Federer-Djokovic: ci sarà la semifinale migliore. Maria Sharapova: perché perde sempre con Serena

Editoriali del Direttore

Federer-Djokovic: ci sarà la semifinale migliore. Maria Sharapova: perché perde sempre con Serena

MELBOURNE-AUSTRALIAN OPEN – Quattro quarti di finale a senso Uni…qlo. Gli sconfitti non hanno conquistato un set. Novak Djokovic da 100 gratuiti a 27. Per Roger Federer la 12ma semifinale. I divorzi e le riconciliazioni delle tenniste

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MELBOURNE – Non voglio fare lo snob. Va quindi bene anche rivedere, in semifinale, una quarantacinquesima sfida fra Roger Federer e Novak Djokovic.

Per carità, dell’aragosta, delle ostriche e delle pernici i buongustai non si stancano mai, però anche qualche novità ogni tanto non guasterebbe. Tipo una finale Pennetta-Vinci al maschile. E’ anche vero, peraltro, che spogliandosi degli abiti e di lenti tricolori, magari per il resto del mondo la finale Pennetta-Vinci non è stata poi così epica. Così come non lo fu, salvo che per il Giappone e la Croazia, la finale maschile dell’US OPEN 2014 fra Marin Cilic e Kei Nishikori.

L’epos fu vissuto semmai il giorno delle semifinali, quando Djokovic perse da Nishikori e Federer da Cilic.

Esattamente come l’11 settembre 2015, con l’incredibile ed indescrivibile vittoria di Roberta Vinci su Serena Williams in semifinale, verrà ricordato molto di più del 12 settembre, giorno del trionfo di Flavia.
Non è il caso di lamentarsi, comunque, per aver avuto dal destino una semifinale fra Djokovic e Federer, perchè siamo certi che fra un paio d’anni la rimpiangeremo.
Potrebbe venirne fuori la miglior partita del torneo. Non mi stupirebbe. I loro confronti sono spesso stati bellissimi. Matchpoint annullati, battaglie paurose a Parigi, in America, a Wimbledon, perchè no anche in Australia dove Djokovic ha trionfato 5 volte e dove Federer c’è riuscito 4.
Djokovic, 9 volte di fila nei quarti qui, ha perso solo 6 volte qui a fronte di 53 vittorie. Federer sconta qui il…difetto di esserci venuto 17 volte e quindi avendo vinto “solo” 4 tornei…ha anche perso di più (lo avrebbe detto, da Arbore, anche il povero Catalano). Se ne sarà fatto una ragione.

Di sicuro Djokovic dovrebbe godere di un piccolo vantaggio man mano che il match si allungherà, però si giocherà di sera e anche se la temperatura dovrebbe salire rispetto ai giorni quasi invernali che ci hanno preceduto, giocare in notturna non dispiacerà a Roger. Certo è che erano in programma quattro quarti di finale, due per tabellone e nella metà alta, e gli sconfitti non sono stati capaci di racimolare un set.

Nishikori non è stato competitivo con Djokovic, che è passato dai 100 errori con Simon ai 27 (9 esatti set per set) con il giapponese dal quale aveva perso a New York 2014, Berdych è stato avanti di un break nel primo e nel terzo set ma per restituire subito il break di vantaggio conquistato e cedere il passo a Federer (contro il quale aveva vinto nei due Slam in cui l’aveva affrontato e anche alle Olimpiadi di Atene, insomma in appuntamenti davvero…Major), la Suarez Navarro è stata surclassata dalla “maga” Radwanska, e quindi alla fine forse la sola partita che ha vissuto un set di vera suspence è stata quella fra Serena Williams e Maria Sharapova.

