Focus
Perché Djokovic non ha e non deve più avere paura dei record di Federer
Dallo US Open in poi Novak Djokovic ha finalmente messo via l’abito dimesso della comparsa e ha capito il suo attuale posto nella storia del tennis. Non solo. Il serbo ha capito anche che i mostri sacri del tennis non sono così sacri, ma potrebbero addirittura finire dietro di lui alla fine dei prossimi cinque anni. Ecco perché Djokovic ha finalmente smesso di guardare Roger Federer e Rafael Nadal a testa bassa

Quando ha vinto il suo secondo titolo allo US Open, il suo decimo titolo del Grande Slam, il suo terzo major della stagione, il nono Slam in quattro anni, Novak Djokovic ha finalmente smesso di tenere il capo chino. Non che il serbo non avesse la voglia e il diritto di alzare la testa già prima, molto prima, siamo chiari. Ma il 14 settembre per la prima volta qualcosa è cambiato tra Novak e la sua visione della storia del tennis e di quei campioni che l’hanno scritta e dettata prima ancora che a lui fosse data l’occasione di iniziare. Per la prima volta a New York, Novak non ha avuto paura di rispondere a domande riguardanti il record immacolato, possessione unica di Roger Federer e conquistato a Wimbledon nel 2012: i 17 titoli del Grande Slam.
Negli ultimi tre anni la maggior parte degli esperti e fan di tennis – possiamo tranquillamente anche includere i restanti giocatori che competono nell’ATP – pensavano ci fosse solo un nome in grado di essere accostato a quel record in veste di possibile usurpatore. Rafael Nadal era l’unico predestinato a contendersi con lo svizzero la corona della storia del tennis. Da quando la rivalità tra Federer e Nadal è iniziata ufficialmente a Miami nel 2004, è stata il traino che ha introdotto nuove legioni di fan al tennis, molte più di quanto gli appassionati di racchette e pallini speravano di contare tra le proprie file dopo il ritiro di Sampras e quel biennio di tennis nel 2001-2002 dominato da Lleyton Hewitt.
E quei due sono riusciti a portare un fenomeno quasi calcistico all’interno dello sport dei gesti bianchi e applausi imparziali. Federer il talento cristallino contrapposto allo strapotere fisico e umiltà di Nadal. Lo scontro tra titani è stato tutto quello che gli appassionati di tennis hanno visto e voluto vedere per quasi un intero decennio di sport. E loro, Roger e Rafa, hanno fatto di tutto per far si che le aspettative andassero sempre a braccetto con la realtà, con l’apoteosi della finale di Wimbledon nel 2008, ancora oggi considerata uno dei match migliori della storia del tennis. Insieme hanno vinto tutto, 31 Slam in due dal 2003. E quindi siedono lì, primo e secondo della lista (a pari merito con Sampras, ndr) nella classifica dei giocatori Slam più titolati di sempre.
E tutti gli altri?
Non ci sono. O meglio, non c’erano. I Big Four sono sembrati un tentativo di mettere pepe in una ricetta che ha sempre funzionato anche senza aiuti. La verità è che non importi chi arrivasse, se si trattava di qualcuno pronto a mettere in discussione il duopolio Federer-Nadal non era mai il benvenuto. Uno Slam ogni tanto si. Uno Slam e l’altro anche cominciava a diventare un problema per le nuove leve di appassionati cresciuti a pane e Fedal. Roger e Rafa sono stati in grado di diventare la sola possibile antitesi l’uno dell’altro. Uno può essere “nemico” dell’altro, ma chiunque è venuto dopo era considerato ed è considerato “nemico” di entrambi, simultaneamente. E così tutti coloro che hanno poi vinto Slam durante il dominio dei due hanno dovuto accontentarsi di ritagliarsi parti da attori non protagonisti. Safin, Gaudio, Del Potro, Murray, Cilic, Wawrinka e anche Djokovic. Nessuno di loro ha mai avuto il seguito di Federer e Nadal. Nessuno di loro ha polarizzato gli animi degli appassionati di tennis come Roger e Rafael hanno fatto in 11 anni insieme.
Ma è arrivato il tempo di ammettere, per tutti i fan del duopolio Federer-Nadal, che c’è ufficialmente un altro giocatore nel quadro, qualcuno che potrebbe portare la sua carriera più lontana e più in alto di quelle due leggende intoccabili. E il problema – almeno per chi vorrebbe sempre Federer contro Nadal nelle finali di tutti gli Slam – è dal 14 settembre 2015 adesso anche Novak Djokovic sa che si tratta di lui.
Quando a Flushing Meadows il New York Times gli ha chiesto se pensava di avere una chance di superare il record di Federer e se ci stesse effettivamente pensando, Djokovic non ha fatto il solito sorrisino imbarazzato, non ha abbassato la testa quasi in un gesto di pudore. Nessuno ha sentito il serbo dire “I wish” (“magari”). Novak ha semplicemente detto: “Ti direi una bugia se dicessi che non ci sto pensando. Certo che ci penso”.
Ora una corsa alla storia appare possibile anche per Novak stesso. Con 10 Slam e 28 anni, dopo aver quasi finito una stagione degna del Grande Slam, Novak non ha motivo di tenere la testa abbassata e prolungare l’eccessiva ammirazione per quelle due leggende dello sport che hanno fatto sfracelli per dieci anni. Allo stato attuale delle cose, Novak può già tranquillamente essere considerato all’interno di un triangolo di dominatori del tennis, un nome che rimarrà nella storia dello sport.
Novak ha vinto ogni singolo dei suoi 10 tornei dello Slam giocando contro e battendo tutti i migliori interpreti dello sport, inclusi Federer e Nadal, Murray, Del Potro e la nuova generazione già vecchia dei vari Raonic, Dimitrov e Kyrgios. Consideriamo anche ottimi giocatori come Berdych, Tsonga, Cilic, Gasquet. Tutti sconfitti da Novak prima o poi, a ripetizione. L’unico con cui ha anche vinto, ma perso il match più importante dell’anno, è stato Stan Wawrinka. Stan-the-Man più di Nadal o Federer può ormai essere considerato il vero pericolo per Novak negli Slam. Sembra che Wawrinka possa essere l’unico che potrà essere in grado di impensierire il serbo nei tornei major il prossimo anno. Ma lo svizzero numero due sarebbe mai abbastanza per rovinare i piani di Nole? Novak al momento è il più in forma, il più adattabile, multi-superficie, fisicamente all’apice, giocatore nell’ATP. Non solo è il giocatore favorito per continuare a vincere tutti i titoli rimasti questa stagione, a maggior ragione dopo l’esaltante trasferta asiatica; Novak è anche il favorito per vincere tutti e quattro gli Slam il prossimo anno. Il serbo sarà considerato l’uomo da battere a Melbourne, poi a Parigi, Wimbledon e ancora una volta a New York. Una sua sconfitta sarà sempre una sorpresa.
Considerato l’equilibrio perfetto che il serbo ha raggiunto dentro e fuori dal campo, Novak ha davanti a sè quantomeno altre 5 stagioni di grande tennis. Consideriamo 2 titoli Slam a stagione, che sono assolutamente alla portata del serbo, realisticamente. Ecco che il quadro prende forma. Quelli che sono nati uomini e tennisti prima di lui non sono riusciti a fermarlo a lungo termine. Quelli che sono nati dopo non sembrano avere le armi per fiorire a quei livelli. Novak ha 28 anni, segue una dieta senza glutine, è sposato, ha una famiglia, è motivato per vincere ancora. Avrà il pubblico contro ogni volta che giocherà contro Federer in una finale Slam per assurdo, ma un giorno, insieme a un posto nella storia, avrà anche saputo conquistarsi l’affetto dei tifosi non-serbi.
Sarà il momento in cui gli appassionati avranno lo stesso pensiero che adesso ha anche Novak in testa. Si, potrebbe essere lui il più grande tennista di tutti i tempi.
ATP
ATP Astana, il tabellone: Grieskpoor e Baez primi favoriti
Nessun azzurro nel main draw kazako. Da tenere d’occhio Tallon, prossimo avversario in Davis. Presenti anche Wawrinka e Thiem

L’Astana Open torna nella categoria ATP 250 dopo la promozione a 500 dello scorso anno, edizione impreziosita dalla finale tra Novak Djokovic e Stefanos Tsitsipas, oltre che dalla presenza del numero 1 Alcaraz e di Medvedev. A prescindere dalla categoria, dopo l’introduzione nel 2020 per far fronte alla perdita dei tornei cinesi, l’evento è diventato una presenza fissa nel calendario del Tour. Quest’anno si terrà dal 27 settembre al 3 ottobre, in anticipo di un giorno rispetto all’ATP di Pechino, e il campo di partecipazione è inevitabilmente meno nobile rispetto a dodici mesi fa.
Primo favorito sul duro indoor kazako a succedere nell’albo d’oro a Djokovic è n. 24 del ranking Tallon Griekspoor, uno degli avversari degli azzurri nei quarti di Coppa Davis tra un paio di mesi. L’olandese tenterà di mettere in bacheca il suo terzo titolo del circuito maggiore, a far compagnia ai due vinti proprio quest’anno a Pune e ‘s-Hertogenbosch. Il numero 2 del seeding è Sebastian Baez, che in questa stagione sul duro ha vinto più incontri che in tutti gli anni precedenti nel Tour – otto, cinque dei quali gli sono valsi il titolo a Winston-Salem.
Le altre due tds esentate dal primo turno sono l’uomo di casa Alexander Bublik, sorteggiato nella parte bassa, e il n. 4 Jiri Lehecka. Da segnalare anche la presenza di Sebastian Korda, Stan Wawrinka e Dominic Thiem. Wild card a Kukushkin, Shevchenko e Medjedovic. Nessun italiano in tabellone, mentre nelle qualificazioni c’è Stefano Napolitano, opposto al quarto del seeding cadetto Taro Daniel.

Flash
WTA Ningbo: avanza al secondo turno Kvitova. Sorpresa Zvonareva
La ceca supera Friedsam e troverà al secondo turno Putintseva. Zvoraneva elimina la tds n.7 Boulter. Baindl sarà l’avversaria al secondo turno di Bronzetti

Poche sorprese nella prima giornata del Ningbo Open, torneo WTA 250 che ha preso il via nella giornata di lunedì nella città della provincia dello Zhejiang. Prima edizione del torneo cinese che vede come prima favorita la tunisina Ons Jabeur, in gara grazie ad una wild card, e per i colori italiani vede in campo Lucia Bronzetti, che all’esordio ha regolato la svizzera Teichmann.
Approda al secondo turno la testa di serie numero 2 Petra Kvitova. La ceca, numero 14 WTA, fatica nel primo set ma poi regola con facilità la tedesca Anna-Lena Friedsam, proveniente dalle qualificazioni. Primo set che inizia con una pioggia di break, ben quattro nei primi 5 game. Kvitova si trova per ben due volte a servire per il set, ma in entrambi i casi viene breakkata dalla sua avversaria. Il tie-break però si rivela a senso unico con la ceca che chiude facilmente 7-2. Nel secondo set Friedsam non riesce a tenere neanche una volta il suo servizio. L’unico game conquistato dalla tedesca arriva strappando il servizio a Kvitova.
Al secondo turno la ceca affronterà la ceca Putintseva. Per la ventisettenne kazaka, numero 73 al mondo, successo in due set sull’australiana Daria Saville 6-4 6-1 in un’ora e venti minuti. Saville paga le scarse percentuali al servizio 58% di punti vinti con la prima e il 22% sulla seconda, con ben 7 doppi falli. Putintseva, al contrario, si difende bene con la prima conquistando il 79% di punti ed è brava nell’annullare ben 4 palle break delle sei concesse.
La sorpresa di giornata la mette a segno la russa Vera Zvoraneva. Spicca, infatti, la vittoria della russa (39 anni, numero 526 del mondo in singolare) ai danni della britannica, testa di serie numero 7, Boulter (12 anni più giovane, numero 54) dopo una lotta di 3 ore e 12 minuti.
La ex finalista di Wimbledon e Us Open (2010) si è imposta col punteggio di 6-4 4-6 7-6 (3) e va ricordato che non vinceva un match a livello di tabellone principale WTA dal torneo di Miami del 2022.
Al secondo turno la russa affronterà la danese Tauson, in una vera e propria sfida tra generazioni. La giovane danese (20 anni, numero 76 WTA) ha avuto la meglio col punteggio di 6-4 6-1 sulla russa Avanesyan. Successo che vendica la sconfitta patita dalla danese al secondo turno del Roland Garros.
Nota anche l’avversaria di Lucia Bronzetti. Sarà l’ucraina Kateryna Baindl (Kozlova con il cognome da nubile). La numero 88 WTA ha avuto la meglio in rimonta sulla tennista di casa Yuan Yue (3-6 6-4 6-3).
Successo in due set anche per la testa di serie numero 4 Anna Blinkova. La russa (numero 40 WTA) regola per 6-3 7-5 la slovacca Viktoria Hruncakova (nota ai più con il cognome da nubile Kuzmova). Al secondo turno troverà la giovane ceca Linda Fruhvirtova, che finalmente interrompe la striscia di sconfitte consecutive. Erano ben nove le sconfitte consecutive della diciottenne ceca prima del match di Ningbo. Successo che è arrivato per ritiro della spagnola Masarrova ad inizio del terzo set sul punteggio di 1-6 6-2 1-0.
(Ha collaborato Jacopo Gadarco)
ATP
ATP Chengdu: Zverev ha la meglio su Dimitrov. In finale la sfida con Safiullin
Seconda finale stagionale per il tedesco che andrà a caccia del titolo numero 21 della sua carriera

[1]A. Zverev b. [3] G. Dimitrov 6-3 7-6(2)
Sarà Alexander Zverev l’avversario di Roman Safiullin nella finale del Chengdu Open, torneo ATP 250 in corso di svolgimento nel capoluogo del provincia del Sichuan. Per Zverev si tratterà della finale numero 32 a livello ATP che permetterà al tedesco di puntare al titolo numero 21 in carriera. Si tratterà della ventunesima finale su hardcourt per l’attuale numero 10 ATP, la prima da Montpellier 2022. Zverev disputerà, inoltre, la seconda finale in stagione dopo il titolo conquistato ad Amburgo lo scorso luglio.
Continua la serie di sconfitte per Dimitrov contro il tedesco. Sono, infatti, con quella di Chengdu ben 7 le sconfitte consecutive dell’attuale numero 20 al mondo. L’unica vittoria di Dimitrov risale al lontano 2014 con il bulgaro che si aggiudicò in tre set la sfida in quel di Basilea. C’è un solo precedente tra il tedesco e Safiullin. La sfida risale al Roland Garros 2021, con Zverev che si aggiudicò la sfida in tre set.
Primo set: break in apertura spiana la strada a Zverev
Il match inizia in maniera complicata per Dimitrov che cerca di rallentare i ritmi, puntando più sulla profondità che sulla potenza. Gli errori del bulgaro, tuttavia, lo portano subito a fronteggiare palle break. I due sin dall’inizio si sfidano dando vita a scambi lunghi e combattuti, soprattutto sulla diagonale di rovescio. Alla terza occasione Zverev riesce a trovare il break che spezza l’equilibrio già nel game di apertura. Il tedesco può contare su un’arma che il suo servizio. Velocità e direzione che non danno il tempo a Dimitrov di orchestrare una degna controffensiva in risposta. Zverev gioca principalmente di potenza, sebbene il dritto a volte sia un po’ impreciso, Dimitrov prova maggiormente a manovrare e non lesina qualche discesa a rete per mettere pressione al tedesco. I due continuano a lottare anche se cresce il numero degli errori. Una palla corta larga al termine di un altro scambio maratona permette a Dimitrov di trovarsi con due opportunità per il controbreak. La prima viene annullata da un recupero vincente di Zverev su una palla corta ben giocata da Dimitrov, la seconda con una gran prima. Due punti consecutivi permettono al tedesco di uscire indenne dal sesto gioco. Dimitrov fa e disfa con colpi vincenti, alternati a gratuiti, soprattutto con il dritto, che prende il ruolo del protagonista ma in negativo. Tra mille difficoltà e con la complicità del tedesco, poco cinico, Dimitrov riesce ad annullare due palle del “doppio break” a Zverev. Chiamato a servire per rimanere nel set il bulgaro va nuovamente in difficoltà. Sulla palla break una risposta angolata di rovescio di Zverev porta Dimitrov ad affondare a rete il rovescio per il 6-3 che sancisce la fine del primo set.
Secondo set: regna l’equilibrio. Zverev domina il tie-break
Anche in apertura di secondo set il dritto continua ad essere più croce che delizia nel gioco del tennista bulgaro. Colpi profondi che strappano applausi, si alternano a dritti lunghi che si traducono in palla break Zverev. A togliere le castagne dal fuoco al tennista bulgaro ci pensa il servizio. Nel gioco successivo è Dimitrov ad arrivare per ben tre volte ad un punto dal break ma anche in questo caso Zverev chiede aiuto al servizio per uscirne indenne (due prime vincenti e un ace). Rispetto al primo set, Dimitrov trova maggior supporto dal servizio che gli permette di ottenere punti senza sforzo. Zverev continua a servire prime oltre i 220 km/h, Dimitrov gestisce bene anche i momenti di maggior pressione. Combinazione di fattori che porta entrambi ad arrivare sul 5-5 senza difficoltà alcuna. Il braccio di Dimitrov chiamato per rimanere nel match, al contrario di quanto accaduto nel primo set, non trema neanche per un momento. Inevitabile quindi l’approdo al tie-break al termine di un set nel quale si è fatto leggermente preferire il bulgaro, salito di livello con il passare del tempo, rispetto al tedesco. Sui turni di servizio di Zverev gli scambi sono brevi, Dimitrov deve remare maggiormente. Al termine dell’ennesimo scambio combattuto Dimitrov sbaglia di dritto per il primo mini-break a favore di Zverev. L’inerzia del tie-break è a favore del tedesco che ottiene un secondo mini-break attaccando sul rovescio il bulgaro. Il passante di rovescio di Dimitrov non riesce ad essere incisivo e Zverev capitalizza la situazione al massimo. Al primo match point sbaglia ancora Dimitrov e chiude dopo un’ora e cinquanta minuti di gioco.