(S)punti tecnici della settimana: Filippo Volandri, l'ultimo grande rovescio in Italia

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(S)punti tecnici della settimana: Filippo Volandri, l’ultimo grande rovescio in Italia

Si avvia alla conclusione l’ottima carriera di Filippo Volandri. Per buona parte del match di Roma con David Ferrer l’azzurro ci ha ricordato come ha fatto a battere Federer, e ad arrivare al numero 25 del mondo

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Non si può che augurare al livornese Filippo Volandri, che compirà 35 anni a settembre, di continuare a giocare finchè se la sentirà fisicamente, come motivazioni, e finchè, soprattutto, si divertirà a farlo. Dopo un brillante percorso nelle qualificazioni degli Internazionali d’Italia, con vittoria sul veterano ma sempre ostico Radek Stepanek, lo abbiamo rivisto in campo in un tabellone principale di un Masters 1000, dove mancava da due stagioni, per l’esattezza dal primo turno sempre a Roma nel 2014, che lo vide sconfitto da Gilles Simon in due set. La partita persa con lo spagnolo David Ferrer, non al meglio della forma ma pur sempre un top-10, e un “cagnaccio” da terra battuta dei più difficili da affrontare, ha comunque permesso a “Filo”, uomo di punta del team Hydrogen insieme a Simone Bolelli, di dare spettacolo con il suo splendido rovescio a una mano, prima di soffrire di un evidente appannamanto atletico.

Sperando con tutto il cuore di sbagliarmi, credo però ci siano buone possibilità che il bel match della scorsa settimana al Foro Italico sia stato l’ultimo di Volandri nel main draw di un 1000. E ritengo doveroso dedicargli un’analisi della sua esecuzione più notevole, e più spettacolare, come detto il magnifico rovescio a una mano, il migliore che si sia visto in Italia dai tempi del mitico Paolo Canè, quello che Giampiero Galeazzi aveva efficacemente definito il “turborovescio”, e parliamo di uno che dal lato sinistro era capace di lasciar fermo su terra il miglior Wilander.

Tennis TV ha giustamente pubblicato un video celebrando come “hot shot” uno splendido passante incrociato di Filippo, tirato al termine di uno scambio durissimo durante il quale almeno altri due rovesci in difesa erano stati incredibili per controllo e profondità. Tecnicamente, Volandri è sempre stato un fondocampista completo, buon dritto moderno, in open stance, impugnatura western, e accompagnamento con windshield-wiper (tergicristallo) molto accentuato e sviluppato davanti al corpo, con testa della racchetta che va a chiudersi al fianco sinistro, con il gesto che in gergo da campo viene definito come il “rinfoderare la spada”, e la testa della racchetta che arriva vicina e a volte a contatto con la spalla sinistra. Lo vediamo qui sotto, una gran bella sventagliata, estremamente carica di top-spin, e adattissima ai campi in terra battuta.

volandri dritto

Il servizio, purtroppo, è sempre stato il problema di Filippo, che è migliorato moltissimo negli ultimi anni, ma il caricamento troppo rigido, e la distensione eccessiva all’indietro del braccio-racchetta, (e la famigerata “manata verso il cielo”, ovvero il momento di “inerzia zero” con piatto corde rivolto in alto che rallenta la fluidità del movimento) hanno sempre impedito all’azzurro di sviluppare velocità e rotazioni ai massimi livelli.

Ma il meglio che Filippo può far ammirare su un campo da tennis è sicuramente il suo favoloso rovescio a una mano. Lo vediamo qui sotto, nella fase di preparazione e caricamento.

volandri rovescio 1

Vediamo, da sinistra a destra, come Volandri porta la testa della racchetta molto alta sopra le spalle, andando a formare nel secondo frame un perfetto quadrato con braccio, avambraccio e attrezzo. Ovalizzazione ampia e di esemplare compostezza. Dopodichè, è perfetta anche la simultaneità dell’appoggio del peso sul piede avanzato, il destro, con il rilascio della mano sinistra che sorregge la racchetta, attimo che dà il via al violentissimo swing a colpire, e alla conseguente distensione del braccio-racchetta. Nell’ultimo frame, l’impatto, la palla è davanti al corpo, il polso è bloccatissimo, il piede sinistro è sollevato sulla punta e trascinato in avanti, contribuendo al trasferimento del peso.

volandri rovescio 2

Qui sopra, le fasi di accompagnamento finale. Apprezziamo nel primo frame a sinistra, in uscita della palla dal piatto corde, la perfetta distensione del braccio, assolutamente dritto (come nell’immagine in testa al pezzo), l’impugnatura eastern da manuale con presa “hammer”, e poi il follow-through, con un accenno di rotazione esterna dell’avambraccio per dare top-spin al colpo. Il polso è sempre fermo a 90° ripetto all’avambraccio, e si vede bene la caratteristica peculiare di Filippo, ovvero la sbracciata “trattenuta” per tenere il massimo controllo della traiettoria, la testa della racchetta non supera mai, nemmeno alla conclusione di tale potente “spazzolata”, la linea delle spalle. Questo dettaglio risulta ancora più evidente se lo confrontiamo con il finale di Wawrinka, per esempio, che arriva a toccarsi la schiena con la testa della racchetta a conclusione di swing.
In pratica, Volandri ottiene potenza e spin soprattutto dal perfetto timing e dall’anticipo (oltre che dalle corde, che usa tirare pochissimo rispetto agli altri, spesso sotto i 15 chili di tensione, a volte addirittura a 12), non dalla “sola” violenza e ampiezza della sbracciata.

Un colpo da autentico fenomeno, giocato con una specie di fionda quale è una racchetta incordata così “lasca”, che richiede un controllo e una precisione incredibili per essere tenuto entro le righe. Talento, insomma. Nella speranza di poterlo ancora ammirare sui campi del circuito per un po’, oltre che negli studi di Sky come ottimo commentatore tecnico, non ci rimane che fare a “Pippo” il più sentito in bocca al lupo per il suo futuro, già sapendo che quegli splendidi traccianti a una mano ci mancheranno moltissimo.

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