Perché Djokovic non ha e non deve più avere paura dei record di Federer

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Perché Djokovic non ha e non deve più avere paura dei record di Federer

Dallo US Open in poi Novak Djokovic ha finalmente messo via l’abito dimesso della comparsa e ha capito il suo attuale posto nella storia del tennis. Non solo. Il serbo ha capito anche che i mostri sacri del tennis non sono così sacri, ma potrebbero addirittura finire dietro di lui alla fine dei prossimi cinque anni. Ecco perché Djokovic ha finalmente smesso di guardare Roger Federer e Rafael Nadal a testa bassa

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Novak Djokovic - US Open 2015 (foto di Art Seitz)
 

Quando ha vinto il suo secondo titolo allo US Open, il suo decimo titolo del Grande Slam, il suo terzo major della stagione, il nono Slam in quattro anni, Novak Djokovic ha finalmente smesso di tenere il capo chino. Non che il serbo non avesse la voglia e il diritto di alzare la testa già prima, molto prima, siamo chiari. Ma il 14 settembre per la prima volta qualcosa è cambiato tra Novak e la sua visione della storia del tennis e di quei campioni che l’hanno scritta e dettata prima ancora che a lui fosse data l’occasione di iniziare. Per la prima volta a New York, Novak non ha avuto paura di rispondere a domande riguardanti il record immacolato, possessione unica di Roger Federer e conquistato a Wimbledon nel 2012: i 17 titoli del Grande Slam.

Negli ultimi tre anni la maggior parte degli esperti e fan di tennis – possiamo tranquillamente anche includere i restanti giocatori che competono nell’ATP – pensavano ci fosse solo un nome in grado di essere accostato a quel record in veste di possibile usurpatore. Rafael Nadal era l’unico predestinato a contendersi con lo svizzero la corona della storia del tennis. Da quando la rivalità tra Federer e Nadal è iniziata ufficialmente a Miami nel 2004, è stata il traino che ha introdotto nuove legioni di fan al tennis, molte più di quanto gli appassionati di racchette e pallini speravano di contare tra le proprie file dopo il ritiro di Sampras e quel biennio di tennis nel 2001-2002 dominato da Lleyton Hewitt.
E quei due sono riusciti a portare un fenomeno quasi calcistico all’interno dello sport dei gesti bianchi e applausi imparziali. Federer il talento cristallino contrapposto allo strapotere fisico e umiltà di Nadal. Lo scontro tra titani è stato tutto quello che gli appassionati di tennis hanno visto e voluto vedere per quasi un intero decennio di sport. E loro, Roger e Rafa, hanno fatto di tutto per far si che le aspettative andassero sempre a braccetto con la realtà, con l’apoteosi della finale di Wimbledon nel 2008, ancora oggi considerata uno dei match migliori della storia del tennis. Insieme hanno vinto tutto, 31 Slam in due dal 2003. E quindi siedono lì, primo e secondo della lista (a pari merito con Sampras, ndr) nella classifica dei giocatori Slam più titolati di sempre.

E tutti gli altri?
Non ci sono. O meglio, non c’erano. I Big Four sono sembrati un tentativo di mettere pepe in una ricetta che ha sempre funzionato anche senza aiuti. La verità è che non importi chi arrivasse, se si trattava di qualcuno pronto a mettere in discussione il duopolio Federer-Nadal non era mai il benvenuto. Uno Slam ogni tanto si. Uno Slam e l’altro anche cominciava a diventare un problema per le nuove leve di appassionati cresciuti a pane e Fedal. Roger e Rafa sono stati in grado di diventare la sola possibile antitesi l’uno dell’altro. Uno può essere “nemico” dell’altro, ma chiunque è venuto dopo era considerato ed è considerato “nemico” di entrambi, simultaneamente. E così tutti coloro che hanno poi vinto Slam durante il dominio dei due hanno dovuto accontentarsi di ritagliarsi parti da attori non protagonisti. Safin, Gaudio, Del Potro, Murray, Cilic, Wawrinka e anche Djokovic. Nessuno di loro ha mai avuto il seguito di Federer e Nadal. Nessuno di loro ha polarizzato gli animi degli appassionati di tennis come Roger e Rafael hanno fatto in 11 anni insieme.

Ma è arrivato il tempo di ammettere, per tutti i fan del duopolio Federer-Nadal, che c’è ufficialmente un altro giocatore nel quadro, qualcuno che potrebbe portare la sua carriera più lontana e più in alto di quelle due leggende intoccabili. E il problema – almeno per chi vorrebbe sempre Federer contro Nadal nelle finali di tutti gli Slam – è dal 14 settembre 2015 adesso anche Novak Djokovic sa che si tratta di lui.
Quando a Flushing Meadows il New York Times gli ha chiesto se pensava di avere una chance di superare il record di Federer e se ci stesse effettivamente pensando, Djokovic non ha fatto il solito sorrisino imbarazzato, non ha abbassato la testa quasi in un gesto di pudore. Nessuno ha sentito il serbo dire “I wish” (“magari”). Novak ha semplicemente detto: “Ti direi una bugia se dicessi che non ci sto pensando. Certo che ci penso”.

Ora una corsa alla storia appare possibile anche per Novak stesso. Con 10 Slam e 28 anni, dopo aver quasi finito una stagione degna del Grande Slam, Novak non ha motivo di tenere la testa abbassata e prolungare l’eccessiva ammirazione per quelle due leggende dello sport che hanno fatto sfracelli per dieci anni. Allo stato attuale delle cose, Novak può già tranquillamente essere considerato all’interno di un triangolo di dominatori del tennis, un nome che rimarrà nella storia dello sport.

Novak ha vinto ogni singolo dei suoi 10 tornei dello Slam giocando contro e battendo tutti i migliori interpreti dello sport, inclusi Federer e Nadal, Murray, Del Potro e la nuova generazione già vecchia dei vari Raonic, Dimitrov e Kyrgios. Consideriamo anche ottimi giocatori come Berdych, Tsonga, Cilic, Gasquet. Tutti sconfitti da Novak prima o poi, a ripetizione. L’unico con cui ha anche vinto, ma perso il match più importante dell’anno, è stato Stan Wawrinka. Stan-the-Man più di Nadal o Federer può ormai essere considerato il vero pericolo per Novak negli Slam. Sembra che Wawrinka possa essere l’unico che potrà essere in grado di impensierire il serbo nei tornei major il prossimo anno. Ma lo svizzero numero due sarebbe mai abbastanza per rovinare i piani di Nole? Novak al momento è il più in forma, il più adattabile, multi-superficie, fisicamente all’apice, giocatore nell’ATP. Non solo è il giocatore favorito per continuare a vincere tutti i titoli rimasti questa stagione, a maggior ragione dopo l’esaltante trasferta asiatica; Novak è anche il favorito per vincere tutti e quattro gli Slam il prossimo anno. Il serbo sarà considerato l’uomo da battere a Melbourne, poi a Parigi, Wimbledon e ancora una volta a New York. Una sua sconfitta sarà sempre una sorpresa.

Considerato l’equilibrio perfetto che il serbo ha raggiunto dentro e fuori dal campo, Novak ha davanti a sè quantomeno altre 5 stagioni di grande tennis. Consideriamo 2 titoli Slam a stagione, che sono assolutamente alla portata del serbo, realisticamente. Ecco che il quadro prende forma. Quelli che sono nati uomini e tennisti prima di lui non sono riusciti a fermarlo a lungo termine. Quelli che sono nati dopo non sembrano avere le armi per fiorire a quei livelli. Novak ha 28 anni, segue una dieta senza glutine, è sposato, ha una famiglia, è motivato per vincere ancora. Avrà il pubblico contro ogni volta che giocherà contro Federer in una finale Slam per assurdo, ma un giorno, insieme a un posto nella storia, avrà anche saputo conquistarsi l’affetto dei tifosi non-serbi.

Sarà il momento in cui gli appassionati avranno lo stesso pensiero che adesso ha anche Novak in testa. Si, potrebbe essere lui il più grande tennista di tutti i tempi.

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