Il mondo dello sport piange il suo mito più grande: si è spento Muhammad Ali a 74 anni

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Il mondo dello sport piange il suo mito più grande: si è spento Muhammad Ali a 74 anni

Il leggendario pugile americano, da tempo malato di Parkinson non ha retto a complicazioni respiratorie sopraggiunte negli ultimi 2 giorni. Se ne va uno dei più grandi personaggi della Storia, non solo sportiva, del 20° Secolo. Il suo impegno per i diritti civili è stato grande quanto le sue vittorie sul ring

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Non basterebbero mesi per raccontare quello che Muhammad Ali, nato Cassius Marcellus Clay Jr. a Louisville il 17 Gennaio 1942, ha rappresentato nella Storia mondiale del 20° Secolo. Si potrebbe partire dai suoi record sul ring, più volte detentore del titolo mondiale dei pesi massimi in un periodo di 14 anni tra il 1964 e il 1978 o se preferite andare sulle statistiche, 56 vittorie su 61 incontri (una sola sconfitta per K.O), l’ultimo dei quali l’11 Dicembre del 1981 quando già mostrava  i primi sintomi del Morbo di Parkinson che gli sarebbe stato poi diagnosticato nel 1984. Il campionissimo si è arreso alla malattia dopo 32 anni, in seguito a complicazioni respiratorie sopraggiunte negli ultimi giorni.

Qui in Italia lo ricordiamo benissimo per la sua medaglia d’oro alle Olimpiadi di Roma del 1960 conquistata a 18 anni nella categoria dei medio-massimi, momento che segnò l’inizio di una carriera leggendaria. Tuttavia sono state le scelte di Clay fuori dal ring a renderlo ancora più leggendario. La sua lotta per i diritti civili degli afro-americani. Il suo rifiuto di combattere in Vietnam nel 1967 dopo la conversione all’Islam e relativo cambio di nome avvenuta sotto l’influenza di Malcom X.

Delray Beach, Florida  2001/10/25  Muhammad Ali with members of the NYPD and NYFD at Bob Beamon Golf & Tennis Classic.  Photo by Art Seitz

Delray Beach, Florida 2001/10/25 Muhammad Ali with members of the NYPD and NYFD at Bob Beamon Golf & Tennis Classic. Photo by Art Seitz

Delray Beach, Florida, USA 2001/10/25  BIG FISTS/FAST HANDS  During the Bob Beamon Golf & Tennis Classic AN EVENING WITH GREATNESS,  Muhammad Ali-the Greatest Athlete to ever live and most recognized person on the planted, quipped that he was" planning a comeback".  Ali's sense of distrance is certainly entact, as his fists were only inches from photographer Art Seitz's Canon 17-35mm zoom lnches, when he took this photo.

Delray Beach, Florida, USA 2001/10/25 BIG FISTS/FAST HANDS During the Bob Beamon Golf & Tennis Classic AN EVENING WITH GREATNESS, Muhammad Ali-the Greatest Athlete to ever live and most recognized person on the planted, quipped that he was” planning a comeback”. Ali’s sense of distrance is certainly entact, as his fists were only inches from photographer Art Seitz’s Canon 17-35mm zoom lnches, when he took this photo.

Per arrivare poi all’evento sportivo più memorabile del Secolo “The Rumble in the Jungle” la sfida contro George Foreman a Kinshasa del 1974. Contro l’altro sua grande rivale, Joe Frazier, ha disputato e vinto altri incontri pugilistici indimenticabili tra cui il “Fight Of the Century” al Madison Square Garden di New York nel 1971 e il “Thrilla in Manila” nella capitale filippina nel 1975.

La sua eleganza stilistica sul ring lo ha reso una delle icone dello sport mondiale al punto da ottenere il Premio di sportivo del secolo dalla rivista Sports Illustrated. La rivista Time è andata oltre, inserendolo nella lista delle 100 persone più influenti del XX secolo, unico sportivo insieme a Pelé e Bruce Lee.
Indimenticabile è stata anche la sua comparsa come ultimo tedoforo tremante alle Olimpiadi di Atlanta del 1996, quando fu lui ad accendere il braciere olimpico.

Per noi di Ubitennis, l’associazione con “il nostro” Rino Tommasi, che ne ha raccontato le gesta come solo lui sapeva fare, è pressoché automatica. Non solo per le sue straordinarie telecronache ma anche grazie ai libri, l’ultimo a riguardo è uscito nel 2014, “Muhammad Ali. L’ultimo campione, il più grande?“, e prima ancora lo splendido “Da Kinshasa a Las Vegas via Wimbledon. Forse ho visto troppo sport” del 2009. Per noi non esiste davvero modo migliore per ricordarlo.

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