Focus
Bernard Tomic: “Se Kyrgios gioca ad Indian Wells perde il mio rispetto”
Twitter impazzito per le dichiarazioni di Bernard Tomic contro Nick Kyrgios (e replica di quest’ultimo), durante e dopo l’incontro di Coppa Davis che lo ha visto perdere in 4 set con John Isner, consegnando la vittoria finale agli Stati Uniti. “Quello se ne sta a Canberrra, col c@##o che sta male. Se gioca a Indian Wells, allora sicuramente perde il mio rispetto”

da Melbourne, il nostro inviato Robbie Cappuccio
Ma cosa è successo esattamente in questi giorni per scatenare queste dichiarazioni molto pesanti da parte di Tomic? Ripercorriamo la settimana che porta alla sfida di Davis, un primo turno importantissimo contro i nemici storici degli Stati Uniti.
La squadra australiana è tornata rispettivamente da Acapulco (dove Tomic ha perso in finale con Thiem), da Dubai (dove Kyrgios si è ritirato in semifinale con Wawrinka per un infortunio alla schiena) e da Delray Beach (dove Groth ha perso al primo turno). La situazione in Australia si è subito presentata tutt’altro che rosea. Tomic si presenta martedì dopo un mezzo giro del mondo, frastornato dal fuso orario e dolorante al polso (fastidio che è iniziato al secondo turno dell’Australian Open), Kyrgios resta a Canberra e salta la cena di gala lamentando un virus contratto a Dubai. Raggiunge la squadra a Melbourne mercoledì dove fa un brutto allenamento tenendo la testa tra le mani a ogni cambio campo. Dopo un fitness check il giovedì mattina i medici sconsigliano al neo capitano Hewitt – ritiratosi dall’attività dopo l’Australian Open – di schierarlo e Kyrgios riparte per la capitale australiana. Alla cerimonia di sorteggio viene annunciato che il giocatore n.2 dell’Australia sarà Groth e il n.3 lo stesso Lleyton Hewitt.
L’Australia aveva finora vinto 9 volte su 10 finora a Kooyong, con una vittoria nel ’93 sugli USA per 4-1 con Masur Woodforde e Woodbridge ed una nel ’53 con Rosewall e Hoad. L’ultima volta che l’Australia aveva perso sull’erba era stato nel 1979 in finale a Sydney contro gli USA che al tempo schieravano John McEnroe e Vitas Gerulaitis. I pronostici fino a giovedì mattina erano a favore degli australiani, ma in un battibaleno vengono ribaltati e la tensione sale.
Groth non sfiora neppure da lontano l’impresa di fermare Isner, mentre Tomic vince ma non convince più di tanto contro Sock. Come da copione i gemelli Bryan vincono il doppio, nonostante la mossa dell’ultimo minuto di Hewitt che decide di scendere in campo al posto di Groth e nonostante giochi un match di alto livello. Si giunge alla domenica con gli USA in vantaggio per 2-1 e una responsabilità enorme sulle spalle di Tomic, che psicologicamente non è il giocatore più solido del circuito.
Isner è un mostro al servizio – si sa – e questa settimana è particolarmente solido. In un’oretta si porta avanti 2 set a 0. Ed ecco quindi la frustrazione di Tomic. All’inizio del terzo set, durante il cambio campo, Tomic si lamenta con Hewitt catturato inesorabilmente dalla TV. “Quello se ne sta a Canberrra, c@##ate che sta male” (“Nick’s sitting down in Canberra. Bulls##t he’s sick”). Dicendo anche: “È la seconda volta che lo fa, la seconda volta che finge” (“two times he done it, two times he faked it”), riferendosi al ritiro dell’ultimo minuto di Kyrgios dal primo round di Coppa Davis dello scorso anno ad Ostrava contro la Repubblica Ceca.
Tomic finisce poi per perdere l’incontro al quarto set, dando così la vittoria finale agli Stati Uniti.
