Interviste
Thomas Fabbiano in esclusiva per Ubitennis
Grazie ad un eccellente inizio di stagione Thomas Fabbiano è ormai prossimo all’ingresso entro i primi cento giocatori del mondo. Un grande traguardo per un ragazzo capace di esibire davvero un bel tennis. Lo abbiamo intervistato e ci ha raccontato un po’ di sé e di questo suo momento d’oro. Con uno sguardo rivolto a ciò che di bello deve ancora venire…
Ciao Thomas. Grazie ai buoni risultati di questo inizio di stagione hai ritoccato il tuo best ranking entro i primi 130 giocatori al mondo. Qual è l’obiettivo minimo che ti sei prefissato da qui a fine anno? In altri termini, a dicembre ti sentiresti soddisfatto se…?
È davvero un bell’inizio di stagione. Sinceramente non mi aspettavo di partire così forte soprattutto perché in quelle passate non ho mai avuto buone sensazioni prima di marzo. Quest’anno invece sono partito con un grande risultato già nella prima settimana dell’anno. La mia prima partita vinta a livello ATP, il primo top 50 battuto, il primo quarto di finale ATP. Diverse “prime volte” mi hanno dato fiducia per credere di poter fare ottime cose quest’anno. Non posso negare che il mio obiettivo nei prossimi mesi sia quello di entrare nei primi 100. Per adesso sono concentrato e pronto solo a raggiungere questo traguardo.
A vederti in azione sembra che il tuo gioco si sposi decisamente meglio con le superfici veloci. È corretta questa mia impressione? Quale credi sia il tuo punto forte e, invece, l’aspetto sui cui pensi di dover più lavorare?
Il cemento all’aperto è la superficie dove gioco più volentieri perché ho la possibilità di appoggiarmi alla palla dell’avversario e di non impazzire per i cattivi rimbalzi. La mia forza sulla terra invece è quella di potermi spostare con il diritto ancora più del solito. Per competere a qualsiasi livello ho bisogno di star bene e sentirmi forte fisicamente. Ed è proprio la parte fisica la qualità che sto curando di più negli ultimi mesi.
A Chennai lo scorso gennaio hai conseguito il tuo miglior risultato in un torneo ATP battendo tra l’altro un giocatore Top50. È in quell’occasione che giocato il tuo miglior tennis della carriera? O forse poco dopo in Dubai?
I due Top50 che ho sconfitto in questi due mesi (Muller e Mayer, ndr) sono ottimi giocatori con molta esperienza a questi livelli. Entrambi non gradiscono il fatto che tornino tante palle indietro nella loro metà campo nonostante abbiano un gran servizio. In queste due partite ho espresso un buon tennis, giocato bene i punti importanti e sfruttato al massimo le mie qualità: risposta al servizio e intensità da fondo campo.
Qualche giorno fa contro la Svizzera è toccato a Marco Cecchinato esordire in Coppa Davis, lo scorso anno era stata la volta di Luca Vanni. Contro l’Argentina nei quarti di finale potrebbe essere il tuo turno? È un traguardo che ti interessa?
Giocare per la propria nazione ha il suo fascino. È una competizione a squadre e noi tennisti siamo abituati a gareggiare solo per noi stessi. Indossare la divisa dell’Italia sarà sicuramente un traguardo importante. Per adesso ci sono cinque giocatori più forti davanti a me (Seppi, Fognini, Lorenzi, Bolelli e Cecchinato, ndr) che meritano di giocare la prossima sfida con l’Argentina.
In carriera ti è capitato di affrontare alcuni Top10 come Raonic e Berdych. Che differenza c’è, secondo te, tra il n.100 al mondo ed i primi della classe? È più una questione di tecnica di base e di talento o c’è dell’altro?
