Claudia Coppola: dal sogno di Wimbledon all'incubo "combine"

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Claudia Coppola: dal sogno di Wimbledon all’incubo “combine”

La grottesca storia di Claudia Coppola, prospetto del tennis azzurro condannata a sei mesi di squalifica dalla TIU con l’accusa di aver combinato l’esito di un incontro

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Claudia Coppola è una tennista nata in Italia nel ’94, ma emigrata in Germania dall’età di un anno; è allenata dal padre Pasquale, appassionato di motori e titolare di un autonoleggio nella regione del Vestfalia. Pare si sia avvicinata al tennis dopo aver visto una partita in tv ed il papà-coach decise, così, di portarla al circolo “TC Liblar”. Le sue note caratteristiche sono decisamente scarne, perché di lei si sa che ha un gioco aggressivo e un buon diritto, ma la sua “carriera” sportiva non ha raggiunto un livello eccezionale, perché Claudia ha un best ranking di n. 869 raggiunto nel Settembre 2013 ed un bilancio vittorie/sconfitte che recita un mesto 14/36. Questi i suoi dati tecnici e biografici, che rendono questa giovane tennista italiana praticamente sconosciuta al grande pubblico; nello stesso tempo però è salita agli “onori” delle cronache sportive per aver ricevuto una squalifica di 6 mesi inflitta dalla Tennis Integrity Unit per un tentativo di combine. Il testo della sanzione è “ermetico”: la TIU comunica che la giovane azzurra si è dichiarata colpevole di violazione degli articoli D.1.d e D.1.e del programma anticorruzione, secondo cui nessun giocatore o persona ad essa collegata dovrebbe combinare o tentare di combinare l’esito di un match oppure tentare di convincere un tennista a non impegnarsi al massimo.

Il luogo del misfatto è la famosa località turistica egiziana di Sharm El Sheikh dove si disputa anche un ITF da 10.000 dollari (certamente non un torneo di primo livello), in cui la Coppola beneficiava di una wild card nel tabellone principale. La dinamica dell’accaduto resta misteriosa, perché non si conoscono i dettagli su chi ha architettato la “combine”, né il nome della sua avversaria, ma certamente non è un bel viatico iniziare una carriera macchiandosi di un tentativo di frode. Questo stop, imposto dalla sentenza, ha minato la fiducia della ventenne italiana, che per un periodo aveva pensato di mollare tutto. Poi la passione per il tennis ed il sogno di vincere Wimbledon (il suo torneo preferito) hanno spinto la tennista italiana a riprendere gli allenamenti ed a cercare di ritornare nel circuito. In un’intervista rilasciata dopo la squalifica Claudia ha parlato dei momenti difficili, della vergogna che ha provato quando ha rimesso piede negli spogliatoi e della sensazione di essere giudicata dagli sguardi delle sue colleghe. Un peso non indifferente da sopportare per una ragazza giovane, che ha sempre vissuto questa vicenda come un’ingiustizia. Infatti in un’intervista, rilasciata dopo la squalifica, ha parlato di una “truffa subìta” ed ha dato una sua ricostruzione dei fatti che cozza, comunque, con la confessione data agli organi competenti. Claudia afferma di aver sentito un risentimento muscolare agli addominali durante una sessione di allenamento con la sua collega Bruzzone, questo fastidio le impediva, praticamente, di eseguire il movimento del servizio. Allora, in accordo con il padre, aveva deciso di ritirarsi e così andò a parlare con il supervisor del torneo, che le avrebbe consigliato di aspettare qualche ora prima di prendere qualunque decisione. Nel racconto la ragazza ribadisce di aver visto, il giorno successivo, il supervisor e la sua avversaria prevista in tabellone parlare, in arabo, in modo molto confidenziale. A suo dire questo comportamento, decisamente inusuale, spiegherebbe la reticenza nell’accettare il ritiro della Coppola, che avrebbe, così, comportato l’ingresso nel main draw di un’altra tennista. Claudia aggiunge, poi, un altro particolare, ovvero che incontrando la sua ipotetica avversaria (che era stata sua compagna di doppio nel torneo precedente), la sera prima dell’effettivo ritiro, le avrebbe “scherzosamente” detto che, se non si fosse ritirata, avrebbe comunque vinto perché non riusciva a servire. Questa frase infelice ed ingenua sarebbe stata la base su cui è nato l’esposto alle autorità competenti.

Un intreccio da film, che resta comunque molto distante dalla versione ufficiale dichiarata all’organo disciplinare, che nel testo parla di una confessione e non di una denuncia. Al di là di questa situazione confusa, la macchia resta e da quella squalifica la carriera della Coppola non è decollata, anzi non è ancora partita.

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