Tomic si presenta in conferenza stampa post match, con la faccia da ragazzino appena bocciato all’esame di scuola guida. Dopo una serie di domande di rito sull’incontro, ecco che arriva quella fatidica sullo sbotto durante il cambio campo. “L’ho detto nella foga del momento”, dice Tomic tentando di salvarsi diplomaticamente (su suggerimento di Hewitt?), “ovviamente avrei voluto che fosse qui, ma ovviamente è ammalato come dice di essere, e ora voglio vedere se poi va a giocare a Indian Wells, perché una situazione simile è successa l’anno scorso quando non è venuto a giocare con la Repubblica Ceca dicendo di avere una frattura da stress e poi invece ha giocato a Indian Wells e stava bene. Quindi adesso voglio proprio vedere nei prossimi due giorni se gioca o no, e penso che lo farà”. A questo punto Tomic viene grigliato per bene per capire cosa pensi realmente del virus di Kyrgios. “Mah, aspetto di vedere se giocherà a Indian Wells e quello mi dirà molto. Ho già parlato con lui. Se gioca a Indian Wells sicuramente ha perso un po’ di rispetto da parte mia”. Tomic fa un goffo tentativo di ricucire lo strappo dicendo che tra loro c’è un buon rapporto, molto onesto. “È un buon ragazzo, ha la sua personalità e io ho la mia, ma ovviamente ora avremmo tutti voluto che lui fosse qui e invece è a Sydney o Canberra o che ne so io”. Poi Tomic capitola e la verità viene a galla: “Sarò onesto con voi, mi ha già detto [Kyrgios, ndr] che giocherà a Indian Wells, quindi … sì un po’ di rispetto da parte mia lo perde. Cioè io sono venuto qui, tutti sapevano che avevo problemi al polso. Sono venuto e oggi ho giocato col polso che mi faceva male. Se non fosse stata la Coppa Davis mi sarei ritirato, non avrei giocato col dolore che avevo. Ma io in una situazione del genere ho stretto i denti, ma ora sono proprio curioso di vedere cosa farà lui. Ci siamo lasciati in buoni rapporti. Ma è proprio strano. Una delle domande che gli ho fatto è stata: ‘Giocherai a Indian Wells?’ e lui mi fa: ‘Sì, dovrei farcela. Oggi sono ancora ammalato ma starò meglio domani’. È proprio strano. Ma ho detto abbastanza. In fin dei conti dispiace che non sia qui. È un giocatore straordinario e sarebbe stato importante averlo qui”.
Hewitt cerca di gettar acqua sul fuoco e afferma di non essere d’accordo con ciò che dice Tomic, attribuendo le sue parole alla “foga del momento e alla frustrazione” (per la sconfitta). “Lasciar fuori Nick è stata una mia decisione. È arrivato, ha dato tutto ciò che poteva per esser disponibile. Stava male senza alcun dubbio e abbiamo fatto un fitness test giovedì mattina prima del sorteggio e i medici hanno sconsigliato che giocasse“.
Da parte sua Kyrgios commenta prima laconico su Twitter:
Heat of the moment, not gonna take it personally. Indian wells a week away, plenty of time.
— Nicholas Kyrgios (@NickKyrgios) March 6, 2016
“Foga del momento, non la prendo personalmente. Indian Wells è tra una settimana c’è tempo”. Ma poi esplode: “Solo, non aspettarti aiuti da me in futuro”.
Just don't expect me to have your back anytime soon.
— Nicholas Kyrgios (@NickKyrgios) March 6, 2016
Iniziano a volare twitter-insulti a destra e a manca, anche verso alcuni giornalisti. Una bella gatta da pelare per Hewitt in vista dello spareggio di settembre per rimanere nel World Group.
ATP
Roland Garros: Rune non fa regali, vittoria in tre set su Olivieri. Ruud in quattro con Zhang
Dopo aver saltato il secondo turno il danese riprende ritmo superando senza problemi il qualificato argentino. Al prossimo turno test importante contro Cerundolo o Fritz

[6] H. Rune b. [Q] G. A. Olivieri 6-4 6-1 6-3
Dopo tre giorni di riposo dovuti al forfait di Monfils, è ripreso con una vittoria agevole il cammino di Holger Rune al Roland Garros. Come da pronostico, il danese non ha rischiato nulla contro il qualificato argentino Olivieri che ha comunque onorato il match dall’inizio alla fine riuscendo anche a strappare il servizio al numero 6 del mondo in ben tre occasioni. Ciononostante, comunque, Holger è sempre stato in controllo del match e ha dato l’impressione di essere in grado di vincere tutti i punti che non aveva intenzione di lasciare per strada. In alcune fasi del match, infatti, come nella parte centrale del primo set o in quella conclusiva del secondo, Olivieri non ha potuto veramente nulla, in balia delle risposte aggressive dell’avversario e costretto a rincorrere da un lato all’altro del campo i dritti in manovra del danese.
E’ stata quindi una partita utile per riprendere ritmo per Rune che sarà chiamato al primo vero test probante di questo Slam al prossimo turno contro Fritz (con cui ha perso quest’anno a Miami) o Cerundolo in quello che sarà il suo terzo ottavo di finale in un major.
Primo set – Falsa partenza e chiusura ritardata ma Rune è comunque in controllo
L’impatto dello Chatrier su Olivieri è tutt’altro che negativo: il numero 231 del mondo entra in partita con tanto coraggio e anche un pizzico di sana incoscienza. Così, dopo aver tenuto il servizio si guadagna subito una palla break spolverando la riga con un dritto lungolinea che merita tutti gli applausi del pubblico – a dire la verità ancora non numerosissimo. L’argentino, poi, risponde molto bene con il rovescio e capitalizza quindi questo ottimo avvio. La reazione di Rune, però, non si fa attendere, complici anche un paio di errori di Olivieri in uscita dal servizio (su risposte comunque molto profonde del danese). Alla terza chance, il numero 6 del mondo ottiene il controbreak: da questo momento Holger inizia a colpire la palla nel modo a cui ci ha abituato e infatti segue un parziale di 16 punti a 4 conditi da due altri break che lo portano sul 5-2. Al servizio per archiviare il primo set il 20enne danese si rilassa un po’ e regala qualcosa sia da fondocampo che nei pressi della rete. Il calo di attenzione è però circoscritto e Rune si aggiudica il parziale nel successivo turno di battuta senza rischiare nulla.
Secondo set – Olivieri continua a combattere ma Rune è famelico
Le prime occasioni di break arrivano nel terzo game. Dopo un dritto sbagliato dall’argentino, sul secondo punto Rune difende tutto il possibile e anche di più e alla fine scavalca Olivieri con un lob di rovescio chirurgico che sembra un duro colpo al morale del giocatore proveniente dalle qualificazioni: l’errore in back nel punto successivo pare una conferma, ma poi arrivano tre servizi vincenti di fila. Il pericolo non è però ancora scampato definitivamente perché il danese continua a picchiare di dritto in risposta e, sebbene l’argentino in qualche modo riesca a reggere il ritmo, alla fine gli scambi prolungati sono tutti appannaggio del numero 6 del mondo che si porta così in vantaggio.
Olivieri, comunque, è un gran lottatore e ne dà ulteriore prova andandosi a guadagnare una palla break nel game di risposta seguente: il servizio in kick di Holger, però, attecchisce perfettamente sul rovescio del numero 231 del mondo. Nel frattempo, Rune continua ad alzare il livello del suo gioco e nel quarto game brekka ancora sfoggiando tutta la qualità della risposta di rovescio anticipata e manovrando con il dritto. La situazione di punteggio tranquilla (4-1 e servizio) fa riaffiorare qualche piccola disattenzione nel danese che però ha la capacità di riconcentrarsi al massimo quando è costretto a fronteggiare una nuova palla break e ai vantaggi. Avanti 5-1, Holger non ha intenzione di ripetere quanto successo nel primo parziale ed è impressionante nella decisione con cui gioca i quattro punti che gli valgono break e set: due smorzate con il contagiri e altrettante risposte pesanti come macigni sono la testimonianza dei due lati, entrambi ben sviluppati, del tennis di Rune.
Terzo set – Rune non perde tempo e chiude senza superare le due ore
Dopo i tentativi non andati a buon fine nel secondo set, Olivieri si prende il break in apertura di terzo approfittando di un doppio fallo del danese e spingendo bene con il dritto. Il vantaggio, però, dura molto poco: quando Holger colpisce dal centro del campo non ce n’è e a questo si aggiungono le difficoltà dell’argentino nel chiudere i punti a rete. I tempi sembrano maturi anche per un ulteriore break da parte di Rune, in totale controllo del match come dimostra la ricerca di soluzioni fuori dagli schemi. Nel sesto game ci si mette anche un po’ di sfortuna a complicare la vita di Olivieri a cui scappano un paio di colpi davvero per pochi centimetri: ecco che arriva quindi il break che dà il vantaggio al danese anche in questo parziale. La palla di Holger viaggia a velocità insostenibili e con la stessa rapidità il numero 6 del mondo si avvicina al traguardo finale. Sul 5-2 Olivieri riesce però ad annullare i primi tre match point a disposizione di Rune. È però una questione di veramente pochi minuti in più in campo per il 20enne danese che chiude agevolmente sul 6-3 con uno smash a rimbalzo poco prima dello scoccare delle due ore di gioco. Finiscono così le due settimane più belle della carriera dell’argentino che prima di questo Roland Garros non si era mai qualificato per un main draw Slam.
[4] C. Ruud b. Z. Zhang 4-6 6-4 6-1 6-4 (Cipriano Colonna)
Nel primo incontro del Day 7 sul Suzanne Lenglen Casper Ruud si sbarazza in rimonta, dopo aver perso primo set, per 4-6 6-4 6-1 6-4 in quasi 3 ore di partita del n. 2 cinese Zhizhen Zhang. In ottavi di finale, il norvegese attende il vincente della sfida tra il cileno Nicolas Jarry e il californiano Marcos Giron.
Primo Set: Zhang sale 4-2, poi si fa riagganciare prima di suggellare definitivamente il parziale
Pronti via e Zhang centra il break a freddo, a 30, con un Casper Ruud ancora mentalmente negli spogliatoi. Il giocatore cinese conferma con autorità e sale 2-0, il n. 4 del mondo al contrario continua ad apparire solamente l’ombra di se stesso ed oltre a non essere in grado di rendersi pericoloso nei turni di risposta, nel quinto gioco rischi di crollare definitivamente concedendo una doppia chance di 4-1 e servizio al n. 71 ATP. Il fantasmino di Oslo, in qualche modo, dando fondo all’esasperazione dei suoi punti di forza – servizio e dritto – riesce a cavarsi d’impiccio e a rimanere in scia. Avere quasi del tutto compromesso il parziale, con un ruzzolone che sarebbe stato irrecuperabile, risveglia l’animo da Top 5 del due volte finalista Slam che difatti si procura improvvisamente una palla break sul 3-2 per riportare in equilibrio il punteggio. Zhizhen, tuttavia, non ci sta: reagisce prontamente al primo vero momento di difficoltà della sua partita e frantuma l’occasione norvegese per poi allungare sul 4-2.
Ora però le dinamiche emotive e tecniche della sfida hanno decisamente modificato vento d’influenza, e a riprova di ciò l’ex n. 2 del ranking alla seconda possibilità complessiva trova il contro-break nell’ottavo game (4-4). Ciononostante il 24enne della Norvegia getta subito alle ortiche lo sforzo profuso per rimettersi in carreggiata, giocando un round in battuta pessimo, infarcito di gratuiti e che lo vede soccombere ai vantaggi ed al terzo break point elargito dopo 12 punti disputati nel game in questione, che garantisce così al 26enne di Shanghai l’opportunità di servire per incamerare il parziale inaugurale: detto, fatto. Anche se con qualche brivido, al tennista asiatico infatti serve un’altra dozzina di punti – come il gioco antecedente -, un paio di set ball ma soprattutto si è trovato a dover annullare due palle per il 5-5 – sarebbe stato il secondo contro-break nel set per Ruud – che avrebbero ulteriormente prolungato la frazione. Ma non è stato così, l’esito della prima partita recita 6-4 in 54 minuti in favore di Zhang.
Un set in apertura delle danze che ha visto entrambi abbastanza prolifici con il servizio, nonostante comunque sono andati in scena tre break su 10 giochi complessivi, in particolar modo considerando la pesantezza dei campi che sta offrendo quest’edizione dell’Open di Francia abbinata a palline che si gonfiano rapidamente come gatti arrotolati rendendo improbo estrarre dalla racchetta un vincente. 2 aces per il cinese, 1 per Casper che ha commesso però anche un doppio fallo; 64% di prime in campo per il vincitore del parziale a fronte del 59% di Ruud; 61% (14/23) di trasformazione contro addirittura il 67% (16/24) della tds n. 4, il quale però alla fine della fiera nell’economia del set – visto il break in più subito – ha pagato l’insufficiente 35% (6/17) di realizzazione con la seconda palla a dispetto dell’ottimo 62% (8/13) del rivale, che invece da par suo è stato anche più cinico nello sfruttare le palle break. 80% (4/5) per Zhang, 67% (4/6) per Ruud.
Infine chiudiamo il capitolo statistico evidenziando come il bilancio tra vincenti ed unforced dei due protagonisti sia paritetico: +2, (14/12) per il cinese, (12/10) per il finalista in carica.
Secondo Set: Ruud parte di nuovo sottotono, rischia di crollare in modo imperituro ma un colpo di coda gli garantisce la frazione
Casperino approccia nuovamente male, anche ad inizio seconda frazione, offrendo uno 0-40 nel terzo game che sa di resa anticipata. A questo punto, con le spalle al muro e dinanzi all’ultima sporgenza prima del dirupo, tira fuori l’orgoglio del campione risalendo la china un quindici alla volta. Come nei più classici copioni d’antan, non concretizzata la tripla possibilità che avrebbe potuto porre la pietra tombale pure sul secondo set mandando avanti beatamente Zhang sul 2-0, e ad un singolo parziale dagli ottavi, il nativo della Metropoli in cui si disputa uno dei nove Masters 1000 dell’anno – e che purtroppo a causa della Pandemia non ha preso vita nelle ultime tre stagioni – ha subito il più prevedibile dei break di “riflesso” (3-1 Ruud). Il 24enne di Oslo, tuttavia, stenta a trovare continuità prestazionale, è del tutto irriconoscibile e concede gentilmente il contro-break per il 3-2 e servizio Zhizhen.
