AO, uomini: Wawrinka fuori! Raonic vince al quinto, lo aspetta Monfils. Murray-Ferrer l'ultimo quarto di finale

Australian Open

AO, uomini: Wawrinka fuori! Raonic vince al quinto, lo aspetta Monfils. Murray-Ferrer l’ultimo quarto di finale

Prima sorpresa a Melbourne, Milos Raonic va avanti due set a zero e poi vince al quinto eliminando Stan Wawrinka. Raggiunge ai quarti il francese Gael Monfils, che supera il russo Kuznetsov, Ferrer supera facilmente Isner, Tomic rimandato all’anno prossimo da Andy Murray

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[2] A. Murray b. [16] B. Tomic 6-4 6-4 7-6(4)  (Giovanni Vianello)

Sfida per un posto nei quarti tra il 4 volte finalista qui a Melbourne Andy Murray, n. 2 del ranking e del seeding, e l’australiano Bernard Tomic, t.d.s. 16 e n. 17 ATP, Tomic che, dopo un convincente 2011, sembrava essersi perso in una vita fin troppo mondana, salvo tornare su buoni livelli nel 2015 ed in quest’avvio di 2016, quando ha raggiunto la semifinale a Brisbane. La partita, nelle previsioni, si preannunciava come uno scontro di diversi modi di intepretare il gioco da fondocampo, con Tomic che cerca più di costruire aprendosi gli angoli mentre Murray è più difensivo. Più incisivo il servizio di Tomic, che è più alto dello scozzese, ma in compenso è molto migliore la risposta di quest’ultimo. Una statisitica curiosa a favore di Murray: il britannico ha perso una sola volta in un torneo dello Slam da un “padrone di casa”, nel 2006 da Monfils (ovviamente al Roland Garros). Partita di livello non molto alto nei primi due set, migliore nel terzo. Nel primo set Murray inizia benissimo e si porta avanti 2-0 usando molte palle corte, ma poi sul 2-1 in suo favore cede la battuta a 30 con molti gratuiti e quindi il punteggio diventa di due pari. A questo punto Tomic comincia a mostrare un atteggiamento piuttosto svagato e cede tre game consecutivi. Murray non sfrutta la prima chance di servire per il set, ma concretizza la seconda e chiude 6-4. Nel secondo set tre break consecutivi in apertura, con lo scozzese che va avanti 2-1 e servizio, poi poco da segnalare, Murray sorprendentemente più efficace col servizio rispetto a Tomic e l’australiano che non riesce a fare altro che limitare i danni. Anche nel terzo set il britannico inizialmente si trova avanti due a uno e servizio (questa volta c’è solo un break), ma a questo punto l’australiano entra finalmente appieno in partita e opera il contro-break, mettendo anche la testa avanti sul 3-2, senza break. Il gioco nel terzo set si fa di qualità più elevata, soprattutto grazie a Tomic che alza il proprio rendimento, sia col servizio che da fondo. Il parziale segue i servizi fino al tie-break, che viene vinto 7-4 da Murray, tie break su cui Tomic può tuttavia recriminare per dei facili dritti sbagliati da parte sua. Prova sufficiente per Murray, che approda almeno ai quarti di finale a Melbourne per l’ottavo anno consecutivo, rimandato Tomic, dal quale ci si poteva aspettare più continuità ed offensività. Al prossimo Murray- Ferrer.

 

 

[13]M.Raonic b. [4]S.Wawrinka 6-4 6-3 5-7 4-6 6-3 (da Melbourne, Luca Baldissera)

stats raonic

Il pomeriggio di Melbourne e luminosissimo e assolato, ma con temperatura piacevolmente fresca e un lieve vento dal mare, condizioni di gioco ideali, quando poco prima delle tre di pomeriggio iniziano il palleggio di riscaldamento lo svizzero Stanislas Wawrinka e il canadese Milos Raonic, due tra i giocatori più in forma di questa stagione, reduci rispettivamente dalle vittorie nei tornei di Chennai e Brisbane, entrambi con una striscia aperta di sette vittorie consecutive in avvio di 2016. I precedento sono 4-0 per Stan. Rod Laver Arena quasi al completo, bell’entusiasmo sulle tribune.

Va al servizio Wawrinka, commette un paio di errori con il dritto, ma mette glù anche due ace, e tiene dopo una parità. 1-0. L’esordio alla battuta di Milos è un ace centrale a 223 kmh, poi la macchinetta elettronica che segnala quando la palla sfiora il nastro lo costringe a ripetere altre due prime, ma la cosa non lo scompone, nell’ordine Raonic tira a 223, 226 e 222 kmh, 1-1. Doppio fallo Stan ad aprire il terzo game, poi bene con il dritto, ancora doppio fallo, buon attacco, e lo svizzero tiene a 30. Gli outfit dei due sono sinceramente discutibili, con profusione di colori fluo dal giallo all’arancione, Milos ha il consueto manicotto sul braccio destro, Wawrinka colpito dal sole sembra una lampadina a forma di sorbetto. Gli sponsor tecnici non sanno più cosa inventarsi, evidentemente. Servizio chiuso a 30 anche per Raonic, siamo 2-2, Stan a zero, 3-2 per lui. Come previsto, entrambi tirano fortissimo, i servizi la fanno da padroni, un po’ meglio Milos ovviamente, ma appena si scambia è Wawrinka a comandare. Sesto game, Raonic sempre a tutta con la battuta (nemmeno una prima sotto i 215 kmh), e pure diverse belle soluzione di tocco a rete, 3-3, poi subito 4-3 Stan, il gioco è a dir poco scarno, nel frattempo Milos 229 kmh in scioltezza per due volte, 4-4. Il collega Alessandro Terziani di Tennis Italiano seduto accanto a me giustamente commenta: “è una partita interessante, non bella“, descrivendo alla perfezione il match.
Wawrinka, al servizio sotto 15-30 nel nono game, subisce un passante di rovescio di Raonic, 15-40, due palle break, e un dritto in rete dello svizzero (piuttosto falloso con quel colpo oggi Stan) manda Milos a servire per il primo set. Slice vincente, serve&volley, poi passantino in cross di rovescio delizioso Wawrinka, 30-15, volée vincente Milos (benissimo a rete oggi il canadese), 40-15, due set point, altra volée chiusa alla grande, 6-4 Raonic. Venti secondi netti, non di più, di passaggio a vuoto sono costati il parziale a Stan, ma contro un Milos tanto esplosivo e solido va così.

Inizia ancora Wawrinka alla battuta il secondo set, e gioca bene, gli scappa un doppio fallo (terzo) ma sale 1-0 senza problemi. Raonic serve sempre fisso sopra i 220 kmh, ma Stan contiene un paio di risposte bloccate, si porta 30 pari, piazza un bel passante di dritto, è 30-40, prima palla break per lui. Brutto attacco di Milos in rete, ed è break, 2-0 Wawrinka, che nel game successivo con tre gratuiti di dritto da fondo (a tratti totalmente inceppato quel fondamentale per lo svizzero) va 30-40 e poi regala il controbreak. 2-1. Sembra anche un po’ nervoso adesso Stan, guarda spesso il suo box, dove Donna Vekic, Severin Luthi e Magnus Norman assistono al match. 2-2 Raonic poco dopo, tutto da rifare. Milos, oltre alle belle chiusure a rete, trova anche ottime smorzate, decisamente oggi il canadese sente bene la palla, Wawrinka deve stare molto attento. Infatti ecco il 30-40, terza palla break per Raonic, che Stan annulla con servizio-dritto e un “Come ooon!” che sentono anche al campo 15. Ma l’ennesimo drittaccio steccato dà ancora il vantaggio a Milos, quarta possibilità del match, e di nuovo un dritto in rete di Wawrinka consegna il terzo break della partita a Raonic, che va sopra 3-2 e servizio, sono tre game di fila per lui. Stan adesso è in guai seri.
A suon di legnate tremende Milos va 4-2, Wawrinka continua a sbagliare dritti da fondo, ma azzecca qualche splendido anticipo di rovescio e si porta 3-4. Continua il canadese a chiudere al volo molto bene, 5-3, continua lo svizzero a sbagliare dritti, e dopo due parità è vantaggio Raonic, set-point: volée fallita da Stan, quarto break subito, 6-3 e due set a zero per Milos. Non ricordavo da tempo un Wawrinka tanto dimesso, per l’esattezza dalla semifinale persa nettamente con Roger Federer a New York in settembre. Gli spettatori cominciano a essere infreddoliti nelle zone di ombra – e io con loro – ma soprattutto, a parte l’ovvia spettacolarità delle pallate ad altissima velocità che piovono in campo, non stanno assistendo a un match memorabile. Si scambia poco e nulla, anche il pubblico sembra aver perso un minimo di euforia, a tratti il match è un tiro al piccione, il celebre rovescio di Stan si è visto quasi niente.

Via al terzo set, stavolta grazie al punteggio dispari del secondo va al servizio Raonic, ulteriore piccolo vantaggio per lui. 1-0 avanti Milos, 1-1 con Stan che trova il campo con qualche accelerazione di dritto, 2-1 Raonic pochi secondi dopo. Quarto game, un paio di gran risposte Raonic, ancora palla break che a questo punto potrebbe essere decisiva, ma Wawrinka appeso al cornicione si salva (con un dritto in cross finalmente ben piazzato) e va 2-2. Sarebbe stato il quinto servizio ceduto in neanche due set e mezzo, tanto per dare un’idea delle difficoltà di di Stan oggi. Da parte sua, Milos continua a servire come un treno (oltre all’unica palla break concessa – e pagata – a inizio secondo set, non ha mai nemmeno fatto avvicinare Wawrinka ai propri game di battuta), 3-2 per lui. Lo svizzero pareggia 3-3, fa anche vedere cose buone, ma la continuità e la convinzione stanno per ora tutte dalla parte canadese del campo. Ripetutamente a rete con successo Raonic, non solo dietro al servizio, 4-3 per lui. Tiene ancora Stan andando però pericolosamente ai vantaggi, 4-4. Adesso chi sbaglia la paga cara, ed è ovvio che quello più in pericolo è Wawrinka. Autoritario Milos alla battuta, una costante oggi, e nonostante due errori di distrazione in avanti, il 5-4 in suo favore arriva ben presto. Pareggia Stan con un buon game, e cerca di scuotersi, di sembrare più convinto. 5-5. Non a caso arriva il 15-30, e poi subito il 15-40 con due passanti ai danni di un Raonic che fa serve&volley quasi sistematico, Stan non vedeva palla break da un’ora e mezza. Ma l’ace e la buona combinazione volée-smash di Milos le annullano entrambe, parità, poi due brutti dritti consecutivi lunghi di Milos (forse contratto in vista del traguardo) letteralmente dal nulla regalano un break vitale allo svizzero, che va a servire per il terzo set sul 6-5. Per Wawrinka “come on!” a ogni punto adesso, due bei vincenti da fondo, 40-15, e alla prima occasione è 7-5 per Stan, il match è riaperto.

Evidentemente scosso dal modo in cui si è fatto sfuggire il terzo set, e dopo aver chiesto delle scarpe di riserva, Milos fronteggia altre due palle break in apertura di quarto parziale, ma si salva con coraggio e anche con un po’ di fortuna. 1-0. Tutto ad un tratto il dritto di Stan ha cominciato a funzionare, il gioco a rete di Raonic palesa diverse incertezze, 1-1, poi 2-1 Milos senza sussulti. Quarto game, qualche incertezza di Wawrinka, è palla break per il canadese, ben annullata dallo svizzero, 2-2. Il linguaggio del corpo di Stan è cambiato, si vede che ci sta credendo, e arriva nuovamente al 15-40 con due opportunità per brekkare, trasformando la seconda con uno slice in risposta alla seconda che Milos, sceso a rete, non riesce a controllare. 3-2 e battuta per Stan, la rimonta adesso è più che un’ipotesi, anzi l’inerzia della partita è completamente cambiata, e il 4-2 arriva senza problemi. Accorcia le distanze Raonic per il 3-4, lo incita con decisione Riccardo Piatti dall’angolo, ma la sensazione adesso è che non dipenda più solo dal canadese. Arriva il passaggio a vuoto di Stan, con errori da fondo e doppio fallo, 15-40, entrambe le palle break annullate bene dallo svizzero, gratuito di rovescio di Wawrinka ed è ancora vantaggio Milos, servizio vincente e “come on!”, poi brutta volée Stan, e quarta palla break, annullata da un buon lungolinea di rovescio, e alla fine è 5-3. Accorcia Raonic, 4-5, si cambia ancora le scarpe durante la pausa, Wawrinka al servizio per andare al quinto. Bene con la prima palla, una gran legnata di rovescio lungoriga, e Stan chiude 6-4. Sarà un quinto e decisivo set che rischia di essere lungo. Non lo sarà.

Primi game senza grossi sussulti, i giocatori al servizio spingono con decisione, ora anche l’equilibrio psicologico sembra ripristinato, è difficile individuare un favorito. Stan tira il rovescio, Milos tira il servizio, Stan manovra in pressione, Milos scende spesso a rete. ma sul 3-2 Raonic, servizio Wawrinka, allo svizzero sul 40-40 scappa largo un cross di dritto, l’errore è grave, ma Stan viene graziato da Milos che spara il rispostone inside-out sia largo che lungo. Aggressivo ancora il canadese in avanti, altra opportunità di break: il passante di Wawrinka, non impossibile, esce di una spanna (siamo a 45 errori di dritto per Stan, e non è ancora finita, giornataccia), Raonic va 4-2, e con tre bombe in battuta il 5-2 è questione di secondi. E nel game successivo, ecco il match-point: solito errore in rete di dritto per Stan, vantaggio Milos, ma con gran personalità lo svizzero spara un lungolinea vincente sempre di dritto e lo annulla, poi tiene ed è 3-5. Va Raonic alla battuta per chiudere, non trema, e chiude a zero con l’ennesima volée. Bravo il canadese che batte per la prima volta lo svizzero, lo attende Gael Monfils ai quarti, precedenti 2-0 per il francese, ma l’ultima volta si erano incontrati nel 2013 a Halle.

[8] D. Ferrer b. [10] J. Isner 6-4 6-4 7-5 (Riccardo Urbani)

Un classico confronto di stili per questo ottavo di finale, con David Ferrer, testa di serie numero 8 del torneo, opposto a John Isner, decima posizione del tabellone. Lo spagnolo, forte anche di precedenti largamente favorevoli, essendo stato sconfitto una sola volta su 7 incontri, finora ha mostrato una condizione mirabilmente eccellente, la rituale straordinaria mobilità dei piedi e un’insolita aggressività, certo aiutata dal nuovo attrezzo di cui pare giovarsi, al pari del ben più nobile collega svizzero. Da subito esibisce un’ottima capacità di lettura del servizio avversario, disinnescando il marchio di fabbrica del giocatore americano, tanto da strappargli il turno di battuta nonostante percentuali di prime palle superiori all’80%. Nello scambio poi non c’è partita, con Ferrer sempre abile ad aggirare il suo lato debole, spostandosi sul dritto e alternando lo sventaglio al lungolinea. Con queste premesse il primo set non può che parlare spagnolo, anche se un disarmante 31% al servizio rischia di compromettere quanto costruito in risposta.
La seconda partita manifesta meno anomalie ed è più incline alla regolarità, almeno fino al settimo gioco, quando il buon David riesce nell’impresa di conquistare un break a zero, nonostante Isner possa sfruttare il vantaggio delle palle nuove. Fuori dal perimetro della battuta nulla cambia, con l’americano a giocare lontano dalla riga di fondo ed un campo che si fa troppo largo per le sue doti di mobilità. Si chiude così come nel primo, con Isner assalito dal dubbio che la maledizione degli ultimi dieci incontri perduti contro i migliori del mondo debba perpetuarsi anche oggi.
Prova un’ammirevole quanto sterile reazione nel terzo, ma quel diavolo di Ferrer continua a correre e soprattutto a rispondere da maledetto, tanto che anche l’ultimo degli spettatori intuisce la prossima capitolazione. Che arriva puntuale sul 5-5, con un doppio fallo del povero Isner, sempre più angosciato da quella palla che, inspiegabilmente, torna sempre al di qua della rete. Si chiude così un match mai davvero in discussione, a palesare i soliti limiti del gigante americano e la condizione oltremodo smagliante di Ferrer, il quale può festeggiare l’ulteriore soddisfazione di essere l’unico in tabellone ad aver raggiunto i quarti di finale senza lasciare sul terreno neanche un set. E, una curiosità: un po’ d’Italia avanza nei quarti di Melbourne poiché, come Agnieszka Radwanska, David Ferrer indossa l’outfit della Lotto.

[23] G. Monfils b. A. Kuznetsov 7-5 3-6 6-3 7-6(4) (Paolo Di Giovanni)

stats monfils

Il primo ottavo di finale di giornata a Melbourne vede di scena la sfida tra Gael Monfils e Andrey Kuznetsov. A spuntarla è il francese, per la terza volta in altrettanti incontri, che prima di oggi non aveva perso set e che appariva dal principio del torneo deciso a fare sul serio e migliorare il secondo turno dello scorso anno in cui fu eliminato da Janowicz.

Come facilmente prevedibile dallo stile di gioco dei due, sarà fin dalle prime battute il russo a produrre gioco con Monfils a rincorrere qualche metro dietro la riga di fondo. Nel terzo game il francese ottiene subito il break, ma Kuznetsov rimette immediatamente la situazione in parità martellando con il dritto piatto. Il set scorre in maniera lineare fino al 4-4 quando Monfils ha tre possibilità di strappare il servizio all’avversario, che però si salva egregiamente con coraggio. Kuznetsov va di nuovo in difficoltà al servizio e stavolta si ritrova sotto 0-40, l’ex numero 7 del mondo è determinato a non arrivare al tie-break e, nonostante una discreta volée del russo, Monfils ottiene il break con un recupero in allungo. Il francese gioca un game quasi perfetto al servizio e con un dritto vincente porta a casa il primo parziale.

Nel secondo set Kuznetsov inizia a presentarsi a rete con discreta continuità, ottenendo ottimi risultati. Sul 2-2 Monfils prova a giocare un passante in tuffo e, cadendo a terra, peggiora i problemi di vesciche alla mano destra già presenti. Durante il cambio campo il francese chiede il medical time out per sistemare la ferita, interruzione che durerà oltre dieci minuti. Al rientro il numero 74 del mondo (che grazie alla trasferta australiana si avvicinerà alla top 50) appare freddo, ma torna subito in ritmo e si porta sul 5-3, grazie anche a due doppi falli del francese. Quando Kuznetsov va a servire per il set commette un paio di errori, ma riporta l’inerzia del set dalla sua parte con un notevole dritto a sventaglio ed un servizio vincente. Con due buoni attacchi verso la rete fa suo il secondo set.

Il regime tattico dell’incontro cambia sul 2-2 del terzo set, con Monfils che guadagna sempre più campo costringendo quindi il russo ad indietreggiare. Il numero 25 del mondo ottiene il break e scappa via nel set mostrando un’ottima forma fisica e aggressività in risposta. Chiuderà comodamente per 6-3.

Il quarto set scorre via rapidamente senza palle break, ma l’inerzia sembra sempre a favore del francese che non corre mai rischi. Kuznetsov da parte sua continua a produrre buone accelerazioni chiudendo sempre più spesso il punto a rete, ma non ha l’occasione di giocarsi adeguatamente il tie-break, gli sfugge infatti presto, trovandosi subito sotto 0-4. Riesce ad accorciare le distanze, ma è ancora troppo falloso e Monfils fa sua la partita. Per il francese è il primo quarto di finale a Melbourne, all’undicesimo tentativo. Partirà sfavorito nei quarti di finale contro Raonic (2-0 i precedenti) o Wawrinka (2-3), ma la versione 2016 di ‘La Monf’, quella di un uomo in campo più concentrato e responsabile, sta dando i suoi frutti.

Risultati:

[23] G. Monfils b. A. Kuznetsov 7-5 3-6 6-3 7-6(4)
[13] M.Raonic b. [4]S.Wawrinka 6-4 6-3 5-7 4-6 6-3
[8] D. Ferrer b. [10] J. Isner 6-4 6-4 7-5
[2] A. Murray b. [16] B. Tomic 6-4 6-4 7-6(4)

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ATP

Numeri: il dominio di Djokovic nel tennis maschile dal 2011 ad oggi

Dalle settimane trascorse al numero uno al confronto contro gli altri grandi: Ferruccio Roberti raccoglie alcuni dati che testimoniano chi sia stato il più grande di quest’era tennistica

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Novak Djokovic - Australian Open 2023 (foto: twitter @AustralianOpen)

62 – Il numero percentuale delle settimane trascorse come 1 ATP da Novak Djokovic dal 4 luglio 2011 -giorno successivo alla prima vittoria di Wimbledon che lo proiettò sulla cima del ranking – a oggi. Una cifra di per sé impressionante che probabilmente sarebbe potuta essere ancora più significativa se il serbo non avesse saltato la seconda parte del 2017 e se l’anno scorso non avesse scelto di mettersi nelle condizioni di non poter partecipare a due Slam e quattro Masters 1000 (e a Wimbledon i punti fossero stati assegnati).

Altri numeri aiutano a comprendere meglio quanto fatto dal serbo dalla seconda metà del 2011 ad oggi: dal luglio di dodici anni fa ha vinto 19 dei 42 Slam (il 45,2%) e 29 dei 75 (38,6%) Masters 1000 a cui ha preso parte. In questo stesso periodo ha vinto 190 dei 245 (77.6%) match disputati contro colleghi nella top ten e, più in generale, si è imposto in 670 dei 768 incontri disputati (l’87,2%, una percentuale che sale al 89.3 considerando solo le partite non giocate sulla terra rossa). Della prima top 20 che lo vide al numero 1 sono rimasti sul circuito Nadal, Murray, Monfils, Gasquet e Wawrinka, mentre in quella attuale solo l’immenso campione maiorchino e Carreno Busta erano già tennisti professionisti nel momento in cui Djokovic salì per la prima volta al numero 1 del mondo. 

Non per fare inutili paragoni tra campioni che hanno avuto ciascuno la loro fantastica parabola, ma per comprendere meglio questo approfondimento sul periodo che parte da quando Nole è diventato numero 1, si può osservare come solo Nadal, di un anno più grande di Djokovic, ha avuto numeri in qualche modo paragonabili al serbo. In questo lasso temporale Rafa ha comunque vinto dodici Slam e diciassette Masters 1000, occupando la prima posizione del ranking ATP per 107 settimane, ma perdendo 18 dei 31 scontri diretti giocati con Novak  e sconfiggendolo solo 2 delle 14 volte in cui lo ha affrontato lontano dalla terra battuta. Ancora più pesante lo score con l’altro leggendario “big three”, Roger Federer: nato quasi sei anni prima di Djokovic, compiva di lì a un mese 30 anni la prima volta che Nole diventava numero 1 e ha inevitabilmente pagato la differenza d’età. Ad ogni modo, l’immenso campione svizzero nel periodo che stiamo analizzando ha vinto 4 Slam e 11 Masters 1000, è stato numero 1 ATP per 25 settimane complessive e contro Nole ha vinto 9 delle 27 volte in cui si sono confrontati. 

 

Quando domenica scorsa ha sconfitto in finale degli Australian Open Stefanos Tsitsipas il serbo aveva 35 anni 8 mesi e 6 giorni, ma non è un record: sei volte è accaduto che tennisti più anziani del serbo vincessero uno Slam (il primato assoluto è di Ken Rosewall, che vinse gli Australian Open del 1972 avendo compiuto da poco più di un mese i 37 anni). Così come non è un record di longevità il ritorno al numero 1 del ranking ATP da parte di Djokovic: Roger Federer nel giugno 2018 lo è stato a meno di due mesi dal compiere 37 anni. Quel che impressiona di Nole è piuttosto come a quasi 36 anni riesca ad avere non solo elevatissimi picchi di rendimento -non impossibili ai campioni come lui- ma anche di continuità, una caratteristica molto più rara per gli over 35 negli sport professionistici. A tal riguardo basti pensare che sconfiggendo Tsitsipas pochi giorni fa il serbo ha vinto 38 degli ultimi 40 incontri giocati (e tutti gli 11 match nei quali ha sfidato colleghi nella top 10).

 ParTit.Fin.Part. Gioc.Part. Vin.Part. Per.% Vitt.  % set vinti% game vinti% t.b. vinti
Australian Open18109789891.882.962.363.8
Roland Garros182 4101851684.277.160.255.9
Wimbledon17 7 196861089.678.758.667.2
US Open16 394811386.276.060.061.4
Indian Wells145950984.776.359.769.6
Miami135144786.382.161.683.3
Monte Carlo15 2 48351372.967.058.080.0
Madrid 12 3 0 3930976.969.656.050.0
Roma16  6 74641086.576.059.663.2
Montreal/ Toronto11 44 37784.179.458.073.3
Cincinnati14  52401276.971.156.361.1
Shanghai 4 0 3934587.281.461.471.4
Parigi Bercy 16 6 3 5445983.374.258.370
O2 Arena (ATP Finals)11  46341273.968.356.570.6
Dubai12  150 43786.078.459.869.2

Non c’è un centrale che ha fatto la storia recente del tennis a non aver conosciuto le vittorie di Novak Djokovic, unico tennista ad aver conquistato almeno due volte tutti gli Slam, tutti i Masters 1000 (e le ATP Finals). Il decimo successo agli Australian Open, torneo che in assoluto ha vinto più di tutti, fa supporre che con ogni probabilità la Rod Laver Arena sia il campo dove si giocherebbe la sua partita della vita. Più per ricapitolare qualche numero della sua carriera a beneficio dei lettori che per ricavare un dato oggettivo (nel susseguirsi delle edizioni di uno stesso torneo cambiano in parte le condizioni di gioco, basti pensare ad esempio alle modifiche apportate alla superficie e/o alle palline), sono andato a recuperare alcune sue statistiche nei tornei più importanti del circuito e in quelli nei quali ha giocato un elevato numero di match, come Dubai. Dalla tabella in cui sono raccolti i dati arriva la conferma che in effetti gli Australian Open sono il torneo in cui Djokovic ha il più alto rendimento e non solo perché è quello a cui ha preso parte più volte (18, così come al Roland Garros). A Melbourne il serbo vanta la miglior percentuale di vittorie rispetto ai match giocati (91.8%) e di set vinti rispetto a quelli disputati (82.9%). Ovviamente, non sorprende che un sette volte vincitore di Wimbledon abbia numeri eccellenti anche sui campi di Church Road, mentre un pochino stupisce che gli Internazionali d’Italia – dove vanta un ottimo score con sei successi e altrettante finali – siano il torneo sul rosso dove si esprime meglio e in assoluto uno dei migliori per il suo rendimento. In ogni caso numeri incredibili: solo a Monte Carlo, Madrid e Cincinnati (la O2 Arena dove si giocavano le Finals è un discorso a parte, vista l’altissima caratura degli avversari) non ha vinto almeno l’80% delle partite. Not too bad…

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Australian Open

Gli outfit dell’Australian Open: trionfa il mix insolito di colori, ma anche il tocco di fresca eleganza

Dal mélange dei colori sgargianti alla tinta unita, fino al tocco classico e un po’ vintage, ecco le mise indossate all’Australian Open

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Un Australian Open esplosivo in campo, in tutti i sensi. Il tennis quasi ingiocabile di Novak Djokovic e la potenza devastante di Aryna Sabalenka hanno sbaragliato gli avversari. Non solo. I due campioni di Melbourne Park vincono anche con i loro outfit. Per freschezza ed eleganza quello di Novak, per vistosità, energia psichedelica e originalità quello di Aryna. Tuttavia, la bielorussa stravince anche per come ha scelto di presentarsi nel consueto shooting fotografico con il trofeo, splendida in un abito rosa, romantico e un po’ vintage. C’è però anche chi non ha brillato, né in campo né con la mise, come nel caso della n. 1 del mondo Iga Swiatek. Ma, del resto, come ha detto la stessa Iga in una conferenza stampa, non si può vincere sempre. O come per Stefanos Tsitsipas che, nonostante abbia disputato un torneo pressoché perfetto fino alla finale, nella partita della vita il suo tennis diventa un po’ scialbo e banale, perdendo energia e brillantezza, all’immagine del completo indossato in questi Australian Open.

Nike – Frances Tiafoe, Aryna Sabalenka

Frances Tiafoe – Australian Open 2023 (foto Twitter @ATPTour_ES)
Aryna Sabalenka – Australian Open 2023 (foto Twitter @wta)

Il completo con il quale Frances Tiafoe è sceso in campo a Melbourne ha fatto il giro del web: canotta e pantaloncini con un’unica fantasia maculata e variopinta che lo faceva sembrare uscito da un festival di Rio piuttosto che dallo spogliatoio di un torneo dello Slam. Un look da Tiafoe: nel senso che per non sembrare ridicolo devi avere i suoi bicipiti e la sua “abbronzatura”. Questo completo non era altro che una sintesi di una collezione di Nike che definire vistosa e colorata è dir poco. Ma d’altronde è l’happy slam, giusto? Quindi perché non osare? E in effetti il brand del baffo ha osato tanto. La stessa fantasia l’abbiamo potuta ammirare nel vestito di Sabalenka, alla quale, bisogna dirlo, i colori sgargianti stanno bene e danno quasi risalto al suo carattere tenace. I longilinei e pallidi Sinner e Korda hanno indossato con meno disinvoltura le magliette dal taglio largo e dalle tonalità vivaci (blu cobalto con pantaloncini lilla per l’azzurro e giallo canarino per il figlio di Petr) di Nike. Una collezione accattivante ma non per tutti insomma. (Valerio Vignoli)

 

Adidas – Stefanos Tsitsipas, Elena Rybakina

Stefanos Tsitsipas – Australian Open 2023 (foto via Twitter @AustralianOpen)
Elena Rybakina - Australian Open 2023 (Twitter @AustralianOpen)
Elena Rybakina – Australian Open 2023 (Twitter @AustralianOpen)

Il caso ha voluto che Adidas a Melbourne vestisse i due giocatori, Elena Rybakina e Stefanos Tsitsipas, arrivati a un passo dalla vittoria. La scelta di Adidas per la collazione dedicata agli Australian Open è ricaduta su un mélange di colori accesi mischiati tra loro in sorta di pennellate di tonalità diverse. Così i pantaloncini di Stefanos e il gonnellino di Elena erano un mix variopinto abbinato per Tsitsipas a una semplice maglia bianca e per Rybakina a una canotta nera. Vista la particolare scelta cromatica del pantalone e della gonna sicuramente meglio il contrasto con un colore scuro che l’accostamento al bianco. Outfit femminile ben riuscito, meno quindi quello maschile dove Adidas avrebbe potuto osare maggiormente anche nella scelta della t-shirt. (Chiara Gheza)

Asics – Iga Swiatek

Iga Swiatek - Australian Open 2023 (Twitter @RolandGarros)
Iga Swiatek – Australian Open 2023 (Twitter @RolandGarros)

Minimal e un po’ scontato l’outfit di Iga Swiatek. Per l’edizione 2023 dello slam down under, Asics ha puntato su un abbinamento di canotta e shorts dal color lilla appena accennato; in particolare, la canotta reca leggerissime “pennellate” di un giallo sbiadito. Ne risulta un completo, sì, fresco, che ben si addice al clima torrido australiano ma, forse, un po’ troppo anonimo. Anche se la n. 1 del mondo a Melbourne quest’anno non ha brillato (ha perso agli ottavi dalla futura finalista Rybakina), forse avrebbe meritato una mise di maggiore personalità. (Laura Guidobaldi

New Balance – Coco Gauff e Tommy Paul

Coco Gauff – Australian Open 2023 (foto Twitter @AustralianOpen)
Tommy Paul – Australian Open 2023 (foto Twitter @ATPTour_ES)

Semplice ma comunque efficace la collezione presentata da New Balance per questi Australian Open, indossata dai due principali testimonial del brand, Tommy Paul e Coco Gauff (anche Ben Shelton ha usato vestiti di questo brand ma non è ufficialmente sponsorizzato). Tutta incentrata sull’accostamento di bianco e nero, accompagnato da colori estivi come pesca e arancione. Per certi versi ricordava l’iconica collezione Nike del 2017, anno di una epica finale tra Federer e Nadal. Ma torniamo al presente. T-shirt girocollo per la sorpresa del tabellone maschile Paul, con bordino con motivo a contrasto e bande orizzontali multicolore. Non male i pantaloncini pesca come idea peccato che la tonalità era troppo tenue e sul bianco si notasse troppo poco la differenza. Canotta bianca aderente con buchi laterali e gonna senza troppi fronzoli per Gauff. A dare un po’ di vivacità la fascia arancioni e le sue scarpe personalizzate. Tutto ben fatto ma New Balance ci aveva abituato a completi più sorprendenti e d’impatto per la giovane tennista afroamericana. (Valerio Vignoli)

