AO interviste, Raonic: "Avevo ben chiaro quello che dovevo fare, e ci ho creduto"

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AO interviste, Raonic: “Avevo ben chiaro quello che dovevo fare, e ci ho creduto”

Australian Open interviste, ottavi di finale. M. Raonic b. S. Wawrinka 6-4 6-3 5-7 4-6 6-3. L’intervista del dopo partita a Milos Raonic

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Deve essere grandioso riuscire a battere finalmente Stan e raggiungere i quarti di finale. Parlaci delle tue sensazioni.
Credo che sia qualcosa di molto positivo. Sono contento di come ho giocato, di come ho lottato e del modo in cui sono riuscito a ribaltare la situazione dopo che lui mi aveva portato al quinto.
Sono felice della situazione in cui mi sono messo. Comunque, nonostante io sia felice, penso già alla prossima sfida.

Non hai mostrato molte emozioni, almeno all’esterno. Dentro eri agitato?
Devo essere onesto, non più del normale, perché avevo ben chiaro in mente quello che avevo bisogno di fare e ho creduto di poterlo fare. Credo che questo mi abbia dato una specie di calma e di pace. Ero convinto fortemente delle opportunità che mi stavo creando e che sarei stato in grado di fare di più.

È così sempre?
Beh, dipende. Dipende da dove ti trovi. Negli ultimi nove mesi per me è stato tutto messo in dubbio. Alcuni giorni c’era la delusione di dover affrontare un infortunio, altri giorni andava meglio. Ma credo che più maturo più sono in grado di capire il mio gioco, quello di cui ho bisogno. Di conseguenza posso affrontare le cose con calma.

Hai mai attaccato così tanto come questa sera in campo?
Credo sia successo di più verso la fine. Non so se contano tutto ma con il mio team ne abbiamo contati circa 80. Non so se contano solo il punto vincente o il servizio, ma io sentivo di fare bene. Specialmente su alcuni punti sono stato molto efficiente. Forse ho esagerato nel terzo e quarto set e sono diventato più prevedibile. Gli ho messo pressione comunque, e l’ho messo in una posizione in cui forse lui non si è sentito a suo agio.

Hai detto che stai già pensando al prossimo match. I tuoi pensieri su Gael?
Sì, anche perché da quello che ho visto, lui sta giocando molto bene. È molto spettacolare ed è un avversario difficile. Può mostrarti tutto ciò di cui è capace in un solo match. Devo cercare di comandare il gioco, di metterlo in difficoltà. Non devo cercare di farlo sentire a suo agio. Se sarò in grado di giocare bene in pressione, allora avrò delle opportunità.

Quale credi sia la cosa più folle che abbia fatto in campo?
Credo sia la prossima che farà (ride).

Dal punto di vista della fiducia, in poche settimane hai battuto due vincitori di Slam. Questo come ti fa sentire? Credi che il momento positivo possa andare avanti?
Certo, credo che aiuti assolutamente. Sento che il lavoro viene ripagato. Credo che questo possa aiutarmi nei momenti difficili, quando le cose non vanno necessariamente a mio favore. Essere sotto di un break come nel secondo set e trovare delle soluzioni, darmi delle opportunità. Tutte queste cose insieme mi aiutano a capire a che punto sono nel mio gioco e come posso andare avanti.

C’è qualche ragione tecnica, qualche miglioramento per quelle voleé così buone?
Credo di muovermi meglio. Ho lavorato molto su questo. Domani quando mi allenerò, lo farò per un’ora, anzichè lavorare solo 10 o 15 minuti a rete. Ho ben chiaro quello che devo fare, e comunque perdo molto più tempo su queste cose rispetto al passato.

Cosa significa per te vincere una partita del genere su un campo come la Rod Laver Arena?
Credo sia grandioso. Ma più perchè ci sono questi avversari, dei campioni che hanno vinto Slam, e batterli per la prima volta in un torneo come questo, non importa se sei sul Campo 15 o in qualunque altro campo, sono le risposte al duro lavoro.

 

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