Infatti la siberiana è stata avanti 2-0, ha avuto la palla del 5-4, dopo di che però è stata preda dei suoi fantasmi: da qual momento in poi ha fatto un solo game e perso così per la diciottesima volta di fila. Come a Gerulaitis non sarebbe mai successo. Davvero un gap quasi inspiegabile fra una n.1 del mondo ed una ex n.1, capace di vincere anche lei più Slam, cinque mica uno soltanto. Di certo c’è che lei soffre Serena, perchè altrimenti non si spiegherebbe come mai non sia riuscita che a vincere 3 set contro 36 dell’americana, soltanto 121 games contro 233: appena un po’ più della metà. Come se avesse perso sempre 6-3 (circa…) ogni set che ha giocato, statisticamente.
Le differenze ci sono e nette. Serena nonostante la stazza e una mobilità non esemplare è capace anche di qualche recupero, di rovesciare una situazione in cui si trova costretta a difendersi. Maria invece non ci riesce. D’altra parte Maria è alta un metro e 88 cm, quindi evidentemente paga una mancanza di agilità che i longilinei scontano. Non dico che l’ 1,88 di Maria equivalga ai 2,10 di Karlovic o ai 2 e 06 di Isner, però non siamo poi così distanti. Non ricordo, per citare altre tenniste alte come lei, che la Davenport fosse molto più mobile, o Brenda Schultz, e nemmeno la Ivanovic, che non è così alta, è un fulmine di guerra.

Maria è forte quando comanda, è deboluccia – a questi livelli di eccellenza – quando deve difendere. Inoltre da quando si è operata alla spalla non ha più la sicurezza che aveva sulla seconda di servizio. Se entra la prima bene, altrimenti il rischio del doppio fallo è spesso presente. Contro Serena ne ha fatti 7 e quando ha servito più piano è stata bombardata dalle risposte aggressive dell’americana.

Semmai si dovrebbe capire anche il motiov per cui contro la Bencic era riuscita a mettre a segno 21 aces, il suo record, e contro Serena soltanto 3. Ok, la Bencic non è rapidissima con i piedi, non è troppo reattiva, e magari contro un’altra tennista invece di 21 aces ne avremmo visto 12/15, però niente mi toglie dalla testa che ormai Maria è così tesa quando gioca contro Serena che anche il servizio le fa cilecca. 3 aces soltanto sono una miseria. Mica aveva di fronte “Tiramolla” Djokovic! C’era Serenona eh…

Vabbè, insomma, come dicevo almeno quel set qualche emozione l’ha procurata. Per me però è stato quasi più interessante parlare con Hradecka e Havlackova, che hanno vissuto un’esperienza simile a quella che ha portato al divorzio fra Vinci e Errani …però fra le due ceche c’è stata una riconciliazione che per ora non si avverte fra le due azzurre: chissà che l’imminente confronto di Fed Cup contro la Francia a Marsiglia nel weekend successivo a questo finale dell’Australian Open non le …rimetta insieme. Andatavi a leggere, se avete un minuto, la …confessione della Havlackova. Prima presuntuosa, poi umile, quindi perdonata (dalla Hradecka) come il figliol prodigo.

Certo che però dopo la stesa che presero lo scorso anno a Genova da Garcia e Mladenovic magari Roberta e Sara di rigocarsi la rivincita -con il rischio di perderla – non ne avranno tanta voglia. Ma Barazzutti dovrebbe avere il coraggio di imporsi. Anche perchè la Giorgi in doppio non mi sembra proprio schierabile, e perdurando l’indisponibilità della Knapp grandi alternative non riesco a vederle. Mentre scrivo non so ancora da chi sia composto il quarttto azzurro. Ripeschiamo la Schiavone, che in doppio potrebbe rendersi più utile della Giorgi? Ma Francesca a fare da riserva ultimamente non c’è voluta andare in Fed Cup. E fu anche criticata per questo, anche se i suoi meriti passati la mettono al riparo da critiche troppo pesanti…salvo il fatto che ci sono sempre quei 400 mila euro regalateli dal presidente Binaghi all’epoca del trionfo parigino del 2010 che – teoricamente – dovrebbero farla sentire un po’ in debito. Altrimenti potrebbe essere convocata una giovane…per fare esperienza, la Caregaro n.246, la Gatto Monticone 289, la Matteucci 330 (e che è già stata aggregata alla squadra una volta). Certo che a constatare queste classifiche e a ricordare l’imminente ritiro della Vinci, mi dovete proprio dire se non sia un grande clamoroso bluff quello del presidente Binaghi quando sostiene che il tennis italiano gode di ottima salute. Ma a chi la dà da bere?
Datemi retta: o Errani e Vinci almeno quest’anno riprendono a giocare insieme oppure anche a Rio zero tituli, com direbbe Mourinho, zero medaglie.

