Tennis America, dopo gli ultimi US Open si può sperare

Rubriche

Tennis America, dopo gli ultimi US Open si può sperare

Il tennis a stelle e strisce vuole tornare grande, i risultati di questa stagione sul cemento di casa sono stati buoni. Adesso bisogna coltivare i talenti appena nati e non perdere chi si sta affermando solo adesso

Pubblicato

il

 

Che il tennis americano non abbia più i super campioni del passato è assodato, ma è anche indubbio che il movimento stia cercando ad ogni costo di uscire da una mediocrità che, non foss’altro per la sua tradizione, non merita. Gli ultimi US Open ne sono la testimonianza, i risultati raggiunti con Isner e Young sono buoni, forse ottimi se si considerano gli avversari che li hanno sconfitti e il cammino che i due hanno intrapreso per raggiungere l’obiettivo.

Partiamo da Young, capace di battere all’esordio Gilles Simon, non proprio l’ultimo arrivato. Nei tornei di preparazione David aveva raggiunto gli ottavi di finale (persi da Djokovic). A New York oltre alla vittoria al quinto con Simon bisogna aggiungere quella con Troicki rimontando due set a zero, stessa cosa che era capitata al primo turno con il francese. Il tennista di Chicago ha poi perso da Wawrinka, strappando anche il secondo set, non proprio una sciocchezza visto il Wawrinka degli ultimi tempi. Lo stesso tennista svizzero nel post match ha ammesso di quanto sia stato difficile superare l’afroamericano e quanto concentrazione ci sia voluta. Attestati di stima insomma che non possono che far bene al ventiseienne, non più promessa del tennis ma forse da quest’anno giocatore solido e difficile da battere che può regalare al tennis USA nuovi acuti che non saranno i trionfi degli anni passati ma che fanno pur sempre bene ad un movimento che cerca di risalire, ed in fretta, le gerarchie del tennis mondiale.

L’altro tennista a raggiungere gli ottavi di finale è stato John Isner, che nel 2011 aveva raggiunto anche i quarti a New York, per lui la sconfitta è arrivata per mano di Roger Federer e dopo ciò potremmo anche chiudere il discorso etichettando come positivo il suo torneo. Il cammino di Long John è stato meno tortuoso di quello di Young però è arrivato dove doveva arrivare, il lungo di Tampa ha battuto in successione Jaziri, Youzhny e Vesely prima di infrangersi contro lo scoglio svizzero. Come detto gli ottavi di Isner non sono una novita a New York in quanto l’americano li aveva già raggiunti anche nel 2009. Al risultato di quest’anno però si sommano anche le ottime performance nei tornei di preparazione dove si registra una vittoria ad Atlanta, una finale a Washington (persa da Nishikori) e i quarti a Montreal.

In fondo poteva andare persino meglio per la truppa americana impegnata nell’ultimo slam della stagione, Sock avrebbe potuto superare un turno in più se non fosse stato costretto al ritiro contro Bemelmans (c’è da dire però che era sotto 2 set a 1). Johnson non ha visto la luce del secondo turno sconfitto da Fognini e nonostante non ci siano dubbi sulla nostra felicità per questo è pur sempre vero che l’americano si è visto vinto da un tennista che in quel momento non annoverava vittorie sul duro nel 2015. Infine ai rimpianti si aggiunge anche Mardy Fish, che ovviamente non sarà un tennista di prospettiva ma i risultati positivi aiutano sempre il movimento, anche solo per immagine. Il tennista del Minnesota ha chiuso proprio qui la sua carriera, finita contro Feliciano Lopez dopo aver servito per il match nel quarto set, davvero un peccato. Si sarebbe regalato Raonic e viste le condizioni atletiche del canadese c’erano tutti i presupposti per vedere anch’egli negli ottavi di finale, dove avrebbe trovato Fognini (!). Meglio fermarsi qui perché ad immaginarselo nei quarti ci vuole ben poco…

Insomma definire questa stagione sul cemento ottima è forse troppo per l’armata statunitense, buona sembra più idoneo. In prospettiva c’è sicuramente da migliorare ma l’età è a favore del team che oltre Isner non vede tennisti al di sopra dei 26 anni e soprattutto può ben sperare vista la freschezza di Sock (22 anni) e la nuova maturità di Young. Il 2016 dunque potrebbe vedere l’America fare un ulteriore passo in più nelle gerarchie del tennis, che in altre epoche dominava.

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement