Coppa Davis: superlativo Rosol, Zverev e Germania KO. Isner elimina l'Australia, Coric il Belgio

Coppa Davis

Coppa Davis: superlativo Rosol, Zverev e Germania KO. Isner elimina l’Australia, Coric il Belgio

Il ritiro di Thomas Berdych non basta a fermare la Repubblica Ceca. Ad Hannover Lucas Rosol lascia la miseria di sei game ad Alexander Zverev e chiude i conti. Nei quarti la rivincita della semifinale del 2014 contro la Francia

Pubblicato

il

 

Coppa Davis, ottavi di finale

GERMANIA – REPUBBLICA CECA 2-3 (Tommaso Voto)

P. Kohlschreiber b.  T. Berdych 6-3 7-5 RIT

Ad Hannover, davanti ad un pubblico caloroso e partecipativo,  Kohlschreiber approfitta del ritiro del ceco Berdych e porta la sfida tra la Germania e la Repubblica Ceca in parità. Sarà l’ultimo singolare a decretare chi tra le due nazionali affronterà la Francia nei quarti di Davis Cup.
Il tedesco ha sicuramente meritato, anche perché era avanti due set a zero (prima del ritiro di Berdych), ma la partita è stata comunque influenzata dal problema alla coscia del ceco. Ora veniamo alla cronaca del match, che è stato comunque ben giocato da Philipp, che ha resistito alla reazione emotiva del n.7 del mondo, che soprattutto nel primo parziale, poteva controbrekkare, ma ha sempre mancato il colpo del ko.
Dopo qualche minuto di studio, Tomas subisce il break nel quinto gioco, in cui Philipp riesce a rispondere ed a controllare lo scambio da fondo. Il ceco chiama un medical time out immediato, in cui si fa controllare il muscolo della coscia destra, che viene opportunamente trattato dal fisioterapista. L’intervento medico aiuta Berdych che avrebbe subito l’occasione di riportarsi in parità  ma il tedesco é attento a neutralizzare la minaccia. Kohlschreiber esce indenne anche dall’ottavo gioco, in cui Tomas ha due chance di controbreak, ma commette qualche errore di troppo da fondo. Il pubblico inizia a credere nella possibilità reale di portare la sfida all’ultimo match, Kohlschreiber si aggiudica il primo set con il punteggio di 6-3, ma é consapevole che la strada per la vittoria finale é ancora lunga, anche perché il ceco ha dimostrato di saper trovare risorse inaspettate durante le difficoltà.

Il secondo parziale é  poco entusiasmante, ma al terzo set point Berdych capitola e poi decide che non è più in grado di continuare e alza bandiera bianca.

 

L. Rosol b. A. Zverev 6-2 6-3 6-1 (Vanni Gibertini)

È uno di quei giorni. Quei giorni nei quali a Lukas Rosol riesce di giocare come un top-15, nei quali la palla lascia la racchetta pulita, veloce, imprendibile. Nel match più importante del weekend, e della storia recente della carriera di Rosol, il ceco porta a casa il punto decisivo con una straordinaria prestazione, regolando in 1 ora e 38 minuti un Alexander Zverev che ha attraversato tutti gli stadi del dolore: diniego, rabbia, depressione, accettazione. Una racchetta rotta, urla, pugnetti ed una preoccupante quantità di “challenge” andati a vuoto (se Zverev continua così, Federer avrà pane per i suoi denti in futuro da questo punto di vista) non sono bastati a controbilanciare la giornata di grazia di Rosol e soprattutto i 36 errori gratuiti (contro i solamente 11 vincenti) che hanno presto sepolto le sue velleità di vittoria.

Il match è stato segnato dalla striscia di sette giochi consecutivi che Rosol ha messo a segno tra la fine del primo parziale e l’inizio del secondo: dal 2-2 si è passati al 6-2, 3-0 per il ceco, che non è mai stato in svantaggio nel punteggio se non per pochi minuti all’inizio del terzo set. La striscia è stata scavata da una strategia di gioco accorta ed efficace, condita da servizi sempre molto incisivi, principalmente a traiettoria esterna, per aprire il campo alle conclusioni offensive. Durante gli scambi Rosol ha insistito soprattutto sulla diagonale rovescia, creando angoli molto acuti per buttare sempre più fuori dal campo il giovane tedesco, troppo distante dalla linea di fondo per poter dettare le sue trame offensive. Sull’1-4 nel secondo parziale, Zverev abbozza un tentativo di serve and volley, respinto con perdite da Rosol, annulla una palla dell’1-5, che avrebbe reso la sconfitta ancora più pesante di quanto non sia stata, ma si tratta solo di ritardare l’inevitabile. Un primo set point per Rosol arriva sul 5-2, ma se ne va per un diritto lungo; tuttavia nel gioco seguente il ceco è implacabile, continua con il suo stillicidio di servizi esterni e di millimetriche palle corte, mascherate in maniera superba, ed in 1 ora e 11 minuti il punteggio è di 2 set a zero per la Repubblica Ceca.

In apertura di terzo parziale Zverev va subito sotto 0-40, ma cinque punti consecutivi (tra cui 3 errori non forzati di Rosol) gli regalano il primo vantaggio nel match. Vantaggio che rimarrà anche unico, perché nonostante parecchi game ai vantaggi (tutti su servizio Zverev), il tedesco non trova mai lo spunto decisivo per muovere il punteggio, e finisce per soccombere all’avversario sempre più in fiducia. Game simbolo del match quello sull’1-3, quando dal 40-30 Zverev commette tre errori gratuiti che più gratuiti non si può e concede un altro break che ha il sapore della resa.

La Repubblica Ceca esce quindi vincitrice da questa pericolosa trasferta di Hannover ed avanza ai quarti di finale in programma il prossimo luglio che li vedrà affrontare in casa la Francia.

 

BELGIO-CROAZIA 2-3 (Valerio Vignoli)

D. Goffin b. M.Cilic 6-4 6-4 3-6 7-5

David Goffin, nonostante qualche ingenuità di troppo, supera dopo 4 set e oltre 3 pre di gioco nel primo scontro diretto in carriera un Marin Cilic in condizione fisica non ottimale, rimandando l’esito del tie al quinto incontro

Partenza sprint per il 25enne belga che, grazie ad una splendida risposta lungolinea di rovescio, ottiene subito il break. Goffin non riesce però a consolidare il vantaggio, perdendo a 30 il proprio turno di servizio su un rovescio incrociato in corridoio. Per sua fortuna Cilic, come già successo nel singolare contro Coppejans, comincia il match con il freno a mano tirato e si fa breakkare nuovamente nel terzo gioco. Goffin prende il largo e, dopo aver sofferto nel settimo gioco, concedendo al nativo di Medjugorje una palla break, si procura un set point in risposta sul 5 a 3. Il tennista vallone non sfrutta quest’occasione ma si rifa prontamente nel game successivo, chiudendo il parziale per 6-4.

Nemmeno lo svantaggio di un set riesce a scuotere Cilic dal suo torpore. Il croato sembra ancora molto scarico e, stranamente, continua a soffrire sul proprio servizio. L’inevitabile break ai suoi danni arriva sul 1 pari dopo un orribile dritto scagliato abbondantemente fuori dal campo. Il vincitore degli US Open 2014 fatica ancora alla battuta, affrontando altre 3 palle break nel quinto gioco, ma riesce a non affondare nel punteggio. Dall’altra parte della rete c’è però un Goffin estremamente determinato che con un preciso dritto inside-out mette in cassaforte anche il secondo set con lo stesso punteggio del precedente.

Il terzo si apre con Cilic ancora alle spalle al muro sul proprio servizio, sotto 0-40. Il 27enne croato però rimane con coraggio e costanza aggrappato al match in uno dei giochi più lunghi. Goffin ha un paio di chance di break anche sul 1 pari ma pecca di cinismo e tiene in partita l’avversario. Non contento di aver salvato un moribondo Cilic, il piccolo belga, sotto 3 a 2, con ben 3 doppi falli regala letteralmente un turno di battuta durato 14 punti. Il n.12 del ranking ATP, con ben pochi meriti se non quello di continuare a crederci, scappa e vince il parziale per 6-3, rimettendo in discussione un incontro che sembrava destinato a terminare in tempi brevi.

Il quarto set si trasforma in un vero e proprio thriller. Cilic è sicuramente molto più stanco ma Goffin non riesce ad uccidere la partita. Nel cambio di campo sul 4 a 3 per Goffin il pubblico della Country Hall du Sart-Tilman e il capitano belga Joahn Van Herck incitano il loro pupillo a compiere l’allungo decisivo. Goffin reagisce all’incoraggiamento mettendo a segno il break che lo manda a servire per il match. Con un piede dentro la fossa Cilic però tira fuori la forza della disperazione e prolunga un incontro che comincia ad assumere contorni drammatici per Goffin. Ma il croato non ha le forze per portare a termine un’epica rimonta e, sotto 6 a 5, con un doppio fallo cede le armi ad un Goffin che può finalmente tirare un sospiro di sollievo.

 

B. Coric b. K. Coppejans 7-6(5) 6-2 6-2

La Croazia espugna Liegi ed elimina i vice-campioni del 2015 grazie alla netta affermazione in tre set della sua giovane stella Borna Coric sul belga Kimmer Coppejans. Coric ha dimostrato personalità e solidità contro un avversario chiaramente più debole ma che ha dato fondo a tutte le sue energie. Cilic e compagni nei quarti di finale sono attesi da una trasferta impegnativa ma non impossibile contro gli Stati Uniti.

Primo set molto equilibrato nel gioco e nel punteggio. Coric sembra ovviamente avere qualcosa in più in termini di colpi e consistenza ma non sfonda e, anzi, ogni tanto subisce i contrattacchi di un Coppejans per nulla intimorito nell’affrontare una situazione alla quale non è certo abituato, lui che di solito frequenta i tornei Challenger. Il teen-ager di Zagabria ha una palla break nel secondo gioco ma da lì in poi il parziale segue i turni di servizio. Si approda dunque al tiebreak dove Coric si trasforma un muro di gomma, involandosi sul 3 a 0. Ma Coppejans risale la china riportandosi per 4 a 4. Sul 5 pari il 22enne fiammingo forza però un dritto a sventaglio che finisce fuori e, nel punto successivo, sbaglia ancora con lo stesso colpo, cedendo così il tiebreak al suo avversario.

Per Coppejans, n.122 del ranking ATP, era cruciale vincere il primo set, partendo da sfavorito. Il belga infatti nel secondo accusa prevedibilmente il colpo, subendo il break prima nel terzo gioco e poi nel quinto, complice anche un Coric molto più consistente. L’astro nascente del tennis croato chiude agevolmente il parziale per 6-2 con un perfetto serve & volley, quasi a dimostrare il suo passaporto tecnico balcanico.

Coppejans ormai è in rottura prolungata. Coric, che aveva perso un paio di volte contro il belga a livello giovanile, non ha pietà del proprio avversario e gli toglie il servizio altre due volte: prima nel terzo e poi nel settimo gioco, andando a servire per il match. Il soldato Borna completa la missione con un ace dopo poco più di due ore di gioco e sfoga la sua soddisfazione con un urlo liberatorio.

 

AUSTRALIA – USA 1-3 (da Melbourne, il nostro inviato Robbie Cappuccio)

J. Isner b. B. Tomic 6-4 6-4 5-7 7-6(4)

Avrebbe potuto essere la resurrezione per l’Australia, con la possibilità di portare gli Stati Uniti all’incontro decisivo (e con Hewitt forse di nuovo in campo a salvar la patria), invece Isner sfodera una prestazione senza macchia e il un servizio formidabile contro un Tomic svogliato (“he was playing possum” – “sembrava un po’ il bell’addormentato durante il riscaldamento” dice Isner in conferenza stampa) che ha mostrato intensità solo in un paio di giochi. Isner è stato sempre in controllo sul suo servizio e ha colto ogni opportunità sulle palle piatte morbide di Tomic, il quale – prima sul campo, poi in conferenza stampa – accusa Kyrgios di aver finto la malattia e dice che se il 20enne di Canberra giocherà a Indian Wells, perderà il suo rispetto.

Una bella domenica di sole a Melbourne e condizioni ideali per una partita di tennis con una temperatura di circa30°C; gli spalti del campo centrale al Kooyong Lawn Tennis club sono gremiti, nella speranza di una rimonta degli australiani, che sono sotto 1-2 dopo il doppio di ieri. La posta in gioco è alta e la folla ha risposto splendidamente riempiendo tutti i posti a Kooyong. I Fanatics cantano a squarciagola ispirando il resto degli spettatori. Pochi minuti dopo le 11:00 inizia l’incontro, con Isner che cerca di ottenere il punto decisivo contro Tomic per dare agli USA la vittoria.

Inizia Tomic, servendo bene, seguito da Isner che serve ancora meglio. Tomic è un giocatore da fondocampo, ma invence è Isner a vincere gli scambi di media lunghezza, approfittando del rovescio slice molto lento e non efficace di Tomic per poi attaccarlo con il dritto a uscire e chiudendo con una volè. Sul 2-2 Tomic è sul 40-15, ma poi si trova ad afffrontare una balla break, che l’americano converte con il solito attacco sul rovescio di Tomic rovescio e una facile volé di diritto. Si tratta in pratica di un set point. Isner continua a servire brillantemente con il 72% di prime, ace (10 per lui nel primo set) che viaggiano a 247 chilometri all’ora e kick serve sulla seconda di servizio, lasciando solo 2 punti a Tomic sul suo servizio nel primo set. La palla di Tomic è generalmente piatta e morbida, dando Isner molte opportunità di muoversi sul dritto e mettere pressione sull’australiano. Sul 5-4, Isner sale 40-0 e converte il primo set point, per un 6-4 finale in meno di mezz’ora.

Il secondo set scorre in maniera simile, con Tomic sempre più fermo sulle gambe che manda vari rovesci larghi. Il famigerato 7° gioco è la chiave del set: Isner ha appena cambiato la sua racchetta, e passa Tomic con un gran passante dritto lungo la linea, e un attacco vincente che lo porta a 0-30 e poi 15-40. I primi 2 break point sono salvati da un servizio di Tomic e un errore non forza di diritto di Isner. Tomic è molto rigido sulle sue gambe e viene sorpreso da una risposta sui piedi. Un doppio fallo poi dà all’americano un terzo break point, che viene salvato, ma è solo una questione di tempo e Tomic nuovamente fermo sulle gambe invia un rovescio facile facile in rete. Gli USA conducono 4-3 e 2 minuti dopo 5-3 grazie ad un ace su seconda di servizio (sempre un kick serve) di Isner, che poi prende il set 6-4 con un errore banale di Tomic sotto rete, degno più di una mia partita di tennis amatoriale, che del World Group di Coppa Davis. Finora un totale di cinque punti per Tomic sul servizio di Isnerin due set.

Nulla cambia sostanzialmente nel terzo set, nonostante i Fanatics che cantano “Eye of the Tiger” (ve lo ricordate Rocky III?) ad ogni punto conquistato dall’australiano. Tomic non mette alcuna pressione ad Isner sulla risposta al servizio. Il suo linguaggio del corpo suggerisce che avrebbe preferito essere da qualsiasi altra parte piuttosto che su un campo da tennis, e durante un cambio di campo sbotta con Hewitt “E’ la seconda volta che [Kyrgios] fa finta, sta là seduto a Canberra. Col ca##o che è malato“. Non vedo l’ora di leggere la risposta di Nick su Twitter. L’incidente viene ovvviamente discusso durante la conferenza stampa con la Tomic che conferma la sua posizione, soprattutto dopo aver parlato con Kyrgios al telefono subito dopo la partita “Mi ha detto che è ancora malato, ma starà meglio domani e giocherà a Indian Wells. Se gioca Indian Wells perderà un sacco del mio rispetto […] è la stessa situazione che è successa l’anno scorso […] ” Hewitt invece non ha dubbi “abbiamo avuto un fitness check giovedì mattina e non era in forma, non in grado di giocare”.

Tomic riesce in qualche modo a tenere il servizio e portarsi sul 6-5. Poi improvvisamente si trova avanti 40-30: non solo è la sua prima palla break, ma anche un set point. Isner salva con il servizio seguito da un drittone vincente. Finalmente si può vedere intensità negli occhi di Tomic. L’australiano ottiene un altro paio di set point, salvati – indovinate un po’ – da ace. O c’è qualcosa di sbagliato nel rilevatore di velocita o Isner ha servito a 253 km / h (16 ace solo in questo set). Tuttavia, un passante lungo linea di rovescio dà l’australiano il set point numero 5 che viene finalmente trasformato grazie ad un dritto in rete di Isner. 7-5 Tomic e la partita è inaspettatamente riaperta. Tomic ha fatto più punti sul servizio di Isner in questo gioco che in tutti i giochi precedenti messi insieme.

Tomic ora mostra fiducia in se stesso e tiene il servizio a zero per due volte consecutive, ma Isner continua a servire straordinariamente bene e spinge dalla linea di fondo nei (pochi) casi in cui Tomic riesce a rispondere. La tensione aumenta e il centrale esplode ad ogni punto di Tomic. Siamo sul 4-4 con 41 aces di Isner finora e il 74% di prime. Isner però non è così in palla come prima, quando risponde ad un servizio di Tomic che è spesso lento (darà la colpa al dolore al polso), ma molto tagliato, che scivola via sull’erba (un totale di 15 ace per lui in questo incontro). Siamo alla stessa situazione del set precedente, con Isner che serve per rimanere nel set. Questa volta però sfodera 3 ace consecutivi e poi tiene il servizio portanto Tomic ad un drammatico tie-break che potrebbe significare l’incontro.

Tomic inizia con un ace, seguito da un dritto incrociato vincente e conquista un mini-break: 2-0. Sul 3-1 Isner fa il contro-break. E’ il momento decisivo: l’americano consolida con l’ace n. 48 e un servizio vincente. Nell’unico vero scambio del tie-break un rimbalzo balordo sull’erba fa perdere il ritmo a Tomic che commette un errore non forzato e dà Stati Uniti d’America il mini-break 4-5. Isner poi serve un ace, ma la macchina del net fischia … una replica del precedente servizio, che Tomic può solo toccare ma non controllare, manda gli USA 6-4: match point. E indovina un pò? Isner chiude con un ace (n.49), per un punteggio finale di 6-4, 6-4, 5-7, 7-6 in 2:15 e 3-1 per gli USA.

Isner è stato assolutamente impressionante sul servizio con 49 ace, 76% di prime, ma la chiave è stata la percentuale di punti vinti sulla seconda di servizio: 68% per Isner, solo il 56% per Tomic, che non è mai stato in grado di mettere pressione sull’americano in risposta, a parte il 12° gioco del terzo set, ed ha mostrato una mancanza di energia, mobilità e spirito combattivo per almeno 2 set e mezzo. Ora non ci resta che aspettare gli strascichi della polemica sollevata da Tomic.

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement