Non è davvero il Roland Garros del 1989 ma... la 7ma finale Slam Djokovic-Murray farà storia (Video di Ubaldo e Clerici)

Editoriali del Direttore

Non è davvero il Roland Garros del 1989 ma… la 7ma finale Slam Djokovic-Murray farà storia (Video di Ubaldo e Clerici)

ROLAND GARROS 2016 – Nessun match memorabile in 2 settimane. Ma ecco le migliori finali possibili. Novak Djokovic alla quarta può vincere la prima. Andy Murray alla prima può riemulare Fred Perry 1935. Serena Williams e Garbine Muguruza, rivincita di Wimbledon o Parigi?

Pubblicato

il

 

Cliccate qui per vedere il video di Ubaldo e Steve Flink

PARIGI – Il più brutto Roland Garros che io ricordi si conclude paradossalmente con le due migliori finali possibili. E la presunzione d’una conclusione con i fuochi d’artificio, magari memorabile, comunque storica…quando basterà poco tempo e nessuno più ricorderà (l’albo d’oro non ne farà cenno) le piogge più battenti dal 1873, l’esondazione della Senna a Parigi, l’orribile tempo che ha implacabilmente perseguitato l’edizione n.86 del torneo, gli ombrelli venduti assai più che non i biglietti, i piumini Woolrich modello Arctic Parka obbligatori per avventurarsi sul Suzanne Lenglen dove però – in compenso – i fortunati possessori di biglietti annex (detti anche ground…manca la versione italiana) hanno potuto godersi con 20 euro addirittura due semifinali da pieno conflitto generazionale, prima quella fra Muguruza e Stosur e poi quella fra Djokovic e Thiem.

Torneo da dimenticare fin qui, dicevo, anche se i gossip-papers si saranno entusasmati oggi per la presenza di Leonardo di Caprio e Eric Cantona, perché salvo fasi di Goffin-Thiem e oggi di Murray-Wawrinka (primo e terzo set) non abbiamo visto un match decente… ma poi ecco che in finale troviamo il n.1 e il n.2 del mondo nel maschile, con un vincitore che farà comunque storia, sia che vinca Djokovic per la prima volta e conquistando così l’agognato Career Grand Sam, sia che 80 anni dopo il solito immortale Fred Perry Andy Murray sia il primo britannico a finire in trionfo a Parigi,

E anche in campo femminile alla fin fine ecco che questo sabato si troveranno di fronte le due giocatrici più forti, quelle che secondo me fin dalla vigilia parevano favorite a ritrovarsi in finale, Serena Williams e Garbine Muguruza. La bella e possente ispano-venezuelana, sebbene soltanto n.4 è certo più forte sulla terra rossa della Radwanska n.2 (capace di giocare solo d’incontro e fortemente danneggiata da campi e palle pesantissimi) e anche della Kerber campionessa d’Australia e n.3, ma subito eliminata dalla Bertens. A differenza della Kerber la Muguruza era capitata nell’altra metà del tabellone rispetto a Serena e dopo il primo set perso nel primo match del torneo (con la Schmiedlova) non ne ha più perso uno, dominando tutte le avversarie con irrisoria facilità, inclusa l’australiana Stosur in semi (62 64 in 1 h e 16 m) .

Fra una Serena che ha faticato con la Bertens – scusate la fastidiosa autocitazione ma vedendola giocare uno straordinario primo set contro un’ottima Camila Giorgi le avevo pronosticato una raggiungibile semifinale e poco c’è mancato che vincesse il primo set con Serena: due setpoint mancati per lei – e con la Putintseva, dovendo sbilanciarsi in un pronostico sulla finale contro l’attuale Muguruza …mi verrebbe da puntare più sulla spagnola, almeno stando al ben diverso stato di forma. Ma spesso prevale la diversa esperienza. E Serena ne ha da vendere, altrimenti avrebbe perso tutti quei set in cui ha dovuto fronteggiare setpoint o situazioni assai critiche, con Mladenovic, Putintseva e Bertens.

Comunque sia, visto che i duelli precedenti parlano di un 3-1 per Serena, sconfitta soltanto qui al Roland Garros nel 2014 (62 62), ma vittoriosa nella finale di Wimbledono 2015 (64 64) oltre che due volte all’open d’Australia (2013: 62 60; 2015: 26 63 62), ne verrà fuori comunque una rivincita di Parigi o Wimbledon e/o la quarta vittoria di Serena che eguaglierebbe così i 22 Slam di Steffi Graf oppure il primo Slam di Garbine. Insomma comunque avremmo un record, una storia da ricordare e se ciò accadesse al termine di una bella finale, alla storia passerebbe pure quella. In oblio tutto il resto.

Alludevo nel titolo alla memorabile edizione del 1989, quella che vide trionfare due diciassettenni del tutto inattesi, Michael Chang e Arantxa Sanchez. La Sanchez fece fuori Steffi Graf, reduce dal Grande Slam (più oro olimpico) del 1988. Il “cinesino” che giocava con una racchetta in una mano e la Bibbia nell’altra vinse in rimonta su Stefan Edberg avanti due set a uno e incapace di sfruttare ben 14 pallebreak nel quarto. Di quel torneo tutti gli appassionati over 40 ricordano anche il leggendario ottavo di finale Chang-Lendl, con il cinesino che ne combinò di tutti i colori al ceco sempre più furibondo: dal servizio “di sotto” alla risposta avanzando fin sulla riga di battuta sul matchpoint e conseguente doppio fallo. Vi basti dire che al mio ritardato esame di laurea di quel giugno 1989, la commissione, presieduta dal famoso costituzionalista Paolo Barile (e con lui c’erano il futuro presidente Rai Roberto Zaccaria, il futuro presidente della Corte Costituzionale Ugo De Siervo, il garante delle telecomunicazioni Enzo Cheli) a fine discussione e prima di annunciarmi il voto di laurea, mi chiese: “Scusi Scanagatta, ma come ha fatto Chang a vincere a Parigi?”.

Nelle semifinali maschili hanno perso i vincitori dei due tornei che avevano preceduto il Roland Garros: Thiem aveva vinto a Nizza, Wawrinka a Ginevra. Tutti e due, soprattutto Thiem, sono arrivati alle semifinali odierne con le gomme un po’ sgonfie. Mentre i loro avversari, partiti in sordina in questo torneo, hanno forse giocato la loro miglior partita. Djokovic è stato meno nervoso che nei precedenti incontri, Murray è parso un muro imperforabile e un atleta assolutamente straordinario. Wawrinka ha sparato anche gli abituali “comodini”, ma per fare un punto doveva tirarne dieci e inevitabilmente a fronte dei punti migliori del match finiva per commettere errori. Su una superficie più rapida avrebbe fatto il punto prima, in alcune circostanze. Perché Murray, atleta davvero formidabile, e dotato di un tocco di palla pazzesco, sia per tenere la palla a due centimetri della riga, sia per giocare drop-shots che atterravano e affondavano 20 cm dopo la rete, mi ha davvero impressionato. Del resto lui stesso ha detto che forse “Questa è stata la mia miglior partita sulla terra rossa di sempre”. Ed aveva gran parte del pubblico contro.

Gli ho visto fare dei recuperi che non ricordavo neppure a Nadal, delle spaccate degne di “Caucciù” Djokovic, delle corse per riprendere sette, otto, nove fendenti consecutivi di Wawrinka, da Superman. E quando è stato necessario Andy è venuto a prendersi il punto anche a rete, seguendo perfino il servizio in talune occasioni. L’ho visto ancor meglio che a Roma, dove era stato sì bravo, ma aveva anche approfittato di un Djokovic spento dalle precedenti battaglie con Nadal e Nishikori. Un anno e mezzo fa non lo avrei mai detto competitivo sulla terra rossa. Non ci aveva vinto neppure un torneo, prima di Monaco e Madrid. Adesso, primo Brit a raggiungere la finale qui dopo Bunny Austin 79 anni fa (ma Austin la perse) non resterei sorpreso, sebbene io veda leggermente favorito Djokovic nella finale di domenica, se Murray approfittasse del probabile stato di tensione emotiva di Djokovic e conquistasse questo torneo.

Intanto ha raggiunto la finale in tutti e 4 gli Slam. “Roger Federer ci ha messo parecchio prima di vincere questo Slam, Novak non l’ha ancora mai vinto, nessuno di noi due può sapere quante altre chances avremo per vincere qui”. Murray ha vinto i suoi due Slam, US Open 2012 e Wimbledon 2013, proprio battendo Novak in finale. Ma Novak lo ha battuto in tutte le 4 finali giocate in Australia (Murray perse la prima finale  a Melbourne contro Federer).

Nelle interviste troverete quel che ha detto Murray ricordando le finali di Madrid e Roma. “Non credo che questa superficie possa favorire più l’uno o l’altro. Abbiamo giocato qui a Parigi solo l’anno scorso in semifinale, fu combattuta”.

Certo i due sono contenti di avere un giorno di riposo. Per la verità oggi Djokovic non si è dovuto troppo stancare. Thiem aveva giocato troppo, oggi giocava la cinquantaduesima partita. Non poteva farcela. Il suo torneo lo aveva già vinto. E prima o poi ne vincerà qualcuno. Di quelli grandi.

Gli head 2 head Djokovic-Murray (23-10):

2016 – ATP World Tour Masters 1000 Roma F, Murray b. Djokovic 6-3 6-3
2016 – ATP World Tour Masters 1000 Madrid F, Djokovic b. Murray 6-2 3-6 6-3
2016 – Australian Open F, Djokovic b. Murray 6-1 7-5 7-6(3)
2015 – ATP World Tour Masters 1000 Paris F, Djokovic b. Murray 6-2 6-4
2015 – ATP World Tour Masters 1000 Shanghai S, Djokovic b. Murray 6-1 6-3
2015 – ATP World Tour Masters 1000 Canada F, Murray b Djokovic 6-4 4-6 6-3
2015 – Roland Garros S, Djokovic b. Murray 6-3 6-3 5-7 5-7 6-1
2015 – ATP World Tour Masters 1000 Miami F, Djokovic b. Murray 7-6(3) 4-6 6-0
2015 – ATP World Tour Masters 1000 Indian Wells S, Djokovic b. Murray 6-2 6-3
2015 – Australian Open F , Djokovic b. Murray 7-6(5) 6-7(4) 6-3 6-0
2014 – ATP World Tour Masters 1000 Paris Q, Djokovic b. Murray 7-5 6-2
2014 – Beijing S, Djokovic b. Murray 6-3 6-4
2014 – US Open Q, Djokovic b. Murray 7-6(1) 6-7(1) 6-2 6-4
2014 – ATP World Tour Masters 1000 Miami Q, Djokovic b. Murray 7-5 6-3
2013 – Wimbledon F, Murray b. Djokovic 6-4 7-5 6-4
2013 – Australian Open F, Djokovic b. Murray 6-7(2) 7-6(3) 6-3 6-2
2012 – Barclays ATP World Tour Finals RR, Djokovic b. Murray 4-6 6-3 7-5
2012 – ATP World Tour Masters 1000 Shanghai F, Djokovic b. Murray 5-7 7-6(11) 6-3
2012 – US Open F, Murray b. Djokovic 7-6(10) 7-5 2-6 3-6 6-2
2012 – London Olympics S, Murray b. Djokovic 7-5 7-5
2012 – ATP World Tour Masters 1000 Miami F, Djokovic b. Murray 6-1 7-6(4)
2012 – Dubai S, Murray b. Djokovic 6-2 7-5
2012 – Australian Open S, Djokovic b. Murray 6-3 3-6 6-7(4) 6-1 7-5
2011 – ATP World Tour Masters 1000 Cincinnati F, Murray b. Djokovic 6-4 3-0, Ret.
2011 – ATP World Tour Masters 1000 Roma S, Djokovic b. Murray 6-1 3-6 7-6(2)
2011 – Australian Open F, Djokovic b. Murray 6-4 6-2 6-3
2009 – ATP World Tour Masters 1000 Miami F, Murray b. Djokovic 6-2 7-5
2008 – ATP Masters Series Cincinnati F, Murray b. Djokovic 7-6(4) 7-6(5)
2008 – ATP Masters Series Canada Q, Murray b. Djokovic  6-3 7-6(3)
2008 – ATP Masters Series Monte Carlo R16, Djokovic b. Murray 6-0 6-4
2007 – ATP Masters Series Miami S, Djokovic b. Murray 6-1 6-0
2007 – ATP Masters Series Indian Wells S, Djokovic b Murray 6-2 6-3
2006 – ATP Masters Series Madrid R16, Djokovic b. Murray 1-6 7-5 6-3

In riepilogo:

GRANDE SLAM: 7-2 Djokovic
ATP WORLD TOUR FINALS: 1-0 Djokovic
MASTERS 1000: 14-6 Djokovic
OLIMPIADI: 1-0 Murray
ATP 500: 1-1
Al meglio dei 5 Set: 7-2 Djokovic
Su terra battuta: 4-1 Djokovic
In finale: 9-7 (6 Slam, 10 Masters 1000)

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement