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Rassegna stampa

Djokovic l’intoccabile: è poker a Parigi (Cocchi), Djokovic, il suo dominio è schiacciante (Mancuso), Djokovic imbattibile, frionfa anche a Parigi (Nizegorodcew), Record Djokovic, anche Parigi è sua (Giorni)

Last updated: 09/11/2015 12:26
By Daniele Flavi Published 09/11/2015
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12 Min Read


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Rassegna a cura di Daniele Flavi

 

Djokovic l’intoccabile: è poker a Parigi

 

Federica Cocchi, la gazzetta dello sport del 9.11.2015

 

Probabilmente si tratta di un superpotere, probabilmente Novak Djokovic è un alieno. Non si spiegherebbe altrimenti come gli avversari si liquefacciano di fronte al serbo numero uno al mondo e dominatore del 2015 con la racchetta. E’ successo a Andy Murray che ieri nella finale del Masters 1000 di Bercy, si è lasciato sopraffare 6-2 nel primo set riuscendo a opporre solo una leggera resistenza per il 6-4 del secondo. E così Super Nole ha portato a casa il sesto Masters 1000 e 10 torneo della stagione, allungando a 21-9 il vantaggio nei trenta incontri con lo scozzese. Un successo, il 22esimo di fila, che ancora una volta porta con se numeri da primato: Djokovic diventa il primo a conquistare quattro volte il titolo di Parigi Bercy (le ultime tre consecutivamente) e si porta a quota ventisei successi nella speciale classifica dei successi Masters 1000 che attualmente, e forse ancora per poco, è guidata da Rafa Nadal a 27. Il n.l chiude la «regular season» con 78 successi e cinque sconfitte e, non fosse stato per Stan Wawrinka, che in semifinale gli ha strappato un set (immediatamente punito con un 6-0 al terzo), avrebbe anche chiuso senza perdere un parziale dal secondo turno dello Us Open. DOMINIO Con queste premesse è difficile non pensare che sia destinato al successo anche nelle Atp Finals, il Masters maschile che comincia domenica prossima alla 02 Arena di Londra e che ha già vinto tre volte: «Naturalmente sono molto soddisfatto della stagione — ha detto Nole —, ho intenzione di andare avanti come ho fatto fino ad ora. Non ho nessun motivo per rallentare». Chiudere in bellezza, dunque, è l’obiettivo: «E’ l’ultimo torneo dell’anno, un grande appuntamento in cui ho fatto sempre bene». Vincere, però non basta, la Nole-sofia prevede un approccio ancora più spinto: «Cerco di non dare mai nulla per scontato e l’unica strada che si può percorrere, per continuare a vincere, è migliorare. Quindi, non ho intenzione di mantenere lo status quo, perché per me sarebbe come fare un passo indietro». ABBACCHIATO Murray, durante il match, è sembrato quasi incapace di reagire alla solidità di Djokovic, che sta diventando sempre più il suo incubo: «Dall’inizio dello scorso anno i miei risultati contro di lui e Federer non sono stati soddisfacenti — ha detto un abbacchiato Andy —. Certo, è più facile giocare contro il numero otto al mondo che non contro giocatori come lui, che è il migliore. La sua è stata una stagione incredibile». Il mese scorso, nelle semifinali di Shanghai sempre contro il serbo, non gli era andata molto meglio: aveva perso 6-1 6-3. «Sento che devo fare di più, prepararmi meglio per queste partite, con Nole e anche Roger». Il Masters potrebbe essere un nuovo banco di prova, sulla via della finale di Coppa Davis di fine novembre contro il Belgio.

 

Djokovic, il suo dominio è schiacciante

 

Angelo Mancuso, il messaggero del 9.11.2015

 

Ormai si può parlare di era Djokovic. Il dominio del serbo, che chiuderà la stagione da numero 1 per la quarta volta negli ultimi 5 anni, è schiacciante. Lo dicono i numeri: Nole battendo in finale Andy Murray con un netto 6-2 6-4 ha conquistato anche il Masters 1000 di Parigi-Bercy portando a 58 i titoli in carriera, di cui 26 nei Masters 1000 (meglio di lui solo Nadal con 27 trofei). Dieci i successi (14 finali nei 15 tornei giocati) di una stagione che per Djokovic si sta rivelando la migliore di sempre: ha vinto gli US Open, Wimbledon, Australian Open, i “1000” Indian Wells, Miami, Monte Carlo, Roma, Shanghai e Parigi-Bercy, e il 500 di Pechino. Non perde un incontro dallo scorso agosto, quando si arrese a Federer nella finale di Cincinnati: da allora 22 match senza ko, un solo set perso negli ultimi 15. Nella classifica Atp ha quasi il doppio dei punti del più immediato inseguitore Murray. Alla vigilia delle Atp World Finals il suo bilancio è di 78 vittorie e solo 5 sconfitte. Una striscia che lo avvicina alle migliori stagioni dell’Era Open: Connors nel 1974 (92-4), McEnroe ne11984 (82-3) e Federer nel 2006 (92-5). UNA GRANDE GESTIONE C’è un dettaglio che gioca a favore di Djokovic. I tennisti che vantano le migliori strisce hanno raggiunto il picco del rendimento intorno ai 25 anni. Il campione di Belgrado ne ha già compiuti 28 e sta dominando come non mai, segno di una grande capacità di gestirsi sul lungo termine, che potrebbe permettergli di restare al vertice per molto tempo. Inoltre è il più giovane tra i rivali più pericolosi (Murray è suo coetaneo, Federer ha 6 anni in più, Nadal uno) ed è più giovane anche degli outsider (Wawrinka, Berdych, Ferrer, Tsonga). L’ultimo ko contro un awersario più giovane e quindi da analizzare in chiave futura risale agli US Open 2014, quando in semifinale si arrese a Nishikori (25 anni), che però quest’anno non è riuscito a confermarsi a quei livelli. E pure i vari Raonic e Dimitrov sono ancora un’incognita.

 

Djokovic imbattibile, frionfa anche a Parigi

 

Alessandro Nizegorodcew, il tempo del 9.11.2015

 

Imbattibile, ingiocabile, devastante. In una parola: Novak Djokovic. Il serbo ha conquistato l’Atp di Parigi-Bercy, ultimo Masters 1000 della stagione, dominando Andy Murray in finale con il punteggio di 6-2 6-4 in un’ora e mezzo di gioco. Nulla ha potuto lo scozzese nell’arco dell’intero match, durante il quale il numero 1 del mondo non ha concesso alcuna chance al pur volenteroso britannico. «In realtà all’inizio del secondo set Andy ha giocato piuttosto bene – ha spiegato Djokovic – e ho dovuto alzare il livello per non farlo scappare via nel punteggio. In finale ho giocato certamente il mio miglior tennis e spero di ripetermi anche tra una settimana alla 02 Arena di Londra, così da conquistare il Master Atp». Onore delle armi dunque per Murray, che si è complimentato in maniera piuttosto sincera con l’avversario. «Novak ha giocato un tennis fantastico questa settimana – ha dichiarato lo scozzese, che dopo il Master sarà impegnato nella finale di Coppa Davis contro il Beglio – così come fatto durante tutta la stagione». Djokovic ha confermato quello strapotere tecnico, tattico, fisico e mentale palesato durante tutto il 2015 ad eccezione del Roland Garros. Il successo parigino (alloro Atp numero 58) rappresenta un record assoluto, poiché nessuno aveva mai conquistato sei titoli Masters 1000 nella stessa stagione. Un’annata nella quale Djokovic ha messo in fila dieci successi, tre dei quali in tornei dello Slam. A impressionare non sono però le innumerevoli vittorie (78), quanto piuttosto le sole 5 sconfitte (due con Federer, una con Wawrinka, Karlovic e Murray) giuntene12015.Anchei12011 rappresentò una grande annata, con 70 vittorie e 6 sconfitte, ma Djokovic non aveva ancora raggiunto l’attuale perfezione. Impressionante anche la differenza di punti (circa 7000) tra il serbo e il numero 2 Murray, quello stesso distacco che c’è tra lo scozzese e il numero 25 Atp. Tra una settimana prenderanno il via le Atp Finals di Londra. In campo, oltre a Djokovic, ci saranno Andy Murray, Roger Federer, Stan Wawrinka, Rafael Nadal, Tomas Berdych, David Ferrer e Kei Nishikori. Sette potenziali eroi che proveranno a detronizzare l’inossidabile re serbo, in quella che può essere definita una vera e propria Mission Impossible. Devastante Annata perfetta per Djokovic: 78 vittorie e 5 sconfitte

 

Djokovic: anche Parigi è sua. Venus trionfa in Cina e insegue Navratilova

 

Alberto Giorni, il Giorno del 9.11.2015

 

Parigi è l’unica città che quest’anno lo aveva respinto, nella finale di un Roland Garros stregato. Ma Novak Djokovic ha iniziato a farla cadere ai suoi piedi trionfando a Bercy, prestigioso torneo indoor della capitale francese, dove si trova a proprio agio. Dominando in finale 6-2 6-4 Andy Murray, ha conquistato il quarto titolo qui (record) ed è il primo a vincere sei «Masters 1000» nello stesso anno. Inoltre, nella classifica dei «1000» sale a 26, a una sola lunghezza da Rafael Nadal. Murray da oggi tornerà n.2 del mondo, ma ha dovuto alzare bandiera bianca. Lo strepitoso 2011 sembrava irripetibile, invece il serbo si è superato e i numeri del 2015 sono impressionanti: tre Slam in bacheca, ha inanellato 78 vittorie e solo 5 sconfitte, e viene da 22 successi di fila. Da grande istrione, ha anche esibito un ottimo francese: «E’ stata una settimana super, è un piacere fare bene qui e spero anche al Roland Garros». Ma prima c’è da pensare alle Atp Finals di Londra, che scattano domenica. Intanto il Masters B di Zhuhai, in Cina, è andato a Venus Williams (giustiziera in semifinale di Roberta Vinci), che in una finale tirata ha prevalso 7-5, 7-6(6) sulla ceca Karolina Pliskova. Così la maggiore delle sorelle Williams torna tra le prime dieci del mondo: a 35 anni, è la più anziana a riuscirci dopo la leggendaria Martina Navratilova che chiuse l’ultima stagione nella top ten a 38 primavere, nel 1994.


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