ATP Indian Wells interviste, Rafael Nadal: "Sono sulla strada giusta. Devo mantenere questo livello"

Interviste

ATP Indian Wells interviste, Rafael Nadal: “Sono sulla strada giusta. Devo mantenere questo livello”

ATP Indian Wells interviste, semifinale: N. Djokovic b. R. Nadal 7-6(5) 6-2. L’intervista del dopo partita a Rafael Nadal

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Suppongo tu sia deluso per la sconfitta, ma il modo in cui ai giocato per un set e mezzo è il meglio che tu hai fatto da un po’ di tempo a questa parte.
Non lo so, penso di aver giocato bene un set e mezzo e poi lui bene alla fine. Io ho giocato male al servizio sul 3-2 e lui ha concluso giocando bene gli ultimi game, ad alto livello. Ho avuto le mie possibilità, ho creduto per un momento di competere al più alto livello possibile. Ho fatto degli errori col dritto all’inizio del tiebreak e sullo 0-15 alla fine del primo set, questa è l’unica cosa. Credo che nel primo set avrei avuto più opportunità con un po’ più di fiducia sul dritto.

Quanto credi che ti abbiano aiutato per questo match tutti gli incontri giocati in questa settimana?
Beh, la mia fiducia andava bene. Quando qualcuno gioca come ho giocato io, poi scendi di nuovo in campo pensando di poter giocare ancora bene, no? Questo è importante per me, essere fiducioso in campo, penso che il match sia stato tirato. Ma il modo in cui stavo giocando era un po’ più tattico ed è quello di cui ho bisogno contro Novak, rispetto a quanto accaduto negli ultimi incontri tra noi due dove colpivamo la palla forte e velocemente. Probabilmente in termini di ritmo lui è migliore di chiunque altro.

Dall’inizio dell’anno ad ora, quanto sei felice dei tuoi progressi?
Oh, credo di aver giocato bene durante la settimana, ho vinto buoni match lottando e oggi sono andato vicino, quindi una buona settimana per me. Questa è la strada e cercherò di seguirla per continuare a questo livello. Se sarò capace di giocare per settimane a questo livello, inizierò a pensare alla possibilità di competere per tutto.

È dura non essere frustrato quando hai una piccola striscia di sconfitte contro qualcuno come Djokovic che sta dominando? Come fai a restare positivo quando scendi in campo?
Allora sono tutti frustrati?

Sì.
(ride) La vita non è tutta contro un tuo avversario, la vita non è solo perdere contro un giocatore. Era frustrante nel 2011, è vero che ho raggiunto molte finali ma ne ho perse sei durante l’anno perché riuscivo a battere tutti gli altri giocatori ma non lui. Ma durante l’ultimo anno e mezzo la storia è diversa perché non stavo lottando con lui ogni volta, io competevo con molti più giocatori e non credevo di poter competere al livello più alto contro Djokovic. Negli ultimi sei o sette tornei che ho giocato l’ho affrontato a Pechino, a Londra, a Doha e questo vuol dire che arrivo sempre in semi o in finale, quindi è una novità positiva. Prima non ero in grado di affrontarlo per l’intera stagione. Quindi la cosa è che se gioco contro di lui, anche se perdo, è una grande notizia.

Vorresti dirci cosa pensi della finale e cosa dovrà fare Milos per cercare di batterlo?
Con Milos è una storia diversa, lui ha il servizio. Novak è un gran corridore e una grandissima risposta, ma quando qualcuno serve come lui (Raonic) e ha due opportunità ogni volta, prima e seconda, e serve bene, Novak non otterrà il break. Quindi avremo un tiebreak e vedremo cosa accadrà.

Quando tu sei emerso Roger stava dominando. Poi c’è stato il tuo momento e ora Novak è il giocatore dominante. Puoi paragonare queste tre ere?
No, è un momento diverso. Un momento diverso durante la carriera di ognuno. Credo Roger sia stato molto, molto dominante per un paio di anni, poi quando sono arrivato io lui dominava ancora ma aveva qualcuno lì. Poi è arrivato anche Novak. Quando io ero al comando ne avevo più di uno, avevo Novak, Roger, avevo Andy. E durante il periodo in cui ho dominato ho avuto periodi difficili in cui non potevo continuare a comandare. Tipo il 2012 quando stavo giocando alla grande e ho avuto l’infortunio, e nel 2009 al ginocchio. E nel 2014 ero numero uno e mi sono fatto male al polso in estate. Prima di questo Novak era già stato dominante, ma dopo questo lui è stato ancora più dominante senza mai avere infortuni. Quindi lui ha aspettato questo momento e una volta arrivato non lo ha lasciato scappare.

Traduzione di Paolo Di Lorito

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