WTA Indian Wells interviste, Serena Williams: “Nessuna donna dovrebbe inginocchiarsi davanti a nessuno”

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WTA Indian Wells interviste, Serena Williams: “Nessuna donna dovrebbe inginocchiarsi davanti a nessuno”

WTA Indian Wells interviste, finale: V. Azarenka b. S. Williams 6-4 6-4. L’intervista del dopo partita a Serena Williams

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Cosa pensi sia andato storto? Di cosa non sei soddisfatta, oltre al risultato?
Penso che sia stato un buon risultato per me essere in grado di tornare qui, e di poter giocare, in generale. Penso che in generale sia andata molto, molto bene. Certo, non ho vinto, e non è questo il risultato in cui speravo, ma penso che guardando nell’insieme non mi sarei neppure aspettata di tornare su quel campo.

Hai condiviso un bel momento sul campo con il CEO del torneo Raymond Moore, e qualche ora prima lui ha detto: “Se fossi una giocatrice, ogni notte mi inginocchierei e ringrazierei Dio per aver fatto nascere Roger Federer e Rafael Nadal, hanno trainato lo sport”. Qual è la tua reazione a questo commento e al caso che ne è nato?
Non capisco perché devo sempre rispondere a commenti sulle controversie. (Ride.) Ovviamente penso che nessuna donna dovrebbe inginocchiarsi e ringraziare nessuno a quel modo. Penso che Venus, io e un buon numero di altre atlete… se potessi far vedere il numero di persone che ogni giorno mi dicono che non guardano il tennis a meno che non giochiamo io o mia sorella, non saprei nemmeno dirti quante. Quindi non penso che la sua frase rispecchi la realtà. Ci sono molte donne che sono più… che sono molto entusiasmanti da veder giocare. E ci sono molti uomini che sono entusiasmanti da veder giocare. Funziona in entrambi i sensi. Penso che quelle dichiarazioni siano davvero molto sbagliate e molto, molto, molto imprecise.

Pensi che potrebbe esserci stato un fraintendimento nell’interpretazione di quella frase?
Beh, se leggi la trascrizione puoi interpretarla in un solo modo. Parlo un ottimo inglese e sono sicuro che lo parla anche lui. C’è solo una interpretazione: inginocchiati – che è già abbastanza offensivo – e ringrazia un uomo – che non è ciò che noi, come donne, abbiamo lottato per ottenere. Non dovremmo inginocchiarci in alcuna occasione.

L’altro giorno hai detto che non ti aspettavi che saresti tornata a giocare una finale qui. Hai iniziato a rilento, quanto ha influito il tuo nervosismo oggi?
Ero decisamente nervosa. Non mi aspettavo di esserlo, affatto, zero, e poi quando sono scesa in campo mi sono sentita come: Oh cielo, sono davvero nervosa. Sì, e anche molto emozionata. Le emozioni che avevo avuto l’anno scorso, le stavo avendo di nuovo. Non me lo sarei mai aspettato. Ma detto ciò, non puoi essere nervosa per l’intero match.

Puoi dirci cosa è successo sul 5-2? Sembrava come se si fosse acceso un interruttore, e stessi iniziando una grande rimonta.
Non lo so. Non penso di aver mai giocato al mio livello per l’intero incontro. Sul 5-2, non so, avrebbe potuto essere anche 5 pari, non ha funzionato e basta.

In quel momento hai sentito che l’inerzia era in tuo favore, che eri in grado di capovolgere la situazione?
Sì, ho sentito che l’inerzia era in mio favore, ma se c’è una cosa che Victoria è bravissima a fare è lottare e non lasciare mai che l’incontro si sposti come vuole la sua avversaria, mantiene sempre il controllo. È incredibile in questo. Perciò è riuscita a farlo di nuovo.

Tu, e anche Venus, avete guidato le donne attraverso molte difficoltà. Sei sorpresa che nel 2016 questioni di sessismo vengano ancora fuori?
Sì, sono sorpresa, specialmente con tutto ciò di buono che abbiamo fatto io e Venus e altre donne nel tour. L’anno scorso la finale femminile degli US Open è andata sold out prima di quella maschile. Scusate, per caso Roger o Rafa o qualche altro uomo ha giocato quella finale? Non penso. Quindi penso che per fare un commento si debba avere cognizione degli eventi e sapere i fatti. Basta guardare Billie Jean King, ha aperto così tante porte non solo per le tenniste ma per le atlete in generale. Un commento del genere è un torto a qualunque donna, non solo un’atleta ma una qualunque donna su questo pianeta che abbia lottato per ciò in cui credeva e che è stata fiera d’essere una donna.

Oggi durante il match in alcune occasioni sei sembrata aggressiva, hai cercato di colpire molto forti. Stavi giocando così per il nervosismo, o era una strategia precisa?
Decisamente no, non era la mia strategia. È probabile che stessi colpendo così in preda ai nervi. Parlavo con Patrick e lui mi diceva di non avermi mai visto giocare così piatto. E io: Davvero? (Ride.)

Quando è stata l’ultima volta che ti sei commossa così tanto durante una cerimonia di premiazione?
Non penso di essermi mai sentita in quel modo prima, onestamente. Sì, non penso.

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