Flavia Pennetta e il ritiro a Mosca: colpa della WTA o caduta di stile? (Video di Ubaldo Scanagatta)

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Flavia Pennetta e il ritiro a Mosca: colpa della WTA o caduta di stile? (Video di Ubaldo Scanagatta)

Il giorno in cui Flavia Pennetta si è qualificata per le finals di Singapore ha anche deciso di ritirarsi dal torneo di Mosca, che le aveva riservato una Wild Card e che di fatto ha funzionato da trampolino per garantire la qualificazione al Master finale della brindisina. I fan non hanno risparmiato le critiche, ma quanto pesa nella decisione dell’azzurra il guazzabuglio combinato dalla WTA? Guarda il video di Ubaldo Scanagatta su Flavia Pennetta

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Flavia Pennetta - QF US Open 2015
 

Doveva essere il giorno delle celebrazioni. Flavia Pennetta che diventa la quinta italiana della storia a raggiungere il Master di fine anno, la sicurezza che la partita persa contro la numero 414 del mondo non sarebbe stata l’ultima né la penultima, il biglietto per Singapore che significa una chiusura di carriera in grande stile. Le celebrazioni ci sono state, come la WTA che ha piazzato in apertura di sito le congratulazioni alla brindisina. Un’ora scarsa dopo i quarti raggiunti a Mosca, Flavia ha annunciato il ritiro dalla Kremlin Cup per una vescica al piede destro, poco dopo aver dichiarato di essere entusiasta per aver strappato il biglietto per Singapore.

E subito sono piovute le critiche. “Mancanza di professionalità”, “avrebbe dovuto onorare la wild card ricevuta”, “caduta di stile”, “neanche la Pennetta si salva”, solo per citare alcune delle frasi apparse tra i vari forum e siti tennistici italiani. Si tratta davvero di una caduta di stile dell’azzurra?

Certamente dichiarare il forfait appena un’ora dopo essersi assicurata il posto per Singapore non aiuta la causa di Flavia davanti ai suoi detrattori. È stato lampante come la Pennetta avesse già preparato il volo per Singapore, spedendo direttamente in semifinale Lesia Tsurenko a Mosca. Un comportamento del genere da parte della brindisina può non piacere agli amanti della forma e ai buonisti, ma valutato nel contesto attuale e in un momento in cui l’intera schiera di giocatrici WTA ha in pratica pubblicamente preso per i fondelli il massimo organo del tennis femminile, il gesto di Flavia trova un senso e diventa facilmente giustificabile.

Mettiamo il caso che la Pennetta avesse deciso di onorare la wild card offertale last minute da Mosca, pare per forzatura del gruppo Octagon che dirige Indian Wells e sponsorizza anche la manifestazione moscovita: l’azzurra sarebbe scesa in campo domani per giocare contro la Tsurenko, avrebbe probabilmente vinto contro la tennista ucraina, per poi scendere in campo ancora da favorita nelle semifinali di venerdì. A quel punto Flavia avrebbe avuto già la conferma ufficiale di avere un giorno scarso, a Singapore, per allenarsi prima di iniziare l’appuntamento finale della sua carriera, l’ultimo grande torneo giocato prima di appendere la racchetta al chiodo, che prende il via ufficialmente domenica. Questo perché un volo diretto da Mosca per Singapore non è quasi mai possibile, e in generale il viaggio per raggiungere la sede delle finals dalla capitale russa è di 10 ore, senza contare la sosta tipica a Istanbul. Tra Mosca e Singapore oltretutto ci sono 5 ore di fuso orario (Singapore a +5) e una differenza di condizioni ambientali non indifferenti. Mentre la Russia a ottobre fa segnare massime di 8°, a Singapore – la capitale dell’afa – ci sono al momento 34°. E’ vero che entrambi i tornei si giocano al sicuro in palazzetti indoor, ma non è che le giocatrici dormano nella struttura dove giocano, e quindi restano soggette ai cambi di temperatura e alle condizioni climatiche.

In poche parole, giocare e vincere contro la Tsurenko sarebbe stato un suicidio tennistico. È giusto che la Pennetta voglia giocarsi al meglio le sue carte in un Master finale senza Serena Williams e con molte delle protagoniste acciaccate. Se la sua scelta era di chiudere la carriera in grande, è condivisibile il voler dare tutto nell’ultimo grande torneo dell’anno, soprattutto se qualificarsi per l’evento è stato così duro e vi sono state investite diverse energie fisiche e nervose. Giusto anche fare calcoli cinici, ringraziare per la Wild Card ricevuta e fare di corsa le valigie per l’ultimo torneo dell’anno e della vita tennistica.

Bisogna anche dire che Flavia si sarà sentita per un attimo più leggera nel suo prendere la decisione di ritirarsi, considerata la serie di figuracce che ha rimediato la WTA dalla fine dello US Open in poi. Settimana dopo settimana, una gaffe dopo l’altra, la Women’s Tennis Association ha platealmente perso di credibilità, soprattutto nei confronti delle tenniste che dovrebbe gestire e dirigere. Le star del circuito femminile hanno visto la palese mancanza di pugno di ferro da parte della WTA, e nelle ultime settimane hanno davvero fatto come meglio credevano.

Partiamo da Serena Williams. Perso lo US Open, Serena ha deciso di non disputare la parte finale della stagione. Niente finals, per cui si era qualificata in tempi record, e niente trasferta asiatica. La WTA ha timidamente ricordato a Serena che la numero uno avrebbe potuto incorrere in “pesanti” sanzioni pecuniarie (per quanto possano essere pesanti per una che in un anno ha guadagnato in soli montepremi oltre 10 milioni di dollari). A un certo punto i giornalisti hanno dovuto ricordare alla WTA stessa che il regolamento delle finals prevede che le giocatrici che non possono partecipare, per motivi fisici o altri impedimenti, debbano comunque recarsi in loco e promuovere il torneo. Che cosa ha fatto Serena? Tutto tranne che preoccuparsi. La numero uno si è divertita su Instagram, è andata per feste, ha posato per riviste e non ha pensato nemmeno per un attimo di andare a Singapore a promuovere l’evento. Al momento la Williams è tutto tranne che perseguitata dalla WTA per la scelta fatta, ma è anzi lasciata libera e felice nel suo relax.

Allo smacco di Serena ne sono seguiti altri, tanti altri. Prima la Wozniacki, che si è fatta mettere da parte una wild card per Mosca, ma solo a condizione che fosse ancora in gara per le finals, come a dire che avrebbe fatto il favore al torneo di giocare solo se avesse avuto motivazioni del tutto personali. Venus Williams, che ha abbandonato la corsa a Singapore senza nemmeno richiedere una wild card per Mosca, per far capire quanto ci tenesse a partecipare al master di fine anno. Poi Agnieszka Radwanska, che si è fatta dare wild card da Mosca e che poi è volata subito a Singapore nel momento stesso in cui ha avuto la certezza della qualificazione. Ci mettiamo anche la Kerber, che sicura di andare a Singapore si è ritirata dal torneo russo. Poi la Ivanovic, che ha chiesto la wild card ma poi non l’ha più voluta.

E in tutto questo la WTA, invece che bacchettare e mettersi in cattedra, ha deciso di vestirsi di ridicolo. Prima la questione del torneo del Lussemburgo, che non può dare punti per il master di fine anno perché finisce nel momento in cui iniziano le finals, cosa che succede anche a Mosca, ma in Russia il fuso è più favorevole. Bacsinszky che gioca in Lussemburgo e che era vicinissima alla qualificazione si è vista infatti rifiutare i punti conquistati e – della serie cornuta e mazziata – si è pure infortunata al ginocchio. Poi la proclamazione della qualificazione di Angelique Kerber, successivamente ritrattata per calcoli errati. Mentre giornalisti ed esperti si dannavano per cercare di capire chi potesse qualificarsi per Singapore, la WTA ignara non sapeva dare le risposte, lei che dovrebbe dettare le regole. Anche oggi che Flavia Pennetta si è qualificata, la notizia è prima passata per Twitter, poi per le fonti italiane e solo ore dopo, incredibilmente, è arrivata la conferma dell’organo principale del tennis femminile. Questo anche perché la stampa stessa ha dovuto ricordare alla WTA che le sue regole vogliono che l’ottavo posto per il Master di fine anno sia soggetto a un sistema di assegnazione libera, da parte della WTA, in casi eccezionali. Quindi sono 7 le tenniste che si qualificano matematicamente, non otto. Ovviamente il massimo organo del tennis femminile non si è mai servito della funzione speciale di assegnazione di inviti. E perché mai avrebbe dovuto prendersi la briga di contestare il computer stesso? Non avrebbe fatto una figura decisamente migliore, la WTA, dando la wild card a Flavia prima ancora di Mosca, per poi lasciare che le altre si contendessero il posto rimasto nel torneo russo? Avrebbe ricordato chi dovrebbe essere a dettare legge, e fatto sentire l’autorità ormai persa.

Lì dove Flavia ha sbagliato, la WTA non le ha praticamente dato scelta, mettendo l’inizio del torneo di Singapore di domenica. E considerando tutte le altre giocatrici che l’anno prossimo saranno al via nel circuito, a pesare di più sono le incompetenze della WTA, umiliata dal comportamento delle tenniste, piuttosto che le scelte della brindisina. Loro hanno fatto come meglio credevano, lasciate che Flavia si goda il momento.

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