Francia e Spagna, guerra dei sospetti su Nadal (Piccioni). Cecchinato dalla Davis ai guai, deferito per un match truccato (Catapano). Cecchinato, dalla Coppa Davis al deferimento (Viggiani)

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Francia e Spagna, guerra dei sospetti su Nadal (Piccioni). Cecchinato dalla Davis ai guai, deferito per un match truccato (Catapano). Cecchinato, dalla Coppa Davis al deferimento (Viggiani)

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Francia e Spagna, guerra dei sospetti su Nadal (Valerio Piccioni, La Gazzetta dello Sport)

Ci risiamo. Il meldonium di Maria Sharapova rilancia la pluriennale guerra dei sospetti doping fra Francia e Spagna. «Si sa che il famoso infortunio di Nadal che lo tenne fuori dai campi per sette mesi è certamente dovuto a un controllo positivo». La frase viene pronunciata durante la trasmissione «Grand 8» dall’ex ministro della sanità e dello sport francese (era Sarkozy, gollista, prima della vittoria di Hollande), oggi animatrice televisiva, Roselyne Bachelot. Parole che fanno insorgere gli spagnoli. «Questa persona è un imbecille», dice Toni Nadal, lo zio factotum di Rafa. Il comitato olimpico spagnolo cita «gli innumerevoli controlli sempre superati nella sua lunga carriera». Mentre dallo staff del giocatore arriva la decisione di portare in tribunale internazionale l’ex Ministro: «Non so che motivo abbia questa signora per dire tutto questo, ma è evidente che non conosce lo sport e il tennis», insiste ancora Toni Nadal. DA OBELIX A FUENTES Non è che l’ultima puntata di una lunghissima telenovela. Prima c’era stato Yannik Noah con le sue pesanti allusioni sullo sport spagnolo a base di Asterix e Obelix. «Questa volta hanno esagerato, sono caduti nella pozione». Poi la satira di Canal Plus con Rafa Nadal che fa la pipì nel serbatoio della sua macchina che prende di botto velocità. Accuse che rimbalzano ogni volta che il tennis affronta la grana doping. E che hanno la loro genesi soprattutto negli anni dell’Operacion Puerto, nata dal sistema Fuentes, il medico che peraltro non figura – per mancata segnalazione degli spagnoli – nella lista Wada dei medici e dei preparatori da cui stare alla larga. Più volte si è parlato di «nomi grossi», non solo ciclisti, fra i clienti di Fuentes, ma le affermazioni si sono perse della nebbia. SONO PULITO D’altronde da Indian Wells, lo stesso Rafa, dopo aver censurato il comportamento della Sharapova, «è stato un errore, ma deve pagare», aveva affrontato la miscela di allusioni e accuse che lo insegue ormai da tempo: «Non ho mai avuto la tentazione di prendere qualcosa di proibito e non assumerei mai un prodotto vietato per recuperare più in fretta. Non ho mai cercato di nascondere nulla di quello che ho fatto. Ho fatto un trattamento al plasma e uno con le cellule staminali. La prima volta con il plasma ha funzionato bene, la seconda no e ho dovuto smettere di giocare per sette mesi. Ho usato le cellule staminali per due volte in ginocchio. Sono un giocatore pulito. E queste voci stanno cominciando a stancarmi». LUSINGATA… La signora Bachelot, nel suo curriculum c’è anche una laurea in farmacia, non s’è scusata nella sua replica. Anzi. «Sono lusingata dall’interesse del signor Nadal», ha detto ironica. Cavalcando poi tutti «rumori» degli anni scorsi, dai dubbi di «Le Monde» e dell’«Equipe» all’offensiva di Noah, senza dimenticare pure gli attacchi di Daniel Kollerer, l’austriaco radiato per le partite combinate, che aveva detto: «Dopo 7 mesi fuori, Nadal vince 10 tornei su 12…Impossibile!». CIRCUITO SPACCATO La sensazione è che la vicenda Sharapova abbia fatto fare ai soliti sospetti un salto in avanti. Il circuito è spaccato. E se c’è Djokovic che difende Maria, «non le volterò le spalle». Andy Murray, è decisamente meno conciliante: «Se prendi delle sostanze dopanti e risulti positiva ai controlli devi essere punita». E almeno su questo non ci sono dubbi

 

Cecchinato dalla Davis ai guai, deferito per un match truccato (Alessandro Catapano, La Gazzetta dello Sport)

L’ incubo delle partite truccate torna a «giocare» su un campo da tennis. Un nuovo deferimento, un altro azzurro coinvolto: stavolta, a cadere nella rete di controllo sulle scommesse dei Monopoli di Stato è Marco Cecchinato, 23 anni, numero 89 del mondo. La notizia fa scalpore anche perché il ragazzo ha appena esordito, con una vittoria, in Coppa Davis. Ieri è stato deferito dalla Procura federale della Fit insieme al collega e amico Riccardo Accardi con l’accusa di «aver violato gli articoli 1 e 10 del regolamento di giustizia», recita la nota della Fit. Gli investigatori federali contestano ai due tennisti di «aver compiuto atti diretti ad alterare lo svolgimento dell’incontro tra lo stesso Cecchinato e Kamil Majchrzak, vinto da quest’ultimo, durante il Challenger di Mohammedia, in Marocco, dell’ottobre 2015». Un incontro sospetto già dal suo esito: Cecchinato, testa di serie numero 4 del torneo (42.500 euro di montepremi, 6.150 al vincitore), perse 6-1 6-4 da un qualificato, il giovane polacco Majchrzak, allora 19enne, oggi 300 del mondo. ALLARME Ma ci ha pensato la task force sul match-fixing in servizio ai Monopoli, che incappa più frequentemente in partite di calcio truccate, a trasformare quel sospetto in un allarme. II database ha rilevato un flusso di scommesse anomalo, così l’incontro è stato segnalato all’Uiss, l’Unità Informativa Scommesse Sportive del Viminale, e da lì alla Procura della Fit e a quella generale del Coni. E così, l’istruttoria sportiva ha preceduto quella penale, che scatterà inevitabilmente nei prossimi giorni. Al caso hanno lavorato i procuratori federali Filippo Bonomonte e Guido Cipriani, con la regia decisiva del generale Cataldi. Mercoledì i tennisti sono stati interrogati, ieri è scattato il deferimento al Tribunale federale. Cecchinato aveva già rinunciato a Indian Wells, dove era riuscito per la prima volta a entrare in tabellone. Ora rischia una squalifica pesantissima. Lui e tutti gli altri «segnalati». Perché la sensazione è che l’elenco nelle mani dei Monopoli sia lungo

 

Cecchinato, dalla Coppa Davis al deferimento (Mario Viggiani, Il Corriere dello Sport)

Tempo fa, più o meno a metà ottobre, un sito italiano specializzato di tennis, il più popolare, gli aveva dedicato un articolo dopo la conquista di un posto nei Top 100: “Le due facce di Marco Cecchinato’: Titolo e testo facevano riferimento agli aspetti fondamentali del carattere di questo siciliano emergente, nel quale, citiamo ancora l’articolo, convivono “l’ambizioso combattente” e “il modesto, ma forse irrealizzato, giocatore di challenger’: A distanza di quasi cinque mesi, sempre in attesa della “prova provata’, viene da dire che invece c’è il rischio di dover cambiare i termini del discorso, o almeno delle riflessioni sulle due facce di Cecchinato, dopo quanto accaduto ieri in sede di Procura Federale della Fit. Lui e Riccardo Accardi, altro tesserato, sono stati infatti deferiti, con richiesta al Tribunale Federale di fissare l’udienza per dibattere il procedimento disciplinare a loro carico, in quanto a entrambi «viene contestata la violazione degli articoli 1 e 10 del regolamento di giustizia relativi ai doveri di lealtà, probità e correttezza compiendo atti diretti ad alterare lo svolgimento dell’incontro tra lo stesso Cecchinato e Kamil Majchrzak, vinto da quest’ultimo, durante il challenger di Mohammedia, in Marocco, dell’ottobre 2015». Il deferimento pare scattato per una segnalazione arrivata alla Procura Federale, che avrebbe acquisito elementi che hanno appunto portato a questa decisione. Non è ovviamente dato sapere il ruolo avuto da Accardi in quanto oggetto di indagine. IL TORNEO. Cecchinato, arrivato in Marocco da numero 82 del mondo, era testa di serie numero 4 del torneo, che aveva un montepremi di 42.500 euro. Al primo turno superò l’altro italiano Matteo Viola (6-2 6-4) e negli ottavi Io spagnolo Oriol Roca Batalla (6-3 6-2), poi l’inatteso stop nei quarti (6-1 6-4) contro il qualificato polacco Kamil Majchrzak, allora 19enne e numero 338 del mondo (adesso è 300), in un match che presso i bookmaker lo vedeva favoritissimo a una quota che oscillava tra 1,16 e 1,23, contro il 3,60-4,30 dell’avversario. L’avventura del polacco nel torneo marocchino arrivò fino in finale, dove però fu sconfitto dallo spagnolo Roberto Carballes Baena (7-6 6-2). CECCHINATO. ll deferimento per il 23enne palermitano arriva nel miglior periodo di una carriera che a questo punto, in caso di colpevolezza accertata, rischia di prendere una piega complicata. Cecchinato è approdato nei Top 100 il 14 settembre scorso, all’indomani del primo Slam (US Open 2015) disputato in carriera Il suo best ranking è stato l’82 raggiunto il S ottobre e attualmente è numero 89. Marco è poi reduce dalla prima convocazione in Coppa Davis: a Pesaro, contro la Svizzera, ha anche disputato e vinto la prima partita in azzurro, battendo Adrien Bossel. ACCARDI. Molti (tutti?) si chiederanno piuttosto chi sia Accardi. Anche lui palermitano, 22 anni, amico di Cecchinato, trasferitosi a Milano per motivi di studio, è un giocatore di ambito regionale (è tesserato per il TC Pioltello) che da poco ha raggiunto la sua migliore classifica nazionale, che è di 3.4. Fino allo scorso anno era 4.1, ma proprio all’inizio di ottobre, nell’imminenza del challenger incriminato, si era aggiudicato il Master della Brianza

 

 

 

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