Scommesse, Bracciali rompe il lungo silenzio: "Su di me tante bugie"

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Scommesse, Bracciali rompe il lungo silenzio: “Su di me tante bugie”

Daniele Bracciali torna a parlare e lo fa rilasciando un’intervista al Quotidiano Nazionale contestando la dura decisione del Collegio di Garanzia dello Sport di annullare la sentenza della Corte Federale di Appello che aveva alleggerito la sua pena condannandolo all’inibizione dall’attività per un anno

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“Sono stato in silenzio per tanto tempo, ora qualcosa voglio dire, perché non ne posso più di ingiuste accuse a livello sportivo e penale”. Daniele Bracciali è tornato a parlare sul caso scommesse che lo vede coinvolto assieme a Potito Starace dopo che il Collegio di Garanzia dello Sport ha annullato la mite sentenza della Corte Federale di Appello che aveva ridotto ad un solo anno la squalifica. “Mi avevano dato addirittura la radiazione, poi sono stato assolto per illecito e la squalifica ridotta a un anno. In ogni caso la procura federale ha fatto appello al Coni e ora si deve rifare il processo”. Il tennista aretino sottolinea però l’aspetto a suo a dire paradossale della vicenda: “I nuovi criteri adottati dal Coni sono praticamente uguali a quelli per cui mi hanno assolto e allora non capisco perché si debba rifare il processo”.

E in effetti nelle carte si legge: “E’ principio consolidato della giustizia sportiva che lo standard probatorio richiesto non si spinge sino alla certezza assoluta della commissione dell’illecito, né al superamento del ragionevole dubbio, come nel diritto penale. La sua definizione prevede che il grado di prova richiesto, per poter ritenere sussistente una violazione, deve essere comunque superiore alla semplice valutazione della probabilità, ma inferiore all’esclusione di ogni ragionevole dubbio”. Il nuovo criterio – chiude Bracciali – è praticamente simile – leggete qua – “Secondo la giurisprudenza del Tnas: «pur in presenza del particolare standard probatorio non si richiede la certezza del compimento del fatto oltre ogni ragionevole dubbio, ma impone sempre un grado di prova superiore alla semplice violazione della probabilità».

Ricordiamo che oltre al procedimento sportivo, Daniele Bracciali è coinvolto anche nell’inchiesta della Procura di Cremona diretta dal P.M. Di Martino, nell’ambito della quale il prossimo 18 maggio si terrà l’udienza preliminare dinanzi al Gup di Cremona Letizia Platè. “Si sono dette e scritte tante cose che vi assicuro non corrispondono a verità, soprattutto riguardo a schede telefoniche, conti correnti e inoltre non ho mai contattato altri tennisti per alterare partite” il commento dell’ex davisman.

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