WTA Finals, A. Kerber: "Il format delle Finals è ingiusto"

Interviste

WTA Finals, A. Kerber: “Il format delle Finals è ingiusto”

WTA Finals interviste, L. Safarova b. A. Kerber 6-4 6-3. Leggi l’intervista del dopo partita ad Angelique Kerber e ascolta l’audio originale!

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Come ti senti dopo il match? Parlaci delle tue difficoltà odierne.
Oggi non mi sentivo molto bene, fin dal primo set non sono riuscita a trovare il mio ritmo, mentalmente non c’ero in campo. Ero tesa e non stavo giocando il mio miglior tennis. Lucie senza dubbio ha giocato un ottimo match, ma da parte mia non posso dire altrettanto.

Su Twitter alcune persone hanno sentito cosa hai detto al tuo coach in tedesco. Non sei felice del fatto che le Finals si giochino con la formula del round robin e non credi che sia corretto.
È così, per me non è valido perché è simile al calcio. Penso che quando si verificano circostanze di questo tipo con più giocatrici che fino all’ultimo sono in lotta per la qualificazione, bisognerebbe giocare in contemporanea. Si sa come funzionano queste cose, dentro lo spogliatoio ho cercato di concentrarmi sul match ma i troppi calcoli fatti per passare il turno mi distraggono e non mi consentono di mantenere alta la concentrazione. La Kvitova ha vinto un set, quindi bastava che anch’io ne vincessi uno. Non sapevo esattamente quali fossero i loro pensieri, non si gioca per vincere un set e quindi ripeto che a mio avviso sarebbe più giusto giocare in contemporanea come nel calcio.

Come si potrebbe fare con un solo campo a disposizione?
Anche questo è vero, qui non si può. È una mia opinione personale.

Erano i coach che ti hanno fatto presente di questi calcoli? Da dove venivano queste voci?
Io parlo in generale, ma so con certezza che alcune persone hanno fatto questi calcoli.

Tutto questo mormorio ti ha reso più nervosa?
A dire il vero non solo questo, ma sapete come vanno queste cose, io sono scesa in campo e ho cercato di pensare solo ed esclusivamente al match. Ci ho provato, ma alla fine non ne avevo più.

Immagino che sia dovuto al finale di stagione. Puoi dirci qualcosa della tua stagione  nel complesso? La definisci buona, brutta o fantastica?
Credo che sia una buona stagione. Ho vinto 4 titoli (Charleston, Stoccarda, Birmingham e Stanford, ndr.) e ho chiuso per il quarto anno consecutivo in top 10. Complessivamente non posso lamentarmi. Non ho giocato bene negli Slam ma non vedo di rifarmi il prossimo anno. Questo è il mio obiettivo. È stata davvero un’ottima stagione e ne vado fiera.

Hai pensato durante il match: “Ok, non sto giocando affatto bene, ora calma e ritroviamo il nostro gioco”? Non sembravi assolutamente soddisfatta dal tuo gioco?
È proprio così, non sono riuscita a trovare il bandolo della matassa. Ero tesa, ho provato a forzare maggiormente i miei colpi ma ho fatto un sacco di errori oppure a volte giocavo troppo corto, di conseguenza ero facilmente attaccabile. Come se non bastasse il servizio oggi non funzionava per niente. Non è stata la mia miglior giornata, ma a volte capita.

Oggi è stata una di quelle giornate dove non va niente già da quando ti svegli o queste sensazioni negative le hai avvertite solo in campo?
Si, a volte hai queste giornate. Cercherò di dimenticare questo match il più presto possibile. In fin dei conti ho vissuto una settimana fantastica qui, prenderò tutte le cose positive per la prossima settimana, per le mie vacanze e cercherò di migliorare il mio gioco e tutto il resto per la prossima stagione.

Quando il tuo coach è sceso per parlarti sembrava che non lo ascoltassi.
Ho dato questa sensazione?

Quando è venuto per darti dei consigli sembrava come se accumulassi ancora più tensione.
No, non è così. Forse ho dato queste sensazione, ma in realtà lo ascoltavo.

Sei più frustrata o delusa di aver perso oggi senza aver avuto la possibilità di giocare nel modo che avresti voluto o di non aver raggiunto le semifinali? Qual è la cosa che ti intristisce o ti fa arrabbiare maggiormente?
Credo che la cosa che mi intristisca maggiormente sia il fatto che oggi in campo non c’ero io. Avrei voluto giocare un buon match ma non ce l’ho fatta. Ripeto, non riuscivo a trovare il mio ritmo ed è questa la cosa più deludente. Quando scendo in campo cerco sempre il massimo ma oggi non c’era niente da fare.

Non so se ti importi qualcosa, ma sei la giocatrice tedesca con il ranking migliore. Ha un valore per te o non ci fai caso?
Certamente è un motivo di vanto essere la numero 1 tedesca. Abbiamo tante buone giocatrici in questo momento. Non so quante tedesche ci siano tra le prime cento, ma certamente essere la prima per il quarto anno di fila mi rende orgogliosa. Ovvio che mi importa, è una bella sensazione.

Se non erro l’anno scorso hai passato parte dell’off-season ad allenarti a Dubai.
Si, è così.

Hai intenzione di rifarlo o hai altri progetti?
Ancora non ci ho pensato. Ora passerò qualche settimana a casa e dopo io e il mio team penseremo se allenarci in Germania oppure all’estero.

È stata bella l’esperienza a Dubai?
Si, il tempo è sempre bello ed anche per questo motivo l’anno scorso siamo andati lì.

 

Traduzione a cura di Benedetto Napoli

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