Rassegna a cura di Daniele Flavi
«È un predatore ed è felice Si, Nole é da Grande Slam»
Riccardo Crivelli, la gazzetta dello sport del 7.06.2016
L’omaggio più sentito arriva va in un video sull’account Twitter degli Australian Open. Il sorriso di Rod Laver, l’ultimo immortale ad aver realizzato (e per due volte, 1962 e’69) il Grande Slam, precede i complimenti a Novak Djokovic: «Congratulazioni per il tuo grande sforzo di aver vinto tutti e quattro i Majors, voglio solo augurarti il meglio per Wimbledon e Us Open». No, non è più un’offesa alla storia accostare l’impresa più agognata e più difficile a un nome che sia diverso da quello del mancino australiano che dipingeva volée, perché con il successo maturato a Parigi dopo 11 tentativi andati a vuoto, Nole si candida al mito, i quattro Slam nella stessa stagione, dopo averne vinti quattro di fila ma in due annate diverse. IIIPIESA POSSIBILE La domanda si è posta con Borg, con Wilander, perfino con Courier, gli unici dell’Era Open, ovviamente con l’esclusione di Laver, ad aver conquistato prima di Djokovic i due Major iniziali: riusciranno a completare uno dei filotti più ambiti dello sport? Mai come questa volta, però, la risposta non se ne andrà con il vento: da campione in carica a Londra e a New York, il serbo ha potenzialità, carisma e anche congiunzioni astrali (leggasi condizioni degli avversari) per riscrivere la storia. Certo, immaginare che possa aggiungere altri due Slam consecutivi toglie il fiato, perché solo Budge, tra il 1937 e il 1938, riuscì a vincerne sei in fila. Significa domare altre 14 partite tre set su cinque, con il peso esaltante ma anche opprimente della leggenda che ti accompagna a ogni punto, seppur la forza mentale del Djoker sia probabilmente l’atout che lo rende, per il momento, inavvicinabile: «Vincere a Parigi mi ha reso un uomo estremamente felice e carico di aspettative. Forse non riuscirò a realizzare il Grande Slam, ma ora la vedo come una possibilità. E sono eccitato». La clamorosa caduta di Serena Williams a due passi dalla meta agli Us Open 2015, quell’inattesa e incredibile sconfitta contro una Vinci eroica, sta lì a dimostrare che il diavolo può nascondersi nei dettagli. Tuttavia, per tornare solo a Wimbledon e a Flushing Meadows dell’anno scorso, non bastò un Federer celestiale a fermare Nole, e ora lo svizzero è un’incognita con quella sua schiena ballerina: in più, ad agosto compie 35 anni. Nadal, dal canto suo, a Londra forse neppure ci sarà e in ogni caso sulle superfici veloci non è più da corsa contro lo strapotere atletico del numero uno del mondo. Ci sarebbe Murray, uno che Djokovic lo ha battuto in finale sia sull’erba dei Championships (2013) sia sul cemento newyorkese (2012), ma quelle restano le sole vittorie nelle sfide dirette negli Slam a fronte di 13 sconfitte. Semmai, Novak potrebbe pagare la consueta scelta di saltare tutti i tornei sui prati per ripresentarsi direttamente sul Centrale nella partita inaugurale di Wimbledon. Nel terzo turno di un anno fa, il sudafricano Anderson arrivò a due punti dal servire per il match, e potrebbe essere un segnale, perché il numero uno soffre, all’inizio, giocatori dal grande servizio che non gli danno ritmo. IL PID FORTE Questioni e soluzioni accompagneranno Nole in un’estate caldissima, che tuttavia non preoccupa il coach di una vita, Marjan Vajda: «In questo momento, è il più forte di tutti. E aver trionfato finalmente a Parigi non lo farà sentire appagato, anzi rappresenterà una spinta ulteriore». Guga Kuerten, due volte vincitore a Parigi, tratteggia per lui un futuro da intoccabile: «Non vedo chi possa avvicinarlo nei prossimi due anni, riesce a migliorare a ogni torneo, è spaventoso. Sarà favorito almeno nei prossimi otto Slam»……E allora anche le 17 perle di Federer non sono più un miraggio irraggiungibile. Anzi per Guy Forget sarà solo questione di tempo: «Presto Djokovic arriverà a 14 come Sampras e Nadal, ma io vedo in pericolo anche Roger». Del resto, il segreto di Novak lo aveva rivelato Boris Becker: «Troppi giocatori, quando vincono molto, perdono la fame. Lui è sempre ultramotivato, la sua vita si compie unicamente sotto l’ombrello del tennis. È un padre e un marito felice e appagato, la sua famiglia lo tiene in un ambiente confortevole, permettendogli di concentrare tutte le energie sull’unica cosa che conta: vincere». La belva è tra noi.
Segreti? più servizio e gioco a rete
Paolo Bertolucci, la gazzetta dello sport del 7.06.2016
Dopo due settimane di assenza, a fine partita, anche il sole ha fatto la sua comparsa sul Roland Garros per rendere omaggio al primo trionfo parigino di Nole Djokovic. Forse anche a causa delle pessime condizioni dei campi non ho visto la versione «aliena» del serbo ma solo quella «automatica». Ampiamente sufficiente per raggiungere il successo e zittire i pochi scettici rimasti. Se il giocatore ha perso una sola volta negli ultimi sei slam un motivo ci sarà. Agli inizi, stretto nella morsa Federer-Nadal, Nole ha dovuto lavorare in campo dal punto di vista tecnico e fuori per farsi accettare dai tifosi. Dal 2011 l’ascesa non ha avuto tentennamenti. All’elasticità muscolare, alla sveltezza nei cambi di direzione e alla tenuta sulla lunga distanza ha inserito la velocità nella corsa in verticale. Le sortite a rete non sono sporadiche e le conclusioni volanti sono diventate concrete. Nole ha risolto i problemi del servizio accorciando la sosta e velocizzando la seconda parte del movimento, così da innalzare la percentuale di riuscita. Il fiore all’occhiello rimane la risposta che trova nella continuità, nella precisione e nella profondità il grimaldello con il quale smorzare i propositi di comando dell’avversario. Anche la palla corta ha perso l’alone di precarietà e adesso mette in mostra una mano sensibile. Non possiede la poesia di Federer o l’ardore di Nadal ma è, a tutti gli effetti, un giocatore completo. Con Roger al rientro e Rafa fermo ai box solo Murray appare, al momento, un credibile ostacolo in vista di Wimbledon e di un possibile Djoker slam.
Djoko il predatore non si ferma più
Stefano Semeraro, il corriere dello sport del 7.06.2016
Guardandolo alzare per la prima volta la Coppa dei Moschettieri contro un cielo parigino finalmente baciato dal sole è stato quasi scontato pensare che per il Joker non si trattava solo della fine di una lunga rincorsa – quella all’unico Slam che ancora gli mancava – ma soprattutto l’inizio di una nuova sfida: quella alla storia del tennis. L’ETA. Nole ha 29 anni, contro i quasi 35 di Federer e i 30 da poco suonati di Rafa Nadal, i due fenomeni che gli stanno ancora davanti in alcune (ma non in tutte ) statistiche importanti. Ed è in forma impressionante, un corpo e una mente al massimo dell’efficienza e della rapacità, mentre sia Federer sia Nadal sono alle prese con diversi acciacchi, e la concorrenza più giovane non Don Budge e Laver Novak parlando gli sono davanti: dei record: «Sarò vinsero quattro arrogante, ma grandi tornei di fila niente nella vita in un anno solare è impossibile» sembra avere ancora i denti sufficientemente robusti per dargli fastidio – vedi la lezione che Nole al Roland Garros ha impartito in semifinale a Dominic Thiem. Insomma, se nel 2011 Djokovic è diventato per la prima volta numero 1 del mondo, ora punta a diventare il n1 di sempre. Almeno dal punto di vista dei numeri (quelli che contano, s’intende). Chi lo ritiene impossibile rifletta su quanto è accaduto a Pete Sampras. A fine carriera Pistol Pete pareva il custode di record straordinari, l’unico a potersi paragonare con Rod Laver; eppure è stato stato messo in cantina con rapidita impressionate dal decennio allungato e formidabile del duo Federer-Nadal. LAVER. Si è accennato a Laver: con il suo “non-calendar Slam” chiuso a Parigi Djokovic è già diventato il terzo nella storia a vincere quattro grandi tornei di fila, dopo e dietro a Don Budge e appunto Rod Laver che l’impresa l’hanno compiuta in un solo anno solare. Nè a Nadal né a Federer era mai riuscito, ma Nole ha possibilità più che ragionevoli di completare anche il vero Grande Slam, considerato che è il campione in carica sia di Wimbledon, sia degli Us Open. Se poi i 30 anni sono statisticamente la barriera in cui diventa difficile/quasi impossibile conquistare i quattro grandi tornei – per ora Federer l’ultimo l’ha messo in bacheca a 30 anni e 11 mesi, Nadal a 28 – il Joker ha ancora un paio di stagioni abbondanti a disposizione. Vogliamo dire fine 2018? Be’, ci sono ancora in palio 10 Slam e vincendone 6 Novak, che oggi è a quota 12 come Roy Emerson, supererebbe in tromba sia Nadal e Sampras (14) sia Federer (17) – ammesso ovviamente che né lo spagnolo né lo svizzero nel frattempo aumentino il loro bottino. Per numero di tornei Masters 1000 è già davanti a tutti (29, ed è l’unico ad averne vinti 8 diversi almeno una volta), ha da poco superato, primo nella storia, quota 100 milioni di dollari incassati in soli montepremi. Ha passato 202 settimane in cima al ranking, e quindi per battere il record di Federer (302) gli mancano un po’ meno di due anni (in quelle consecutive è a 101 contro le 237 di Roger: più dura…). POSSIBILE. Decisamente a 12 Slam vinti già da Djokovic, due in meno dl Nadal e Sampras che a quota 14 Io precedono nella graduatoria. Federer è a 17….