la tedesca sarebbe qualificata. Ma  in linea teoria le famose (e misteriose) “extraordinary circumstancessi potrebbero applicare anche per un’altra atleta, ad esempio Venus Williams.

Ed invece qualcuno, non considerando il problema della qualificazione matematica per 7 e continuando a ragionare quasi sicuramente sulle 8, ha motivato la rettifica della WTA dando Carla Suàrez Navarro vincitrice dello spareggio a quota 3,400 punti.

Da dove poteva nascere questo ulteriore errore (che la WTA si guarda bene dallo smentire)? Abbiamo provato a ricostruire tale interpretazione e la risposta potrebbe essere nel wording della sezione IX.A.1.c del regolamento WTA sulla qualificazione alle Finalische riportiamo testualmente: 

If two (2) or more singles players have the same ranking, the tiebreak procedure set forth in Section III.A.10 shall apply. If two (2)or more teams have the same number of ranking points, the tiebreak procedure set  forth in Section III.C.3.c. shall apply.

Leggendo tale norma abbiamo notato che mentre per il singolare viene detto due giocatrici che abbiano lo stesso ranking, per il doppio si parla di ranking points (che è anche ovvio per il doppio perché la coppia in sé non ha un ranking ma soltanto una posizione nella race, mentre il ranking viene attribuito alla singola giocatrice in base alle prestazioni in doppio). Ora si potrebbe trattare di una semplice svista (e a questo punto il livello di fiducia nella WTA non è tanto) per cui è saltata la parola “points” sul singolare; oppure trattasi di voluta differenza e quindi bisogna andare a discernere prioritariamente quando le giocatrici hanno lo stesso ranking. In tal caso bisogna andare a leggere il regolamento WTA sul ranking alla sezione XIV.5.a  nella quale si dice che in caso due giocatrici abbiano pari numero di ranking points, la posizione  viene definita limitando in prima battuta il conteggio ai punti derivanti da Grande Slam Premier Mandatory, Premier 5 e Finals, in seconda battuta restringendo solo a Grande Slam e Finals, in caso di ulteriore parità al minor numero di tornei disputati ed infine vedere il maggior numero di punti per singolo torneo. Se e solo se anche alla fine di queste 4 verifiche ci fosse un’ulteriore parità, si verificherebbe il caso di uguale ranking! Premesso che probabilmente, verificate queste condizioni di “spareggio”, due giocatrici lo stesso ranking non potranno mai averlo, soltanto per questo il rinvio a questa sezione sembrerebbe forzato. Ci lascia perplessi inoltre il fatto che la sezione relativa alle Final non faccia alcun rinvio specifico a questa sezione né faccia alcun espresso riferimento alla ranking position. E solo per tornare a Kerber e Suàrez Navarro, la spagnola – avendo più punti nei tornei dello Slam, Premier Mandatory e Premier 5 – precederebbe la tedesca nel ranking e quindi, non essendoci uguale ranking, non è necessaria alcuna altra verifica.

Il regolamento è complesso e contorto, se a questo ci aggiungiamo gli errori nei calcoli: noi facciamo dei calcoli artigianali ma ci auguriamo che la WTA abbia un software ad hoc per fare stilare le classifiche.

Per il 23 ottobre intanto è in programma la cerimonia di sorteggio del tabellone dove al momento ci potrebbero essere ancora delle X e dove parteciperanno al massimo 5 giocatrici. E magari una Kerber a mano armata.

(a cura di Ciro Battifarano, Claudio Gilardelli, Marco Lauria, Roberto Salerno)

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WTA Miami: Carpe diem! Trevisan vince in rimonta una maratona con Liu e agli ottavi trova Ostapenko

Martina Trevisan sfrutta la porzione di tabellone rimasta orfana di Iga Swiatek. Troverà comunque sulla sua strada una campionessa Slam come la lettone. Contro Claire Liu è cresciuta alla distanza

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Trevisan1

[25] M. Trevisan b. C. Liu 4-6 7-5 6-4

Una maratona che ha finito per esaltare le doti di lottatrice di primo ordine qual è Martina Trevisan. Così si può riassumere la vittoria dell’azzurra nel terzo turno del Miami Open Presented By Itaù che dà seguito a quella ottenuta sulla qualificata giapponese Nao Hibino all’esordio, su un’altra giocatrice che con l’Asia ha a che fare essendo statunitense ma di origini cinesi: la n. 59 WTA ed numero 1 juniores Claire Liu, che nel 2017 oltre ad arrivare in cima alla classifica mondiale Under 18 disputò due finali Slam a Wimbledon e al Roland Garros trionfando a Londra. 3h18′ molto intense sul piano fisico, che sul rush conclusivo hanno premiato la tennista che ha mostrato più fame agonistica e una migliore tenuta atletica al cospetto della stordente umidità della Florida.

Un’affermazione maturata in rimonta con lo score di 4-6 7-5 6-4 che conferma appieno, quello che la stessa Martina aveva dichiarato ai microfoni di Ubitennis ad Indian Wells: ovvero la ritrovata la capacità di battagliare sulla lunga distanza, che ne mette in luce i punti di forza nascondendone gli oggettivi limiti fisici per quelli che sono i parametri dell’attuale panorama del tennis femminile in cui scorrazzano a più non posso le amazzoni e fanno al contrario fatica ad emergere le trottoline come la 29enne fiorentina.

 

Una Trevisan cresciuta gradualmente all’interno della partita, che dopo un primo set giocato senza la lucidità tattica necessaria e contraddistinto da svariati gratuiti inseriti in una versione complessiva decisamente a corrente alternata, ha visto finalmente la toscana ritrovare consistenza nel suo tennis ed un annesso maggiore ordine geometrico frutto in particolar modo di un innalzamento dell’incisività del proprio dritto. Nei parziali vinti, pur essendoci stato grande equilibrio e nonostante abbia concesso molte occasione all’avversaria, l’italiana ha controllato le operazioni gettando prima alle ortiche situazioni di vantaggio potenzialmente da contraccolpo psicologico per poi far valere la sua superiore esperienza sugli sprinti decisivi, dove l’americana ha invece mostrato il cosiddetto braccino.

Per la testa di serie numero 25 si tratta della seconda qualificazione agli ottavi di un WTA 1000, ora ad attenderla non ci sarà la n. 1 Iga Swiatek – che si è ritirata prima del torneo per via dell’infortunio alle costole occorsole in California e che curiosamente era stata proprio colei che aveva estromesso Liu al BNP Paribas Open -ciononostante troverà comunque una campionessa Slam: la belvetta e vincitrice dell’Open di Francia 2017 Jelena Ostapenko, la lettone ha superato la tds n. 13 Beatriz Haddad Maia 6-2 4-6 6-3.

Con il successo odierno, inoltre, l’azzurra si porta sul 2-0 negli head to head contro la 22enne californiana: il primo riscuote dolci ricordi nella toscana, dato che è maturato nella finale del WTA 250 di Rabat 2022 dove la “nostra” il suo primo titolo nel circuito maggiore.

Primo Set: il braccio di ferro sulla diagonale sinistra vede prevalere il bimane di Liu sul diritto di Trevisan

La partenza per Trevisan è tutta in salita, nonostante infatti la sfida prenda il via seguendo i dettami della lotta tanto cara a Martina; l’azzurra alternando costruzioni del punto a puntino a gratuiti piuttosto banali si ritrova immediatamente sotto 2-0 nel punteggio. La sostanza di questo inizio di match, se lo si osserva dalla prospettiva della 29enne fiorentina, è facilmente riscontrabile in una mera costatazione: Liu sta giocando meglio i quindici più importanti, che sono poi quegli che effettivamente decidono le sorti dei vari games.

La semifinalista del Roland Garros 2022, difatti, nel gioco inaugurale dell’incontro si era portata avanti 30-15 prima di concedere due palle break e capitolare alla seconda chance perdendo il proprio turno di servizio ai vantaggi. Anche nel successivo game, il primo della partita in risposta per la mancina italiana, la toscana si era inerpicata sino al pari 30, senza tuttavia anche in questo caso riuscire nella mission di salire a palla game.

Dunque, come spesso accade quando in campo c’è la nostra trottolina di Firenze e l’incontro si dispiega perennemente sul sottile filo dell’equilibrio, lo scontro che va in scena è all’insegna di chi dimostrerà di possedere maggiormente la capacità di far fruttare a proprio favore quei continui spiragli che si manifestano da ambo i lati per poter prendere in mano le redini del match. Inseguendo sul 2-1, stavolta è Martina a uscire indenne da una situazione delicata che avrebbe potuto mandare in fuga l’avversaria con tanto di doppio break e round alla battuta per salire sul 4-0 “pesante”, cancellando una pericolosissima opportunità per il secondo strappo a matrice statunitense.

Per quanto riguarda lo sviluppo tattico dello scambio, la partita è decisamente leggibile nella sua proiezione strategica: il 90% dei punti si stanno consumando sulla diagonale sinistra, dove vanno ad incocciare i fondamentali migliori da fondocampo di entrambe le protagoniste; il diritto di Trevisan contro il rovescio bimane di Claire. Chi delle due riuscirà ad essere più efficacie ed incisiva su tale direttrice, avrà la meglio nell’esito finale della contesa. Chiaramente, l’azzurra ha dalla sua il vantaggio di poter far valere da quel lato il proprio invidiabile uncino mancino, che tuttavia viene depotenziato nelle sue peculiarità per via della superficie estremamente rapida presente in Florida.

Perciò il match prosegue la propria andatura con, da un lato del campo la sostanza ritmata dell’americana di origini cinese e dall’altro, contestualmente e contrariamente, la mancanza di solidità ed in generale una versione, quella ammirata quest’oggi dell’ex n. 21 del ranking, troppo a corrente subalterna. Lo score, in seguito, registra una fase centrale della sfida in cui i servizi diventano maggiormente performanti, con una sequenza di quattro giochi (dal 3-1 al 4-3 Liu) in cui la giocatrice in risposta porta a casa un totale di quattro punti. Nell’ottavo game, paradossalmente, si materializza il vero turning point del parziale: Trevisan finalmente ritrova consistenza nel suo tennis, limita gli errori e alla seconda occasione del game (su quelle che sono le prime palle break nel match per l’azzurra) centra il contro-break riequilibrando così il punteggio sul 4-4. Purtroppo, però, questa ritrovata verve di robustezza del proprio gioco da parte dell’azzurra si rivela essere un effimero fuoco di paglia. Il diritto della n. 24 al mondo ritorna balbettante, e concede il fianco alla 22enne californiana che senza farsi pregare va ad intascarsi i successivi due giochi e di conseguenza il primo set: 6-4 Liu in 51 minuti.

Secondo Set: Trevisan trova finalmente lucidità tattica e solidità, spreca un’inziale vantaggio ma rimedia nello sprint finale

La risalita della china non poteva non passare da un ulteriore brivido corso lungo la schiena. Difatti la classe ’93 rischia di cappottare definitivamente ritrovandosi sotto 15-40 al servizio nel primo game de secondo set. Tuttavia, ad un passo dal burrone per l’ennesima volta ha messo in campo la sua tigna e la propria forza agonistica: così sequela di quattro punti consecutivi e la rimonta è servita.

