John McEnroe si racconta in un’intervista su Repubblica.it ed in vista della ‘Grande Sfida’ di Verona e Modena, in cui si troverà a condividere il campo con Mats Wilander, Yannick Noah e Henri Leconte. L’ex n.1 del mondo racconta del suo passato e del tennis odierno, ancora oggi ama il tennis giocato e si diletta nel Champions Tour: “Il tennis mi dà ancora grandi emozioni anche se forse è arrivato il momento di dire addio”, racconta. “Nel tennis odierno credo che sarei stato competitivo, mi sarei adattato a racchette e superfici. Fisicamente però sarei dovuto essere più preparato”.
La sua più grande gioia è il torneo di Bruxelles del 1984, “il mio anno magico, dove giocai il miglior tennis di sempre. Sì, Bruxelles ’84, lì ero imbattibile”. La sua più grande delusione è sempre datata 1984: “La finale del Roland Garros, quando persi contro Ivan Lendl. Ho avuto per due volte il match in pugno e non ce l’ho fatta”.
Parlando però del tennis contemporaneo, McEnroe ammette che il suo peggiore incubo “sarebbe stato affrontare Rafael Nadal sulla terra rossa quand’era al massimo”. Prima di candidare Serena Williams come prossimo presidente degli Stati Uniti (“Forse ora abbiamo bisogno di una donna, afroamericana”), ha belle parole per i tennisti italiani di ieri e di oggi: “Adriano Panatta è stato un artista, un amico, un vero italiano dai gesti eleganti, un grande tennista. Fognini è un giocatore che fa bene al tennis, perché è diverso ed esprime la sua personalità”.
La fanpage ufficiale de “La Grande Sfida” è https://www.facebook.com/LGStennis/