Dopodiché, i fondamentali d’inizio gioco si stabilizzano quantomeno per un frangente di gara e danno vita ad un filotto quattro games in cui non si vede neanche l’ombra di una palla break. Sul 5-4, però, un colpo di coda di Ruud nel turno di risposta va a segno attraverso un isperato strappo che gli permette di incassare un identico 6-4 in 36 minuti, che con il senno di poi cambierà i rapporti di forza dell’intero scontro.
Terzo Set: Ruud ritrovata la fiducia perduta domina e va a condurre
Sulle ali dell’entusiasmo del set appena vinto all’ultima curva e sul filo del rasoio, il secondo classificato allo US Open 2022 domina in lungo e largo la terza partita finalmente dimostrando le categorie di differenza che dividono i due atleti specialmente sulla terra rossa: primo break a marca norvegese che giunge sul 2-1, poi doppio break che matura sul 4-1 e agevole chiusura del parziale per Casper con lo score di 6-1 in 29 minuti.
Quarto Set: non c’è più partita, l’inerzia è cambiata incontrovertibilmente. Ruud chiude i giochi con un altro 6-4
Il quarto atto di questo entusiasmante confronto vede i due giocatori ancora più performanti in battuta rispetto al terzo set, servizi inossidabili per un quartetto di giochi in fila, fino a quando sul 2-2 il finalista di Miami 2022 rompe gli indugi breakkando e prendendo il comando delle operazioni.
Nel settimo game Zhang rischia seriamente di ammainare la vela della speranza, ma ne esce immacolato miracolosamente. Tuttavia, l’attuale versione di Casper non è più quella di inizio gara in cui concedeva cadeaux a profusione, al servizio è semplicemente perfetto: qualche minuto dopo, infatti, mette in cascina la qualificazione in ottavi con il 6-4 finale – il terzo sui quattro set del match – dopo 2h38′ di gioco.
Flash
Roland Garros, Djokovic punta al bersaglio grosso: “Negli Slam voglio raggiungere il picco del mio livello”
Novak Djokovic in versione fatalista in merito ai problemi fisici che lo stanno martoriando: “A volte hai bisogno del fisio, altre del sostegno di Dio e degli angeli”, ma poi rilancia: “possiedo ancora la qualità del tennis per sfidare tutti i migliori per la conquista dei Majors”

Novak Djokovic ha dovuto faticare per due set contro il finalista del Masters 1000 di Montecarlo 2022 Alejandro Davidovich-Fokina, prima di ingranare la marcia giusta. E’ una versione di Nole che sta soffrendo a decollare, non hai mai perso alcuna frazione però è sempre stato costretto a ricorrere al tie-break in almeno un singolo parziale delle sue tre sfide parigine fin qui disputate al Roland Garros 2023.
Dopo aver fatto scalpore con le dichiarazioni sul Kosovo, nella conferenza stampa post partita del match vinto al 2°T con l’ungherese Marton Fucsovics, questo nuovo incontro del serbo con i media è stato decisamente più interessante sul piano prettamente tennistico con il 22 volte campione Slam che ha parlato dei problemi fisici, con cui adesso a 36 candeline suonate è più complicato convivere, ma anche della propria irriducibile motivazione che non cenna a placarsi nonostante l’età che avanza, fino a dire la sua sul tanto chiacchierato pubblico francese.
D. Ho visto diversi giocatori vincere prove del Grande Slam e non avere la tua reazione alla fine del secondo set. Puoi descriverci quanto siano stati duri per te i primi due set, quanto tu abbia sofferto internamente per poi liberarti di tutto alla fine di quel secondo parziale vinto ancora una volta al tie-break?
Novak Djokovic: “E’ stato estremamente difficile vivere ed affrontare quei due set iniziali, per svariati motivi. Primo fattore sicuramente il dispendio di energie fisiche e mentali, tre ore per due set non è per nulla banale, anzi sinceramente non ricordo minimamente quando sia stata l’ultima volta che io abbia dovuto giocare ben 3 ore per completare due frazioni. Magari, forse, contro Nadal in una delle nostre partite. Inoltre ho avuto la chiara sensazione alla conclusione dei due tie-break, che se avessi perso uno dei primi due set la partita sarebbe andata sicuramente per le lunghe con una durata complessiva da quattro o cinque ore. Tuttavia queste giornate particolari che presentano condizioni di gioco a livello di adattamento, ma anche ambientali, molto impegnative per entrambi i giocatori soprattutto poi sul piano fisico, capitano frequentemente in questo sport. Fa parte del nostro lavoro. Un match in cui ci sono stati veramente tantissimi scambi logoranti. Poter servire non è stato un vantaggio per nessuno di noi due. Sembrava che fossimo come il gatto ed il topo ogni singolo punto, cercando di superare in astuzia l’avversario. Ho parlato di una partita durissima fisicamente, perché abbiamo dovuto correre veramente molto. Non solo per coprire il campo orizzontalmente, ma anche verticalmente con l’ulteriore difficoltà rappresentata dal momento in cui si giocava dalla parte di campo dove le raffiche di vento soffiavano contrarie. E questo inevitabilmente comportava di dover necessariamente, spendere tante energie extra su ogni palla per lavorarla affinché fosse produttiva. Quindi per tutte queste complessità che si sono palesate, quando mi ritroverò a fine giornata per tracciare un bilancio della mia performance odierna non potrò che ritenermi assolutamente molto contento e soddisfatto di aver vinto questa partita in tre set. Anche se per onestà intellettuale, devo riconoscere che sarebbe stato probabilmente più giusto, vedendo il tipo di partita, le modalità con cui si è sviluppata e gli oggettivi di meriti di Alejandro [Davidovich Fokina, ndr] che io avessi vinto almeno quattro set, perché comunque lui si è ritrovato a servire per il primo set e successivamente ha avuto le sue occasioni anche nel secondo. Io, da parte mia, mi sono costruito le mie possibilità. Entrambi abbiamo avuto diverse occasioni nei games di risposta e tutti e due non siamo stati costanti dentro la partita esprimendo un rendimento ad alti e bassi. Ad un certo punto, per esempio, ho smarrito completamente la mia seconda di servizio. Ho commesso tre doppi falli in un singolo set, ho concesso il break quando ero in un frangente di rottura prolungata con il servizio. Sono accadute situazioni abbastanza strane, ad essere onesto. Ma come ho dichiarato in precedenza, questo è il tennis, soprattutto quello nei tornei del Grande Slam ed in particolare quando giochi al meglio dei cinque set e sulla superficie più lenta che il nostro sport conosca. Ho ascoltato l’opinione ed il parere di molti altri giocatori, ho parlato con loro e tutti pensiamo che le palle siano più lente rispetto agli anni precedenti. Quindi questo aspetto rende ancora più difficile trovare il vincente, devi lavorare di più su ogni punto. Questo poi fatalmente allunga la durata della partita, esigendo più energie sul campo da parte di noi giocatori. Ma alla fine della giornata non posso che affermare comunque, al di là di tutto, che sia stata una vittoria importante. Sono davvero contento, infine, di essere riuscito a ingranare come avrei voluto dall’inizio nel terzo set, ora mi concentro esclusivamente sul recupero per prepararmi al meglio per il prossimo incontro“.
D. Abbiamo visto che hai chiamato il fisioterapista alla fine del secondo set per ricevere un trattamento alla coscia. È stato dovuto soltanto alla stanchezza, o c’è qualche tipo di infortunio oppure fastidio fisico di cui non siamo a conoscenza. Sei preoccupato di come potresti presentarti in campo sul piano aerobico per il prossimo round?
Novak Djokovic: “Non abbiamo, ora qui, il tempo per poter anche soltanto cominciare a nominare i diversi piccoli infortuni che ho in questo momento, la lista è piuttosto lunga. Inoltre, non voglio sedermi qui davanti a voi e parlare dei miei problemi fisici perché comunque non mi impediscono di giocare. Ho continuato a giocare, e sto continuando a farlo. Queste sono le circostanze che ogni giocatore, come atleta professionista, deve affrontare. Fa parte del mestiere, bisogna accettarlo. A volte hai bisogno di aiuto da parte del fisioterapista durante la partita, a volte invece hai semplicemente bisogno di alcuni antidolorifici. A volte ancora puoi necessitare del sostegno di Dio o degli angeli, o di chiunque altro tu desideri. In sostanza, devi essere capace di fare i conti con la realtà. La mia personale realtà al giorno d’oggi è che, sì, il mio corpo sta rispondendo in modo diverso rispetto a qualche anno fa. Perciò devo adattarmi a questa nuova realtà, non posso fare altrimenti. Ma se poi realizzo che alla fine della giornata, sono riuscito a finire la partita e a vincere non posso che ritenermi soddisfatto di me stesso. Perché in campo cerchi sempre di fare del tuo meglio, tutto il possibile, in modo da poter finire prima la partita e vincere. Questo è quello che è successo“.
D. In queste condizioni fisiche precarie, è possibile valutare il livello in cui ti trovi attualmente? C’è un aspetto specifico di valutazione di ciò o si tratta semplicemente di fare il meglio che puoi con quello che hai nel serbatoio in questo preciso momento di forma?
Novak Djokovic: “Io sono molto autocritico, come sapete, quindi sono sempre convinto di essere in grado di poter fare meglio, di essere capace di mettere in mostra un gioco sempre migliore. Tuttavia cerco anche di ricordare a me stesso, così come fanno le persone del mio team cercando di farmelo presente ogni giorno, che ciononostante ci sono molti aspetti positivi, che devo cercare di rimanere ottimista, di guardare avanti ma allo stesso tempo vivere intensamente il momento provando a trarne il massimo che posso. E’ normale che durante il torneo, indipendentemente dalla mia storia personale o dall’esperienza su cui posso fare affidamento, sorgano alcuni dubbi quando le cose non vanno come vorresti. Tutti hanno le loro perplessità. Per cui è fondamentale comprendere appieno quali siano i tuoi punti di forza e concentrarti solo su quelli, affrontando il momento in questione. Quindi per tutto questo e per i problemi che sto incontrando, sono assolutamente contento del punto in cui si trova il mio gioco. Può essere migliore? Certamente, non ho ancora vinto un match senza avere difficoltà in almeno un set in ogni gara, finora nelle mie tre partite quantomeno un set si è sempre deciso al tie-break. Ma come detto, alla fine, è importante anche avere una visione d’insieme e guardare in prospettiva. Sono stato in questa situazione davvero molte volte nella mia carriera, so come affrontare una seconda settimana di uno Slam. Le partite devi aspettarti che diventino più difficili, più complicate. Poi se non si riveleranno così dure, allora sarà fantastico, ma io devo essere pronto per quest’eventualità“.
D. L’altro giorno hai parlato brevemente di un cerotto che portavi sul petto. Un’azienda italiana, Taopatch o Tao Technology credo si chaimi, ha detto che stai indossando un loro prodotto. Puoi condividere qualcosa di più su quali siano i benefici che ottieni indossandolo e anche da quanto tempo lo porti?
Novak Djokovic: “Ho già dichiarato qualche giorno fa che è tutto incentrato su Iron Man. Sto solo cercando di essere l’Iron Man del tennis“.
D. Novak, hai vinto 22 tornei del Grande Slam e sei l’unico giocatore rimasto nel tabellone maschile che ha già vinto il Roland Garros. Ti fermi mai a pensare a te stesso, a quello che hai conquistato, ottenuto e realizzato. Cos’è che ti rende diverso da tutti gli altri che gareggiano nel Tour in questo momento?
Novak Djokovic: “Ho ancora molta voglia di essere nel Tour, in particolare gareggiare negli Slam. L’ho già detto tante volte. Quindi, sai, cerco solo di focalizzare l’attenzione sulla mia preparazione fisica ed agonistica e su tutta la mia motivazione per presentarmi nella mia migliore versione possibile per gli Slam, che sono i tornei dove voglio raggiungere il picco del mio livello perché sono quegli eventi che veramente mi stimolano ancora tanto e mi spronano a dare il meglio di me affinché io possa mettere le mani su un altro titolo del Grande Slam. L’ho fatto quest’anno, quindi so che sono capace di farlo. Ovviamente superfici diverse, condizioni diverse, circostanze differenti rispetto all’Australia. Ma, sai, la vittoria di un Grande Slam è la vittoria di un Grande Slam e soprattutto poterla ottenere alla mia età o in questa fase della mia vita, rappresenterebbe un risultato straordinario e assumerebbe ancora più valore rispetto ai trionfi passati. Come detto, sono consapevole di essere ancora in grado di farlo, di possedere ancora il livello e la qualità del tennis necessari per sfidare tutti i migliori giocatori del mondo per la conquista dei titoli Slam. Tuttavia sono grato di essere dove sono, di tutto quello che di magnifico ho già ottenuto, anche perché non so quanto possa durare ancora. Davvero non lo so. Io nella mia testa non ho un’idea chiara di come vorrei finire, ma finché sentirò questa spinta motivazionale dentro di me, finché sarò capace di spingermi oltre i miei limiti su base giornaliera per potermi prefiggere obiettivi ambiziosi e che mi motivino a sufficienza ad alzarmi ogni giorno e dirmi, ok, sono pronto a fare tutto il necessario per raggiungere il mio scopo ancora una volta; andrò avanti. Poiché soltanto Dio sa, quante volte nella mia carriera, soprattutto al giorno d’oggi, sia stato impegnativo, più impegnativo di quando ero più giovane, ma è proprio per questo che credo che sia estremamente importante per un atleta porsi sempre nuovi obiettivi a lungo termine o a breve termine, perché quando fai un piano, quando fai una strategia e sai qual è il grande traguardo finale; allora immagino che sia più facile lavorare quotidianamente per svolgere le varie attività che ti sono richieste. Quindi cerco di trovare quella chiarezza dentro di me per delineare meglio quello che sto facendo, dove sono diretto, quali sono i tornei in cui voglio giocare al meglio e dare davvero tutto me stesso. E il Roland Garros è uno di ‘quei’ quattro tornei“.
D. Posso solo chiederti del tuo rapporto con il pubblico qui a Parigi? Quest’ultima è stata descritta negli ultimi due giorni come uno dei luoghi più ostili per giocare a tennis. Poiché ti trovi ad essere quasi sempre il favorito in campo, gli spettatori spesso vogliono tifare contro di te e a favore dello sfavorito di turno affinché possa regalare una partita la più entusiasmante possibile. Mi chiedo quale sia il tuo rapporto con questo tipo di situazioni ambientali e come senti – e pensi – di poterli [ gli spettatori, ndr] conquistare durante la partita.
Novak Djokovic: “Mi hanno dato molto supporto per tutta la mia carriera, penso agli anni in cui stavo perdendo in finale o anche agli ultimi match prima di vincere un titolo. In quelle stagioni ho ricevuto molto sostegno e amore, ed ero molto grato per questo al pubblico francese. Ho ricordi meravigliosi. Ricevo ancora oggi supporto. Penso che la maggior parte delle persone venga a godersi il tennis piuttosto che a sostenere l’uno o l’altro giocatore. Poi ovviamente ci sono persone o gruppi di persone, che amano fischiare ogni singola cosa che fai. È qualcosa che trovo totalmente irrispettoso e che francamente non comprendo. Tuttavia è un loro diritto. Hanno pagato il biglietto. Possono fare quello che vogliono. A volte sono stato in silenzio, altre no. In realtà il 99% delle volte non reagisco in alcun modo ad eventuali fischi o provocazioni di altre genere. Però in alcune situazioni accade che io mi opponga, perché sento che quando qualcuno è irrispettoso merita di avere una risposta ad hoc al suo comportamento. Ecco di cosa si tratta“.
Flash
La WTA pubblica il calendario sino a fine 2023. Ufficiale il ritorno in Cina
Sono sei i tornei che si giocheranno tra Cina e Hong Kong. Confermato il WTA 1000 di Guadalajara. Ritorna anche il WTA Elite Trophy di Zhuhai.

Lo scorso aprile il CEO Simon aveva annunciato il ritorno del tennis in Cina. La sospensione in seguito al caso di Peng Shuai, che aveva portato il circuito femminile a rinunciare agli introiti derivanti dagli eventi nel paese asiatico, è stata revocata. Era molta quindi l’attesa per scoprire gli eventi che avrebbe animato l’ultima parte di stagione. Infatti, ad inizio anno il calendario era stato rivelato sino al 10 settembre, data di conclusione dello US Open 2023.
Adesso è noto come proseguirà la stagione che porterà alle WTA Finals 2023. Ci saranno due WTA 1000. Il primo si svolgerà a Guadalajara, in Messico dal 17 al 23 settembre. La città messicana, dopo il successo delle WTA Finals 2021, ha conquistato un ruolo centrale nell’economia del circuito femminile.
Il secondo, invece, sarà il grande ritorno del China Open, dal 30 settembre all’8 ottobre in quel di Pechino. Il torneo si svolgerà parzialmente in contemporanea con l’ATP 500 che prenderà il via giovedì 28 settembre per chiudersi mercoledì 4 ottobre. Dopo quattro anni l’albo d’oro avrà una nuova campionessa che prenderà il posto di Naomi Osaka, vincitrice nel 2019 su Ashleigh Barty.
Saranno tre i WTA500 in programma tra Settembre e Ottobre. Il primo sarà quello di San Diego, che prenderà il via subito dopo lo US Open. Per il secondo anno consecutivo il circuito femminile torna nella città californiana dopo l’edizione vinta lo scorso anno da Swiatek. Dal 25 settembre al 1° ottobre si disputerà il Toray Pan Pacific Open, a Tokyo. L’ultimo “500” stagionale si giocherà a Zhengzhou, in Cina, subito dopo il torneo di Pechino.
Sono sette i tornei WTA 250 che completeranno il calendario, sei dei quali si disputeranno in Asia. Confermati il Korea Open, che lo scorso anno vide vincere Alexandrova, e il Jasmin Open Monastir, torneo tunisino che sfrutta l’onta della popolarità di Ons Jabeur. Ritorna in calendario anche il torneo di Osaka, in Giappone e ben quattro tornei tra Cina e Hong Kong. In ordine cronologico si disputeranno tornei di Guangzhou, Ningbo, Hong Kong e Nanchang.
Dal 24 al 29 ottobre si disputerà il WTA Elite Trophy a Zhuhai. La WTA nelle prossime settimane rilascerà il calendario aggiornato anche per il circuito WTA125.