Yonex – Caroline Garcia, Casper Ruud

Caroline Garcia - Australian Open 2023 (Twitter @RolandGarros)
Caroline Garcia – Australian Open 2023 (Twitter @RolandGarros)
Casper Ruud - Australian Open 2023 (Twitter @AusOpen)
Casper Ruud – Australian Open 2023 (Twitter @AusOpen)

Molto grintoso il vestito della Yonex indossato da Caroline Garcia. La francese, che ha chiuso il 2022 con il grande trionfo alle WTA Finals, è scesa in campo a Melbourne con tutta la sua grinta e grandi aspettative anche se, alla fine, la sua corsa è stata fermata agli ottavi di finale da una delle sorprese del torneo, Magda Linette. Ma la grinta e lo slancio in Caroline non mancano mai e l’outfit dell’Australian Open li esprime al massimo: un vestito semplice, dritto, total black ma con un leggero effetto marmorizzato; la parte superiore, una canotta, reca un solo tocco di bianco sul colletto a polo, sul logo del brand e i nomi degli sponsor. Solo i polsini sono diversi, di colore lilla. Un abito non molto fantasioso, certo, ma di grande personalità e adatto al fisico slanciato e atletico di Caroline. Il nero tita unita invece viene spezzato per l’outfit di Casper Ruud. Il bel campione norvegese, che in questi giorni sta brillando sulla copertina di Vogue Scandinavia, in abbinamento alla polo nera ha sfoggiato degli shorts dello stesso color lilla dei polsini di Caroline. Un accostamento un po’ insolito per Ruud che solitamente veste in modo molto classico. Il colore pastello illumina anche le sue scarpe nere, sulla punta e sul tallone. Scelta originale e inaspettata. (Laura Guidobaldi)

Castore – Andy Murray

Andy Murray – Australian Open 2023 (foto Twitter @the_LTA)

Uno dei protagonisti di questa edizione degli Australian Open è sicuramente Sir Andy Murray. Lo scozzese, seppur uscito al terzo turno, ha dimostrato di avere un cuore immenso nei match maratona vinti contro Berrettini prima e Kokkinakis poi. Andy è vestito dal marchio britannico Castore Sportswear che per lui ha disegnato un completo classico e molto elegante. Pantaloncino verde scuro e t-shirt bianca con una riga verde che l’attraversa in obliquo. Il logo del brand, un paio di ali spiegate, ben in vista sia sulla maglia che sui polsini bianchi che sul cappellino anch’esso candido. Murray a Melbourne spicca quindi non solo per la tenacia sportiva, ma anche per l’eleganza senza tempo del suo outfit. (Chiara Gheza)

Lacoste – Novak Djokovic

Novak Djokovic - Australian Open 2023 (Twitter @rolandgarros)
Novak Djokovic – Australian Open 2023 (Twitter @rolandgarros)

Novak Djokovic non ha sbagliato un colpo in Australia. Nemmeno in fatto di vestiti. Il completo a lui riservato da Lacoste per questa edizione del primo Slam stagionale era moderno e riconoscibile ma al contempo classico e non eccessivo. Abbandonato il verde smeraldo per l’azzurro con dettagli in arancione. Niente più motivi minimalisti in favore di una sorta di bandiera a scacchi sventolante che va a ricoprire l’intera polo: in un tono su tono nella versione serale e in azzurro che sfuma verso l’arancione nella versione diurna, forse la più riuscita delle due, anche perché stacca meglio con il pantaloncino azzurro. Solite scarpe colorate, pure quelle con l’abbinamento di colori reso celebre dai New York Knicks nel Basket di oltreoceano. Il tocco del campione è arrivato però al termine della finale, con la giacca con il numero 22 composto da una serie di piccoli coccodrilli. E, visto il dominio mostrato da Djokovic in campo. in quel di Parigi farebbero meglio a prepararne altre con il numero 23, 24, 25… (Valerio Vignoli)

Lacoste – Daniil Medvedev

Daniil Medvedev – Australian Open 2023 (foto via Twitter @AustralianOpen)

Il personal branding è ormai ampiamente utilizzato dai giocatori di tennis per promuovere se stessi e la loro immagine. Basti pensare all’iconico “RF” di Federer, per il quale lo svizzero ha litigato con Nike, o alla stilizzazione delle corna di un toro di Nadal. Di recente pure Sinner ha lanciato il suo marchio, raffigurante una volpe. Con l’inizio del 2023 è venuto il turno di Medvedev. Il suo logo, pensato insieme a Lacoste, rappresenta la sua passione per i videogiochi e ricorda i quattro tasti di una playstation, con le sue iniziali nelle icone di sinistra e destra. Ci si poteva mettere più fantasia insomma. Il suo outfit dimostra però che per quanto riguarda i vestiti il brand del coccodrillo dà ancora dei punti a tanti. Una maglietta rosso fuoco (colore ideale sul blu del cemento australiano) con un colletto a v molto particolare, che fa un effetto finta polo, con una riga bianca a contrasto. Maniche in tessuto traforato, pantaloncini bianchi (e neri) e scarpe bianche. Essenziale e rifinito nei dettagli. In puro stile Lacoste insomma. (Valerio Vignoli)

Hugo Boss – Matteo Berrettini

Matteo Berrettini – Australian Open 2023 (foto Twitter @AustralianOpen)

Non è certo uno Slam fortunato per Matteo Berrettini che esce al primo turno per mano di Andy Murray. Peccato per il marchio Hugo Boss che ha trovato nel giocatore italiano un modello perfetto. Anche a Melbourne Matteo si è distinto infatti per classe ed eleganza con un accostamento di colori adatto a ogni occasione: maglietta bianca e pantaloncino nero. Il tocco modaiolo è stato regalato dalla borsa con la quale Berrettini entrava in campo, sulle stesse tonalità del completo ma dal taglio geometrico ed essenziale. La parola “BOSS” ben in vista sul lato della stessa. Come sempre Matteo promosso per quanto riguarda il lato fashion del tennis. (Chiara Gheza)

