ATP Rio: vince Pablo Cuevas, quarto sigillo in carriera sulla terra

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ATP Rio: vince Pablo Cuevas, quarto sigillo in carriera sulla terra

Pablo Cuevas conquista il Rio Open 500 in una finale che sfiora le due ore e mezza e viene lungamente interrotta dal consueto temporale. Cuevas conquista il primo set e al tie break del secondo spreca un vantaggio di 4-2 e si fa riprendere da un Guido Pella mai morto. Nel terzo parziale regna l’equilibrio fino al decimo game quando l’uruguaiano va 3040 sul servizio avversario e chiude alla prima occasione

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P. Cuevas b. G. Pella 6-4 6-7(5) 6-4

La finale odierna, in un ATP 500 su terra che vedeva come principali favoriti Nadal, Ferrer e Thiem, sarà probabilmente stata la rovina di qualche bookmaker ma i due protagonisti dell’ultimo atto non hanno rubato nulla e sono qui con pieno merito. Il trentenne uruguaiano Pablo Cuevas è stato solidissimo nella maratona vinta ieri a notte fonda contro Nadal mentre il mancino argentino Guido Pella ha mostrato intelligenza e sagacia tattica nel ventoso match interrotto per pioggia con Dominic Thiem. I due finalisti si incontrano per la prima volta e comunque vada faranno un gran balzo in classifica dopo questo torneo, migliorando sensibilmente le loro rispettive posizioni di n° 45 e 71 ATP.
È Pella a servire per primo tenendo a zero il suo primo turno ed è sempre lui ad avere le prime occasioni all’alba del match, quando in un quarto game lottato ai vantaggi manca due occasioni per strappare la battuta a Cuevas. Il punteggio rimane così in equilibrio con l’uruguaiano che possiede certamente maggiori soluzioni di gioco e l’argentino che si affida al suo talento di lottatore, che Feliciano Lopez ha ben conosciuto nell’infinito match di secondo turno disputato contro di lui agli ultimi AusOpen. In questa umida edizione del torneo non poteva però mancare l’intervento di Giove Pluvio ed ecco che puntualmente, sul punteggio di 3 pari, 30-0 servizio Pella il giudice arbitro Carlos Bernardes interrompe l’incontro.  Stavolta la pausa è di quasi tre ore e alla ripresa è l’esperto uruguaiano a cogliere l’attimo buono per lo sprint decisivo. Nel nono game infatti Pella paga carissimo l’unico passaggio a vuoto del primo set, va sotto 0-40 e cede alla seconda opportunità il game e di fatto il set perché Cuevas non si distrae al servizio e chiude il parziale a 15.

Il secondo set ha un andamento molto regolare, entrambi i finalisti difendono le rispettive battute senza mai giungere ai vantaggi con l’argentino che si mostra molto solido al servizio concedendo solo la miseria di sei punti sui propri turni. L’uruguaiano soffre maggiormente ma è bravo e concentrato a non concedere alcuno spiraglio e in questo modo si arriva all’extra set.
E come spesso succede è proprio qui che i due cominciano a soffrire in battuta. Su dodici punti giocati ben sette saranno mini break, il mancino argentino conquista il primo subito, va sul 2-0 ma ne cede ben due consecutivamente trovandosi sotto 2-4 ad un passo dalla sconfitta. Ma come ormai ben si sa lui è un gran lottatore, rimane con la testa nel match e un parziale di cinque punti a uno gli consente di pareggiare l’incontro e rinviare tutto al terzo set. Gli spettatori sono ormai abituati alle ore piccole e si rassegnano all’ennesima maratona.
Cuevas inizia per primo al servizio nel parziale decisivo, è certamente scosso dal fatto di essere stato a tre punti dal match senza riuscire a chiudere ma si mostra solido come la roccia nel momento che conta.
Possiede un tennis più vario e solido anche nei fondamentali e lo fa valere conducendo sempre nel punteggio con autorità e piano piano prende il suo avversario perde fiducia.
Pablo ha solo un momento di incertezza che potrebbe essergli fatale quando nel nono game non chiude sul 40-30 ed è costretto per la prima volta ai vantaggi. È bravo a conquistare comunque il gioco e trasferire così la pressione sull’argentino che non lo è altrettanto.
Quando ci si avvicina alle due ore e mezza di gioco Pella serve per rimanere nell’incontro, si issa fino al 30-15 ma non va oltre. Cuevas ne avverte l’incertezza e mette a segno due punti consecutivi che lo mandano a match point sul 30-40. E basta quello.
L’uruguaiano è al suo quarto trionfo su cinque finali disputate, tutte dopo i 29 anni di età, e giocando così potrà avvicinare il suo best rank di n°21 ATP raggiunto lo scorso anno.

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