Il tennis di Nole Djokovic è da supereroi, gli Australian Open hanno già il vincitore?

ATP

Il tennis di Nole Djokovic è da supereroi, gli Australian Open hanno già il vincitore?

La terribile lezione impartita ieri a Rafael Nadal sembra proiettare Novak Djokovic in un mondo irreale, lontanto dal tennis degli umani. Ripercorriamo i dodici mesi migliori della storia del tennis facendoci aiutare dai… fumetti!

Pubblicato

il

 

Se il buongiorno si vede dal mattino il 2016 rischia di seguire il 2015, oggettivamente l’anno del dominio incontrastato del n.1 al mondo, Novak Djokovic, per gli amici Nole.
La severissima lezione impartita a Rafael Nadal, che non riesce a raggiungere 4 game nello stesso parziale contro Nole dal primo set del quarto di finale del Roland Garros di quest’anno, sancisce forse la fine di una rivalità che per essere tale, come diceva Roddick, necessita di un qualche equilibrio. Invece negli ultimi otto set giocati, Rafa ha raccolto la miseria di 17 game, praticamente due per set. Un dominio imbarazzante, che sembra persino accentuarsi, considerato che per la prima volta Djokovic ha lasciato meno di 4 game all’avversario.

Ma il problema, se così vogliamo chiamarlo, non è solo di Rafael Nadal. Novak Djokovic sta semplicemente surclassando gli avversari, così come aveva fatto lo scorso anno e non si vede chi possa fermarlo la settimana prossima a Melbourne, in quello che è il primo Slam dell’anno. E come se non bastasse, quello in cui il serbo si è sempre trovato maggiormente a proprio agio, Wawrinka permettendo.

Il tennis in questo momento non sembra padroneggiato da un atleta più in forma o più abile degli altri, ma da un essere appartenente ad una categoria assolutamente superiore, talmente superiore che la sconfitta, quasi impossibile, sembra avvenire solo in condizioni particolari, la cui onta è stata “lavata” con un’immediata vittoria successiva. Se foste appassionati lettori delle testate Marvel o della DC comics, seguendo i tornei del campione serbo, vi sembrerà di essere spettatori, più che di incontri di tennis, di battaglie degli eroi dei fumetti Bruce Wayne e Steve Rogers. Così come Bruce Wayne veste i panni di un uomo-pipistrello supertecnologico che deve le sue abilità ad un talento intellettuale innato ed alle arti marziali che ha acquisito in anni di sacrificio nelle montagne asiatiche al servizio di maestri zen, o Steve Rogers un super vitaminizzato soldato che deve la sua straordinaria forza e le sue doti atletiche al preparato chimico realizzato dal Dr. Abraham Erskine, allo stesso modo Novak Djokovic appare l’essere in grado di vincere sempre ed in qualsiasi condizione avversa a prescindere del “villain” di turno che gli si pone contro, indipendentemente che si chiami Joker, Teschio Rosso, Roger Federer, Rafa Nadal ecc.

Nole Djokovic ha le doti di un atleta da “super poteri”.
L’anno scorso dopo i bagordi del capodanno, Nole perse al terzo turno di Doha contro Ivo Karlovic, un atleta che con i suoi 211 cm, guarda il mondo dall’alto e decide, nei suoi game di servizio, se fare ace o no. Quest’anno neanche i botti lo hanno distratto.
Nelle settimane successive Nole si aggiudica l’Australian Open stroncando atleticamente i suoi avversari: non perde neanche un set fino alle semifinale, vince 6-0 al 5° con il detentore del titolo, tale Stan Wawrinka, e 6-0  al 4° con un certo Andy Murray. Il torneo successivo lo perde a Dubai, dove la superficie veloce ed il clima secco desertico, favoriscono il gioco vario e fatto di anticipo di Roger Federer ma quel match ha una natura tecnica molto specifica, le condizioni di gioco sono particolarmente rapide pertanto la quota atletica superiore di Nole viene smorzata dalla brillantezza tecnica di Roger. SuperNole però vince di seguito 5 mille: Indian Wells, Miami, Montecarlo e, dopo aver saltato Madrid, per una curiosa “allergia ai baffi”, gli Internazionali BNL d’Italia. Le vittorie non sono tutte prive di rischio, su 20 match vittoriosi infatti 5 vanno al terzo, ciò nondimeno non appena serve, Nole fa valere anche la sua superiorità atletica. Infatti, quando ne ha bisogno, tira fuori i super poteri e vince anche in situazioni inizialmente complicate.