Negli ultimi anni ho giocato con tantissima gente. Dai terza categoria al numero sette del mondo. Ognuno ha le sue caratteristiche. Escludendo Raonic che fa del servizio la sua arma impropria, i tre giocatori con cui ho giocato e mi hanno impressionato di più sono Berdych, Kohlschreiber e Gasquet. La personalità e la loro presenza in campo si percepisce molto di più rispetto a tutti gli altri con cui ho giocato finora.
C’è un giocatore al quale ti ispiri? E a chi, tra quelli in attività potendolo fare “ruberesti” un colpo?
Mi è sempre piaciuto Marat Safin. Un russo che con la racchetta poteva fare quello che voleva anche dopo una notte in discoteca. Se oggi dovessi costruire il mio giocatore ideale, prenderei: l’intensità di Lu, il rovescio di Tipsarevic, il fisico di Feliciano Lopez, la spensieratezza di Kyrgios, la passione di Lorenzi, il servizio di Isner e il mio diritto (ride).
La vita del tennista professionista è spesso molto frenetica. Riesci comunque a coltivare delle vere e proprie amicizie?
Viviamo circa trenta settimane lontano da casa e non è facile creare amicizie stabili. Io ho ottimi rapporti con diversi italiani e stranieri con cui vado a cena durante i tornei trascorrendo davvero bei momenti di onestà e trasparenza.
Una nota (forse) dolente. Com’è il bilancio economico della stagione di un tennista che alterna ai Challenger le qualificazioni nei tornei del circuito maggiore? Si può dire che il tennis resti ancora uno sport per ricchi? Se posso chiedertelo, quanto costa sostenere una stagione come la tua?
Per giocare a tennis non c’è dubbio che servano molti soldi. Per spesarsi una stagione a livello professionistico vanno via circa quarantacinque/cinquanta mila euro l’anno tra tornei e allenamenti. Giocare i tornei future è un investimento che il giocatore fa su stesso per scalare la classifica e raggiungere vette più alte. Se hai qualità puoi salire ed entrare nella fetta di giocatori che terminano l’anno con il bilancio positivo.
Tennis-scommesse e montepremi insufficienti per i tornei di seconda fascia sono argomenti piuttosto caldi in questo periodo. Che idea ti sei fatto a riguardo?
Se le scommesse nel tennis sono ammesse, ci sarà sempre lo scommettitore di turno che vorrà trarci maggior profitto coinvolgendo giocatori per avere maggiore sicurezza. Il tutto sta nella forza di ognuno di noi a giocare per l’onore e la passione che abbiamo.
Qual è il tuo ricordo più bello legato al tennis? Ed il più brutto?
I più bei ricordi possono essere legati a partite giocate o ad altre situazioni. Io penso che la miglior partita dovrà ancora arrivare quindi prendo le tre settimane di allenamento a Manacor con Nadal nel 2009 come il miglior momento tennistico fino ad oggi. I peggiori momenti invece sono le sconfitte sul campo. E ce ne sono state davvero tante. In fondo, a fine settimana, ad alzare le braccia al cielo è solo un giocatore!
Qual è il sogno del Fabbiano tennista? C’è un torneo in cui, più di ogni altro, vorresti fare strada?
I sogni sono belli perché puoi immaginare qualcosa di grandissimo senza farti scrupoli o essere giudicato. Magari grazie a loro puoi ottenere maggiori stimoli a migliorare sempre di più ma i sogni devono restare tali e renderti felice a pensarli. Vincere Slam, Davis o Olimpiade è qualcosa che puoi immaginare ad occhi aperti e farti una bella risata come nel vederti sul centrale di Wimbledon ad alzare il trofeo. Il torneo che finora mi ha dato più emozioni è stato il Masters 1000 di Roma. Ed è proprio quello il torneo dove vorrei raggiungere il mio miglior risultato.
Gli sportivi sono personaggi piuttosto scaramantici. Nadal, per esempio, ha le bottigliette da disporre ordinatamente al cambio di campo. Tu hai qualche rituale prima o durante un match? E funziona?
