A Londra ci si emoziona solo per il doppio

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A Londra ci si emoziona solo per il doppio

Nella giornata d’esordio di Stan Wawrinka e Rafael Nadal, l’incontro più divertente è stato un doppio. Meno male che ci sono Dodig e Melo…

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Il momento non è propriamente il più adatto per parlare di timori e paure, ma sulla O2 Arena aleggia lo spettro della scorsa edizione, ritenuta come una delle meno emozionanti di sempre, culminata nel ritiro di Federer in finale. Si sono disputati i primi quattro singolari di queste Finals, e nessuno è stato indimenticabile. Nessuno concluso al terzo set, nessun tiebreak, nessuna rimonta da prima pagina. Niente dopo la prima giornata complessiva, la palma del più strenuo dei maestri sconfitti va a David Ferrer (ma no?) che ha perso ottenendo un patrimonio di otto game; il peggiore è stato Nishikori, che non ha rimediato un bagel soltanto perché Djokovic ad un certo punto sembrava volesse giocare quasi ad occhi chiusi e con la sinistra.

Spalti pieni seppur non del tutto, con macchie rossocrociate sparse, pronte per essere inquadrate dalle telecamere nei cambi di campo, che il DJ ben utilizza per propinare divertente musica commerciale. Oggi sono tutti con le maschere di cartone dei protagonisti che lo store ufficiale dell’ATP mette a disposizione, ai piedi dell’imponente scala mobile con cui si accede ai piani alti dell’impianto. Ci si aspettava lo spettacolo da Wawrinka e Nadal che avevano regalato scintille nell’ultimo precedente a Bercy due settimane fa, con l’ormai celebre smash in rete dello spagnolo in una situazione di punteggio delicata, se non proprio da Murray e Ferrer che però sono pur sempre Murray e Ferrer. Illusi.

Murray, seppur con la testa altrove e sulla scia di una settimana di allenamento sul rosso in vista della Davis, resta una spanna (una eh?) superiore a Ferrer sul duro, e al valenciano non basta un break di vantaggio nel secondo set per impedire lo 0-2. Ma era prevedibile e la folla non si scompone, il tifo è per il padrone di casa, nessun problema. Nel serale c’è Rafa con Stan, non potranno mica deludere. E invece show in negativo dello svizzero, che sbraccia, suda e sbatte racchette al suolo nel primo set, ma una volta perso quello collassa in maniera quasi imbarazzante: nel secondo set i colpi non accennano ad avere un criterio, tra un servizio e l’altro non passano cinque secondi e Wawrinka ad un tratto sembra addirittura disinteressato. “Bad day at the office”, dirà in conferenza stampa; pensa quanto bad dev’essere stato per chi aveva i biglietti della evening session.

Ma il vero appassionato torna a casa con qualche buon ricordo, nonostante tutto. Il doppio ha regalato emozioni vere oggi, e considerando quello che si dice sulla qualità di questa disciplina negli ultimi tempi, è quanto dire: non tanto per la partita del mattino, che Rojer/Tecau, campioni a Wimbledon quest’anno, si sono messi in borsa nelle canoniche due frazioni di queste inizio Finals. Piuttosto, l’incontro delle 18 è stato uno spettacolo, con in campo le coppie vincitrici a Parigi (Dodig/Melo) e New York (Herbert/Mahut): passanti da ogni lato, scambi di volo incrociato con il naso sul nastro, pioggia di ace. E questo soltanto negli ultimi venti minuti, perché anche il match in questione si stava avviando verso una mesta conclusione in straight sets: 6-3 5-3 e servizio per i francesi. Herbert gestisce con cura alla battuta e si arriva al 40-30, che per la regola del killer point equivale ad un doppio match point. Qui il caos, il giovane transalpino infila due doppi falli e restituisce non solo il break, ma soprattutto la gioia di vivere al sopito pubblico che chissà perché aveva rinunciato a girare per gli splendidi stands all’interno del padiglione superiore dell’Arena. Un giornalista brasiliano due file dietro a chi vi scrive si sgola molto professionalmente, il secondo set va al tiebreak, arriva il miraggio di un terzo parziale (per altro magra consolazione, considerando che finisce a dieci punti). Doccia gelata in avvio di jeu decisif: 3-0 con doppio mini break per i francesi e già ci si alza dai sediolini (rivestiti e rigonfi di un comodissimo tessuto blu) per il tè della sera. Ma invece arriva la svolta definitiva. Parziale di 7-1 per Dodig/Melo, illuminato da due risposte di rovescio che baciano le righe del corridoio, e super tie break condotto alla perfezione dalla resuscitata coppia vestita di giallo, che va sul 5-2 per poi amministrare. Melo, che sulla maglietta ha la scritta centauro, giraffa in portoghese e nella minuscola sala interviste secondarie fa quasi fatica a entrare, in conferenza stampa dice che “sappiamo di poter vincere il torneo, ma vogliamo farlo con serenità, vogliamo che il pubblico si diverta”. I singolaristi potrebbero pensarla anche loro così?

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