AO interviste, Kerber: "Ci si sente davvero bene ad essere in finale per la prima volta" (ITA)

Interviste

AO interviste, Kerber: “Ci si sente davvero bene ad essere in finale per la prima volta” (ITA)

Australian Open interviste, semifinali. A. Kerber b. J. Konta 7-5 6-2. L’intervista del dopo partita ad Angelique Kerber

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Un’ora dopo il match, come ti senti a essere in finale Slam?
È fantastico, davvero. Oggi è stato un match difficile perché già il giorno prima avevo dovuto essere molto concentrata contro Vika: sapevo che anche oggi avrei dovuto essere aggressiva, ma sono riuscita a gestire tutto, compreso il nervosismo a inizio partita.

Il nervosismo ha giocato una grande parte?
Sì, oggi per me è stata una grande sfida. A Singapore, contro Safarova, non ero riuscita a controllare i nervi e mi ero detta che avrei appreso da quella situazione, che non mi sarebbe più successo. Oggi ho cercato di rimanere tranquilla e concentrata su ogni punto, e ha funzionato. Sono contenta di come sono riuscita a gestire tutto.

Come si impara da sconfitte come quella contro Safarova?
Prima di questa partita ho sentito dire che avrei dovuto semplicemente vincere un set, ma io ho cercato di non pensare neanche a questo, semplicemente a giocare punto su punto. Non importa se è una semifinale o una partita di un girone: devi fare del tuo meglio, senza pensare troppo a ciò che può succedere.

In finale sarai più o meno nervosa di oggi?
Non lo so, ma credo che andrà meglio perché contro Serena non ho niente da perdere. Per avere una chance dovrò giocare il mio miglior tennis: ho visto oggi il suo match contro Aga e ha giocato in maniera incredibile.

Sei stata a lungo in top 10: cosa significa per te aver fatto il passo successivo, raggiungere una finale?
È una sensazione speciale, ormai sono quattro anni che sono in top 10. Il mio obiettivo era giocare meglio nei tornei importanti. Qui ho avuto due settimane incredibili, con alti e bassi. Questa finale arriva al momento giusto, perché ho tutta l’esperienza degli ultimi anni. Ho battuto le top player, e ora sono una top player anch’io. Il lavoro che ho fatto ha dato i suoi frutti.

Dici di aver avuto molti alti e bassi in carriera. Parlaci di quei momenti.
I momenti peggiori li ho passati anni fa, quando ero circa il numero 100 al mondo. Credo di aver perso 11 volte di fila al primo turno. Uno dei momenti migliori è stato giocare la semifinale a New York. Poi c’è stato un anno in cui ho raggiunto quattro finali e le ho perse tutte e quattro. L’anno scorso invece ne ho vinte quattro. Adesso sto vivendo un altro “alto”.

I tuoi match finiscono spesso al terzo. Come mai?
Non saprei, contro di me giocano tutte al meglio. Ma è un bene, ho molta esperienza nei match equilibrati.

Quando hai scritto una email a Steffi perché lavorasse con te, ti aspettavi che dicesse di sì?
No, non è andata così. L’anno scorso c’era l’adidas camp: dopo aver perso al primo turno a Indian Wells, sono andata a Las Vegas. Mi stavo allenando col mio team e c’era anche lei. Abbiamo scambiato qualche colpo e mi ha incoraggiato, mi ha detto che ero sulla buona strada e che dovevo credere in me stessa.

Quanto ti ci è voluto per realizzare che ti stavi allenando con Steffi Graf?
Ovviamente è una grande sensazione. È ancora in grande forma, colpisce molto forte e si muove ancora come faceva qualche anno fa. L’intensità di gioco era molto alta.

Le scriverai prima di domenica?
Credo che mi abbia appena mandato un messaggio ma non l’ho ancora letto. Non siamo in contatto costante, mi scrive magari in occasione dei grandi tornei, tutto qui.

Cosa ricordi di quando hai battuto Serena a Cincinnati?
Ho servito molto bene. Mi ricordo anche di altre partite contro Serena molto equilibrate. Credo e spero che anche Serena mi rispetti.

Contro di te sarà più nervosa perché l’hai già messa in difficoltà?
Lo spero. Credo che sappia di dover giocare bene per battermi.

Molte persone danno a Patrick Mouratoglou il merito del successo o della rinascita di Serena. Cosa puoi dirci dell’influenza di Torben su di te?
Lo conosco da quando avevo 15 o 16 anni. Mi conosce bene: il lavoro fatto sta dando i suoi frutti. E in più ci divertiamo molto, che per me è molto importante.

 

Traduzione di Gaia Dedola

 

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