ATP Miami: Kei Nishikori quasi perfetto, Nick Kyrgios sconfitto in due set

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ATP Miami: Kei Nishikori quasi perfetto, Nick Kyrgios sconfitto in due set

Kei Nishikori produce una prestazione con pochissime sbavature, per domare la potenza e l’esuberanza di Nick Kyrgios, che cede in due set alla sua prima semifinale in un 1000. Il giapponese raggiunge Novak Djokovic in finale, la seconda della sua carriera in un Masters dopo quella sfortunatissima di Madrid 2014: contro Nole ha vinto due soli match, l’ultimo nella famosa semifinale agli US Open 2014

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Fra poco uscirà un editoriale di Ubaldo Scanagatta sullo scottante caso “Rottura Giorgi-FIT”

[6] K. Nishikori b. [24] N. Kyrgios 6-3 7-5 (Raffaello Esposito)

Molti ex studenti, quorum ego, hanno una vaga reminiscenza scolastica della prova del nove.

A questa è chiamato oggi Nick Kyrgios nella seconda semifinale del Masters 1000 di Miami. Inutile ricordare l’esito della prima. Oltre il nastro il severo giudice del livello raggiunto dal ventenne di origine greca ha la grinta tranquilla e il pié veloce di Kei Nishikori, il quale porrà a Nick problemi diversi e superiori a quelli affrontati e risolti ieri contro Raonic se vorrà essere il primo australiano a raggiungere la finale a Miami. Contro Milos si trattava in un certo modo di una sfida fra pari, servizio contro servizio, dritto contro dritto eccetera e questo ha certo stimolato l’orgoglio dell’australiano. Contro il giapponese siamo in un altro mondo. I numeri non sono mai tutto ma partiamo da quelli. Le statistiche ufficiali nel torneo dei due contendenti raccontano di una sostanziale parità nelle varie voci eccettuando gli aces e la percentuale di palle break salvate. Nishikori si fa preferire lievemente in risposta. L’ovvia deduzione è che l’equilibrio del match si giocherà nello scontro fra servizio e ribattuta. Inoltre lo stile di gioco di Nishikori è quanto di peggio possa esserci per uno come Kyrgios, che non possiede la virtù di Giobbe fra le sue e tende ad andare via di testa se le cose non vanno da subito come dice lui. Un match di tennis è una guerra, devi vincere tante singole battaglie per trionfare e non sempre tutto si risolve con un duello al sole come vorrebbe il kid di Canberra. La capacità di Kei di alzare la parabola, rimandare di là quella manciata di palle in più può aprire il varco decisivo nella corazza di Nick. Del resto l’unico fresco precedente di Shanghai è andato al sol levante.

Ed ecco quel che accade.

Kyrgios serve per primo e dopo due games di riscaldamento viene brekkato. Nishikori risponde a tutto, riceve l’aiuto del nastro nel primo punto ma poi sottopone l’altro ad un forcing che lo sbatte sotto 0-40. Un ace e un dritto salvato dal falco non bastano perché Nick commette doppio fallo sul 30-40. Da questo momento in poi Nishikori governa il gioco ai ritmi suoi, palleggia teso e veloce non dando tempo a Nick di caricare il vincente e invariabilmente esce vincitore dalla maggior parte degli scambi. Con alcune perle, perché il giapponese sta giocando benissimo, come il dritto incrociato in corsa per il 30-0 nel sesto game. E una vera perla è il lob liftato dopo un primo passante al corpo che gli dà il 15-40 e doppio set point nel nono. Poi, passate il banale parallelo, c’è qualcosa di tragicamente omerico nel modo in cui Nick si suicida con un doppio fallo. Due break subiti con gli unici doppi errori del set sanciscono quindi il 6-3 col quale Nishikori si porta in vantaggio.

L’australiano sembra in trappola e la sensazione si acuisce quando il giapponese riapre le ostilità al servizio e con un parziale di otto punti a due scappa subito avanti di un break. Quando sembra finita la partita diventa bellissima. Nel terzo gioco Kei serve, va facile 30-0 ma d’improvviso Kyrgios vince due lunghi scambi di ritmo, cosa mai successa, e pareggia, dopodiché spara un favoloso passante di rovescio incrociato e va per la prima volta a palla break. Ora è il turno del giapponese che annulla con una prima chiusa da un bimane sulla riga del corridoio. Fioccano i circoletti rossi, Nick annulla una palla dello 0-3 con un passante in corsa, stavolta di dritto, forse più bello del precedente e poco dopo lascia andare un vincente lungo linea in salto da fuori campo che gli offre una seconda opportunità. Nishikori è tramortito, commette doppio fallo e il punteggio ritorna in equilibrio inaspettatamenteOra Kyrgios ci crede, lasciandosi anche andare ai soliti atteggiamenti smargiassi, dai quali in qualche modo sembra trarre forza. Come quando gioca un tweener assurdo in palleggio nel quarto gioco. Oppure nel decimo,  indicando dove finirà la palla dell’avversario come faceva Babe Ruth. Sia come sia il suo gioco ritrova efficacia e anche la fiducia sale. Ed è in questo momento che il giapponese si dimostra grande. Mantiene la freddezza e difende a zero gli ultimi tre turni di battuta del parziale e quando sul 6-5 si presenta in risposta dopo il cambio campo assesta la stoccata decisiva. Il dodicesimo e ultimo è un game stupendo, Nick lotta per arrivare al tie break e va 30-15 col servizio ma subito dopo manca un’elementare volée a campo aperto. Chi ha visto molto tennis sa che questi sono attimi decisivi e così è. Un ennesimo doppio fallo vale il primo match point sul 30-40 ma Kyrgios si ribella, tira una seconda palla assassina e spinge a tutta annullando. Ma è scosso e un vincente inside in dell’avversario vale il vantaggio esterno, secondo match point. Lo scambio che segue vale il prezzo del biglietto. Seconda palla coraggiosa di Nick, palleggio di ritmo finché Kei è costretto a rete da un nastro e finisce per chiudere in volée incrociata un incontro che andava facendosi pericoloso. Bello e sincero l’abbraccio a rete, la finale sarà quindi Djokovic-Nishikori, precedenti 6-2 per il numero uno del mondo.

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