Maria Sharapova: "Niente mi emoziona come il tennis"

Interviste

Maria Sharapova: “Niente mi emoziona come il tennis”

Maria Sharapova si concede ai microfoni dei giornalisti nella classica conferenza stampa pre-torneo. La russa parla soprattutto della sua immensa passione per il tennis, delle difficoltà affrontate negli ultimi mesi e si nasconde un po’ quando le chiedono se è lei la giocatrice da battere

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Fisicamente immagino che tu sia quasi al cento per cento. Sarai felice di essere tornata sul campo. Deve essere stato difficile dopo Wimbledon.
Esatto, è stato frustrante essermi concessa la falsa speranza di poter giocare a Wuhan. Entrando nel torneo mi sentivo abbastanza in salute. Ovviamente non avevo molti match nelle gambe. Ma mi sembrava di essermi allenata molto bene per diverse settimane. È difficile prevedere cosa potrà succedere nel proprio corpo ed è complicato rendersi conto di essere nel bel mezzo del niente. Così sono tornata in Europa e mi sono curata. Avevo un’infiammazione. Poi sono tornata ad allenarmi e mi sono sentita bene. Mi sento bene. È il massimo che posso fare entrando in questo torneo, prendermi cura dell’infortunio, lavorarci sopra e allenarmi il più possibile.

Quanto è complicato iniziare un torneo così importante essendo praticamente stata fuori da Wimbledon ad oggi?
È difficile. È frustrante perché quando ti alleni hai bisogno di una qualche sorta di ricompensa. Per ricompensa non intendo le vittorie, ma semplicemente il fatto di poter andare là fuori e tradurre il tuo lavoro sul campo. Quando non riesci a farlo è davvero frustrante. Mi sono fermata e ripartita diverse volte negli ultimi quattro mesi. Questa è stata la parte più dura. Ma in fin dei conti, so che ci sono un sacco di ragazze che hanno lottato tantissimo nelle ultime settimane per guadagnarsi gli ultimi posti rimasti. Sento di aver avuto il privilegio della costanza nei primi mesi dell’anno. Questo mi ha dato l’opportunità di guarire sapendo di essere già qualificata. La possibilità di fare tutto il necessario senza l’ansia di dover correre da una parte all’altra del mondo, magari giocando persino infortunata.

La formula del round-robin ti da l’opportunità di non giocare con l’ansia del tipo “se perdo il primo match vado a casa”.
È vero, ma allo stesso tempo sai che troverai avversarie molto più forti di quelle che normalmente affronti in un primo turno. Da una parte sai che se non tutto funziona fin da subito avrai comunque l’occasione di mettere le cose a posto ma è comunque molto importante partire con il piede giusto.

Cosa ti motiva ad allenarti e competere alla tua età? Cosa ne pensi dell’idea di ridurre il numero dei tornei e dare più riposo a voi giocatrici?
Io amo giocare a tennis. Non esiste al mondo un’altra cosa in grado di darmi quella sensazione, quel brivido, l’emozione di essere sul campo. Fino a quando continuerò a provare queste sensazioni, saprò di avere la motivazione necessaria. Se il mio fisico me lo permetterà, sento che continuerò a giocare ancora a lungo. Fino a quando avrò questa passione e questa motivazione, non ci sarà niente di più importante che alzarmi la mattina e provare a diventare una giocatrice migliore.
Per quanto riguarda la lunghezza della stagione, in tutta la mia carriera ho sempre cercato di avere una programmazione abbastanza ridotta. Io e mio padre ci siamo sforzati fin da subito di capire che non puoi stare lì a guardare il ranking o i punti. Devi pensare in una prospettiva più ampia. Se guardo la mia programmazione, penso di avere tutto il riposo di cui ho bisogno. Per me è più importante avere questo tipo di riposo e quindi maggiore qualità sul campo che correre in giro per il mondo e giocare sette settimane di fila. Non so se il fisico me lo permetterebbe.

Due anni, tre anni, quattro anni ancora a seconda di come starai fisicamente?
Non lo so. Non voglio fissare una scadenza precisa, non so come potrei gestirla. Non voglio farlo. Al momento non c’è niente nella mia vita, insomma non sono sposata e non penso di mettere su famiglia domani. Ovviamente, sono una donna e ci sarà un momento nella mia vita in cui queste cose diventeranno importanti. Sono cose che vorrei avere un giorno. Ma per il momento sono felice così, con la mia carriera. Penso di avere dentro di me ancora tante cose da dare. È per questo che lo faccio.

Entrando nel torneo, pensi al fatto che Serena Williams non ci sarà?
Personalmente, soprattutto in questo caso, considerato il fatto che non ho giocato molto ultimamente, per me non cambia molto. Non si tratta tanto di chi dovrò affrontare, quanto di stare bene e cercare di fare la mia strada piano piano.

Sei tu la giocatrice da battere a Singapore?
Da battere? Non la penso così. Non sarebbe giusto verso me stessa pensarla in questo modo. Sono una delle otto giocatrici. Se sono qui è perché ho fatto in modo di esserci. Voglio giocarmi le mie chance. È così che la vedo.

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