Verso il Day 2: orgoglio australiano, nostalgia spagnola. Giornata di derby a Melbourne

Australian Open

Verso il Day 2: orgoglio australiano, nostalgia spagnola. Giornata di derby a Melbourne

La seconda giornata degli Australian Open ha come incontri di cartello due scontri molto particolari tra connazionali: l’ultimo torneo della carriera di Lleyton Hewitt inizia contro il giovane Duckworth, mentre Rafa Nadal e Fernando Verdasco rivivono i fasti del passato sulla Rod Laver Arena. Incontri insidiosi per i 3 azzurri presenti nella parte bassa

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Un torneo del Grande Slam non lo è solo per la qualità dei giocatori, l’importanza del palcoscenico o il seguito mediatico: ciò che lo rende diverso dagli altri tornei è la capacità di creare “storie” che diventano magiche nel contesto in cui si trovano.

Le due storie più interessanti della seconda giornata degli Australian Open 2016 sono quelle legate a due derby, uno casalingo e uno spagnolo che sono legati entrambi da un fattore nostalgico indubbiamente affascinante. Il Derby australiano, a cui sarà dedicata la prima parte della sessione serale sulla Rod Laver Arena, è un confronto generazionale: Lleyton Hewitt comincia il suo 20° e ultimo Australian Open contro James Duckworth, 11 anni più giovane di lui e che dunque stava festeggiando il suo quinto compleanno quando Lleyton entro per la prima volta nel tabellone principale di Melbourne nel 1997 non ancora sedicenne.
Da allora è stato l’unico slam che Hewitt non ha mai saltato, nonostante dal 2008 in avanti abbia subito 5 operazioni chirurgiche tra piede e anca. Uno Slam dove non ha avuto la stessa continuità di risultati che ha avuto a Wimbledon o a Flushing Meadows, un po’ come era successo al suo predecessore Pat Rafter, ma che comunque l’ha visto sempre amatissimo dalla folla per via del suo coraggio e della sua tenacia sul campo.

L’altro derby di giornata è un vero proprio “amarcord” per Rafael Nadal e Fernando Verdasco che sulla Rod Laver Arena giocarono 7 anni fa, una memorabile semifinale durata 5h14 e conclusasi in 5 set a favore del maiorchino, che poi andò a vincere, dopo un’altra maratona contro Roger Federer, il suo unico titolo a Melbourne. Stavolta si ritrovano in un primo turno, più per colpa di Verdasco che di Nadal, essendo sceso al numero 45 del ranking mondiale, 40 posti dietro al suo connazionale. Anche Nadal però non è lo stesso giocatore di quella partita e negli ultimi 2 anni, dalla finale persa qui contro Wawrinka, non è stato più la macchina inarrestabile che si era portata in cima al tennis mondiale. Solo il feudo del Roland Garros nel 2014 lo ha visto trionfare da lì in avanti nei grandi tornei in quello che a posteriori è sembrato un canto del cigno a quei livelli. Sarà effettivamente così? Chissà, certo Verdasco non ha mantenuto le premesse di quella semifinale e in generale di quella stagione 2009 in cui arrivò a giocarsi il Masters di Londra. Nonostante un talento indubbio, non ha mai saputo portare la sua mente e il suo fisico a un livello lontamente paragonibile a quello di Rafa, e ovviamente questo ha fatto tutta la differenza del mondo. Ora si ritrovano sullo stesso campo di 7 anni or sono, ma sembra tutto più blando, in tono minore,  per una generazione di tennis spagnolo che in ogni caso non sarà ripetibile se non in tempi lunghissimi.

Chiuso il capitolo romantico dei derby “stranieri”, torniamo per un attimo patriottici e parliamo dei nostri 3 portabandiera in campo oggi: tutti nel singolare maschile, visto che la pattuglia femminile si è ridotta alla sola, bravissima, Roberta Vinci.
Il match più interessante dei 3 è senza dubbio quello che vede in campo Fabio Fognini che giocherà in apertura di programma contro Gilles Muller, il lussemburghese capace di raggiungere gli ottavi di finale qui un anno fa, battuto con onore da Novak Djokovic. Certamente non un sorteggio fortunato per Fabio se si considerano non solo le caratteristiche tecniche molto offensive del suo avversario ma anche solo per una questione puramente matematica: Muller è N.38 del mondo quindi pochi posti fuori dalle 32 teste di serie. Avversario peggiore per un primo turno Slam era difficile da trovare. Il ligure è apparso in ottime condizioni a Auckland la scorsa settimana ma dovrà avere molta pazienza per portare a casa questo match. Non ci sono precedenti tra i 2 giocatori per quella che si preannuncia come una grande battaglia.

Simone Bolelli parte favorito contro l’americano Brian Baker che torna a giocare dopo un’assenza di quasi 3 anni dopo una serie infinita di interventi chirurgici tra ginocchio, anche e spalla. Mai come questa volta il ranking protetto che gli consentirà di giocare questa notte, è meritato per un vero campionissimo della sfortuna tennistica. Un ragazzo che peraltro è riuscito a  battere da junior giocatori come Djokovic, Murray e Tsonga. Ma con il passaggio al professionismo il suo fisico non gli ha dato mai tregua. Un match dunque insidioso per Bolelli perché l’americano potrebbe anche avere la sensazione di non avere nulla da perdere essendo sostanzialmente un miracolato tennistico.

Difficile ma non impossibile il compito di Marco Cecchinato che affronta Nicolas Mahut, certamente più esperto di lui ma che ormai sembra più orientato alla carriera da doppista che a quella in singolare. Potrebbe essere l’occasione buona per un bell’upset all’italiana.

Altri match interessanti del giorno: Andy Murray contro il talento di Alexander Zverev per molti il N.1 del tennis del futuro. Murray avrà la testa sul torneo oppure sul figlio che sta per nascere? Certamente già un buon test per capirlo. Match insidioso per Venus Williams contro la britannica Konta che l’ha fatta soffrire già a Wuhan sul finire della scorsa stagione. Da verificare le condizioni di Garbine Muguruza che apre il programma sulla Rod Laver Arena contro la ventenne estone Ana Kontaveit. La spagnola soffre di fascite plantare e quindi dovrà stare molta attenta nel suo match d’esordio.

Insomma le premesse per una grande giornata di tennis a Melbourne Park ci sono tutte, tra nostalgia del passato e voglia di futuro…

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