ATP Madrid: insaziabile Novak Djokovic, Murray si arrende al terzo

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ATP Madrid: insaziabile Novak Djokovic, Murray si arrende al terzo

Novak Djokovic supera in tre set Andy Murray, conquistando il torneo di Madrid, dove mancava dal 2013. Ventinovesimo Masters 1000 per il serbo, è record. Buona prestazione dello scozzese, che non ha approfittato fino in fondo di qualche incertezza del numero uno del mondo

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[1]N.Djokovic b. [2]A.Murray 6-2 3-6 6-3

Stat Djokovic-Murray

dal nostro inviato a Madrid

 

Difficile stabilire quanto sia sincero lo speaker del Manolo Santana nel momento in cui, presentando la finale tra Djokovic e Murray, sentenzia che non esiste al momento miglior partita al mondo nel tennis. Ineccepibile dal punto di vista statistico, trattandosi dei primi due giocatori del ranking ATP, in realtà almeno qui tutti avrebbero voluto vedere in pista Rafael Nadal ma ieri il padrone di casa ha cozzato contro la solidità dello scozzese e si è dovuto arrendere.

La vittoria sul maiorchino ha di fatto accresciuto le quotazioni del campione in carica, tanto che pure Manolo Santana su “ABC Daily” (il diario oficial del torneo) si è lasciato scappare che “Murray sta giocando molto bene” quando gli hanno chiesto il nome del vincitore. Però lo sappiamo come va (quasi) sempre a finire quando c’è di mezzo Djokovic. Il serbo è così, lascia credere che ci siano margini per batterlo poi vai sul campo e ti accorgi che invece non è vero niente. E, soprattutto, si sa com’è andata a finire quando questi due si sono trovati uno di fronte all’altro in carriera: 22 volte ha vinto Djokovic (la prima proprio qui a Madrid ma all’Arena sul duro nel 2006), appena 9 Murray.

Lo scozzese gioca anche per restare n°2 al mondo, posizione che perderebbe in caso di sconfitta a beneficio di Federer, mentre il serbo gioca anche per diventare il leader assoluto in quanto a Masters 1000 (diventerebbero 29, uno in più di Nadal). Arbitra inevitabilmente Mohamed Lahyani, un altro numero 1.
La prima sorpresa arriva dieci minuti prima dell’inizio. Dopo ore e ore di pioggia, la pioggia concede una tregua e il tetto viene aperto. Ma il cielo è grigio e non è detto che resterà aperto fino al termine. Ci sono almeno diecimila spettatori, che fino a qualche minuto fa erano nella zona degli stand ad acquistare di tutto, e se penso che chi sta seduto nei posti uguali al mio ha pagato quasi 120 euro mi sento decisamente un privilegiato anche se, confidando nel tetto chiuso, sono l’unico nello stadio senza un giubbetto.

Il primo gioco è sintomatico di come le cose cambino da un giorno all’altro. Il servizio, che ieri aveva tolto dalle secche Murray in molte delle palle-break concesse a Nadal, oggi non potrà dargli lo stesso aiuto poiché Nole risponde. Risponde sempre e comunque. Così arrivano subito due palle-break e sulla seconda Djokovic si va a prendere il punto a rete con una pregevole volee. Due palle sulla riga vengono corrette da Lahyani a favore di Djokovic ma il serbo è anche bravissimo a depositare appena oltre la rete un drop di rovescio e tiene a zero il suo turno di battuta (2-0).
Il solito simpaticone grida “Vamos Rafa” e Murray è di nuovo in difficoltà sulla battuta ma dal 15-30 in poi aumenta la velocità della prima palla e finalmente riesce a sbloccare il punteggio (1-2). Anche il rovescio in cross del britannico, che tanti danni aveva fatto ieri a Nadal, oggi sembra un’arma che spara a salve quando cozza contro il suo eguale serbo. Per andarsi a prendere un quindici in risposta Murray deve ribattere sulla linea e trovare una palla corta che si spegne dieci centimetri oltre la rete; tutto bello ma è la classica mosca bianca perché Nole ha sostanza e intensità e non fatica ad andare 3-1.

I guai per Andy proseguono nel quinto gioco, complici un paio di errori, e solo un ace lo tiene in vita prima che Djokovic si guadagni altre due palle-break (15-40); il serbo ha il vestito rosso del diavolo, capovolge l’inerzia dello scambio fin dalla risposta e confina Murray nel suo angolo sinistro. Un rovescio e un dritto ed è di nuovo break: 4-1.
Praticamente non si gioca e i meriti del n°1 sono maggiori delle colpe britanniche. Alla fine del sesto gioco (5-1) i punti sono come gli head-to-head tra i due: 22-9 Djokovic. Di nuovo Murray ricorre all’artiglieria al servizio (un ace e due vincenti) perché quando si entra nello scambio il serbo è semplicemente intrattabile. Murray però riesce ad accorciare le distanze (5-2) ma è solo un prolungamento dell’agonia in quanto, dopo il cambio di campo, Nole si rimette a spadroneggiare e in 31’ chiude 6-2 un primo set senza storia.

Ci fosse Nadal in campo, al pubblico andrebbe bene anche così (naturalmente se lo spagnolo stesse vincendo…) ma in questo caso vorrebbe vedere una partita e quindi non esita a schierarsi dalla parte del campione in carica.
All’inizio del secondo set Murray spolvera le righe e, pur perdendo lo scambio più spettacolare e applaudito della giornata chiuso a rete da Nole, tiene abbastanza agevolmente la battuta. Lo scozzese non è fortunato in una risposta incrociata che dà l’illusione del vincente e invece viene corretta da Lahyani ma più in generale le geometrie del numero uno sono perfette sia nelle diagonali che nelle parallele e l’1-1 ne diventa la naturale conseguenza.
Nonostante lo score faccia pensare il contrario, la partita è tecnicamente bellissima. Djokovic applaude Murray dopo un dritto vincente in corsa di quest’ultimo ma subito si riprende il centro della scena con un drop che Murray raggiunge non abbastanza da rimandare oltre la rete. C’è qualcuno che disturba in tribuna e Lahyani non esita un attimo a rimproverarlo e invitarlo a maggiore sportività nei confronti dei giocatori. Il terzo è un gioco equilibrato, che Murray fa suo grazie a un paio di errori di Novak. E questa in fondo è una notizia.

Nel secondo punto del quarto gioco Djokovic effettua un servizio vincente e poi chiede alla raccattapalle-modella la stessa palla con cui ha ottenuto il punto; forse l’avvenenza della ragazza lo distrae tanto che commette due errori e concede le prime palle-break della giornata (15-40). Nella prima Andy ha in mano il pallino del gioco ma mette lungo il dritto aggressivo per la disperazione dei 10.000 della Caja ma nella seconda Djokovic commette doppio fallo ed è 3-1 Gran Bretagna.
Murray ci crede, anche quando si ritrova sotto 0-30 nel quinto gioco: due ace e due servizi vincenti lo tolgono dall’imbarazzo (4-1). Sette delle nove vittorie di Murray su Djokovic sono arrivate in match sulla corta distanza e solo una volta lo scozzese ha vinto in tre set. Avendo perso il primo, ciò non depone a suo favore ma si capisce che Murray vorrebbe cambiare la storia. Il sesto è un altro gioco molto bello; ci sono un paio di palle corte con cui Nole stimola il rivale di giornata ma solo una ottiene l’effetto sperato dal serbo. Murray vede sfilare di un soffio in corridoio un pretenzioso rovescio in sforbiciata e Nole accorcia (2-4) ma nel gioco successivo Murray per la prima volta incamera la battuta a zero e tiene il serbo a debita distanza.

Il campione in carica serve con palle nuove per portare la sfida al terzo set dopo che Djokovic ha tenuto a 30 la battuta precedente; sembra che Nole non riesca più a leggere il servizio dell’avversario e Andy lo capisce, si porta a doppia palla set e va a prendersi il pareggio ripagando il serbo con la stessa arma di poc’anzi: servizio e drop di rovescio su cui Nole accenna appena una reazione prima di sedersi al suo posto e cercare di riordinare le idee.
Adesso c’è una partita e il pubblico approva. Che Murray dall’anno scorso abbia cambiato la sua attitudine “terricola” lo dicono le cifre: 63-37 il suo record vinte-perse fino all’inizio del 2015, 24-2 negli ultimi due anni. Tuttavia contro Djokovic ha sempre perso sul rosso (3-0) e questa potrebbe essere l’occasione buona per invertire la tendenza negativa. Il serbo sembra scosso, caccia un urlaccio quando, sul 40-40, la sua seconda viene rimandata in rete da Murray, preludio all’1-0 con cui apre il set finale.
I maxi-schermi del Santana fanno rivedere il pugno al cielo con cui il serbo saluta lo 0-30 nel secondo gioco e, due punti dopo, Murray ci riprova con la smorzata ma stavolta Nole è lesto a conquistare la rete e beffarlo in diagonale. Con una sequela di dritti anomali Djokovic ottiene il break (2-0) e non esita a mettersi la mano dietro l’orecchio voltandosi verso le tribune. Mi sbaglierò ma, in tutta franchezza, è difficile giocare a tennis tanto meglio di così. Un dritto nei pressi della riga di fondo campo (e sulla quale Lahyani è pronto ad intervenire non fosse che lo stesso Nole lo blocca e cancella il segno) regala a Murray la palla del contro break che arriva subito dopo grazie al doppio fallo del serbo (1-2).

Murray fa grandinare ace e servizi vincenti nella metà campo serba e Nole forse vorrebbe che arrivasse la pioggia a fermare l’inerzia del britannico che pareggia grazie a un ace (2-2) ma Djokovic lo ripaga con la stessa moneta e tiene a zero il quinto game, situazione che non succedeva dal secondo gioco del secondo set. Con due scelte discutibili (una palla corta di rovescio in corridoio e un lungo linea sempre di rovescio e sempre in corridoio) Murray si complica l’esistenza nel sesto gioco, poi sbaglia ancora e sulla prima palla-break Djokovic lo punisce spolverando la riga (4-2).
Righe e righe, due nello stesso punto, e sul 30-30 del settimo game Lahyani pensa bene di scaldare gli animi dei due in campo (mai infreddoliti come i nostri, comunque) chiamando il warning a Nole per time-violation; il serbo scuote la testa e Murray si avvicina al giudice di sedia probabilmente per dirgli di annullare la sanzione ai danni del suo avversario, dimostrando grande sportività. Djokovic mantiene comunque la calma e porta a casa il gioco con autorevolezza. La sensazione è che Murray abbia mancato il colpo del ko e, ora che il serbo è uscito dalle corde, sarà dura riportarcelo.

Un doppio fallo condanna Murray al 30-40 ma lo scozzese annulla con il secondo ace dell’ottavo gioco. Nel silenzio assordante del Santana il pianto di una bimba disturba Murray ma Andy punge di nuovo con la battuta e si tiene in vita (3-5). Il livello è calato e adesso sono i nervi a prevalere sulla tecnica. Djokovic commette tre errori non forzati ed è in un attimo 0-40 ma ha coraggio e annulla le tre palle-break prima di concederne una quarta sulla quale la combinazione servizio-dritto è vincente. Andy conquista una quinta occasione comandando lo scambio da fondo campo però non tiene il successivo. Adesso ogni colpo è un lamento ma il dritto vincente con cui Murray ottiene la sesta palla-break fa esplodere la Santabarbara del Santana. Djokovic annulla di nuovo con il servizio, resiste a una risposta tremenda di Murray che poi sbaglia di rovescio ed è il secondo match-point.
Ma non è finita. Nole sbaglia un dritto e poi viene infilato per la settima palla-break, annullata con servizio e dritto. Volevate la battaglia? Eccola. C’è il terzo match-point e stavolta, dopo due ore e sei minuti, Murray si arrende affossando in rete un dritto. Una grande partita chiusa da un incredibile ultimo gioco. Djokovic sfila il trofeo dalle mani di Murray ma il britannico ha confermato di essere diventato uno specialista anche sulla terra.

Le dichiarazioni di Novak Djokovic:

 

Le dichiarazioni di Andy Murray:

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Roland Garros, Medvedev dopo l’eliminazione: “Ripenserò a questa partita per molto tempo. Contento sia finita la stagione su terra”

“Ci sono cose di questa superficie che non mi piaceranno mai” – dichiara Daniil Medvedev, già fuori dal Roland Garros. “Però la vittoria a Roma è stata straordinaria”

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Daniil Medvedev - Roland Garros 2023 (foto Roberto dell'Olivo)

Daniil Medvedev, suo malgrado, ha regalato la sorpresa fin qui più grande del Roland Garros 2023. La sconfitta con Seyboth Wild, n° 172 ATP, per di più dopo che sembrava che il “mal di terra” gli fosse passato con il titolo romano, ha fatto scalpore tra gli appassionati, e c’era grande attesa per capire quello che avrebbe dichiarato il russo in conferenza stampa a fine match. E, come sempre, il n° 2 del mondo non le ha mandate a dire, soprattutto quando è tornato a parlare del suo rapporto con il rosso, stuzzicato ancora una volta dai giornalisti.

D. Daniil, non deve essere facile per te. Puoi riassumere però il match in poche parole?

DANIIL MEDVEDEV: “Partita difficile, non so cosa dire. Non la guarderò nuovamente in TV ma credo che Seyboth Wild abbia giocato bene, e io non credo di essermi espresso così male. Se continuerà a giocare così, credo possa arrivare entro la fine dell’anno nei primi 30. Spero che anche nei prossimi match disputi partite allo stesso livello, altrimenti ne rimarrei deluso e mi chiederei: perché ha giocato così bene proprio contro di me?”.

 

D. Sei sembrato infastidito nei confronti del pubblico in qualche momento. Qual era il tuo feeling?

DANIIL MEDVEDEV: “È andata bene. L’unico problema è stato quando ho chiesto alla giude di sedia di controllare una pallina che secondo me era molto vicina alla riga. Stavo discutendo con lei sul rimbalzo della palla e ho detto semplicemente al pubblico di zittirsi, perché non stavo dialogando con loro. Per il resto, nessuna criticità”.

D. È parso che tu abbia faticato ad adattarti al vento. È stato particolarmente difficile per te?

DANIIL MEDVEDEV: “È stato difficile, sì. È strano perché c’è lo stesso vento da 6 giorni a questa parte, cosa che non ho mai visto a Parigi. Ma è parte del gioco, sia quel che sia. Di certo, con queste palline pesanti, adattarsi al vento non è stato semplice. Penso che alcuni giocatori, come il mio rivale odierno, o come Alcaraz, o in parte come Tsitsipas hanno un grande vantaggio, perché possono creare potenza facilmente, cosa che io non posso fare. Il vento è certamente tra i motivi per cui ho perso”.

D. Eri scontento della tua attitudine nella fase finale della partita? Sembrava scuotessi la testa come se non fossi soddisfatto di qualcosa…

DANIIL MEDVEDEV: “Non direi che ci sia stato questo tipo di problema. Possiamo chiamare quel momento ‘me contro me stesso’. Niente a che vedere con l’attitudine. Penso di essermi battuto bene e di essere stato bene in campo fisicamente. Cioè, adesso mi sento un po’ stanco ma quando perdi il tuo corpo crolla più rapidamente verso il basso. Se avessi vinto non sarei così stanco ora. E anche mentalmente ho combattuto parecchio e sicuramente sono molto dispiaciuto per il risultato. Penserò per una settimana a questo match, ma al momento non ricordo di aver fatto nulla di così sbagliato, a parte i doppi falli causati dal vento”.

D. Quando giochi contro qualcuno più in basso di te in classifica, ma che si sta esprimendo splendidamente, pensi che prima o poi il livello si possa bassare oppure no? Ti ha sorpreso il fatto che non sia successo?

DANIIL MEDVEDEV: “Beh, lui è calato solo un set e ne ho approfittato. Ha fatto qualche errore nel tie-break del secondo, ma in generale ribadisco che ha giocato in modo ottimale, forse leggermente aiutato da qualche mio errore. Ha vinto lo US Open Junior, se non sbaglio, quindi sa giocare a tennis. È solo che la sua vita potrebbe essere molto migliore se giocasse sempre così. Più soldi e più sponsor, oltre a titoli importanti. Ma non deve giocare così solo sullo Chatrier, bensì su diversi campi e in diversi contesti. Credo sia capace di farlo, ma vedremo in futuro”.

D. Probabilmente il risultato di oggi mette fine alla tua stagione su terra nel 2023. Come descriveresti il tuo rapporto con la terra battuta fino ad ora?

DANIIL MEDVEDEV: “Non è cambiato il fatto che ogni volta che finisce la stagione su terra sono contento. Sono contento e ancora contento. Non mi importa a che livello del torneo io arrivi, l’importante è che finisca. Sono contento perché c’era vento, il campo era secco, e mi è entrata la terra in bocca già nel terzo gioco. Tutte cose che non mi piacciono. Non so se ad altri piaccia mangiare la terra, averla nelle borse, nelle scarpe, nelle calze. Devi buttare tutto in pattumiera alla fine della stagione. A me questo non piace. Avrò un periodo di stacco e di questo sono felice, perché devo ritrovare buona sensazioni. Un po’ di relax nei prossimi giorni, starò un po’ a Parigi, anche se c’è la terra (sorride, ndr)”.

D. Quanto sei contento di giocare invece sull’erba ora? Cosa ti aspetti dal pubblico per il fatto che lo scorso anno russi e bielorussi sono stati estromessi da Wimbledon e quest’anno riammessi?

DANIIL MEDVEDEV: “Sai, non possiamo controllare queste cose. Se le persone decidono di essere dure, non possiamo farci molto. Se invece saranno carine, meglio. Prima di Wimbledon vorrei andare ad Halle, dove ho giocato bene lo scorso anno, ma poi chiaramente sono entusiasmato dal poter andare a Wimbledon. Non posso dire che ami l’erba, ma sicuramente la preferisco alla terra. Cercherò di fare meglio ai Championships rispetto alle annate passate”.

D. Tornando per un instante alla domanda sul tuo rapporto con la terra rossa, ci hai detto che sei contento sia finita questa stagione, ma hai fatto uno step di apprezzamento in più dopo la vittoria a Roma?

DANIIL MEDVEDEV: “Certo, questo al 100%. E ripeto che nel match di oggi ho giocato bene. Ci ho provato, perlomeno. Ho sentito di aver fatto quello che potevo, semplicemente non sono riuscito a vincere contro un avversario che ha giocato bene. Ma Roma è stata incredibile, perché non avrei mai pensato di vincere nemmeno un torneo su terra, figuriamoci un Masters 1000. L’anno prossimo potrei essere ancora più motivato nel migliorare i successi di quest’anno”.

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Roland Garros: ribaltone Zeppieri! Bublik sconfitto al quinto set

Il romano Giulio Zeppieri vince per la prima volta in un tabellone Slam, venendo dalle qualificazioni. Eliminato al quinto kazako: ora sfida a Ruud

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G. Zeppieri [Q] b. A. Bublik 6-0 4-6 4-6 6-3 7-5

Giulio Zeppieri vince il primo match in carriera nel tabellone principale di uno Slam! Alexander Bublik si arrende in cinque set dopo 3 ore e 20 di battaglia: bravissimo il romano a rimanere agganciato al match quando è stato sotto 2 set a 1 e a ribaltare tutto nel quarto e nel quinto set, tornando a giocare un tennis aggressivo e coraggioso. “Zeppo” che non si è fatto condizionare dalla pazzia del suo avversario, ma è rimasto concentrato sul suo tennis: adesso sfida nel secondo turno a Casper Ruud.

Approccio al match decisamente rivedibile da parte di Bublik che quasi prende come uno scherzo il match tra risposte con i piedi vicino alla linea del servizio, palle corte sconclusionate, doppi falli e qualche servizio da sotto. Dal canto suo Zeppieri non si fa distrarre, sul suo servizio non concede praticamente nulla e quando lo scambio si allunga in risposta arriva generalmente un errore da parte del suo avversario. Il primo set scorre via velocissimo con pochissimo spazio di riflessione tra un punto e l’altro e il tennista romano se lo aggiudica per 6-0 in poco meno di 20 minuti.

 

Il kazako pone un po’ più di attenzione a inizio secondo set, Zeppieri si distrae un attimo e paga subito subendo il break in apertura di parziale con un paio di errori con il dritto. Il giocatore italiano recupera solidità con il servizio e sul 3-2 arriva il contro-break con un bel recupero di rovescio sulla palla corta, un errore di dritto di Bublik e una splendida risposta bassa che non permette al giocatore di origini russe di giocare una demi-volée competitiva. L’azzurro continua a giocare in modo troppo contratto e poco sciolto, cerca di uscire frettolosamente dallo scambio con la palla corta, ma il kazako gioca due punti con grande attenzione e si riprende il break di vantaggio, andando avanti 4-3. Un break che basta al numero 51 del mondo per vincere per 6-4 il secondo set: la smorzata funziona sempre meglio e sorprende sempre più spesso Zeppieri che ha perso sicurezze e tranquillità rispetto alla prima parte di match.

Terzo set che comincia sui binari nell’equilibrio: nessuno dei due prende il sopravvento dopo due set andati via rapidamente. Le prime possibilità ce le ha Zeppieri in risposta nel quarto gioco, andando sullo 0-40 con un doppio fallo e un errore a rete banale di Bublik, ma il kazako serve benissimo per annullare tutte e tre le palle break, compresa una seconda di servizio sulla riga. Il tennista romano commette qualche imperfezione sul 3-3, non viene aiutato dalla prima e concede una palla break, ma Bublik risponde con i piedi dentro al campo e non riesce a far partire lo scambio. Zeppieri incappa in un brutto game sul 4-4: sbaglia un comodo rovescio e una volée di rovescio sopra la rete e concede il break al giocatore di Gatcina che chiude senza problemi con la battuta il set sul 6-4.

Nel terzo gioco del quarto set, Zeppieri si ritrova in una situazione difficile, concedendo una palla break, ma gioca con coraggio, buttandosi avanti sulla prima di servizio e nei successivi due punti si prende rischi che pagano con il pressing di dritto. L’azzurro concede due palle break anche sul 3-3, ma le annulla aggrappandosi ancora al servizio e spingendo con i colpi di inizio gioco, riuscendo a far giocare Bublik in posizioni scomode e con i piedi fuori dal campo. Il ragazzo di Roma, dopo aver scampato il pericolo, ottiene il break che lo porta sul 5-3: una gran risposta e un dritto lungolinea e poi un brutto dritto in chop dell’avversario. Il kazako perde la pazienza, fracassa la racchetta Zeppieri trascina tutto al quinto set tenendo la battuta senza alcun problema a zero.

Anche nel quinto set Zeppieri inizia all’insegna del coraggio: una palla break da affrontare sotto 0-1 e un dritto all’incrocio delle righe dal centro del campo per annullarlo. In questa fase equilibrata della partita è proprio il dritto a dare soddisfazioni al giocatore romano anche in risposta, nel terzo game si ritrova 15-30, ma non riesce ad arrivare a palla break. Bublik ha un’altra palla break sul 2-1, ma ancora l’azzurro spinge con coraggio e spregiudicatezza sin dal primo colpo con il dritto e annulla la seconda chance del 3-1 con un errore di dritto del kazako che gioca con maggiore tensione rispetto agli altri momenti del match. I turni di battuta di servizio vanno via in maniera più rapida. La pressione si fa ancora sentire per il numero 51 del mondo: un errore di rovescio e un doppio fallo sul 5-5 per concedere due palle break all’azzurro che si prende l’occasione di andare a servire per il match con un altro errore dalla parte sinistra dell’istrionico kazako. Zeppo scaglia un ace, arriva benissimo sulla palla corta e Bublik affossa la risposta: l’italiano vince per la prima volta una partita nel tabellone principale di uno Slam.

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Roland Garros: il ritorno di Zverev è vincente, batte Harris in tre set. Avanzano Ruud e Paul

Il tedesco ha la meglio sul sudafricano n. 294 che non riesce a sfruttare le occasioni in due tiebreak. Vittorie anche del numero 4 del mondo e dell’americano, entrambe in 3 set

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Non la miglior versione di Alexander Zverev ma è quanto basta per aver la meglio su LLoyd Harris con il punteggio di 7-6(6), 7-6(0), 6-1 in 2ore e 40′. Chissà cosa avrà pensato nel tornare in campo al Roland Garros da dove l’anno scorso uscì maledettamente sulla sedia a rotelle mentre era in lotta con Nadal per un posto in finale. Questo è ovviamente uno Zverev differente, ma vincere aiuta a vincere, anche se i sette doppi falli sono un dato su cui riflettere. Per continuare a essere protagonista nel torneo dovrà trovare più continuità con il servizio. Harris, da n. 294 del ranking, recrimina per le sette palle break non sfruttate che gli avrebbero dato un’altra prospettiva di gara.

IL MATCH – Primo set estremamente equilibrato, nel quale il tedesco va in sofferenza concedendo al suo avversario le uniche palle brek del parziale. Harris non riesce a concretizzare le occasioni avute con Zverev che si aggrappa alla sua prima di servizio ricavando anche 7 aces. Il sudafricano serve il 55% di prime di servizio ma con esse riesce a portare a casa l’88% dei punti. I brividi per Zverev arrivano nell’undicesimo gioco quando deve fronteggiare due palle break non consecutive. L’avversario gli dà una mano, ma riesce comunque a giocarsi le sue carte al tiebreak. Harris scappa via, ma commette un errore di rovescio che rimette in partita il suo avversario. Il tedesco ha due palle set consecutive, ma entrambe sorridono al sudafricano. Si gira 6-6, prima che Zverev cambi marcia e porti a casa il parziale.

Secondo set sulla scia del primo, con il grande rammarico per Harris di non aver sfruttato due setpoint consecutivi nel decimo gioco. Recrimina per un pizzico di sfortuna sul secondo punto set, con il nastro che rimette nello scambio Zverev e lascia di sasso Harris. Il pensiero del sudafricano rimane a quella grande occasione con la testa di serie n. 22 che riesce a recuperare da 40-15 e a portare a casa il break. Poi disfa tutto nel dodicesimo gioco, quando commette due doppi falli che rimettono in pista l’avversario. Grande scuola tedesca nel tiebreak con Zverev che infila un pesante 7-0 che vale il doppio vantaggio nei set conquistati. A cavallo tra la fine del secondo parziale e l’inizio del terzo, un Medical Time Out serve al sudafricano per farsi sciogliere tensione e cancellare un pò di stanchezza. Il problema fisico reale è al polpaccio della gamba sinistra che ne limita i suoi movimenti in campo. Molto più agevole il compito del tedesco nel terzo set: al servizio perde un solo punto nei primi suoi tre turni di battuta. Il break decisivo arriva nel corso del quarto gioco, alla seconda opportunità nel set capitata a Zverev: il sudafricano spara in corridoio un dritto non complicato da mettere in campo. E’ il preludio alla discesa del match, con Harris che ricorre al secondo Medical Time Out della gara, ricorrendo alla fasciatura al polpaccio sinistro. Conquistato il break anche nel sesto gioco, al servizio pasticcia un pò col solito doppio fallo e grazie a una palla corta chissà quanto voluta. La palla break in favore del sudafricano è annullata con la prima di servizio, poi basta un solo matchpoint per tornare ad alzare le braccia al cielo al Roland Garros. Per lui, adesso, la sfida con lo sloveno Alex Molcan che ha battuto in tre set Hugo Gaston, 6-1, 7-6(4), 6-4.

 

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