AO interviste, Raonic: "Sia io che Murray siamo migliorati, sarà una bella lotta" (ITA)

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AO interviste, Raonic: “Sia io che Murray siamo migliorati, sarà una bella lotta” (ITA)

Australian Open interviste, quarti di finale. M. Raonic b. G. Monfils 6-3 3-6 6-3 6-4. L’intervista del dopo partita a Milos Raonic

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Congratulazioni. Come ti sei sentito durante questo match?
Mi sono sentito bene. Ho fatto tutto nel modo giusto. Anche durante il secondo set, prima di perderlo, ho saputo creare delle opportunità. Lui ha servito molto bene. Non so se ho avuto due o tre buone opportunità. Ne ho avuta sicuramente una verso la fine del set. Ho creato una serie di chance. Ed alcune le ho sfruttate nel modo giusto. E ho continuato così per tenermi in vantaggio.

Come ti sei sentito a scendere per la seconda volta in campo sul Rod Laver, contro un ragazzo che forse ci si aspettava che battessi?
Mi sono sentito bene, in particolar modo ho prestato attenzione a determinate cose. Ho battuto bene. Sono stato abbastanza efficiente dal fondo. Quando ho avuto la possibilità di farlo, ho avanzato. Sono stato, forse, un po’ passivo durante il secondo set, ma nel terzo, in un certo senso, ho rimontato. Avrei potuto essere, forse, un po’ più reattivo anche nel quarto, ma in realtà sono felice di come sto affrontando tutto questo, di come ho giocato e di come ho sostenuto il match di due giorni fa.

Cosa significa per te tornare in semifinale durante un Grand Slam, dopo il duro anno che hai attraversato?
Beh, è molto positivo se si guarda il quadro generale. In questo momento, è una grande opportunità per me. Due anni fa ho avuto una semifinale un po’ deludente, oggi cerco di dare una svolta sfruttando la mia esperienza ed i punti in cui sono più forte rispetto a due anni fa.

C’è stato un match, a Brisbane o qui, nel quale hai percepito che stavi giocando ad un livello più alto e che ti ha dato sicurezza?
Probabilmente il secondo match che ho giocato a Brisbane. E’ stato una specie di scintilla. Nonostante contro Bernard mi sia sforzato molto durante il terzo match, ho sentito di avere il pieno controllo della situazione. Stavo giocando a modo mio. Mi sono messo nella posizione di poter passare in testa e creare sempre più opportunità. Prima bisogna arrivare fin lì, dopodiché bisogna vedere se puoi fare in modo che ciò che fai valga.

In una delle precedenti conferenze stampa hai affermato che Carlos Moya è una specie di organizzatore nella tua squadra. Parlacene un po’ di più.
Non penso che sia l’organizzatore della squadra. Penso che sia molto di più, a giudicare dal modo in cui gioco. Penso che sia Riccardo quello che si occupa del lavoro più pesante. Riccardo, a fine giornata, è più allenatore di chiunque altro ci sia in tour. Lo ha fatto per tutta la vita. Lo sta facendo con molti giocatori. A lui piace esserci anche durante le giornate più noiose, standosene seduto in campo anche per sei ore. Penso che Carlos si preoccupi più di migliorare le mie qualità e di come affrontare alcuni giocatori. Ha giocato con molti di questi ragazzi, soprattutto con quelli con cui si giocherà nelle ultime fasi dei tornei. Mi porta tranquillità, efficienza, e mi consiglia come affrontare i tornei. Penso che sia questo ciò che sto cercando di imparare da lui.

Dici che tutto ciò che vuoi fare è seguire il tuo piano, e ad ogni modo il tuo piano sembra sicuramente funzionare. Potresti condividere con noi qualcosina circa questo tuo piano?
In che senso?

Per la stagione. Hai detto di voler seguire il tuo piano.
Quando l’ho detto?

In una conferenza stampa precedente.
Probabilmente, e scusatemi se non riesco a ricordare il contesto esatto, mi riferivo ad obiettivi personali. Ci sono sei cose alle quali vorrei prestare molta attenzione quest’anno: quattro riguardano gli Slams, poi le Olimpiadi e Toronto. Penso di dover fare in modo che anche quelle settimane, quei tornei, vadano come sta andando ora e che migliori ogni giorno di più. Penso di aver fatto dei grandi passi in avanti, da quando sono tornato in salute e sono stato in grado di rimettermi in gioco. Si tratta di questo, di progressi costanti. Alcuni giorni può esserci un progresso di guarigione, altri potrebbero essere un lavoro nel miglioramento del mio rovescio. Ma chi può dire quali saranno esattamente? Il progresso costante per il quale ho lavorato molto dopo essermi ripreso dall’infortunio, è quello per il quale lavoro ogni giorno.

Parlando di rimbalzi e movimento, pensi ci sia stato un miglioramento?
Significante. Penso di saper utilizzare meglio i miei colpi di rimbalzo. Ma allo stesso tempo, è più semplice anche perché colpisco la palla in posizione migliore. Penso di saper neutralizzare um po’ meglio. A fine giornata, non conta essere quello che ha vinto una partita, ma fare tutto ciò che si può fare per acquisire più punti, essere più aggressivo e mostrarlo ai miei avversari.

Quali sono i migliori riferimenti del tuo precedente match con Murray?
Probabilmente, l’ultimo che abbiamo giocato a Londra. Penso che sia l’ultima volta che abbiamo giocato nel World Tour Finals. Anche gli US Open attireranno, sicuramente, molta attenzione. Per quanto possa ricorda, anche prima di entrare in campo oggi ho prestato attenzione a ciò che faceva. Sono passati 14 mesi dall’ultima volta, e credo che nel frattempo ci siano stati dei miglioramenti. Ci sono alcuni aspetti che vorrei poter manipolare a favore del mio gioco, ma sono sicuro che anche lui proverà a cambiare un sacco di cose. Penso che sarà una gara a chi saprà mettersi per primo a proprio agio.

L’altro giorno Carlos ha parlato di come tu abbia lavorato sul tuo gioco in attacco, andando a rete e di come tu lo stia facendo bene, ma anche del fatto che devi ancora trovare un equilibrio, un modo per non far capire al tuo avversario che stai per attaccare. Contro qualcuno, tipo Andy, bravo sia nel passare la palla che in difesa, quanta importanza assume quell’equilibrio?
Sicuramente molta. E anche oggi lo è stato. Non penso di aver servito e giocato delle volée tanto quanto l’ultima volta. Non è solo l’essere ostinato che ti fa andare avanti, ma soprattutto il continuo lavorare per migliorare di partita in partita. Sono 3 set su 5. Tutto può succedere. Si attraversano diversi livelli di tennis in un match 3 set su 5. E’ questione di saper andare in vantaggio, rimanere in testa e andare avanti.

Ho visto che qualche giorno fa sei andato in un museo. Quanto importante è stato per te poter usare quel giorno per staccare completamente e, allo stesso tempo, poterti anche concentrare sul match successivo?
E’ una cosa che mi fa stare un po’ meglio. A volte mi faccio veramente ossessionare da quello che verrà e quello che dovrò fare. E’ stata sicuramente una via di fuga per me, inoltre ho preso parte ad una cosa che mi piace molto e che, negli ultimi anni, è diventata una vera passione.

 

Traduzione di Gilda Dota

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