Leon Smith: "Bisogna capitalizzare il successo in Davis"

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Leon Smith: “Bisogna capitalizzare il successo in Davis”

Il regista della vittoria della Gran Bretagna in Coppa Davis sprona la federazione inglese a sfruttare la scia del successo in Davis per aumentare i praticanti e per non essere Murray-dipendente

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In Gran Bretagna nemmeno il tempo di festeggiare un successo atteso 79 anni e già si parte con bilanci e programmi. Leon Smith è il capitano che cinque anni fa, dopo la bruciante sconfitta in Lituania, ha preso per mano la squadra britannica sull’orlo del baratro dello spareggio per non retrocedere nel gruppo III (a livello europeo il gradino più basso della competizione a squadre). Da quello spareggio contro la Turchia la sua squadra in Davis ha vinto 12 turni con due sole battute d’arresto, una contro il Belgio in gruppo I nel 2012 e l’altra contro l’Italia nei  quarti di finale nel 2014. Molto è sicuramente dovuto alla presenza di Andy Murray (nella gestione Leon, Andy ha contribuito alla vittoria di 9 round su 10, con 17 vittorie in singolare, 6 in doppio ed una sola sconfitta contro Fognini), ma l’affiancamento ed il ricambio al campione scozzese è quanto mai necessario.

Lo stesso Murray, per quanto abbia dichiarato che la vittoria in Davis sia stata più emozionante delle vittorie nei tornei dello Slam ed alle Olimpiadi, ha altresì dichiarato di esserne uscito fisicamente provato “Ho 28 anni ma il mio corpo si sente molto più vecchio in questo momento“.

Consapevole di ciò e cavalcando l’onda di questo successo, Leon ne approfitta per dire che è il momento opportuno affinché la Lawn Tennis Association, la federazione inglese, crei una strategia di lungo periodo. Qualcosa che a suo dire deve stare a cuore a tutti. “Ciò che chiediamo è vedere più persone giocare, di modo che ci sia una maggiore rosa di talenti nei prossimi anni. Il momento è quello buono ma bisogna agire il più in fretta possibile, non solo per portare la gente in campo ma anche per farcela restare. Dobbiamo offrire loro buoni circoli e buoni allenatori per lavorare in tutte le condizioni e tirar fuori il meglio. Speriamo che questa vittoria abbia un’influenza positiva, dovrebbe“.

La federazione inglese era già stata in passato criticata per non aver saputo mettere a frutto il successo di Andy Murray a Wimbledon nel 2013, dopo il quale il numero di praticanti oltremanica era rimasto critico. Questa volta, però Michael Downey, a capo della LTA, è ottimista; per lui il vittorioso weekend in Belgio è “un momento davvero molto speciale dal punto di vista emotivo che potrà portare interesse nel nostro sport“.

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