ATP Finals interviste, R. Federer: "Un tempo affrontavo i miei eroi, oggi sono io quello vecchio"

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ATP Finals interviste, R. Federer: “Un tempo affrontavo i miei eroi, oggi sono io quello vecchio”

ATP World Tour Finals, R. Federer b. K. Nishikori 7-5, 4-6, 6-4. L’intervista del dopo partita a Roger Federer (in inglese) e l’audio originale

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Il fatto di sapere di aver già raggiunto la semifinale ha influito sul tuo modo di giocare oggi?
Forse, non ne ho idea. la cosa buona è che ci sia riuscito. Di certo ti rende più rilassato. Ed è positivo anche il fatto di sapere già cosa significa, dato che ero già stato in questa posizione prima. Parlo sempre della prima volta in cui successe, nel 2002, è stata la prima volta in cui sono riuscito a qualificarmi. E anche quella volta in due partite. Agassi era fuori e c’era Johansson e io pensai , ‘Oh mio Dio, ci sono così tanti punti in gioco, non voglio perdere’. Ed è finita che ho giocato tutta la notte. Ma mentalmente c’ero, e onestamente oggi dopo 13 anni credo di poter essere più rilassato durante certe parite.

Per quanto continuerai a tenere la barba?
Non lo so ancora.

Chi deciderà? Mirka ha qualcosa da dire?
Se la pizzicherà troppo, la taglierò. E se non andrà bene alle mie bambine, la taglierò. Se non mi piacerò guardandomi allo specchio, la taglierò. O forse penserò a Babbo Natale e la terrò. Natale è vicino, no, non lo so ancora.

A Mirka piace?
Sì, le va bene. Voglio dire, credo. Sai a volte prendo qualche decisione da solo. (ride) Non so per quanto riguarda tua moglie, ma a me è permesso.

Continuando a vincere potresti spodestare Andy dal n.2. Lui ha detto che non sarebbe un grosso problema, ma che potrebbe aiutare per gli Australian Open. Preferirebbe essere secondo piuttosto che terzo. Che importanza gli dai tu?
Non so nemmeno cosa potrebbe succedere. Non ci ho nemmeno pensato venendo qui. Forse mi era stato chiesto a Parigi o a Shangai. Personalmente per me non ha importanza essere n.2 o n.3. Così come per gli Australian Open non cambierebbe molto. Sto giocando in un torneo in cui non importa il ranking e voglio solo pensare a giocare bene e a lottare per il trofeo. Capisco la domanda e potrebbe essere importante per qualcuno, ma credo che al momento il torneo sia più importante del ranking.

Parliamo di Rafa Nadal, credi possa vincere il torneo quest’anno? Che ne pensi del 2016, sarà ancora favorito per uno Slam o per altri tornei?
Penso che stia solo migliorando, nel 2016 potrebbe fare bene se riesce a stare in salute. Okay, forse per i suoi standard questa non è stata la sua migliore stagione. Cos’è adesso? n. 5? È una buona stagione. Molti vorrebbero essere al suo posto ad eccezione di qualche tennista. Il resto del mondo vorrebbe essere al suo posto. Credo stia diventando più forte. Con il rovescio ha mostrato quello che potrebbe fare nel 2016. Quindi con l’allenamento e con il tempo necessario per riassestare il suo gioco sarà difficile batterlo in Australia. Ci credo davvero. E ovviamente potrebbe vincere il torneo dopo le convincenti vittorie contro Murray e Wawrinka. Sì, non sarà facile. Da ora in poi sarà più difficile. Ma sta facendo un ottimo lavoro e sono sicuro che sia felice dei suoi progressi.

Parlando teoricamente, pensa se riuscissi a finire l’anno con tre, forse quattro vittorie su Rafa e Novak. Vorrei sapere se ti darebbe maggiore fiducia per il 2016, e se riuscissi a farlo anche nei 5 set.
Beh, qualunque vittoria contro un top10 è un’ottima cosa. Ne ho battuti molti quest’anno il che psicologicamente fa bene. Quando li affronto non ci penso. A volte è quasi meglio perdere con qualcuno fuori dai primi 50. Qualcuno che non incontri spesso. Perdere contro un top10 a volte può essere pesante a livello psicologico, e anche il matchup entra in gioco. Se li incontri nei quarti o nelle semifinali di uno Slam, non ti senti sempre a tuo agio ad affrontarli. Per me questo è stato un anno di successo, è come mi sento ad ogni modo, contro i top10. Quindi si, credo che sarebbe solo di aiuto. Ma non ci sono garanzie. Ogni torneo è diverso e lo sono quelli con 5 set. Ma negli Slam ho avuto un anno positivo, se non in Australia. Spero che il prossimo anno possa esserlo ancora.

Hai 34 anni e Kei ne ha 25.
Grazie di avermelo ricordato. (ride)

C’è un gap generazionale. Ti piace giocare contro i più giovani come Kei?
Beh, non ho altra scelta se non accettare il fatto di incontrare tennisti più giovani. Parlavo con qualcuno l’altro giorno e gli dicevo che amavo quando ero giovane, amavo incontrare i miei eroi, Sampras, e altri incredibili tennisti, Henman, Moya, Agassi. Erano tempi diversi ed eccitanti, ma davvero molto, molto speciali, essere nel tour e al ristorante insieme. Era incredibilmente figo.
E all’improvviso loro non c’erano più e adesso sei tu quello vecchio. Ora devi essere tu l’ispirazione in un certo modo. E sono cose che riguardano la tua carriera, il tuo gioco, i luoghi in cui giochi, ed anche dover accettare il fatto che giocherai contro i più giovani, che adesso stanno cambiando il loro gioco per via delle velocità e delle racchette, della tecnologia. Kei è uno di loro. Un ragazzo in grado di produrre cose straordinarie in campo. Oggi lo ha dimostrato, come è in grado di rispondere alla seconda restando sulla linea di fondo. Impressionante. La partita mi è piaciuta molto. Non è stata semplice ma ce l’ho fatta. E spero di poterlo affrontare più spesso in futuro.

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