Al Roland Garros fila tutto liscio fino alla semifinale. Ai quarti super Nole batte il 9 volte vincitore, e sarà l’ultima volta che Rafa, sotto 4 a 0, riesce a issarsi fino al 5 pari. La superiorità atletica sull’uomo di Manacor è imbarazzante, ma in semifinale RoboNole è costretto al quinto set da Andy Murray. Vinti i primi due set 6-3, perde 7-5 i due successivi, più per distrazione che per altro, ma, appena viene fuori il sole giallo della terra, Nol el, figlio trascurato di Jor-El, ritrova i super poteri e vince ancora una volta in modo schiacciante il parziale decisivo 6-1 contro l’avvilito avversario.
Il match di semi finale inizia il venerdì ma si conclude il sabato, pertanto Nole affronta domenica in finale Warinka senza il giorno di riposo concesso al suo avversario. La sua quota umana prevale e nonostante vinca il primo set, perde al quarto set. La dinamica del match appare chiaro, il crollo atletico di Nole è evidente, qualcosa si inceppa, al punto che egli stesso dichiara in conferenza stampa una stanchezza ingiustificabile. L’esito della partita rompe il suo sogno di realizzare il career slam ma restituisce interesse e pathos al circuito nonché elementi di umanità al campione serbo.

Ma SuperNole non si infrange sul “mattone tritato”, si alimenta della sacra energia degli dei e vince Wimbledon battendo in finale Roger Federer, senza peraltro aver bisogno di un torneo di preparazione alla difficilissima erba ed alla più difficile ancora transizione terra-erba. Roger gioca un gran tennis come, ahinoi, lui solo sa fare, ma nulla può con un essere che recupera qualsiasi cosa in qualsiasi punto del campo ed a qualsiasi velocità, soprattutto su una superficie ormai resa lenta dall’erba consumata. Ancora una volta il match ha una consistenza fortemente atletica, Roger prova a far punto da tutte le posizioni ma non fa altro che sprecare energie in quanto il serbo riesce sempre a restituire l’offesa.

Conclusa la stagione sul verde, segue, dopo un breve periodo di riposo, il tour nord-americano con il primo torneo a Montreal e quello successivo di Cincinnati. In piena coerenza con quanto già accaduto nella parte iniziale della stagione, superate queste due sconfitte, Djokovic affronta un periodo che ha dell’incredibile sul piano probabilistico prima ancora che atletico. Non perde praticamente più alcun match, fatto salvo quello perso nel girone di RR contro Roger sul quale torneremo ain seguito.

A New York superato in semifinale il campione uscente, Marin Cilic – al quale il n. 1 del mondo lascia solo 3 game – il mondo del tennis aspetta la ripetizione della sfida tra il n.1 ed il n.2 al mondo, sperando in una scossa alla banalità della stagione. Spinti dall’ultima vittoria di Roger, i suoi tifosi ne sostengono a gran voce la prestazione. Lo stadio del tennis si trasforma in una arena romana, il pubblico invoca i sacri dei del tennis affinché il giocatore svizzero gli regali un altro sogno superando spesso i limiti di sportività. Le condizioni di gioco sono davvero severe per Novak poiché mantenere calma e concentrazione è quasi impossibile; a questo si aggiunga la prestazione eccellente di Roger che, nonostante i 34 anni, tiene un ritmo altissimo. Il match si mantiene in parità fino al terzo set (un set per parte), Roger tiene sotto pressione Nole che sembra in sua balìa e che, tuttavia, corre e ribatte in tutti i lati del campo rimettendo ogni palla. Le palle break a favore di Roger non si contano (alla fine saranno 18 in tutto).

Dopo vari game, salvati con tanto “olio di gomito”, Nole si trova sul 3-4 a fronteggiare due palle break che avrebbero mandato Roger a servire per il terzo set. Ciò che maggiormente colpisce in questo momento è che, sul volto di Nole (solo sul volto!), incomincia a vedersi una profonda stanchezza, gli occhi svelano la sofferenza a cui il giocatore è sottoposto, la magrezza sembra diventare scheletricità e l’inerzia del match è davvero tutta dalla parte del campione svizzero. Tuttavia, con un atto di magia, salva le due palle break, strappa il servizio a Roger, resiste al ritorno dello svizzero, vince il set e, in pochi minuti, si porta sul 5-2 del quarto set sovvertendo le regole non scritte del tennis. Per un attimo Roger (David Foster Wallace docet) conferisce ancora pathos al match che, nonostante ciò, si conclude sul 6-4 5-7 6-4 6-4 per il n.1 del mondo.

Dal punto di vista fumettistico il match si configura come la circostanza in cui l’eroe ne prende di santa ragione dal villain di turno e, dopo aver preso l’ultimo colpo, che appare definitivo, si rialza pulendosi la bocca insanguinata con il palmo della mano e, come se tutto ciò che era accaduto in quel momento non fosse valso nulla, batte il suo nemico tornando a far valere la forza del bene.

Nel seguito della stagione la prova di superiorità di Nole è forse ancora più imbarazzante. Qualsiasi giocatore, sazio dei successi, avrebbe avuto un calo della motivazione, se non atletico. Djokovic invece partecipa e vince a Beijing, Shangai, Parigi Bercy ed alle ATP Finals di Londra, conquistando tutti i tornei e perdendo un solo set a Parigi contro Warinka che batte tuttavia 6-0 al terzo. La prestazione più enigmatica è quella di Londra dove Nole addirittura perde il match di RR con Roger in due set netti 7-5 6-2, (il secondo set è vinto in scioltezza dallo svizzero), battendolo tuttavia senza problemi in finale.

Tale partita vede i due campioni opposti di nuovo, ripetendo un po’ la situazione di Cincinnati-New York. Roger non può essere considerato favorito, ci si aspetta tuttavia che sulla superficie veloce indoor, alla luce del match di RR, almeno ci sia partita: le aspettative sono smentite, il dominio atletico di Nole è imbarazzante, ciò che era accaduto pochi giorni prima viene completamente sovvertito con lo score di 6-3 6-4. La sensazione è che a scontrarsi siano due giocatori completamente diversi rispetto al RR, sovvertendo la dinamica consolidata nella storia del torneo. Infatti, in 35 anni della manifestazione, le volte che nella finale si incontrano gli stessi giocatori già affrontatisi nel RR (round robin) sono ben 14; in 8 volte il risultato è diverso ma i match sono comunque sempre combattuti e l’incertezza fa loro da padrona. (Solo nel 1999 Agassi batte nettamente nel RR Sampras per 6-2 6-2 poi perderci in finale 1-6 7-5 4-6 in un match evidentemente comunque combattuto.) Ancora una volta si ha la sensazione che Nole, quando ne ha necessità, porti il gioco a livelli non praticabili dai suoi antagonisti, non per particolari capacità tecniche ma semplicemente per la capacità di alzare in modo spaventoso il ritmo di gioco.

In definitiva Nole conclude il 2015 con 16.585 punti ed un distacco di 7.640 sul secondo (il campione mancato di badminton Andy Murray), vince 3 slam, le ATP Finals, 6 mille (e spiccioli), fa finale al Roland Garros e vince in tutto 82 match a fronte di 6 sconfitte, di cui, a mio parere, solo 2 trovano fondamento in una prestazione atletica ordinaria.

Novak Djokovic domina quindi una stagione mostrando veri e propri super poteri, tanto che ormai pare opportuno soprannominarlo Super Nole, piuttosto che Djoker. Non si può affermare che Nole sia un genio della tecnica, i suoi limiti, soprattutto in alcune zone del campo nell’esecuzione di alcuni colpi, appaiono evidenti: volée, demi- volèe, approccio alla rete, back di rovescio (per non parlare di quello di diritto) sembrano colpi sconosciuti al tennista.
Viene il dubbio che Nole, oltre a doti atletiche innate, riesca a gestire al meglio le sessioni di allenamento ed il regime alimentare – portando le sue prestazioni atletiche a livelli inumani in termini di livello e costanza.

Roberto Pepe

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement