Intervista esclusiva con Brown: "Felice di divertire il pubblico, Djokovic non è solo un difensore" (audio)

Interviste

Intervista esclusiva con Brown: “Felice di divertire il pubblico, Djokovic non è solo un difensore” (audio)

Dustin Brown ha concesso un’intervista in esclusiva a Ubitennis. L’originalissimo tennista tedesco-giamaicano ha paragonato il proprio gioco a quello degli avversari, parlando inoltre del suo successo col pubblico e delle sue difficoltà nel tennis contemporaneo

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Dustin Brown, Houston 2014
 

Dal nostro inviato a Montpellier

Stai andando avanti in questo torneo, sei al secondo turno e hai avuto un grande sostegno dal pubblico, soprattutto quello più giovane. Quale credi che sia la ragione?
Sono contento che alla gente piaccia il mio gioco, che faccia venire loro voglia di venire a guardarmi. Mi sto impegnando duramente per fare bene. L’anno scorso ho avuto molti incontri difficili e li ho persi, grazie a Dio adesso sta andando in maniera opposta e sto vincendo gli incontri difficili e sono molto contento. Ovviamente mi fa piacere il tifo.

Parlando di ciò, al prossimo turno affronterai Gilles Simon che è testa di serie qui e ha portato Novak Djokovic al set decisivo agli Australian Open la scorsa settimana. Come stai preparando il match? Ti stai concentrando sul tuo gioco o stai studiando il suo?
Beh, di base mi sto concentrando sul mio gioco. Ho giocato contro di lui una volta sulla terra e ho perso 7-6 al terzo set, alcuni anni fa a Stoccarda. Devo provarci, la cosa più importante sarà servire bene, che è ciò che mi ha aiutato nello scorso match contro Steve [Darcis, NdR] in una situazione che si era fatta molto complicata. Ho servito bene e ho realizzato molti ace, penso che sarà questa la chiave nel prossimo match contro di lui.

Hai detto che adesso stai vincendo match molto simili a quelli che l’anno scorso perdevi. Pensi che il tuo stile di gioco estremo livelli le tue possibilità di vittoria contro i primi 20 e contro avversari che sono numero 50, 100, 150 al mondo?
Tutti giocano il loro tipo di tennis, questo qui è il mio e negli anni ho imparato a conoscere meglio me stesso e ciò che sono bravo a fare, e magari ciò in cui non sono altrettanto bravo. Con questo stile se gioco nel modo giusto e con furbizia penso di essere pericoloso contro chiunque. Ho anche avuto ottime vittorie l’anno scorso, ma a volte si tratta soltanto di un po’ di fortuna nel fare il punto giusto al momento giusto, che è ciò che è andato bene nei miei ultimi tre incontri. Ognuno di quei tre incontri lo avrei potuto facilmente perdere, sono stati molto equilibrati. Sai, a volte devi soltanto rimanerci aggrappato e continuare a giocare, sperando per il meglio.

Ti piacerebbe magari affrontare altri tennisti con il tuo stesso stile? Ti senti “solo” nel tour, in questo senso?
Non me ne preoccupo davvero, il mio stile è il mio stile, devo concentrarmi su cosa faccio io. Cerco di non preoccuparmi troppo di cosa fanno gli altri. Di sicuro è divertente per le persone guardare me che gioco. A volte riguardo i miei match con il mio allenatore e dico: ‘Wow, non pensavo che sarei riuscito a giocare quel colpo!’ (Mima la sua sorpresa.) Però ognuno ha il suo tipo di gioco, come tutti per me è difficile giocare contro uno spagnolo che se ne sta dietro la linea di fondo a macinare e rimettere la palla in campo. E allo stesso modo è difficile per loro giocare contro il mio tennis.

Al momento i top player come Djokovic e Murray trovano la loro forza nella difesa. Pensi che il tennis si stia trasformando in uno sport in cui nessuno vuole tentare l’azzardo di attaccare?
Davvero no, penso che abbia tutto a che fare un pochino con fatto che il gioco sta rallentando a causa delle superfici e delle palle. E ovviamente tutti stanno migliorando, sono più in forma, e questo allunga la durata degli incontri. Anche quando guardi, come il tuo esempio, Djokovic contro Simon… i ragazzi stavano giocando scambi molto lunghi ma non è che Novak non spingesse. Lui corre, è aggressivo, ci ho giocato contro a Doha e l’ho visto con i miei occhi. Tutti loro sono abbastanza aggressivi, soltanto sono diversi da me.

Parlando delle superfici che diventano sempre più lente, la stagione sull’erba che ami tanto è molto breve e non c’è neppure un torneo sull’erba tra i Masters 1000. Pensi che magari Halle possa avere l’opportunità di entrare a farne parte?
Questa è un’altra delle cose di cui non mi preoccupo. Mi piacerebbe molto che la stagione sull’erba fosse più lunga ma è una di quelle cose sulle quali non ho alcuna voce in capitolo. Halle è un gran torneo, mi piace da matti giocare lì, ho sempre avuto molto successo lì. Non vedo l’ora che arrivi quel momento dell’anno.

Guardando indietro pensi che avresti dovuto fare scelte differenti? Hai qualche rimpianto, o magari ti sarebbe piaciuto di più giocare in un’altra epoca?
Per il mio tipo di tennis sarebbe stato meglio giocare qualche anno fa, con le superfici più rapide. Ma non ha molto senso pensarci, bisogna prendere la situazione per come è adesso. Mi piace fantasticare di tanto in tanto, ma fondamentalmente devo pensare a migliorare il mio gioco e fare bene nel presente. È questo che conta.

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