Martina a questo punto si rigenera, acquisendo nuove ed insperate energie mentali che si ripercuotono chiaramente anche sul piano fisico frutto pure del primo vero calo a livello di solidità dell’avversaria: la versione passiva, poco consistente e non ordinata dell’azzurra fa spazio ad una testa di n. 25 che ora finalmente fa male con il dritto, comanda lo scambio e spinge sul corrispettivo destro di Liu. Fondamentale, questo della californiana, che viaggia decisamente meno rispetto al rovescio con un’abilità nel penetrare la palla totalmente agli antipodi: conseguentemente Claire non può che accorciare, giocando costantemente senza profondità, e permettere così alla toscana di potersi aprire gli angoli a proprio piacimento. Anche il servizio, poi, si fa più incisivo: in particolare nella traiettoria slice da sinistra e quindi la fiorentina non può che navigare a vele spedite.

Sul 4-2, però, si spegne nuovamente la luce e all’improvviso con una battuta italica ritornata traballante, arriva il contro-aggancio della giocatrice di casa che da par suo ha avuto il merito di rimanere in scia nel frangente di gara in cui la rivale era nella sua “nuvola” tennistica: siamo 4-4. La reazione di carattere alla perdita del vantaggio di Trevisan non tarda a palesarsi, nel decimo game si procura in ribattuta un set point attraverso un gran passante di dritto, ma è lo stesso colpo a tradirla nel momento più importante mancando il campo in larghezza con il cross. Alla fine Liu si salva e si va ad oltranza, 5-5. Tuttavia sul 6-5 è déjà vu, Claire sbaglia l’impossibile con la sua esecuzione da fondo più instabile, il dritto, ritrovandosi 15-40 e altri due set ball da dover fronteggiare. Rimedia sul primo con il rovescio, ma la terza chance complessiva di incamerare il parziale è quella buona per Martina: il bimane in avanzamento dell’americana si stampa in rete, 7-5 Trevisan dopo oltre 1h10′ di durata della frazione.

Terzo Set: la volata finale è di Trevisan, che mostra più fame e una migliore tenuta fisica al cospetto della copiosa umidità della Florida

Pronti via, e la toscana subisce il contraccolpo dopo lo sforzo profuso per trascinare di peso lo scontro al terzo set. 0-40 e subito tre palle break consecutive da frantumare per l’italiana. In qualche modo, la toscana riesce a scalare la montagna soprattutto però grazie ad Liu sciupona con il solito dritto. Ma purtroppo ai vantaggi, la classe 2000 si procura una quarta opportunità che questa volta è fatale alla mancina in campo. Adesso è semplicemente battaglia su ogni singolo quindici, altro game ai vantaggi in cui la caparbietà della 29enne fiorentina fa sì che l’ex n. 1 giovanile non sfrutti tre palle per il 2-0 e conceda invece l’1-1 subendo le catenate di dritto provenienti dalla racchetta di Martina. L’azzurra ora cerca di alternare sapientemente le traiettorie dei suoi ganci sinistri, per evitare di dare ritmo all’americana – situazione tattica in cui la 22enne ci sguazza appoggiandosi bene sulle fiammate italiche – sporcando di tanto in tanto il gioco con qualche tiro con parabola più arcuata. Un rischio non da poco visto la rapidità del Laykold di Miami, che può rivelarsi arma a doppio taglio, ma che la “nostra” riesce a gestire perfettamente grazie ad una grande dose di maturità.

Il duello di logoramento mentale in questo rush finale non può non trovare anche nella condizione fisica, una chiave di lettura utile nell’indirizzare la sfida verso una o l’altra direzione dato l’elevato grado di umidità che si percepisce (entrambe le giocatrici ad ogni cambio campo sono infatti costrette ad asciugare una sudorazione in continuo aumento) quando in Florida si stanno avvicinando le 21:00 mentre in Italia si è ad una sola ora dallo scocco dell’ora legale e le quasi tre ore complessive del match. La serrata contesa non cenna a placarsi, si arriva a metà parziale – 3-2 per Trevisan – in cui quattro dei primi cinque games del set sono andati ai vantaggi ma dove comunque a concedere di più al servizio è stata la toscana con altre cinque palle break distribuite in due distinti turni di battuta. Ma è certamente Martina attualmente ad avere il controllo delle operazioni, denotando una migliore tenuta atletica coadiuvata da una maggiore determinazione nel volersi andare a prendere il successo. E difatti nel sesto game, l’allieva di Matteo Catarsi rompe gli indugi breakkando grazie ad super punto sugli scudi vinto in difesa: rappresentativo della garra della toscana, prima recupera con il back bimane per poi agganciare la sfera in corsa dall’altro lato del campo con il dritto in chop a tagliare la metà campo avversaria e trovare il vincente sull’angolo opposto.

Tuttavia come avvenuto pedissequamente nel secondo set, l’azzurra si “mangi” un altro vantaggio facendosi agganciare dal 4-2 al 4-4. In questa volata finale, si sta assistendo una crescita generale del livello complessivo della partita: ambedue stanno esprimendo il massimo sforzo nonostante la rispettiva riserva energetica oramai ridotta al lumicino, soprattutto Liu essendo più in difficoltà sul piano fisico sta abbandonando la sua comfort zone del palleggio intenso dalla linea di fondo per verticalizzare maggiormente. Ma ancora una volta sono la fame e la superiore esperienza di Martina a tracciare la differenza, sul 5-4 con tanto di aiutino da parte di Claire che tradisce ancora tensione quando la palla scotta come già dimostrato a fine secondo set manda agli archivi un doppio fallo sul 30-30 e poi tocca a Martina completare l’opera con un passante lungolinea di diritto al fulmicotone raccattato letteralmente da terra. La maratona è sua, dopo 3h18′ con set finale durato la bellezza di 1h16′ la n. 1 del nostro movimento femminile sfrutta la porzione di tabellone lasciata sguarnita dal ritiro di Swiatek e vola agli ottavi di un ‘1000’ per la seconda volta in carriera.

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WTA Miami: Linette spegne i lampi dorati di Azarenka, Potapova ha carattere ed estromette Gauff

Ostapenko più forte del tifo paulista, nessuna fortuna per Samsonova contro Zheng

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Madga Linette - Australian Open 2023 (foto Twitter @ausopen)

[20] M. Linette b. [14] V. Azarenka 7-6(3) 2-6 6-4

Quando scende in campo il vecchio campione alla ricerca di qualche baluginio del passato splendore, lo spettacolo del bagaglio tecnico e caratteriale del purosangue regala spesso emozioni e ammirazione. È stato il caso di questo sedicesimo di finale del WTA Miami Open tra Azarenka e Linette.

La numero 14 del seeding ha esibito il suo campionario di soluzioni arrischiate e geniali da fondocampo, ma ha dovuto alzare bandiera bianca di fronte ad una giocatrice forte, concreta e paziente, capace di un contrattacco insidioso che Victoria non ha saputo disinnescare che nella parte centrale del match. Linette supera la rivale per la prima volta nella carriera, dopo due sconfitte (tra cui una proprio a Miami, nel 2016), e aspetta la vincente tra Pegula e Collins.

 

Entrambe cominciano bene alla battuta, con buone percentuali tanto sulla prima che sulla seconda palla. La polacca mette a segno anche tre ace, di cui due nel game d’apertura. La bielorussa è da subito in palla con il rovescio, e utilizza il dritto, soprattutto in cross, per aprirsi il varco dove infilare il suo rovescio oggi assai appuntito.

L’equilibrio si spezza all’improvviso sul 3-3, con Linette che, vittima di un passaggio a vuoto, cede a zero la battuta spedendo di circa due metri oltre la linea di fondo un facile dritto a campo aperto. Con maggiore personalità l’ex numero uno del mondo continua a cercare la soluzione vincente, mentre la trentunenne di Poznan aspetta il momento adatto per un colpo in contrattacco.

Mentre serve per il set sul 5-4, Azarenka spedisce a sua volta ben al di là della linea di fondo un comodo dritto. Un rovescio lungolinea parimenti lungo della tre volte campionessa del torneo completa il contro-break per la rivale, che così rinfrancata sale 6-5.

Azarenka procede a strappi, alternando buone idee a errori gratuiti. Sul 5-6 40-40, con la rivale a due punti dal set, scocca un rovescio in cross che è un mirabile scorcio sul coraggio leonino (Bielorussia terra di grandi felini) della trentatreenne di Minsk. Si materializza così il tie-break, con Azarenka che non smette di imporre la sua linea di gioco. Ed è qui che la polacca evidenzia la sua maturità, non disunendosi di fronte alle velleità della ex campionessa: rompe l’equilibrio con un rovescio lungolinea splendido e incassa la frazione al decimo punto (7-3), con un doppio fallo della rivale. Per Linette tre ace, per Azarenka 4 doppi errori, in un’ora e tre minuti.

È proprio con un doppio fallo la bielorussa cede il game d’ingresso al secondo parziale. Linette pare possa prendere il largo in virtù di una condizione atletica superiore; Vika da segnali di stanchezza e forza i colpi per accorciare gli scambi. Sotto per 2-0 annulla una palla-break delicatissima e rimane vicina nel punteggio alla rivale, ed è il game che cambia il volto del set. Linette denuncia limiti caratteriali importanti cedendo il break di vantaggio con un dritto lungo e largo di alcuni metri, e sempre con un altro dritto mal cresciuto pochi minuti dopo consegna un altro game alla battuta.

Azarenka scappa dalla trappola del possibile 0-3 pesante e, avvertendo il momento scomodo della sfidante, riprende il comando degli scambi e con una striscia di sei game consecutivi forza la conclusione della contesa al set decisivo.

La bielorussa parte alla battuta e lancia quattro vincenti consecutivi per chiudere il game a zero. È nel momento più brillante e spinge anche alla risposta, mentre Linette non trova più conforto nella prima di servizio e viene attaccata senza posa. L’ottavo game in fila e il break è cosa fatta per Vicka, che forse si rilassa e cede a sua volta il servizio, con il classico doppio errore sul 30-40.

È il segno di un ribaltamento improvviso: sul 2-2 Azarenka al servizio mette una palla corta in corridoio e si attarda a discutere con il giudice di sedia, nonostante le immagini la smentiscano chiaramente. L’atleta di Minsk si innervosisce e subisce un altro break mettendo in rete un dritto d’attacco piuttosto agevole. Dopo un 8-0 per lei, ecco un 4-0 di marca polacca.

Azarenka si scuote e riprende a cercare le righe per sfondare la difesa della numero 19 del mondo, ma dopo oltre due ore di forcing la condizione atletica non è più ottimale, e Linette ha buon gioco nel contenere e favorire l’errore della rivale.

Sul 5-4 Magda serve per il match e Vicka trova la forza di tornare da 40-0, ma si deve poi arrendere. Prova magnifica e sfortunata per lei, a passare è la più solida delle due in questo momento.

Altri incontri:

[23] Q. Zheng b. [12] L. Samsonova 5-7 7-6(5) 6-3

La cinese Zheng supera a sorpresa Ljudmila Samsonova; a sorprendere è soprattutto il parziale di sei giochi consecutivi con cui l’asiatica chiude la partita, che sembrava finita dopo che la russa aveva messo a segno uno straordinario dritto vincente a uscire per il break nel secondo game del set decisivo.

Coraggio da parte di entrambe e tennis rapidissimo hanno contraddistinto le tre ore e otto minuti di battaglia, con la cinese capace di ben diciotto ace, mentre spiccano di contro i nove doppi falli della testa di serie numero 12. Zheng si prende così immediata rivincita dopo le sconfitte patite da Ljudmila sul campo nella semifinale di Abu Dhabi e per walkover a Dubai. Negli ottavi per lei c’è Potapova.

[24] J. Ostapenko b. [13] b. B. Haddad Maia 6-2 4-6 6-3

Jelena Ostapenko è più forte anche della torcida verde-oro che invade pacifica ma rumorosa le gradinate. Supera Haddad Maia nell’incontro tra bombardieri, dimostrando maggiore solidità della tennista paulista. La brasiliana ha ceduto il primo set con un doppio fallo ma si è presa il secondo con un ace (sette alla fine, contro i sei dell’avversaria). Il merito della vincitrice di Parigi 2017 è di non perdersi d’animo dopo aver subito il break nel primo gioco del terzo set. Dallo 0-2 il parziale di cinque giochi a uno le permette di entrare da favorita nel match degli ottavi di finale, dove se la vedrà con Liu oppure con la nostra Trevisan.

[27] A. Potapova b. [6] C. Gauff 6-7(8) 7-5 6-2

Anastasia Potapova prova a concentrarsi sul tennis, dopo le chiacchiere sulla maglietta dello Spartak Mosca esibita negli scorsi giorni e le polemiche del match precedente con Kostyuk. E sforna una prova maiuscola di fronte a una audience decisamente dalla parte della giovane speranza americana.

Gauff fa suo il primo set al tie-break per 10-8 e serve per il match sul 5-3 nel secondo parziale. Ma Potapova mostra un carattere di ferro e ribalta tutto, chiudendo il set con uno scambio memorabile in cui entrambe devono coprire la linea di fondo più volte a sinistra e a destra. Nel terzo set dopo il 2-2 Gauff subisce per la seconda volta un parziale di quattro giochi a zero, che proietta la giovane russa all’ottavo di finale con Zheng.

[3] J. Pegula b. [30] D. Collins 6-1 7-6(0)

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ATP

ATP Miami: Sonego rimonta Evans e vola al terzo turno

Lorenzo bissa il successo su Thiem con una vittoria in 3 set sul britannico N.23 del seeding

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Lorenzo Sonego - ATP Miami 2023 (Twitter @Federtennis)

L. Sonego b. [23] D. Evans 4-6 6-3 6-2

Dopo un inizio di giornata sportivamente drammatico per il tennis azzurro a Miami, Lorenzo Sonego conferma tutta la sua esuberanza agonistica rimontando a suon di diritti vincenti Daniel Evans in un match molto divertente sul Campo N.1, lo stesso dove prima di lui aveva perso Matteo Berrettini contro l’americano McDonald,

Il match che ha visto contrapposte la potenza di Sonego e la varietà di gioco del britannico si potrebbe riassumere con una curiosa statistica. Dopo aver ceduto a zero la battuta nel gioco d’apertura del match, Sonego ha annullato le successive 12 palle break da lui affrontate oppure, se volete, Evans ha mancato le 12 successive. Peraltro sempre in crescendo: 2 nel primo set che avrebbero reso ancora più netto il 6-4 Evans finale. 4 nel secondo set vinto da Sonego per 6-3 e addirittura 6 nel terzo set nonostante il 6-2 finale possa far intendere un dominio di Sonego in realtà solo apparente. Alla fine infatti ci sono volute quasi 2h30 per chiudere la contesa con Evans visibilmente contrariato per la sua mancanza di killer instinct. Dopo il break subito in apertura di terzo set ha addirittura trasformato la racchetta in un oggetto non identificabile prendendosi l’inevitabile warning dal giudice di sedia.

 

Sonego è stato paziente, consapevole che con il passare dei minuti, il tennis brillante ma molto difficile del suo avversario avrebbe perso in efficacia e infatti Sonego ha progressivamente preso il comando degli scambi da fondo lasciandolo esplodere il suo dritto quanto più possibile. A quel punto Evans non ha potuto fare altre che affidarsi alle variazioni con le discese a rete e le rasoiate in slice ma in termini di pesantezza di palla e di resistenza fisica Lorenzo era ormai incontenibile.

Una bella vittoria che fa il paio con quella di primo turno contro Dominic Thiem che per quanto lontano dai fasti del passato, è sempre un primo turno da prendere con le molle. Ora il livello potrebbe salire ancora se come da pronostico Frances Tiafoe batterà il giapponese Watanuki nella notte italiana

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