Tornando all’Australian Open, dove purtroppo ho visto una prova super-deludente sotto il profilo dell’attenzione e della tattica da parte della Samsonova che invece mi era parsa del tutto diversa il giorno prima – nel secondo set in 5 games persi in un battibaleno ha esaurito tutto il campionario dei possibili errori, ha fatto soltanto 3 punti, è letteralmente affogata in un pozzo di sbagli (ho registrato un audio con Riccardo Piatti e un altro con il giovane coach della “scuola” Piatti, Andrea Volpini da Col Val d’Elsa) – sono contento di aver parlato con Riccardo Piatti anche di Milos Raonic e dei suoi progressi (ascoltate l’audio se potete) e con Carlos Moya, neo allenatore del canadese in sostituzione di Ivan Ljubicic.

Ljubo invece si è negato. Ordini di Roger Federer, di Mirka? Alcune sue parole, che lui ha negato di aver detto alla Gazzetta a proposito di un suo ipotetico progetto di portare Roger Federer a vincere uno Slam, lo ha forse condizionato…e spinto al silenzio. Strano, perchè è sempre stato molto disponibile e pure estroverso. Va detto che il nostro incontro è stato del tutto casuale e mentre sia lui che io stavao parlando con altre persone. Quindi il suo “non faccio dichiarazioni” è stato frettoloso e non susseguente ad un approccio programmato e professionale. Vedremo nei prossimi giorni se si tratta di un “silenzio” imposto da altri o di sua personale prudente presa di posizione per non esporsi troppo. Chissà, magari se Roger vincesse questo Slam, Ivan potrebbe anche riaprir bocca.

Il punto, mentre del quarantacinquesimo duello fra Djokovic e Federer avremo tempo e modo di riparlare, è che la giornata che ci aspetta è forse meno interessante di quella, assai poco esaltante, che abbiamo vissuto.

Kerber- Azarenka è interessante soltanto se vince la favorita, cioè la Azarenka, perchè sennò questo torneo – con Serena che conduce 8-0 sulla Radwanska – non ha proprio più la minima incertezza (ok lo si era detto anche all’US open…), del match fra Konta e Zhang beh non vi dico lo spasmodico interesse.

Murray e Ferrer potrebbe essere una discreta battaglia, ma anche una bella noia. Diciamolo francamente. Fra Raonic e Monfils potrebbe uscirne una partita più spettacolare, perchè La Monf è grande showman e una volta nei quarti per la seconda volta dal 2009 non si farà pregare per qualcuna delle sue gags. Da canto suo il canadese, che Riccardo Piatti racconta essere grandissimo lavoratore, è forse l’unico giocatore della generazione degli Anni Novanta a dare l’impressione di potersi inserire fra i più forti. Ha fatto grandi progressi,a rete e negli spostamenti, non fa solo aces, non tira solo bombe di dritto, è certamente ben allenato ed ha una discreta intelligenza. Figlio di due ingegneri è tipo che legge, che se ha tempo libero va a visitare anche i musei, l’ho visto anche visitare Firenze, e…questi ultimi sembrano dettaglio di poca importanza, ma invece ce l’hanno. Milos parla un bel po’ di lingue, il padre con il quale ho conversato piacevolmente l’altro giorno è persona molto ma molto civile. Un tennista con gli orizzonti più larghi del rettangolo di gioco, ha molte più chances di affermarsi di uno che sa parlare solo di palle…da tennis.

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