In campo avere dei rituali tra un punto e l’altro aiuta a trovare ritmo e coordinazione. Io non ho nessun vizio da fare costantemente ogni volta. Non credo nella scaramanzia perché nel momento in cui qualcosa va storto non hai più punti di riferimento dove aggrapparti. Certo, se un gatto nero mi passa davanti evito di essere il primo a passare (ride).
Com’è la tua giornata tipica quando non sei in torneo? E inoltre, cosa ti piace fare al di fuori del tennis?
Mi alleno alla Tennis Training di Foligno e le mie classiche giornate sono abbastanza semplici dal punto di vista organizzativo. Lavori in campo e in palestra dalle 9.30 alle 13 e dalle 15.30 alle 17.30. Per finire trenta minuti di stretching e prevenzione. La sera mi piace organizzare cene e serate con i miei compagni d’allenamento. E nel tempo libero leggere un bel libro.
Tre domande secche. Djokovic quest’anno farà il Grande Slam? Chi vincerà le Olimpiadi? Chi sarà il prossimo numero uno del mondo?
Djokovic dovrebbe vincere le prossime ventuno partite consecutive negli Slam per raggiungere questo traguardo. Sulla carta sono tantissime, ci sono diversi giocatori che potrebbero metterlo in difficoltà sulla partita secca. Novak sta però mostrando una solidità mai vista prima d’ora e le possibilità di vincere i prossimi tre Slam sono secondo me pari all’ottanta per cento.
Anche per quanto riguarda le Olimpiadi Djokovic è il super favorito anche per il fatto che si esalta ancora di più quando gioca per il suo Paese. Ma penso che Federer preparerà la stagione per arrivare a questo appuntamento al massimo della forma.
Il giovane che mi piace di più tennisticamente è Zverev. Il più’ “inquadrato” e costante è Coric. Per il prossimo giovane vincitore Slam dico Kyrgios. Per la vetta della classifica mondiale tra quattro o cinque anni prendo Fritz.
Cosa faresti se domani potessi concederti una vacanza?
Se avessi un mese da dedicare a me stesso e mi chiedessero dove andare ti risponderei facile: una settimana alle Maldive per recuperare le fatiche tennistiche, una settimana in Thailandia nella varie isole, sette giorni in Tibet ad apprezzare il silenzio assoluto e per finire un altra settimana alle Maldive a recuperare la valigia (ride).
Alla fine di questa nostra chiacchierata, c’è qualcuno che ti senti di dover ringraziare?
Le persone a cui tengo le ringrazio privatamente ogni giorno. La famiglia, la mia ragazza, gli allenatori e i veri tifosi hanno tutta la mia stima e il mio apprezzamento per il sostegno che mi danno soprattutto nei momenti meno felici.
In conclusione un ringraziamento lo vogliamo fare anche noi. A Roberto, che ha reso possibile questa intervista, ed al Thomas Fabbiano Fan Club che vi invitiamo a seguire e sostenere sulle pagine di Facebook.
Siamo dunque in trepidante attesa di vedere se i prossimi impegni agonistici di Guangzhou, Shenzen e Raanana confermeranno i progressi che gli abbiamo riconosciuto in questo 2016. Quel che è certo è che Fabbiano, come sempre, farà il possibile per raggiungere gli obiettivi che si è prefissato. Una cosa però ci fa dormire sonni tranquilli. Abbiamo felicemente imparato in un recente passato come Puglia per il tennis faccia rima con vittorie. Dopo le mirabilie di Pennetta e Vinci, infatti, sarebbe davvero bello poter esultare un giorno anche per le gesta di un collega maschio. E non aggiungiamo altro perché, si sa, i tennisti sono personaggi scaramantici ben più di quanto non vogliano ammettere, se non che nella vita nulla sia realmente impossibile. Al buon Thomas da Grottaglie sarà quindi sufficiente girare intorno alla palla, sbracciare con il diritto e lambire l’incrocio delle righe alla sua proverbiale maniera. Facile no?