GiomilaCamila Giorgi

I completini Giomila, il brand ideato dalla stessa Camila e da sua madre, sono sempre un successo. Peccato che tale formula vincente spesso non accompagni anche i risultati in campo e, in Australia, dopo un buon inizio, la tennista di Macerata è stata travolta al terzo turno da Belinda Bencic. Comunque, in fatto di outfit, Camila ha davvero poche rivali. A Melbourne ha sfoggiato un abbagliante completo rosa fucsia che le stava benissimo. Semplice, in tinta unita (c’era anche la variante nel colore beige, più delicata), il completo mette in luce la silhouette perfetta dell’azzurra, simboleggiando tutta l’energia e l’esplosività del tennis della Giorgi. La canotta, lineare e senza frondoli, accompagna il gonnellino altrettanto semplice ma leggermente mosso e leggero. Un completo semplice e frizzante al tempo stesso, che si addice perfettamente al celeste dei campi di Melbourne Park. (Laura Guidobaldi)

DK One – Jelena Ostapenko

Jelena Ostapenko – Australian Open 2023 (Instagram @jelena.ostapenko)

Nei commenti dei precedenti articoli in molti ci hanno fatto notare l’assenza di Jelena Ostapenko, i cui completi, griffati DK One, marchio lettone di solo abbigliamento femminile, non sono passati inosservati di recente. E stavolta abbiamo deciso di rimediare a questa nostra negligenza, anche per celebrare il primo quarto di finale in Australia della tennista baltica. A Melbourne la Ostapenko si è presentata con un outfit un po’ slegato: il taglio retrò sottolineato dall’ mplissimo colletto a polo e dalla gonna a pieghe sormontata da una fascia cozzava con l’abbinamento di colori molto sgargianti come corallo e blu elettrico. Un look sicuramente meno azzardato di quello visto al Roland Garros, un patchwork improbabile di maniche in simil pizzo, fantasia piede de poule e dettagli viola. Ma anche meno identificativo. E a questo punto da Ostapenko ci aspettiamo sempre tanto. Vediamo se riuscirà nuovamente ad alzare l’asticella a Parigi, il suo slam preferito. (Valerio Vignoli)

Lo shooting fotografico della campionessa Aryna Sabalenka

Aryna Sabalenka – Australian Open 2023 (Twitter @AustralianOpen)

Aryna Sabalenka non trionfa solo in campo conquistando il tanto agognato primo titolo slam ma è vincente anche nella scelta della mise in occasione del tradizionale shooting fotografico con il trofeo. Aryna è uno splendore in un modello romantico, color rosa antico in tinta unita, lungo a tre quarti, semplice ma arricchito quanto basta da decorazioni floreali dello stesso tessuto dell’abito, applicati ai bordi delle mezze maniche e sul collo alto, quasi a formare un collier di fiori. Questi recano un tocco di vivacità anche sulla parte laterale destra del vestito. Lo arricchiscono quanto basta, senza scadere nel kitch, anzi. E poi l’acconciatura, una meraviglia. I capelli sono raccolti in uno chignon dietro la nuca e leggermente appiattito, in stile Ottocento, molto molto raffinato. Insomma, se in campo Sabalenka sa essere una veria furia di potenza e aggressività, nel festeggiamento del giorno più bello della sua carriera, ha scelto di privilegiare grazia, eleganza e romanticismo. (Laura Guidobaldi)

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Australian Open

AO Donne, Steve Flink: “Sabalenka ha fatto grandi progressi, sono un po’ preoccupato per Iga Swiatek” [VIDEO ESCLUSIVO]

Il giornalista e Hall of Famer risponde al direttore sul tennis femminile: “Nei prossimi due-tre anni vedremo la migliore Coco Gauff”

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Aryna Sabalenka - Australian Open 2023 (Twitter @AustralianOpen)

0:04 Ubaldo: parlando del torneo femminile, credo si possa dire che, anche se non molti si aspettavano una nuova sconfitta negli ottavi di finale di Iga Swiatek, abbiamo avuto una delle più belle finali degli ultimi anni a livello Slam. Tra Sabalenka e Rybakina abbiamo avuto del buon tennis con pochi break, cosa che accade spesso nel singolare femminile. Abbiamo avuto una finale tra la numero 2 del mondo e una numero 10 che con i duemila punti del successo a Wimbledon sarebbe una top five.

1:09 Flink: Ubaldo sono arrabbiato con te!

1:13 Ubaldo: come mai? (sorride)

 

1:16 Flink: mi hai tolto le parole di bocca! Sono d’accordo, è stata una splendida finale, e come hai detto tu, è stata una sfida tra due ottime battitrici. Nel primo set Sabalenka ha ceduto il servizio sul quattro pari, e quindi ha perso il il set; ma poi non ha più perso la battuta, e ha vinto con un break per set. Aryna ha messo in campo diciassette ace e solo sette doppi falli, dati molto buoni per lei. Inoltre, il livello di gioco è stato alto, condotto da entrambe in maniera aggressiva. Entrambe hanno giocato molto bene da fondo, soprattutto Sabalenka; non potrei essere più d’accordo sul fatto che questa finale spicca tra quelle giocate nei Major durante l’ultimo biennio. Per come è stata giocata, perché è stata combattuta. Rybakina ha dimostrato che la sua vittoria a Wimbledon non è arrivata per caso, e Sabalenka finalmente c’è l’ha fatta.

L’ho vista più calma, più composta; persino quando ha servito un doppio fallo sul match point nell’ultimo game, non si è disunita. È rimasta concentrata su quello che doveva fare, ha preso un bel respiro e ha chiuso il match; sta crescendo come giocatrice e agonisticamente. Rybakina ha un bel temperamento; possiede un delle migliori prime palle del circuito, e deve migliorare forse la seconda nel kick, altrimenti le migliori ne trarranno vantaggio e lei potrebbe vacillare un attimo, ma aver giocato due finali Slam nell’ultimo anno con una vittoria e per lei incoraggiante. Sabalenka è sempre stata frenetica, sovraeccitata durante i match importanti; questo è un momento fondamentale per lei, non credi Ubaldo? Non dico che vincerà tutti gli Slam, ma ora crede di più in sé stessa.

3:36 Ubaldo: sì, ho visto Sabalenka perdere al Roland Garros da Camila Giorgi; ha commesso tantissimi doppi errori, proprio senza testa, senza voler offendere. E ora, come tu dicevi, aver vinto uno Slam dopo aver perso tre semifinali, le darà una grande fiducia. senz’altro potrà anche migliorare la seconda palla, se consideriamo che ha giocato nella finale un colpo molto piatto; un effetto in kick le permetterebbe di risparmiare qualche doppio fallo.

4:50 Flink: non è stato così male, certo può migliorare. Ha iniziato con un doppio fallo, e ne ha fatto uno sul match point, ma servire solo 7 doppi errori in tre set relativamente lunghi non è male, soprattutto se consideriamo che ha servito 17 ace.

Deve migliorare il kick sulla seconda, ma gioca già bene lo slice; sta migliorando, lo scorso anno ne faceva anche venti a match.

5:35 Ubaldo: se non ricordo male lo scorso anno ha servito 428 doppi errori: una media di 8 a match. Ma alcuni match sono finiti 62 61, quindi era come iniziare da 0-15 ogni turno di servizio!

6:03 Flink: sì Ubaldo, ma non credo che lo vedremo più così. Lei migliorerà ancora, anche negli altri aspetti del gioco. Un particolare a suo favore nella finale è che ha difeso meglio, ha colpito meglio da fondocampo. Puoi fare più cose di Rybakina da entrambe le parti del campo. È davvero completa, sa colpire sopra il capo, sa volleare.

6:48 Ubaldo: dal momento che ama prendere dei rischi, forse la terra battuta è la superficie più pericolosa. Se non riesci a chiudere nei primi quattro scambi, allora più provi più rischi di sbagliare. Comunque come dicevi tu è completa e gioca bene sia dritto che rovescio, mentre il dritto di Rybakina non è tra i migliori.

dal punto di vista di un americano, e stata più brutta la sconfitta di Pegula o di Gauff?

7:40 Flink: Pegula ha avuto un ottimo inizio d’anno; ha battuto Iga Swiatek e in tanti si aspettavano facesse grandi cose; per Coco dobbiamo sempre ricordarci che è giovanissima, quindi una sconfitta è comprensibile. la gente si dimentica la sua età e crede che abbia 25 anni solo perché è nel grande tennis da almeno cinque. Quindi è stata più deludente Pegula.

8:18 Ubaldo: in termini di potenziale chi vedi meglio tra le due?

8:29 Flink: Gauff. Nel lungo periodo; lavorerà molto e migliorerà la seconda palla e il dritto, mentre il rovescio è già ottimo adesso. Ha uno splendido atteggiamento sul campo, sa stare calma. Il suo dritto è traballante, e la sua seconda palla. Le ci vorranno due o tre anni. Pegula può andare meglio quest’anno, ma nei prossimi cinque anni scelgo Coco.

9:21 Ubaldo: parlando di delusioni, Iga Swiatek ha perso 64 64 da Rybakina, mentre Ons Jabeur ha ceduto a Vondrousova 61 57 61, risultato deludente per una numero 2 del seeding.

9:52 Flint: delusione perché abbiamo visto Jabeur perdere la finale di Wimbledon da Rybakina e la finale degli US Open da Swiatek, e quindi ci aspettavamo di più da lei. Nel suo puzzle ci sono così tanti pezzi; colpi bellissimi, il servizio la palla corta. Se non è ispirata accadono cose come quelle in Australia. Ma non sono preoccupato per lei, saprà rifarsi più avanti nella stagione.

Riguardo Swiatek, l’anno scorso ha vinto 37 match di fila fino a Wimbledon. durante la sua striscia vincente ha trionfato a Parigi. Poi ha vinto gli US Open. Non credo la vedremo dominare in questo modo; certo vincerà ancora altri Slam e rimarrà a lungo tra le prime tre o quattro del ranking. Per la consistenza del suo gioco. Ma punto di più su Rybakina. Iga si affida molto al suo gioco in difesa; prova ad essere più aggressiva, cosa che le serve per restare al top, ma non è a suo agio. È stata così convincente a Miami e Indian Wells, e poi a Parigi.

Quest’anno per lei sarà in altalena; potrebbe rimanere numero 1 del mondo, ma non rimarrei scioccato se alla fine della stagione fosse terza o quarta. Sono curioso di vedere cosa combinerà quest’anno; non ha vinto agli US open e adesso ha cominciato l’anno con questa caduta. Sono un po’ preoccupato per lei.

11:56 Ubaldo: penso che non sia facile continuare a vincere per chi non ha nel dritto il proprio colpo migliore. Tu puoi avere il miglior rovescio del mondo; guarda Djokovic. Lui ha probabilmente il miglior rovescio del mondo, specialmente il lungolinea e la risposta, ma i vincenti più importanti li ottiene con il dritto. È anche il limite di Rybakina, che ha un gran rovescio ma un dritto da migliorare.

Steffi Graf invece aveva un rovescio non tra i migliori, ma giocava un dritto straordinario; è difficile dominare a lungo senza un gran dritto.

13:23 Flink: sono d’accordo. L’anno scorso Swiatek ah ha migliorato il colpo e ha giocato diversi vincenti…

13:36 Ubaldo: sulla terra forse, dove hai più tempo per colpire.

13:47 Flint: no, anche agli US Open, ma sono d’accordo su quanto dici sulla terra battuta. Il dritto è importante un po’ per tutte; Rybakina ha un ottimo servizio e quindi può compensare in un game con tre punti diretti. Swiatek ha un servizio buono, non un grande servizio, e quindi non può ricavarci gli stessi punti.

Hai parlato di Steffi: il suo rovescio non era una grande arma, ma sapeva tenere lo slice molto basso per poi riuscire a colpire con il dritto, e lo sapeva fare in maniera meravigliosa.

Il dritto di Swiatek è la chiave; avrà bisogno di migliorarlo del 10-20%.

14:48 Ubaldo: grazie mille Flint, abbiamo spaziato su diversi argomenti di questi Australian Open. Un’ultima cosa: chi vincerà i singolari al Roland Garros?

15:10 Flint: tra le donne dico Swiatek, che gioca sulla sua superficie preferita, dove ha vinto due volte negli ultimi tre anni. Tra gli uomini forse ti aspetti che io dica Nadal per il suo quindicesimo trofeo. Ma non è al meglio, e in Australia si è infortunato ancora, contro McDonald. Penso che Djokovic potrà fare il colpo. Se Nadal sta bene può farcela. Cosa ne dici Ubaldo?

16:02 Ubaldo: che non è più il miglior Rafa; non lo vediamo al meglio da almeno sei mesi. Il favorito sarà Djokovic, anche se è difficile dirlo quattro mesi prima.

16:34 Flint: se Rafa non torna in condizione, Djokovic sarà il favorito. Inoltre, se nemmeno quest’anno potrà giocare negli Stati Uniti, ne trarrà giovamento dal punto di vista fisico, perché si presenterà fresco per la stagione sulla terra battuta.

17:12 Ubaldo: si ritroveranno a Montecarlo.

17:17 Flint: sì, non farà troppa differenza se Djokovic salta due tornei sul duro. Lui è determinato, ha vinto il suo secondo Roland Garros due anni fa e l’anno scorso ha perso nei quarti da Nadal. E’ dura batterlo, anche sulla terra rossa. È il secondo giocatore del mondo sulla terra battuta.

17:41 Ubaldo: grazie Flint, ottimo amico grande collega e… altri complimenti te li farò in privato!

Danilo Gori

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