ATP Madrid: Andy Murray non si ferma più, anche Rafael Nadal si arrende

ATP

ATP Madrid: Andy Murray non si ferma più, anche Rafael Nadal si arrende

Andy Murray supera Rafael Nadal nella prima semifinale del Masters 1000 di Madrid. Finale rocambolesco con Murray che manca l’opportunità di chiudere sul 5-3 del secondo set, ma chiude nel game successivo. Nadal sfrutta solo 2 palle break su 13

Pubblicato

il

 

[2] A. Murray b. [5] R. Nadal 7-5 6-4 (dal nostro inviato a Madrid)

Stat Nadal Murray

Non solo i pipistrelli, ma anche gli spettri aleggiano sul Manolo Santana nel momento in cui il figliol prodigo, il sole a cui ruota attorno tutto il tennis di Madrid e della Spagna, fa il suo ingresso nel Manolo Santana. Uno sguardo verso il cielo, grigio ma non abbastanza da consigliare la chiusura del tetto, e un respiro profondo, di quelli che ieri stentava a trovare nella sfida divenuta all’improvviso complicata contro l’outsider portoghese Joao Sousa.
Per “Vamos Rafa” lo spettro è quello che sta dall’altra parte della rete e il ricordo non può non tornare alla finale di un anno fa, quando Andy Murray lo dominò e lo vinse per la prima volta sul rosso dopo sette sconfitte consecutive e si scoprì buono anche da superfici lente, se è lecito definire tale la terra della Caja. Quel Nadal aveva però appena mosso i primi passi dentro il tunnel della cupa disperazione, già battuto un paio di volte sul suo terreno preferito da Fognini (oltre che da Djokovic a Montecarlo) e in procinto di subire il secondo affronto in carriera nella sua seconda casa, il Roland Garros.
Questo invece è un Nadal che sembra aver ritrovato la retta via e, pur già in difetto con le sue medie stagionali sul mattone tritato (i ko in semifinale a Buenos Aires e Rio de Janeiro rimediati contro Thiem e Cuevas), si ripropone come il più autorevole candidato a mettersi sul petto la stella del decimo Parigi. L’ha detto Djokovic, non io.

E Murray? Il solito. Sornione, apparentemente disinteressato alle vicende che gli stanno attorno, quasi come se, parafrasando Kyrgios, ci fosse “qualcosa di più importante di Andy Murray che gioca a tennis”. Ma è solo apparenza, naturalmente. Il britannico ci tiene a confermarsi campione qui e il set smarrito con l’inossidabile Stepanek rientra nella normalità di un debutto serale nel gelo, sul campo e sugli spalti, del centrale. Ma da quel momento Andy ha cambiato marcia e ieri Berdych, che pure era 6-7 negli head-to-head e l’aveva sempre battuto sulla terra, ha fatto la figura del sparring-partner.
Ogni giorno è diverso, però, e oggi, agli ordini di Bernardes (che Rafa non ama troppo, come ben sappiamo), il pronostico è apertissimo. Tolta la parentesi blu del 2012, qui sul rosso Nadal ha sempre conquistato la finale. Nel palco presidenziale Ion Tiriac in giacca vinaccia e braccia conserte mentre Manolo Santana arriva quando Murray ha già intascato il primo gioco. Ogni dritto sbagliato da Nadal è un oooooh di delusione ma il passante del 0-15 che apre il terzo game scatena gli entusiasmi. Sul 15-30 il britannico mette due prime sopra i 210 e va 2-1 al termine di un lungo scambio sulla diagonale dritto (Murray) e rovescio (Nadal).

Il quarto gioco rompe gli equilibri. Nadal spizza il nastro con uno smash a rimbalzo e sul recupero Murray lo infila con un passantino di rovescio lungo linea (0-30) prima di trovarsi sotto 0-40 e tre palle-break. Una voce grida “Rafa te quiero” e segue l’applauso di incoraggiamento ma la risalita dello spagnolo si ferma alle soglie della gloria perché Nadal affossa un rovescio ed è break. Murray cambia campo sul 4-1 dimostrando di non temere nemmeno la diagonale opposta e vincendo di prepotenza uno scambio di rovesci incrociati sul dritto del rivale.
Il centrale è pieno ma non gremito e la vigilanza non tollera chi trova posto sui gradini. Nadal tiene facile il sesto game e due rovesci in rete del numero 2 del mondo sono altrettante palle-break (15-40); sulla prima l’iberico spedisce lunga la risposta a una seconda non irresistibile mentre sulla seconda ha poca fortuna. Il cielo si ingrigisce e il venticello che spira sugli spalti promette acqua ma Murray non si distrae e mette in saccoccia il 5-2. La sensazione è che Nadal sia in crescita; lo spagnolo fa suo a zero l’ottavo gioco e solo un brutto errore di dritto gli impedisce di essere 0-40 nel nono ma Murray ha perso di intensità e ci sono altre due palle-break. Andy salva la prima attaccando ma non la seconda, in cui affossa in rete un dritto scarico.
Le raccattapalle-modelle fanno stretching nella zona dietro i salottini vip in attesa di sostituire le colleghe sul campo. Murray è una mosca che Nadal vorrebbe catturare nella sua ragnatela e sul 15-30 il warning di Bernardes allo spagnolo per time-violation potrebbe scatenare il finimondo ma Rafa non fa una piega e porta a casa il 5-5 in recupero.

Nadal è quello doc e per fargli punto Murray deve metterci del suo. Allo scozzese esce di un soffio un rovescio (15-15) ma poche prime in campo lo costringono a metterla sul palleggio e adesso Rafa non sbaglia più. Intanto Tiriac, assente per qualche giorno, è tornato con il soprabito giusto in tempo per vedere Murray ritrovare feeling con la prima e riconquistare un gioco con due smash controllati e la successiva voleé (6-5). Senza segnali apparenti, il crollo di Nadal arriva rapido e inatteso; Murray è quello di inizio partita, un bel drop di rovescio sbagliato un paio di volte in precedenza gli dà lo 0-30, poi Nadal mette a lato un rovescio e infine si distende sull’altare del sacrificio con una seconda che Andy violenta in risposta: 7-5 in un’ora e due minuti.
Il secondo set si apre con tre palle-break non consecutive per lo spagnolo annullate da Murray con due ace e un terribile vincente di rovescio. Poi, sulla terza parità, Nadal cerca di liberarsi dello scambio con una smorzata che gli resta sulla racchetta e Andy si salva. Nonostante tutto, da qui a due passi dal campo la mia impressione è che alla lunga Rafa la spunterà ma Murray fa di tutto per smentirmi e nel terzo gioco serve al meglio oltre ad aggiudicarsi uno scambio di fioretto con palla corta, lob al volo, smash di contenimento e volee di rovescio vincente (2-1).
Sono di fronte due dei tre migliori difensori del circuito (indovinate chi è l’altro?) e Nadal ne dà un saggio nell’ultimo punto del quarto game, chiuso con un passante che lo fa esultare alla sua maniera per la prima volta. Penelope Murray viene a capo di un altro gioco complicato, il quinto, in cui fa e disfa con ace (3) e il primo doppio fallo, annulla altre due palle-break e cambia campo 3-2.

Il sesto è un gioco strano. Murray potrebbe andare 15-30 con una facile volée dopo la solita smorzata ma sbaglia, poi però Nadal gli ricambia il favore ingannato anche da un cattivo rimbalzo e alla fine gli concede il break mettendo in rete un passante non impossibile. Le emozioni continuano nel gioco successivo; Nadal si difende da tre traccianti del britannico e lo induce a sbagliare lo smash su un candelone che avrebbe sbattuto contro il tetto fosse stato chiuso. Ci sono altre due palle-break per lo spagnolo che Murray annulla con una coraggiosa palla corta di dritto e grazie a una pessima risposta dell’iberico su una seconda a 150 km/h. Nadal trova il modo di bisticciare con Bernardes su una palla dubbia ma la sostanza è che Murray si salva di nuovo e si va a sedere avanti 5-2.
Rafa resta in partita e rimanda la pressione sulle spalle dello scozzese (4-5) ma Murray arriva a un punto dalla finale. Sul match-point lo scozzese mette lungo un rovescio in sforbiciata e sul Santana parte l’urlo terrificante “SI SE PUEDE”. Nadal ci crede, si riprende il servizio e torna in corsa ma giusto il tempo di cambiare campo. Il decimo gioco tradisce nuovamente lo spagnolo ed esalta una volta di più le difese di Murray; sul 15-30 lo scozzese alza due campanili e sul secondo Rafa affossa in rete lo smash della resa. Sarà un altro errore a condannarlo alla prima sconfitta europea stagionale sulla terra. La mia sensazione era sbagliata e Murray entra in finale con pieno merito.

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement