AO interviste, Kerber: “Sono stata io a vincere, non Vika a perdere”

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AO interviste, Kerber: “Sono stata io a vincere, non Vika a perdere”

Australian Open, quarti di finale, A. Kerber b. V. Azarenka 6-3 7-5. L’intervista del dopo partita ad Angelique Kerber

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Le ultime due partite che hai giocato contro di lei, a Brisbane e agli US Open, sono state molto belle. Come pensi di essere riuscita a vincere oggi?
È la prima volta che vinco contro di lei, e devo dire che è molto bello. Anche ieri, prima di scendere in campo, ho provato anche in allenamento ad essere più aggressiva. Credo di aver giocato molto bene, sono riuscita a fare il mio gioco fin dal primo punto. Anche quando ero sotto 2-5 sono riuscita ad essere ancora più aggressiva. Credo che questa sia stata la chiave del match. Ho servito bene e mi sono mossa altrettanto bene. Sono felice perché sono stata io a vincere la partita, non lei a perderla.

Sei stata più solida a livello nervoso o semplicemente più aggressiva?
Credo entrambe le cose. Nel primo set, quando ero avanti 4-0, i nervi stavano prendendo il sopravvento, me ne sono accorta, e ho rischiato di andare 4 pari. Sono riuscita ad andare sul 5-3 e quello è stato un momento molto importante del primo set. Poi ho provato ad essere concentrata sul mio gioco, ad essere più aggressiva e a provare a fare il punto per prima. Non sono stata troppo a pensare al punteggio, ho provato solo a rimanere concentrata e ho cercato di rifare quanto avevo provato in allenamento.

Hai perso due semifinali Slam, entrambe contro top-10. Ora giocherai contro un’avversaria che non è testa di serie. È una grande occasione per te per fare finalmente il passo successivo.
Sinceramente non importa quale sarà la mia avversaria in semifinale. Voglio dire: arrivare in semifinale significa aver giocato cinque ottime partite. Io dovrò solo cercar di rimanere concentrata sul mio gioco, senza pensare a chi avrò dall’altra parte della rete. Dovrò cercare di giocare come oggi e vedremo quanto riuscirò ad andare lontano.

Il tuo servizio è stato molto solido oggi. È uno degli aspetti su cui ti sei concentrata?
In effetti mi sono concentrata di più sul servizio nell’ultimo periodo, credo di essere migliorata molto in questo fondamentale e sono convinta di poter migliorare ancora. Ho molta più fiducia nel mio servizio rispetto agli ultimi tornei, e qui sento che sto migliorando partita dopo partita.

Sei andata a trovare Steffi Graf qualche tempo fa. Com’è stato incontrarla?
Beh, lei è una grande campionessa e una bella persona. Mi sono allenata con lei lo scorso anno prima di Indian Wells; mi ha detto che sono sulla strada giusta e che devo aver fiducia in me stessa. Ho provato a farlo anche negli ultimi mesi. Ho giocato buone partite negli ultimi tempi, anche contro Vika a New York e nella finale di Brisbane. Oggi sono scesa in campo con grande fiducia e con la voglia di credere in me stessa. Sono veramente contenta di come ho giocato.

Quanto ti ha ispirato Steffi quando eri più giovane? Ricordi qualche sua partita in particolare?
Molto. Lei era il mio idolo e lo è ancora. Ha fatto diventare grande il tennis in Germania. Quando ero piccola la guardavo sempre. Ricordo diverse partite, anche se molte si chiudevano piuttosto velocemente. Ricordo le finali Slam che ha vinto, e a volte riguardo dei filmati su YouTube per vedere il suo slice di rovescio, il modo che aveva di muoversi in campo. Ancora oggi è bellissimo da vedere.

A Brisbane hai detto che volevi essere più aggressiva per prendere in mano la partita, piuttosto che stare lì ad aspettare che perda l’avversaria. Quanto è cambiato nella tua mentalità? Hai sempre avuto questa idea in mente?
Non è stato sempre così. In passato ho giocato molte partite in cui speravo di vincere, provavo muovermi il più possibile e a prendere tutti le palle, ma contro quelle forti, come Vika, devi prenderti la partita. Credo di aver acquisito molta esperienza negli ultimi anni per poter riuscire a cambiare le cose. Ovviamente non è così facile come dirlo; ho provato a imparare e a portare questa aggressività in partita. Nei primi turni non sono riuscita a concretizzare tutte le opportunità che ho avuto, al primo turno ho perfino avuto un matchpoint contro. Poi ho cominciato a giocare sempre meglio.

In semifinale giocherai contro un’avversaria che ha sicuramente molta meno esperienza di te. Come pensi che gestirai la partita?
Non importa quale sarà la mia avversaria, Konta o Zhang. Entrambe non hanno niente da perdere, proveranno soltanto a godersi il momento, come me, del resto. Cercherò di non pensare che sono in una semifinale Slam, proverò solo a restare concentrata su ciò che devo fare, a giocare aggressiva e a sfruttare le occasioni che avrò. Anche loro sono pericolose: per arrivare fin qui hanno battuto buone giocatrici, quindi sicuramente dovrò giocare il mio miglior tennis.

Hai parlato molto della mentalità. Hai lavorato con qualche psicologo?
No, so già tutto (ride). Ho sentito molte cose riguardo questo argomento negli ultimi due anni. Il punto è ciò che devi fare in campo nei momenti che contano. Io ci provo sempre, in ogni partita; a volte funziona, a volte meno, ma l’importante è cercare di rimanere tranquilla, concentrata sul punto che sto giocando e non pensare a cosa è successo o a quello che succederà.

Quindi alla prossima partita penserai a questo, visto che il maggiore pericolo potrebbe essere quello di vederti già in finale?
Sì, sicuramente non penserò alla finale. Mi concentrerò solo sulla partita. Ho in mente solo di giocare di nuovo il mio tennis migliore.

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