L’ATP ha appena fornito dati che dimostrano indiscutibilmente i tuoi grandi miglioramenti sulla terra negli ultimi due anni. Hai raggiunto quattro finali (le due vinte nel 2015 a Monaco e a Madrid, la sconfitta domenica scorsa con Djokovic sempre alla Caja Magica e ora la finale a Roma, ndr). Qual è stato il punto di svolta nel tuo rendimento su questa superficie?
Credo che le cose siano cambiate tra la finale di Monaco di Baviera l’anno scorso e il successivo primo turno a Madrid. Monaco fu il mio primo titolo sul rosso e questo mi diede molta fiducia, perchè quel match sarebbe potuto finire in un altro modo. Contro Kohlschreiber fu una finale molto equilibrata (Andy vinse solo al tie-break del terzo set per 7 punti a 4), poi il giorno dopo arrivai a Madrid e la sera mi ritrovai di fronte all’esordio sempre il tedesco: finimmo il match dopo l’una di notte. Fu molto importante passare indenne quei due match così duri, infatti riuscii poi a vincere alla Caja Magica battendo Nishikori, Raonic e Nadal in finale. Non avevo mai battuto tre giocatori di ranking così elevato sulla terra prima. Quando superi due giornate così difficili come quella domenica a Monaco e quel lunedì a Madrid, giornate nelle quali non sai come andrà a finire, realizzi che puoi ripeterti e la fiducia che ne ricavi è altissima.
E’ la tua prima finale a Roma. C’è un motivo particolare per cui non hai mai ottenuto grandi risultati qui?
Beh, un anno ho servito per il match in semifinale. Mancai la finale per un soffio. Certo, in alcune edizioni
non ho fatto un buon torneo, in altre sì ma non bastò per raggiungere la finale. Come sapete, un anno ho avuto problemi alla schiena che mi costrinsero a saltare il Roland Garros, ma ora ho molta più fiducia quando gioco sulla terra, la mia schienaè tornata a posto e questi due fattori spiegano i risultati ottenuti.
L’anno scorso Djokovic sembrava pressochè imbattibile, quest’anno ha perso pochissime partite ma la sensazione generale è che non
stia giocando bene come l’anno scorso e con la stessa granitica fiducia. Sei d’accordo?
Difficile capire se sia un po’ calato, ma quel che conta è che pur non giocando bene alcuni match, li ha sempre portati
a casa e ciò significa che è in fiducia anche quest’anno. Tra l’altro è sempre salito di livello nel corso dei tornei, fino
ad esprimersi al meglio nelle fasi finali, quindi non importa se sia lo stesso dell’anno scorso, resta un avversario durissimo.
Domani è il tuo compleanno e sei in finale. Hai mai giocato una finale il giorno del tuo compleanno? Ti aspetti qualche regalo o una torta dall’organizzazione del torneo?
Finora non ho vinto molte partite il giorno del mio compleanno, ad essere onesto. Ora che ci penso, non mi viene in
mente nessuna vittoria e non è un gran segnale (sorride). Varrebbe la pena controllare, ma spero domani d’invertire la tendenza.
Traduzione di Ruggero Canevazzi